Cosa vedere a Pisa in un week end oltre alla Torre pendente

Ci sono città toscane che sfuggono alla comprensione dei turisti perché, ahimè, vengono spesso ignorate dai tour organizzati (e penso alla bella città di Pistoia, che raramente è meta di turismo mentre lo è assai di più la vicina Montecatini Terme per via delle terme e della vasta offerta alberghiera) oppure sono solo considerate una tappa, breve, di un più ampio itinerario che in genere include Firenze, Siena, San Gimignano e (qualche volta) Volterra. E’ il caso di Pisa, che nonostante abbia davvero tanto da mostrare a chi vi giunge nelle vesti di turista, il più delle volte viene identificata unicamente con la Torre Pendente o, al più, con la quinta scenica di Piazza dei Miracoli. Sono pochi i turisti organizzati che riescono a visitare anche il Duomo, il Battistero e ancora meno quelli che varcano le porte del Camposanto Monumentale, che eppure sono a brevissima distanza dalla Torre. E’ per questo motivo che ho deciso di scrivere un post – da turista per i turisti, non mi voglio sostituire a chi nella città toscana ci vive – dedicato a cosa vedere a Pisa in un week end, affinché nel vostro prossimo viaggio possiate scoprire anche altri tesori cittadini d’arte e angoli della città meno conosciuti.

Cosa vedere a Pisa in un week end: come arrivare in città e dove parcheggiare

Se c’è una città toscana ben collegata con il resto d’Italia e del Mondo – questa è proprio Pisa! Ha un aeroporto internazionale in cui atterrano compagnie aeree ‘normali’ e low cost, la sua stazione ferroviaria è uno snodo per i treni che percorrono la ferrovia tirrenica e che arrivano da Firenze o da Lucca, è interconnessa con le principali autostrade e se proprio questo non vi basta e volete arrivare via nave (:) ) c’è il porto di Livorno a poche decine di chilometri! Per parcheggiare, il centro storico ha alcune vie in ZTL, quindi non si passa dappertutto, un parcheggio interrato non economico è in Piazza Vittorio Emanuele II (siete in centro, in pratica) l’alternativa è di lasciare la macchina ai parcheggi di scambio del Pisamover (Aurelia e Goletta), dove una volta lasciata la macchina trovate la navetta automatizzata che vi porta fino alla stazione centrale di Pisa in meno di tre minuti. Il Pisamover è il collegamento migliore anche per chi deve raggiungere il centro città dall’aeroporto (tariffe solo Pisamover: corsa semplice € 2,70, andata e ritorno € 5,40; tariffe Pisamover con parcheggio: parcheggio 18 ore + 1 biglietto a/r da lunedì a sabato € 2,50, domenica e festivi € 1,20. Se ci sono più passeggeri il costo degli ulteriori biglietti è scontato, es. auto + 3 persone 5,00 /3,60 in base al giorno). Oltre 18 ore di parcheggio, si paga una tariffa di 0,25 centesimi per ogni ora in più.

Cosa vedere a Pisa in un week end: come spostarsi in città

Pisa è una città relativamente piccola ed il centro storico è raccolto quindi, per visitarla, il modo migliore è a piedi. Potreste pensare di utilizzare anche una bicicletta a noleggio, ma abbiate cura di legarla ben bene con un lucchetto.

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Cosa vedere a Pisa in un week end: dove dormire

Non mancano certo alberghi a Pisa, ma soprattutto non mancano bed & breakfast! Tenete presente che più siete vicini a Piazza dei Miracoli più il loro costo aumenta, per cui se volete spendere meno vi conviene cercare anche a uno, due chilometri di distanza. Considerate  che le zone attorno alla stazione possono essere meno tranquille di altre. L’ultima volta che ho dormito a Pisa (in occasione di un meet-up dell’Associazione Italiana Travel Blogger) ho pernottato presso il Grand Hotel Duomo, hotel tradizionale con il plus di essere a due passi da Piazza dei Miracoli  e di avere una terrazza da cui si vede un panorama spettacolare sulla Torre ma a mio parere – verificando foto e recensioni – meritano per stile e posizione anche l’Hotel Novecento,  il Relais I Miracoli Residenza D’Epoca, la Residenza D’Epoca-B&B Santa Caterina.

