La riserva naturale della Diaccia Botrona è vera Maremma

La riserva naturale della Diaccia Botrona

Proprio vero: puoi frequentare un luogo per un tempo infinito, ma non lo conoscerai mai abbastanza. Ho avuto la conferma di questa affermazione proprio di recente, in una delle tante, casuali gitarelle e brevi escursioni che regolarmente organizziamo nei dintorni di Follonica, perché anche quando siamo in vacanza al mare ‘di casa’, a star fermi sul lettino a prendere il sole per ore ed ore proprio non ci riusciamo! Ed è del tutto casuale la visita alla Riserva Naturale della Diaccia Botrona, un angolo preservato di Maremma ottocentesca che si trova a brevissima distanza dal borgo marinaro di Castiglione della Pescaia. Sebbene le atmosfere vacanziere di Castiglione della Pescaia siano distanti solo un paio di chilometri, alla Riserva  Parco Naturale della Diaccia Botrona è tutta un’altra cosa. Ed io, vi consiglio di andarci se volete immaginare come fosse questa zona di Maremma nell’Ottocento  (e se adorate, come me, i fenicotteri: qui ce ne sono tantissimi!)

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riserva naturale della Diaccia Botrona – panorama

Intanto, alla riserva naturale della Diaccia Botrona ci si arriva per caso ma non troppo: bisogna essere appassionati della natura, del bird watching, di storie in cui i protagonisti sono gli etruschi, i romani, i braccianti che vivevano in questo angolo di Maremma che prima delle bonifiche era malsana e malarica. Bisogna apprezzare le passeggiate, adottare i ritmi lenti dei barchini che solcano il canale navigabile per raggiungere uno dei punti di osservazione ascoltando le guide che raccontano aneddoti, spiegano tecniche idrauliche, indicano gli animali che qui trovano rifugio e quindi saper restare fermi, osservando con un binocolo in mano le centinaia di volatili che hanno scelto la Riserva Naturale della Diaccia Botrona come ambiente ottimale per nidificare e sostare nel corso delle rotte migratorie.

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riserva naturale della Diaccia Botrona – dettagli della fabbrica delle cateratte

Un po’ di storia

La Riserva della Diaccia Botrona ha una lunga storia, che risale a millenni prima che che la Provincia di Grosseto decidesse di salvaguardare questo territorio istituendo la Riserva integrale. Al tempo degli Etruschi e dei Romani quasi tutta l’area che oggi da Grosseto arriva fino alle pinete costiere era coperta da acque salmastre, una sorta di lago interno (il Lacus Prelius, o Lago Prile) regolato con sbocchi sul mare che ne garantivano il ricambio dell’acqua. A seguito del lento ma costante insabbiamento dovuto ai detriti trasportati dagli affluenti del Lago, l’Ombrone ed il Bruna, il Lago Prile si trasformò in una palude malsana, dove le zanzare portatrici della malaria trovavamo l’habitat ottimale. Pian piano il Lago e tutta la zona vennero abbandonati, chi poteva scappava lontano, sulle vicine alture, per sottrarsi ad un destino certo di febbri e malattie.

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riserva naturale della Diaccia Botrona lo stagno

Le grandi bonifiche dei Lorena

Un territorio eroico e maledetto, in cui i briganti trovavano rifugio e i braccianti sottopagati spesso la morte. E’ solo con l’arrivo degli austriaci Lorena Asburgo al governo della Toscana che si inizia a recuperare il territorio: illuminato e riformista, il Granduca Pietro Leopoldo di Toscana, figlio di Francesco I di Lorena e di Maria Teresa d’Austria, promosse la bonifica delle paludi maremmane per recuperare terre agricole e nelo stesso tempo combattere la piaga della malaria e per la zona paludosa vicina a Grosseto (nota anche  come ‘Padule’) affidò all’ingegnere e abate gesuita Leonardo Ximenes il compito di individuare strumenti e mezzi per riuscirvi. E lo Ximenes ci riuscì, almeno in parte, costruendo un grande canale in cui confluivano i flussi delle acque, gestiti attraverso un imponente sistema di cateratte (la casa rossa – oggi casa Ximenes – della Riserva delal Diaccia Botrona è in realtà una ‘fabbrica delle cateratte e all’interno si possono ancora vedere i ganci dove erano appese le paratie). La vera e propria bonifica della Maremma avvenne però solo in seguito con Leopoldo II di Toscana, conosciuto come ‘canapone’ per il colore biondo chiaro dei capelli, forse il sovrano migliore della sua epoca che ebbe realmente a cuore lo sviluppo sociale ed economico della Toscana. Le bonifiche della Maremma proseguirono poi nel tempo, fino a tutto il XX secolo.In ogni caso, la Casa Rossa è il simbolo della Riserva della Diaccia Botrona, vero e proprio avamposto tecnologico messo a servizio della Maremma.

