Sperimentazione e condivisione alle Serre dei Giardini Margherita di Bologna

Il post è breve e spero conciso ma dovevo proprio scriverlo: perché i Giardini Margherita di Bologna (e tutto ciò che gli ruota attorno) meritano una condivisione. No, non conoscevo per nulla questi giardini – anzi, non ne avevo mai nemmeno sentito parlare, d’altra parte io Bologna la conosco poco – e come spesso accade in questi casi la scoperta diventa ancor più piacevole perché inaspettata. Un parco pubblico di quelli che vorresti anche nella tua città, un giardino che non si limita ad essere uno spazio verde ma diventa contenitore di sperimentazione e di condivisione. All’interno della grande area verde (26 ettari, la più estesa del Comune di Bologna), oltre al parco vero e proprio che ospita anche la statua equestre di Vittorio Emanuele II, una villa liberty, un laghetto, uno stagno didattico e boschi di querce vi è una zona dedicata ai giochi dei più piccoli. Il Parco stesso è un piccolo giardino botanico, un’oasi verde dove trovare refrigerio nelle calde giornate estive. Ciò che però è davvero innovativo – e forse poteva prendere vita solo un una città aperta alla sperimentazione come Bologna – è uno spazio multiuso ricavato nella zona che un tempo ospitava le serre dei Giardini Margherita: un luogo  dei Giardini da tempo abbandonato, è tornato a rivivere offrendo ai bolognesi ed ai visitatori preziosi servizi e opportunità di socializzazione.

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Le Serre dei Giardini Margherita, realizzate con un sistema di gestione mista tra istituzioni pubbliche ed investitori  privati  (Comune di Bologna, Regione Emilia-Romagna, Fondazione Golinelli, Kilowatt e ASTER)  racchiudono una serie di servizi tra cui un luogo dove poter affittare una postazione di lavoro o tenere eventi (sala coworking), un centro educativo sperimentale per bambini fino ai sei anni di età realizzato in collaborazione con l’Università di Bologna (in cui la gran parte delle attività si svolgono all’aria aperta e i bimbi sono lasciati il più possibile liberi di sperimentare), il ristorante – caffetteria Vetro che persegue principi etici di rispetto ambientale e  sostenibilità, un orto collettivo in cui si coltivano ortaggi insieme a relazioni umane e sociali.

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Fa parte del progetto delle Serre dei Giardini Margherita anche Semino, un progetto che vuole dare dignità attraverso il lavoro e commercializzare prodotti agricoli ed alimentari che siano etici, sostenibili e innovativi. Vi sono poi spazi per incontri e conferenze – uno, curioso, è quello ospitato in quella che era la gabbia per  i due leoni tenuti in cattività nel piccolo zoo allestito nei Giardini Margherita, in funzione fino agli anni ’80.

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Tra gli eventi che vengono organizzati alle Serre dei Giardini Margherita vi sono rassegne musicali e di cinema, workshop e laboratori per adulti e bambini oltre a percorsi di degustazione. Per l’estate 2018 la rassegna estiva in programma fino al 6 settembre – tutti gli eventi sono gratuiti – è incentrata sul “fermati e ascolta”, un invito a prendere del tempo per sé stessi e trovare nuovi stimoli attraverso la condivisione e la contaminazione. Altro appuntamento organizzato ciclicamente all’interno degli spazi delle Serre dei Giardini Margherita è Capsula, il Design Market delle Serre: una volta al mese – generalmente il secondo o l’ultimo week end del mese – gli artigiani ed i crafter di qualità mettono in mostra le loro creazioni. E’proprio durante il Capsula di maggio che ho scoperto i bijoux di Pamphlet, così belle che non ho resistito ad acquistare una delle sue collane leggere e poetiche in cui la cartapesta si veste di grafiche capaci di far sognare (trovate foto e curiosità sul mii acquisto “pamphlettiano” nel post “I gioielli di cartapesta Pamphlet, leggeri come pensieri positivi“).

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I Giardini Margherita si chiamano così in onore della Regina Margherita di Savoia e vennero realizzati nel 1879 dall’architetto piemontese Ernesto Bertone di Sambuy, che aveva già lavorato alla realizzazione del Parco del Valentino di Torino e che per il progetto bolognese si ispirò ai grandi parchi inglesi. Nel corso dei lavori di realizzazione venne perfino rinvenuta una necropoli etrusca, le cui tombe e ritrovamenti sono  esposti al Museo civico archeologico cittadino. All’interno dei Giardini vi è una ricostruzione di un paio di tombe del preesistente sepolcreto e di una capanna di epoca villanoviana.

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Informazioni utili:

  • le Serre dei Giardini Margherita si trovano in via Castiglione 134, all’interno dell’omonimo parco (io ci sono arrivata entrando dall’ingresso principale del parco in Piazza di Porta Santo Stefano);
  • dalla stazione centrale di Bologna ci arrivano i bus 30, 32 e 11
  • sito web delle Serre dei Giardini Margherita: https://leserre.kilowatt.bo.it/

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Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

4 Comments

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    Katja Agosto 02, 2018

    Ma lo sai che me li ha fatti conoscere una mia amica? All’epoca, lei studiava a Ravenna ma aveva il ragazzo bolognese e spesso si ritrovava ai Giardini Margherita e mi raccontava che era spesso là, per un motivo o per l’altro! A fine mese sono di nuovo a Bologna, non mi dispiacerebbe ritornarci!

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      Claudia Boccini Agosto 02, 2018

      Sì devi andarci: io se torno a Bologna voglio programmare il pranzo proprio nel ristorante dei Giardini (semmai evita l’estate che Bologna è micidiale per il caldo!) 🙂

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        Katja Ottobre 25, 2019

        Claudia, sono riuscita a ritornare ai Giardini Margherita lo scorso agosto e a girarmeli con calma. A differenza della prima volta, era una bella giornata di sole e ho avuto tutto il tempo di metterci il naso.

        Un bellissimo posto che consiglio a tutti di visitare. Ma soprattutto adoro l’idea di condivisione e delle start up: un bell’esempio per lanciare idee, fare formazione e creare economia alternativa.

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          Claudia Boccini Ottobre 25, 2019

          Io ho apprezzato tanto la ex serra trasformata in punto di incontro: è un modo funzionale di far rivivere i luoghi e le funzioni degli edifici. 🙂

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