Cosa vedere a Pisa in un week end: dove mangiare

Come tutte le città (molto) turistiche, anche a Pisa non è facilissimo trovare un ristorante dove si mangi realmente bene tuttavia ci sono alcuni ristoranti che ho provato e che mi sento di consigliare. Se siete appassionati di pasta, imperdibile è la trattoria Ir Tegame, dove ho pranzato due volte ed entrambe con piacere, che si trova in Piazza Cairoli 9. Qui potete assaggiare tanti tipi di pasta e se volete risparmiare qualcosa potete scegliere il menù “Giropasta”, che con 20€ a persona vi permette di provare un antipasto, 4 diversi tipi di pasta e un dolce. Altro ristorante che mi ha lasciato piacevolmente sorpresa  perché dall’esterno sembrava soprattutto una rivendita di souvenir, è il Ristorante Trattoria il Turista, in Piazza Arcivescovado n. 17. Attenzione: il ristorante lavora molto con i gruppi (e il menù in questo caso è piuttosto spartano) tuttavia ha sale interne molto belle e il menù à la carte è decisamente un’altra cosa! Altro ristorante da consigliare, Osteria in Domo, in Via Santa Maria 129, che propone cucina della tradizione toscana. Per un pranzo al volo o una sosta cappuccino e dolcetto, Dolce Pisa, in Via Santa Maria n. 83, dove potete assaggiare anche la Torta co’ i Bischeri, una sorta di crostata ripiena di riso, cioccolata e frutta secca. Se vi dovesse servire, quasi accanto c’è anche un supermercato Carrefour.

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Cosa vedere a Pisa in un week end: primo giorno

Le Mura di Pisa

Cominciamo a prendere confidenza con la città salendo sulle sue mura: l’itinerario sulle mura di Pisa è a mio parere il modo migliore per comprendere la città e le sue tante anime. Un percorso alla portata di tutti, piacevole e pieno di sorprese, che vale assolutamente il costo. Dell’itinerario ve ne go già parlato nel dettaglio nel post Sulle antiche mura di Pisa per una visita insolita della città, che vi invito a leggere per avere maggiori informazioni e dettagli.

Piazza dei Miracoli

Proseguite quindi la vostra visita soffermandovi sui quattro gioielli di Piazza dei Miracoli e prima ancora della Torre, che in realtà è il campanile della cattedrale, entrate nella Cattedrale dedicata a Santa Maria Assunta (ingresso gratuito) per ammirare la navata centrale con le colonne di granito dell’Isola d’Elba, il soffitto a cassettoni (ben più recente della Cattedrale, fondata nel 1064), l’abside con i mosaici in parte attribuiti a Cimabue e il famoso pulpito di Giovanni Pisano.

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Dopo la Cattedrale rivolgete la vostra attenzione al Battistero di San Giovanni (biglietto Battistero 5€, biglietto Battistero più Camposanto 7€, con il Museo delle Sinopie 8€ complessive), un enorme spazio sorto su progetto dell’architetto Diotisalvi e completato da Nicola Pisano e dal figlio Giovanni: i lavori iniziarono il 15 agosto 1152, quando la Repubblica Marinara pisana era nel suo massimo splendore e la bandiera rosso crociata che sventolava sul Mediterraneo era simbolo di potere e prosperità e terminarono attorno al 1260, poco prima della disfatta della Meloria che segnò l’inizio della fine della Repubblica Pisana. Il fonte battesimale ottagonale al centro dell’edificio è opera del comasco Guido Bigarelli mentre il pulpito è di Nicola Pisano. Il Battistero ha una acustica eccezionale: fate in modo di assistere alla dimostrazione che viene fatta ogni 30 minuti dai custodi del Battistero, e non ve ne pentirete!

