Perché è bello andare a Sapporo in inverno

Che sia chiaro fin dal principio: andare a Sapporo in inverno non è per tutti. Se siete tra coloro che adorano le spiagge tropicali, il sole caldo dei Caraibi, le lunghe giornate assolate da trascorrere in bermuda e camicia di lino, evitatelo. Perché a Sapporo in inverno fa freddo – vero freddo, paragonabile (forse) a quello della Siberia, del Canada o del nord Europa. Tanta neve, ghiaccio in abbondanza, vento freddo e ovviamente giornate brevi seguite da notti lunghe e ancor più fredde. Ma se – come me – amate le temperature  fredde e avete voglia di scoprire una città giapponese che è un mondo a parte dal resto della nazione nipponica, se vi intrigano le storie di frontiera e di pionieri a qualunque latitudine si svolgano e se avete fiducia che nonostante il freddo (reale) andare a Sapporo in inverno – purché muniti di una buona giacca a vento e abbigliamento caldo – può essere entusiasmante, ve lo anticipo: non avrete di che pentirvene!

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Dove si trova Sapporo

Sapporo si trova sull’isola più settentrionale del Giappone, l’Hokkaido e per raggiungerla da Tokyo ci sono due possibilità: in aereo (modalità veloce, circa un’ora e mezza di volo) o in treno con lo Shinkansen Tohoku “Hayate”fino ad Hakodate passando nella galleria sotto il mare lunga 53 chilometri e quindi da Hakodate il treno rapido Hokuto (modalità lenta, in totale circa 7 ore e 30). A favore del treno – è il mezzo che abbiamo utilizzato noi a febbraio 2018 – la possibilità di vedere dcambiare i paesaggi man mano che si procede verso nord, non solo in termini di coltivazioni e vegetazione ma proprio come architettura e densità abitativa.

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La diversità di Sapporo

Più si va a nord, meno i territori sono abitati e una volta sull’isola di Hokkaido i centri abitati sono ancora dimeno, spesso di piccole dimensioni. La stessa Sapporo ha meno di due milioni di abitanti pur essendo la città più grande del territorio. Per darvi un metro di paragone, la città di Hakodate, che può essere considerata la porta dell’Hokkaido, conta solo 265.000 abitanti (nulla, se pensiamo alle sovraffollate città del Giappone!). Ciò che colpisce man mano che ci si avvicina in treno a Sapporo, sono le grandi distese di terreni coltivati, vere e proprie praterie che forniscono alla Nazione frutta, verdura, grano: il clima pur freddo in inverso in primavera-estate consente la coltivazione di prodotti altrimenti impossibili da far nascere altrove. E, ulteriore curisosità, molte delle fattorie che si vedono dal treno hanno sembianze stranamente consuete, occidentali, con silos che sembrano usciti da un fumetto di Topolino. Ma arriviamo anche a spiegare il perché, abbiate pazienza

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Sapporo terra di frontiera

Vi dicevo Sapporo terra di frontiera: per la sua lontananza dai centri di potere giapponese e per le avversità atmosferiche che la contraddistinguevano, l’isola di Hokkaido fino alla metà del XIX era scarsamente abitata (vi risiedevano gli Ainu, una tribù locale). Solo con l’insediamento dell’imperatore Meiji venne posta attenzione a questa terra lontana ma ricca di possibilità e con l’aiuto del governo degli Stati Uniti, che inviarono agronomi e urbanisti, venne avviato un intenso programma di sviluppo che includeva la fondazione di un capoluogo amministrativo (Sapporo, per l’appunto), la promozione delle moderne tecniche di coltivazione e allevamento di bovini e ovini (a differenza del resto del Giappone, in Hokkaido si producono formaggi rinomati) e un intenso flusso di immigrati dai territori del Giappone centrale che andarono a popolare territori vergini e selvaggi, in cui la natura era a dettare legge.

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La (giovane) storia di Sapporo

Ecco perché Sapporo, nonostante sia a tutti gli effetti una città giapponese (e i suoi palazzoni di cemento armato sono del tutto simili a quelli che si trovano in altre aree del Giappone) ha comunque un aspetto sottilmente yankee, con vie e strade che si intersecano come a New York formando una scacchiera, non vi sono templi antichi e gli edifici più antichi (parola grossa, al massimo risalgono alla fine del XIX secolo, il più ‘antico’ in assoluto è la cosiddetta Torre dell’Orologio, un edificio di legno del 1876 che ricorda una chiesa di campagna del far-west americano e che inizialmente ospitava il collegio agricolo di Sapporo, dove venivano insegnati i rudimenti dell’agronomia, della veterinaria, delle scienze e – anche – dottrine cristiane.

