La visita della Maison Bulgari per le Journées Particulieres

Aprire a tutti gli appassionati le porte delle sancta sanctorum dove nascono o vengono proposti ad un pubblico di élite prodotti lussuosi, far conoscere la grande mole di lavoro artigianale e di progettazione che c’è dietro una bottiglia di Champagne, una borsa firmata, un capo di Alta Moda o un gioiello da mille e una notte  è la scelta fatta dal gruppo LVMH, il leader incontrastato dei prodotti di lusso e di alta qualità capitanata da Antoine Arnault. Con Les Journées Particulieres aprire le porte diviene una “celebrazione mondiale dell’arte e dell’artigianato” e giunto alla quarta edizione, l’evento 2018 ha coinvolto le principali Maison di moda e del lusso, in totale 77 luoghi dove poter scoprire un patrimonio di competenze d’eccezione. Les Journées Particulieres 2018 si sono svolte dal 12 al 14 ottobre e sebbene il maggior numero di luoghi speciali aperti per l’occasione si trovasse in Francia, soprattutto nella zona di Parigi e dell’Île de France, anche in Italia vi è stata la possibilità di visitare diversi atelier, laboratori, punti vendita di alcune delle Maison più iconiche della nostra storia. Acqua di Parma, Berluti, Cova, Emilio Pucci, Loro Piana sono solo alcuni dei grandi nomi che fanno parte dell’universo LVHM (*). Io ho avuto la possibilità di visitarne due che si trovano proprio a Roma, la gioielleria Bulgari di Via dei Condotti 10 e il quartier generale di Fendi, che da qualche hanno ha trasferito i suoi uffici ed una parte dei suoi settori produttivi nel quartiere dell’Eur, all’interno del Palazzo della Civiltà italiana. In questo primo post vi racconterò la visita della Maison Bulgari (super!) e nel prossimo post la visita della Maison Fendi, perché oggettivamente restringere le due visite in un unico post è impossibile per la quantità di foto e notizie da riportare.

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La visita della Maison Bulgari era su appuntamento e riservata ad un numero limitato di partecipanti (scelta necessaria, sia per questioni di sicurezza sia perché nel frattempo all’interno dei locali continuavano le consuete attività di vendita) e una volta varcata la porta a vetri della Maison, si passa in un attimo dalla confusione di Via Condotti al silenzio ovattato delle sale di vendita ed esposizione che hanno visto passare – spesso in incognito – nomi importanti del jet-set internazionale, dive del cinema, potenti oligarchi e facoltosi principi.

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La storia della gioielleria Bulgari nasce nel 1894, quando l’argentiere greco Sotiris Boulgaris (ben presto trasformato in Sotirio Bulgari) arriva a Roma ed apre il suo primo negozio in via Sistina e quindi, a seguito del successo delle sue creazioni, si sposta nell’attuale sede storica di via dei Condotti, dove all’inizio si vendevano soltanto oggetti e gioielli in argento prodotti dallo stesso Sotirio Bulgari. Una curiosità: la zona di Piazza di Spagna di inizio secolo era assiduamente frequentata da turisti e artisti britannici (ai piedi della scalinata di Piazza di Spagna era già aperta da tempo la sala da tè Babington e la casa dove aveva abitato Shelley iniziava a diventare luogo di pellegrinaggio per gli appassionati di letteratura inglese), pertanto i turisti britannici ed anglofoni furono i primi destinatari della sua produzione –  oggi diremmo che rappresentavano il suo principale target – per cui la prima insegna della gioielleria non portava il nome del fondatore come oggi ma “Old Curiosity Shop”, che riprendeva il titolo di un romanzo di Dickens. Pian piano all’argenteria si affiancò la gioielleria e vennero creati gioielli in oro e platino arricchiti da diamanti e pietre preziose, spesso scomponibili (una collana si poteva trasformare in due bracciali, un pendente in una spilla).

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Con l’ingresso in azienda dei figli Costantino e Giorgio, la produzione di Bulgari si espande e negli anni del boom economico e della dolce vita dire Bulgari equivaleva a dire marchio di lusso e gioielli curati fin nel più minimo dettaglio, apprezzati da nobili e da star. Una delle più affezionate clienti fu Liz Taylor, che indossava molto volentieri i gioielli della Maison e che – piccola curiosità – talvolta per sfuggire ai paparazzi utilizzava una ‘stanza segreta’ che si trova all’interno delle sale di vendita di via Condotti per i suoi incontri romantici con Richard Burton.

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A partire dagli anni ’90 la Maison diversifica le sue attività ed accanto alla gioielleria si producono profumi, borse, occhiali, perfino hotel e nel 2011 entra a far parte della galassia LVMH.

Attraverso la visita della Maison Bulgari organizzata in occasione delle Les Journées Particulieres ho avuto la possibilità di entrare in uno dei templi dell’alta gioielleria italiana ed ammirare la collezione di gioielli iconici esposti nella sala vendita storica, caratterizzata da legni scuri e lampadari di cristallo: nelle teche i famosi collier a serpente con la testa tempestata di brillanti, i bracciali ‘parentesi’, che riproducono in oro e diamanti la sequenza di pietre che a Roma delimitano i marciapiedi, le collezioni di collier e bracciali con le monete romane antiche (Roma è sempre stata una elle Muse ispiratrici di Bulgari, che la celebra nei suoi gioielli).