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Trovate il tempo ora per entrare all’interno del Camposanto, forse il Monumento meno frequentato ma – a mio parere – il più ricco di suggestioni. Anche qui, non mi dilungo a parlarne per evitare di ripetermi: trovate tante informazioni e dettagli nel post Perché visitare il Camposanto Monumentale di Pisa. Vi posso però dire che, in assoluto, è il Monumento di Piazza dei Miracoli che a me piace di più. E, se avete tempo, cercate di visitare il Museo delle Sinopie (sinopia = disegno che fa da base agli affreschi), che espone i disegni in chiaroscuro originali recuperati nel corso degli interventi per salvare gli affreschi del Camposanto a seguito di un imponente bombardamento nel corso della seconda guerra mondiale.

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E’ giunto il momento di salire sulla Torre o, almeno, di vederla dal basso con attenzione: considerate che per salire fino in cima c’è sempre fila, il biglietto si può acquistare sul posto o on line sul sito dell’Opera Primaziale Pisana (costa ben 18€!) ed arrivare fino in cima (circa 58 metri di altezza)  è una ‘scalata’ non adatta a tutti perché bisogna salire 300 scalini angusti e consumati dalle migliaia di passi e sì, l’effetto pendenza, anche se oggi dopo i tanti lavori di recupero è limitato a circa 5,5 gradi, si sente eccome!

Riaprirà solo a giugno 2019 il Museo dell’Opera del Duomo, che si trova all’interno del Seminario Vescovile: qui si potrà scoprire l’arte pisana (che elabora influssi islamici, bizantini e classici), le sculture di Nicola e Giovanni Pisano, i resti del sepolcro dell’Imperatore Arrigo VII.

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Una passeggiata in città

Dopo questo primo bagno di pisanità, è tempo di fare una meritata piccola sosta prima di riprendere la visita. Ma che la sosta sia breve, perché c’è ancora tantissimo da vedere! Ci aspetta infatti una passeggiata lungo le vie e le piazze più frequentate della città.

Da Piazza dei Miracolo prendete via di Santa Maria e a Piazza Cavallotti imboccate via dei Mille: la città mostra la sua anima universitaria, in questa zona ci sono dipartimenti e biblioteche ma a noi interessa raggiungere Piazza dei Cavalieri. Questa Piazza ampia è importante per più ragioni: Palazzo della Carovana – impossibile non riconoscerlo, è quello con gli affreschi sulla facciata –  è la sede della Scuola Normale Superiore di Pisa (che, attenzione, non è una facoltà universitaria ma una ‘scuola superiore universitaria‘: gli studenti ammessi frequentano i normali corsi dell’Università ed in più i corsi della Normale) e la statua che è davanti alla scalinata d’ingresso è di Cosimo I dei Medici, colui che volle dare alla piazza l’attuale aspetto.

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Di fianco alla Normale vi è la Chiesa di Santo Stefano dei Cavalieri, progettata dal Vasari  così come il Palazzo della Canonica, che chiude un lato della piazza. Proseguendo ancora in senso orario sulla piazza dei Cavalieri, si incontra il Palazzo del Consiglio dei Dodici (un tempo Palazzo dei Priori) e più avanti, ad angolo, il Palazzo dell’Orologio che ha incorporato la torre della Muda (detta anche ‘della fame’) dove nel 1289 il vescovo di Pisa Ruggieri degli Ubaldini rinchiuse il Conte Ugolino della Gherardesca con figli e nipoti condannandolo a morire di fame dopo averlo accuato di aver tradito la città e non contento di ciò rase anche a suolo la sua casa e vi sparse il sale (decisamente, non correva buon sangue tra i due!).

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Prendete ora Via Consoli del Mare (è la strada che passa tra la sede della Normale e la Chiesa di Santo Stefano dei Cavalieri) e raggiungete via Oberdan (detta anche ‘Borgo Largo‘ dai pisani), che percorrerete in direzione dell’Arno. La via ben presto confluisce in Borgo Stretto, con palazzi caratterizzati da portici rinascimentali e numerosi negozi a caratterizzarla. Una delle traverse sulla destra porta in Piazza delle Vettovaglie, uno slargo quadrato circondato da colonne voluta da Cosimo I dei Medici per essere sede del mercato della città ed ancora oggi sede di  commerci (nonché uno dei luoghi di Pisa che nonostante la riqualificazione ed i controlli è meglio evitare all’imbrunire).