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riserva naturale della Diaccia Botrona – visita in barchino

Trekking, visite guidate e bird-watching alla Riserva della Diaccia Botrona

La Riserva Naturale della Diaccia Botrona riesce a far immaginare come fosse la Maremma nell’Ottocento e il momento migliore per visitarla ed apprezzarne il suo aspetto selvaggio ed indomito, in cui stagni, paludi ed acquitrini sono la trama di una narrazione in cui l’uomo è presente ma non protagonista, è all’alba o al tramonto. All’interno della Riserva non è possibile accedere liberamente, si può percorrere a piedi un breve tratto che parte dalla Casa Rossa e arriva fino ad un punto di osservazione ornitologico. Altrimenti, per avere una visione più completa ed informata del territorio, della storia e dell’avifauna presente si può partecipare ad una delle visite guidate in barchino, accompagnati da una delle esperte guide turistiche-ambientali di Maremmagica, che attraverso un itinerario di un’ora e mezza (ma ci sono itinerari lunghi, da due ore e mezza) forniranno tutte le informazioni necessarie per comprendere pienamente il luogo.

Altra possibilità, suggerita a chi ama il trekking o ha a disposizione una mountain bike (che si può comunque noleggiare a Castiglione della Pescaia) è il sentiero ad anello n. 31 che corre lungo tutti i confini della Riserva, lungo circa 14 km., che passa poco distante anche dall’Isola Clodia, quella che in epoca imperiale romana era una piccola isola in mezzo al Lago Prile su cui il Senatore Clodio fece costruire una villa, i cui resti sono stati inglobati in una successiva abbazia benedettina, ora rudere.

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riserva naturale della Diaccia Botrona – i fenicotteri

L’ecosistema che la Riserva naturale della Diaccia Botrona  preserva è complesso: una grande varietà di organismi animali e vegetali contribuiscono a mantenere la biodiversità. Trovano rifugio nel padule oltre 200  specie di animali tra cui anatre, aironi bianchi e rossi, fenicotteri rosa, cavalieri d’Italia e poi ancora allodole, usignoli, falchi pescatori. E, ancora, testuggini di terra e marine, volpi, istrici, ricci e tassi oltre a diverse specie di serpenti. In stagione, nella zona verde della palude tra canne, giunchi ed olmi crescono rare orchidee selvatiche.

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riserva naturale della Diaccia Botrona – il Padule

Informazioni utili per visitare la Riserva Naturale della Diaccia Botrona:

  • i periodi migliori per visitare la riserva naturale della Diaccia Botrona sono la primavera e l’autunno, quando gli uccelli migratori vi fanno tappa durante il loro itinerario verso nord/sud. In estate è comunque possibile apprezzare il sito naturalistico e l’avifauna stanziale. Semmai, in estate può essere parecchio caldo ed è quindi preferibile visitare il sito nelle ore del tardo pomeriggio;
  • all’interno della Casa Ximenes è stato realizzato un museo multimediale (€ 2,50): sarebbe utile visitarlo prima di accedere ai percorsi di visita, in modo da contestualizzare quel che si andrà poi a vedere. Il museo multimediale apre nel pomeriggio:
    • dal 15 giugno al 15 settembre dalle 16.00 alle 20.30
    • dal 16 settembre al 31 marzo dalle 15.00 al tramonto (solo da giovedì a domenica)
    • dal 1° aprile al 14 giugno dalle 16.00 alle 20.30
  • da quanto ho visto, non vi sono punti ristoro per cui portate con voi acqua di scorta ed indossate scarponcini o scarpe da jogging. In estate, consigliato uno spray anti-zanzare ed indossare abiti con i colori neutri:
  • le visite in barchino con le guide escursionistico-ambientali di Maremmagica si effettuano con un minimo di 5 persone: la vista breve (90 minuti) costa 12€, quella lunga (150 minuti) 18€ ed in entrambi i casi sono previste riduzioni per i bambini, che comunque se infanti non pagano. Il percorso di trekking ad anello è invece gratuito.
  • Gli orari delle visite in barchino in estate (15/6 – 15/9), sono alle 7.00 (su richiesta); 17.00; 18.30. Nel resto dell’anno vanno concordate tramite prenotazione.
  • E’ un itinerario facile, consigliato anche per famiglie con bambini piccoli.
  • Per informazioni e prenotazioni: e-mail: info@maremma-online.it – cell: 389.0031369  – 348.7743201
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riserva naturale della Diaccia Botrona – Casa Ximenes

Come arrivare alla Riserva Naturale della Diaccia Botrona

  • se si arriva da Grosseto, bisogna prendere la Strada delle Collacchie percorrendola tutta fino ad arrivare all’inizio di Castiglione della Pescaia; poco prima del ponte che attraversa il fiume Bruna c’è, sulla destra, il cartello indicatore per la Diaccia Botrona. E’ una strada sterrata che costeggia parcheggi spartani da un lato e il fiume-canale dall’altro. Poco prima di arrivare alla Casa Rossa – circa 2 km. –  c’è un piccolo parcheggio dove lasciare l’auto. Se invece si arriva da Castiglione della Pescaia, la via di accesso si trova a sinistra proprio alla fine del ponte sul fiume Bruna.
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riserva naturale della Diaccia Botrona – vista su Castiglione della Pescaia

Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

2 Comments

  1. Avatar
    Elena Maggio 10, 2018

    Hai detto fenicotteri!! Io li adoro e li cerco dovunque…me la segno per la prossima gita in Maremma!

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      Claudia Boccini Maggio 10, 2018

      sì sono tanti e anche il luogo è splendido: per voi che siete buoni camminatori l’anello attorno alla Riserva è top (e organizzano anche attività per bambini – ma vanno sentiti prima)

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