Visitare Yanesen per conoscere il lato umano di Tokyo

Capisco che quando si visita per la prima volta Tokyo, l’istinto comune sia quello di puntare a conoscere – giustamente! – i suoi quartieri più famosi, quelli che sono celebrati da ogni guida di viaggio o che diventano protagonisti di report e articoli sulle più prestigiose riviste. Tuttavia il mio consiglio è di dedicare almeno mezzo pomeriggio a scoprire la Tokyo meno turistica, lasciando per qualche ora il frastuono di Akihabara o la folla di Asakusa ed andare alla scoperta dei quartieri meno centrali, quelli in cui i giapponesi vivono la vita di tutti i giorni. Di questi quartieri semi-periferici, che pian piano stanno comunque trovando una loro dimensione ed anche una loro notorietà, ve ne ho già dato un paio di ‘assaggi’, con il post su Shimokitazawa e quello sull’ultima tramvia esistente a Tokyo, la Toden Arakawa Line, che nel suo percorso attraversa quartieri normali ma non per questo meno interessanti. Con questo post vi porto invece a visitare Yanesen, una zona di Tokyo speciale perché non eccessivamente periferica, con uno stile di vita piacevole anche se il memento mori è pressoché onnipresente.

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Intanto, va chiarito che Yanesen non esiste come quartiere. O, meglio, esistono tre quartieri di Tokyo, vicini l’uno all’altro tanto da rendere difficile capire dove inizia uno e termina l’altro: Yanaka, Nezu e Sendagi (Yanesen, appunto, dalle prime lettere dei singoli nomi), poco distanti da Ueno. Ed è proprio dal Parco di Ueno, polmone verde e centro di cultura della capitale nipponica (ve ne parlo in un altro post), che partiremo per andare a visitare Yanesen in un itinerario che ci svelerà alcuni aspetti della società giapponese che da turisti difficilmente si ha modo di conoscere; scopriremo poi alcuni negozi davvero speciali e un ristorante, poco più di una izakaya, citata perfino dalla guida Michelin di Tokyo.

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Come ho scoperto questa zona di Tokyo? Grazie alla guida Japan di Lonely Planet (edizione in inglese, il cui itinerario ho però seguito solo in parte) e grazie ad amiche che conoscono bene Tokyo e mi hanno girato qualche dritta. Allora, pronti a seguire l’itinerario per visitare Yanesen? Calcolate che per tutto il percorso – soste incluse – ci vorranno almeno 4-5 ore, quindi dedicategli tutta la mattina se volete anche fare una sosta in uno tra i migliori ristoranti di sushi e sashimi che abbiamo avuto modo di provare a Tokyo.

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Come già detto, partiamo dal parco di Ueno (vi ricordo che è servito sia dalla ferrovia urbana Yamanote sia da alcune linee di metropolitana – Ginza Line, Hibiya Line – oltre che dai treni regionali) e lo attraversiamo tutto fino a raggiungere la via che costeggia il Museo Nazionale di Tokyo (potete trovare le indicazioni anche in inglese come Tokyo National Museum). Qui, abbiano avuto il primo contatto con una realtà che non ci saremmo aspettati di trovare in una città super organizzata ed efficiente come la Capitale giapponese, ovvero proprio dall’altro lato rispetto all’ingresso del Museo, una fila ordinata di cartoni ricoperti da teloni di plastica dove anziani poveri, homeless e disoccupati trascorrono le notti. Fa strano, ve lo dico. Perché il Parco di Ueno è un luogo ameno e felice, dove si affollano famiglie con bambini dirette a visitare i panda dello zoo, il vicino museo della scienza oppure, ancora, semplicemente, un pic nic all’aperto, circondati da alberi e da fontane zampillanti. Alcuni homeless si ritrovano poco più avanti, con il volto che esprime l’assenza di qualsivoglia speranza, in attesa dell’arrivo dei volontari che porteranno cibo e sostentamento.

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Ma torniamo al nostro itinerario per visitare Yanesen, che è bello lungo e ci chiede di metterci subito in cammino. Con il Museo Nazionale di Tokyo alla vostra destra, proseguite diritti e superate l’Università delle arti di Tokyo: in questa zona ci sono edifici di epoca Meiji (quindi dalle architetture mutuate dall’Occidente) e negli spazi verdi non è raro trovare in esposizione opere degli allievi della Tokyo University of Arts.

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In ogni caso, voi andate sempre dritti e anche una volta raggiunta il piccolo slargo con il semaforo, proseguite sulla strada davanti a voi. Gli edifici sono incredibilmente bassi per Tokyo (nessun grattacielo, semmai villette e case a due piani), alcuni ricordano case dei fumetti. Arrivate fino al’incrocio con la Kototoi Dori, strada perpendicolare rispetto a quella su cui state proseguendo: impossibile sbagliare, a sinistra c’è un caffè storico, il Kayaba Coffee mentre a destra c’è un edificio che ospita la dependance del Museo Shitamachi, con il recupero di  una casa di un mercante di liquori risalente al 1910 (ingresso libero alla dependance, biglietto 300 yen per visitare il Museo Shitamachi, che si trova vicino il laghetto di Ueno).