Proseguendo ancora si arriva all’Arno, che si attraversa utilizzando il Ponte di Mezzo. Ci si trova davanti alle Logge dei Banchi, un loggiato coperto (opera del Buontalenti) che un tempo ospitava il mercato delle stoffe e della lana. La via che passa accanto, generalmente molto frequentata, è la via dello shopping di Pisa, Corso Italia, pieno di negozi in franchising che si potrebbero trovare in qualsiasi altra città occidentale ma per fortuna qualche bottega storica continua ad essere aperta. La nostra meta è una via laterale (sulla destra) di Piazza Vittorio Emanuele II (Via Riccardo Zandonai) dove si trova il murale Tuttomondo realizzato da Keith Haring nel 1989 sulla parete esterna della canonica della chiesa di Sant’Antonio Abate, durante un soggiorno nella città toscana. L’opera ha un significato altamente simbolico, che va al di là dei colori e delle 30 forme dinamiche rappresentate, dove l’auspicio è un futuro di pace. Che sia espressamente dedicato a Pisa, è chiaro leggendo l’opera: al centro 4 figure unite danno vita alla croce pisana simbolo della città.

Pisa cosa vedere in un week end Tuttomondo

A questo punto, non vi resta che andare a cena e poi rientrare in hotel per riposarvi: vi prometto che anche il secondo giorno dell’itinerario di visita della città di Pisa sarà particolarmente intenso!

Cosa vedere a Pisa in un week end: secondo giorno

L’Orto e Museo Botanico

Vi consiglio di svegliarvi di buon mattino, fare colazione e raggiungere per le 8.30 del mattino l’Orto Botanico di Pisa (Via Roma, 56, aperto tutti i giorni dalle 8.30 fino al tramonto, biglietto di accesso € 4,00, la prima domenica del mese ingresso gratuito), voluto nel 1543 dal medico, botanico e naturalista Luca Ghini e nella sede attuale dal 1591, in assoluto il primo Orto botanico universitario del mondo. Vi sono ospitate le piante dei cinque continenti, le piante della macchia mediterranea e delle paludi toscane. Nel Museo Botanico sono conservati i ritratti di botanici, erbari, oggetti legati allo studio delle piante, lo ‘studiolo’ per la conservazione dei semi, collezioni, campioni e modellini. Dedicate all’Orto Botanico un’oretta o poco più, quindi seguite via Roma in direzione dell’Arno e raggiungete gli Arsenali di Pisa.

Gli Arsenali

Gli Arsenali storici sono due: gli Arsenali Repubblicani (più antichi) e gli Arsenali Medicei (che, come dice il nome, furono voluti dai Medici nel momento in cui estesero il loro potere su Pisa). Gli Arsenali Repubblicani sono stati recuperati di recente a cura del Comune di Pisa ed oggi – a meno di eventi ed avvenimenti che li aprono al pubblico – non sono visitabili; un tempo qui si era già fuori città e gli enormi edifici dagli ampi spazi – di cui oggi si vede solo un settore perché il resto andato distrutto nel corso di guerre ed incendi – erano utilizzati per costruire e riparare le Galee, le veloci imbarcazioni pisane. Quasi davanti c’è la Torre Guelfa, anche questa da pochissimo recuperata dal Comune di Pisa e probabilmente destinata ad essere utilizzata come spazio per mostre ed eventi, voluta dai fiorentini dopo la conquista di Pisa.

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All’interno degli Arsenali Medicei (sono poco prima di quelli Repubblicani) è ospitato il Museo delle Navi Antiche, un Museo-cantiere che si può visitare sono con visite guidate, al momento in cui scrivo (settembre 2018) non in calendario perché si sta ultimando l’allestimento di quello che diventerà un bellissimo Museo della città. Se volete saperne di più, potete però leggere il post sul Museo delle Navi antiche che ho scritto dopo averlo visitato con la guida di uno degli archeologi ricercatori.