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Qui abbiamo potuto incontrare una designer di gioielli per comprendere il percorso che è alla base, che esalta la creatività del singolo ed il lavoro di team: un gioiello non nasce mai per caso, vi sono studi, ricerche, analisi, prove ed ancora prove per riuscire a ipotizzare il gioiello che avrà successo e che incontrerà i gusti – sempre in evoluzione – della clientela e vedere da vicino (vicinissimo, l’ho proprio toccato, girato e rigirato!) il risultato di uno dei gioielli disegnati: uno splendido (no, non rende, di più!) collier in oro, zaffiri rosa, onice e brillanti. Il maestro orafo che lo ha creato ci ha fornito un po’ di dettagli: ogni gioiello Bulgari deve essere bello sia davanti che sul retro, deve garantire leggerezza, deve essere confortevole da indossare. E non bisogna avere fretta: per ottenere un singolo gioiello perfetto, possono essere necessari anche dei mesi, ovviamente più è complesso più sarà necessario tempo.

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La visita della Maison Bulgari è all’insegna della cortesia e del lusso:  ci aspettano flûte di bollicine e deliziose tartine (che sarebbero state bene nelle teche di cristallo per quanto erano belle). Interessante da notare l’architettura del punti vendita di Via Condotti – rinnovato nel 2013 dall’eclettico architetto Peter Marino, l’archistar dei grandi marchi di moda – che presenta una partitura fluida tra le diverse zone e ad una prima sezione che si pone in continuità con il passato utilizzando arredi e suppellettili che provengono dal precedente allestimento, associa zone in cui il cemento, i mattoni di vetro industriali e i mosaici in tessere minute che rifrangono la luce quasi fossero diamanti proiettano la Maison nel futuro. La galleria centrale su cui si aprono le diverse sale per le vendite private ricorda una piazza ed alle pareti quadri pop mettono insieme i volti delle attrici e modelle legate a Bulgari.

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La zona dedicata all’alta orologeria è la seconda tappa della visita della Maison Bulgari: alcuni orologi hanno fatto la storia dell’alta gioielleria, ed è difficile da dire quale siano i più affascinanti: gli orologi Lucea hanno il cinturino snodabile, i divertenti Serpenti si riconoscono dalla cassa a forma di testa di serpente e dal cinturino – in pelle o in acciaio ‘tubo del gas’ – che si avvolge con un doppio giro sul polso, oppure lo storico Bulgari Bulgari, in produzione da 40 anni? Alcune collezioni sono dedicate agli uomini (pare che la linea di orologeria maschile sia nata per offrire anche un motivo di visita personale agli uomini che accompagnavano le loro compagne a scegliere un gioiello della Maison 🙂 ), in particolare il Bulgari Bulgari è stato il primo orologio da uomo mentre Octo, che racchiude un ottagono in un cerchio, vuole essere un omaggio al genio di Leonardo da Vinci. Tutti gli orologi di Bulgari sono realizzati in Svizzera, presso l’azienda di proprietà. Per finire, prima di scattare una foto ricordo con indosso uno dei gioielli di alta gamma della Casa, la presentazione di Le Gemme, essenze profumate di alta gamma che Bulgari ha creato ispirandosi all’alta gioielleria: Nylaia (zaffiro blu), Veridia (smeraldo) e Rubinia (rubino).

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Cosa ne ricavo da questa visita: la possibilità di visitare un luogo in cui altrimenti difficilmente avrei avuto occasione di entrare, la possibilità di apprezzare l’arte e l’ingegno che sono dietro ogni singolo pezzo di gioielleria e di alta gioielleria, farmi coinvolgere dalla passione per il proprio lavoro dei creativi e dei maestri orafi, vivere, anche se solo per un paio d’ore, l’atmosfera di una storica azienda romane del lusso. Passato, presente e futuro si uniscono dolcemente nelle sale di vendita di Bulgari perché alla base vi è conoscenza, capacità, tradizione.

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(*) fanno parte del gruppo LVMH (elenco non esaustivo) le maisons:

  • Acqua di Parma, Berluti, Bulgari, Chaumet, Christian Dior, Cova, DFS, Emilio Pucci, Hublot, Loewe, Louis Vuitton, Fendi,  Givenchy, Guerlain, La Samaritaine & Cheval Blanc, Le Bon Marché Rive Gauche, Loro Piana, Rimowa, Sephora, Tag Heur, Zenith.
  • Fanno parte del gruppo anche un numero importante di tenute vitivinicole sparse in tutto il mondo e grandi nomi dello Champagne (Don Pérignon, Hennessy, Krug, Möet & Chandon, Veuve Clicquot Ponsardin), oltre a distillerie in Scozia e cantieri navali nei Paesi Bassi.
Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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