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Andate ancora avanti, sempre dritti. La via si arricchisce di edifici residenziali, piccoli resort, gallerie d’arte e qualche negozio. Dovete arrivare fino a trovare la Yanakabochi-iriguchi, una toilette pubblica il cui edificio, giallino, ha un curioso tetto a semicerchio e sul davanti vi è una scultura con tre volti stilizzati sorridenti. Da qui seguite il muro che è alla vostra destra e ben presto, superate alcune case di legno in stile tradizionale con le persiane fatte di stuoie di paglia, alcuni negozi di fiori e di oggetti sacri, troverete l’ingresso dello Yanaka-reien, uno dei cimiteri più grandi di Tokyo che ospita le ceneri e le tombe di personalità famose, inclusa la tomba dell’ultimo Shogun del Giappone, Yoshinobu Tokugawa.

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Non vi dico di visitarlo, ma almeno gettateci uno sguardo: l’atmosfera è diversa dai cimiteri occidentali, come tutto ciò che riguarda Tokyo anche qui regna il sovraffollamento (ci sono tombe di famiglia che conservano le ceneri di decine e decine di corpi) ma in ogni caso i boschetti e le piantagioni di ciliegi rendono l’atmosfera, pur se un po’ macabra, incredibilmente lieve. In ciò probabilmente influisce anche la visione buddista dei giapponesi, in cui non c’è un ‘paradiso’ ed un ‘inferno’ con cui fare i conti ma solo il qui ed ora e quindi anche la morte diventa solo la conclusione di un percorso.

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Lasciamo stare però i pensieri tristi ed i luoghi macabri, vi prometto che d’ora in avanti l’itinerario per visitare Yanesen sarà all’insegna del bello (e del buono!). Tornate indietro fino alla famosa toilette giallina e prendete la strada principale seguendola sempre. Ben presto vi troverete in una zona residenziale, con diversi templi, edifici in legno tradizionali e alcuni negozi e bar. Ben presto la strada diverrà in discesa ma se avete dubbi sulla giusta direzione, in vostro aiuto verranno i cartelli informativi con mappe stradali, che  vi aiuteranno a capire dove vi trovate.

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Più andate avanti, più la zona diventa commerciale ma non fatevi scappare un paio di negozi davvero particolari: sulla strada, a destra, all’altezza dei templi segnalo Yanakado, un bar-caffetteria-negozio specializzato in Maneki-neko, i tipici gatti di ceramica portafortuna con la zampetta alzata, disponibili in tutte le fogge. In più, con poco più di 1.600 yen (meno di 13€) potete dipinger il vostro gatto in ceramica portafortuna a vostro gusto mentre sorseggiate un tè o un caffé e sgranocchiate un piccolo snack.

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Altro negozio dove vi consiglio di entrare – e sarà difficile resistere a fare qualche acquisto – è Isetatsu, specializzato dal 1864 nella produzione di preziosa carta Chiyogami, realizzata con tecniche xilografiche. Il negozio ha ancora i tamponi in legno originari, sebbene una gran parte sia andata distrutta in tempo di guerra e nel terremoto del Kanto (1923). Io ho acquistato un meraviglioso notes  e alcune cartoline realizzate artigianalmente ma è stato difficile limitarmi, perché la qualità è davvero altissima e non si tratta, assolutamente, di prodotti per turisti (e come bonus, i costi non sono eccessivi).

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Arrivate fin quasi alla fine della via (dove c’è la fermata della metropolitana di Sendagi – linea metro Chiyoda Line), e prendete l’ultima traversa a destra, Yubinbango: inizia l’ultimo tratto di itinerario per visitare Yanese e questo è tutto all’insegna del buon mangiare e dello shopping! Lungo la via tanti piccoli caffè, ristorantini e supermercati, ma quello che dovete trovare per assaggiare quello che è  tra i migliori sushi e sashimi di Tokyo è  il piccolo ristorante Akira (quasi impossibile sbagliare, è davanti all’entrata dell’hotel Livemax e accanto ad una pescheria), gestito da un maestro di sushi capacissimo. Al primo piano ci sono sale in stile tradizionale mentre al piano terreno si può mangiare al banco, ottima postazione per vedere con quanta cura e attenzione verrà preparato il vostro piatto. Akira è anche segnalato sulla guida Michelin di Tokyo (ed almeno a pranzo i costi sono quasi irrisori, il menù del giorno assai di rado supera i 2.000 yen, 15€ più o meno). Vi avviso: in genere c’è un po’ di fila, che potete evitare andando a pranzo presto e in ogni caso aspettate fiduciosi, perché in Giappone una volta che si è finito di mangiare ci si alza e si va via, non ci si attarda in chiacchiere; attenzione, il ristorante è chiuso il lunedì).

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Dopo il pranzo gustosissimo, potete proseguire ancora lungo la via – dove troverete gallerie d’arte e caffetterie in stile occidentale – fino a trovare un portale che individua la zona di Yanaka Ginza, via pedonale un po’ nostalgica, con le case di legno e dove ci sono tanti negozietti che vendono oggetti di qualità – stampe, porcellane, libri – accanto a cineserie, a oggetti vintage e a diversi  venditori di dorayaki (dolcetti a base di pasta dolce ripieni di marmellata dolce di fagioli azuki o di crema, questi ultimi molto più buoni 🙂 ). Alla fine della Yanaka Ginza una scala (detta Yuyake Dandan, scala della luce del sole nascente) vi permetterà di arrivare dopo 500 metri alla stazione di Nippori   dove ferma la ferrovia Yamanote e la metro Chiyoda Line.

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Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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