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Santa Maria della Spina

All’altezza della Torre Guelfa attraversate l’Arno sul Ponte della Cittadella e tornate indietro seguendo Lungarso Sidney Sonnino: sono ben evidenti le mura e le torri di rinforzo che racchiudevano al loro interno la città. A quanlche centinaio di metri più avanti troverete l’edificio gotico della Chiesa di Santa Maria della Spina, chiesa in stile gotico pisano inizialmente costruita in riva all’Arno. A causa dello smottamento del terreno ha subito diversi danni e solo nel XIX secolo ha trovato l’attuale definitiva sistemazione, pur con modifiche alla struttura originaria.

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Musei di Pisa

Vi propongo ora una “pausa Museo”. A voi la scelta:

Il Museo Nazionale di Palazzo Reale (si trova in Lungarno Pacinotti, 46) espone arazzi, arredi e quadri della famiglia dei Medici. L’iconografia prosegue con ritratti dei Lorena e quindi dei Savoia. La curiosità del Museo: la raccolta di oggetti e armi legate al Gioco del Ponte, festa e tenzone storica con corteo e centinaia di figuranti che si celebra l’ultimo sabato di giugno in cui si fronteggiano le Parti di Mezzogiorno e Tramontana (come dire: chi abita al di qua o al di là dell’Arno). Fanno parte del patrimonio del Museo Nazionale di Palazzo reale, tra le altre, opere di Raffaello e del Rosso Fiorentino. Il Museo è aperto dal lunedì al sabato dalle 9.00 alle 14.00 (chiuso martedì e domenica), costo del biglietto 5 euro.

Il Palazzo Blu è un edificio medievale (dall’inconfondibile intonaco azzurro) proprietà di una Fondazione privata. Si tratta di un Museo che si può visitare seguendo più temi, con un argomento comune che lega i diversi ambiti: le opere e le collezioni devono avere un legame con la città di Pisa non importa se legato alla città sia l’autore, il tema, o il territorio. Nei diversi piani si incontrano le opere di Nino Pisano, di Orazio ed Artemisia Gentileschi, e poi collezioni private di Ottavio Simoneschi, l’archivio fotografico di Luciano Frassi con foto del ‘900. Al primo piano è stata ricostruita con mobili e suppellettili originali una abitazione ottocentesca mentre nel sottosuolo le sale espongono i reperti archeologici recuperati nel corso dei restauri dell’edificio. Palazzo Blu è famoso anche per ospitare allestimenti e mostre tematiche di respiro internazionale. Palazzo Blu si trova in Lungarno Gambacorti, 9. Il biglietto di ingresso costa 3 euro. E’ aperto dal martedì alla domenica, con orario 10-19 (sabato e domenica chiusura alle 20.00).

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Se poi vi avanza tempo, vi suggerisco di visitare il Museo della Grafica (Palazzo Lanfranchi, Lungarno Galilei 9), che raccoglie le opere di grafica contemporanea dei maggiori artisti italiani, in parte derivanti da donazioni e fondi, ed è centro di esposizione per mostre temporanee (al lunedì alla domenica dalle 9.00 alle 20.oo, ingresso 5 euro).

La Chiesa del Santo Sepolcro e San Rossore

Per concludere il week end a Pisa, ci fermiamo ad ammirare la Chiesa del Santo Sepolcro (Piazza Santo Sepolcro) probabilmente opera dell’architetto Diotisalvi (vi ricordate? E’ quello del Battistero di Pisa) che ha una caratteristica forma ottagonale. Se è bella stagione, potreste concludere il vostro fine settimana da turisti a Pisa raggiungendo con la macchina il Parco Naturale di San Rossore, un tempo tenuta del Presidente della Repubblica ed oggi polmone verde e riserva biogenetica gestita dall’Ente Parco.

Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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