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Cosa differenzia Sapporo dal resto del Giappone

Sulla base di queste premesse storiche ed ambientali, capite che Sapporo è una città che deve essere visitata con uno spirito diverso rispetto a tutto il resto del Giappone, non aspettando di trovarci quartieri di samurai, castelli di shogun, abitazioni di geishe. No, se cercate questo, fermatevi nell’Honshu o scendete nel Kyushu. A Sapporo ci si va per scoprire un Giappone diverso, legato alla tradizione ma nello stesso tempo diverso. E andare a Sapporo in inverno significa misurare ‘con mano’ le effettive difficoltà che i pionieri del XIX secolo avevano incontrato. Ovvio, oggi a Sapporo tutto funziona perfettamente anche con due metri di neve – però la mia impressione è che non ci sia troppa rigidità sulla puntualità, sull’efficienza quasi robotica che tanto caratterizza il resto del Paese, e che per forza di cose gli abitanti dell’Hokkaido e di Sapporo si siano dovuti adeguare ai capricci meteorologici.

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Andare a Sapporo in inverno significa sfruttare le poche ore di luce del giorno (a gennaio il sole sorge all’incirca alle 7.00 del mattino e tramonta alle 16.00) per girare a piedi la città puntando sui luoghi più famosi e/o storici e lasciarsi le ore del pomeriggio per visitare musei e centri commerciali. Non pensate però che Sapporo sia una città triste: come in molte città del mondo dove la neve, il freddo ed il ghiaccio la fa da padrone per molti mesi l’anno (penso a Toronto, a Montreal e a Vancouver, in Canada), è stato costruito un sistema pedonale sotterraneo di gallerie che presentano negozi oppure accessi diretti ai negozi che si trovano in superficie. Appena arrivati a Sapporo – era il primo pomeriggio – io e Francesco abbiamo subito fatto una lunga passeggiata per le vie della città e ci chiedevamo perplessi perché ci fossero così pochi pedoni per strada: è bastato scendere una scalinata e ci si è aperto un mondo, migliaia di persone camminavano veloci lungo i percorsi sotterranei che come tentacoli si diramano sia  a nord che a sud della stazione centrale JR, interconnettendo metropolitane, treni e punti di ritrovo.

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Andare a Sapporo in inverno – il festival delle sculture di neve

Andare a Sapporo in inverno – per essere esatti, nelle prime settimane di febbraio – permette di partecipare ad uno degli eventi più importanti e spettacolari della città, il Festival delle sculture di neve che si tiene nel grande spazio del Parco Odori. Veramente da non credere, cattedrali costruite con neve pressata, costruzioni di ghiaccio trasparente, piste da slittino in mezzo alla città e dappertutto chioschi che propongono lo street food giapponese, palcoscenici su cui si esibiscono artisti giapponesi e boy band, che fa assomigliare il Festival da una parte ad una esposizione di arte contemporanea, dall’altra ad una sagra paesana di dimensioni gigantesche. Il Parco Odori è lungo un chilometro e mezzo e il Festival lo riempie tutto, dalla Torre della Televisione (alta 90 metri, orribile ma comoda perché è un buon punto di riferimento) fino alla vecchia Corte d’Appello, che ora ospita anche il museo degli archivi della città.

Ma vediamo ora cosa vedere a Sapporo in inverno, focalizzandoci sui must to do e lasciando qualche suggerimento.

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Cosa vedere a Sapporo in inverno

Tra i luoghi irrinunciabili da visitare a Sapporo, vanno inseriti sicuramente la Torre dell’Orologioa (si cui vi ho già accennato) ed il Vecchio Palazzo del Governatorato, uno dei rari edifici in mattoni rossi del Giappone (lo è anche la Stazione di Tokyo e sempre a Sapporo anche gli edifici storici dell’omonima fabbrica di birra) dallo stile decisamente occidentale, sia nell’esterno che negli interni: nelle sale del Palazzo, sono conservati oggetti, quadri, attrezzature e sculture che fanno rivivere un periodo epico della storia della città. Nel periodo di Natale e comunque fino al Festival delle sculture di neve, all’esterno del Palazzo sono allestite luminarie.

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Una passeggiata serale a Susokino vi mostrerà il volto più alcolico e trasgressivo della città: in questa zona che di giorno appare un po’ sonnolenta, le luci al neon rendono la notte simile al giorno e ci sono migliaia di bar e locali notturni. più di 4.500 (vi ricordo che in Giappone spesso si trovano ristoranti e bar non solo al piano terra, e spesso ci sono interi grattacieli pieni di locali, più o meno frequentati e più o meno trasgressivi).

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Sapporo ha dato il nome ad una birra famosa anche in occidente, la Sapporo appunto, e uno dei luoghi da visitare è appunto il museo della birra Sapporo (edifici del 1876), dove oltre alla visita si può provare una selezione di birre o fermarsi a pranzo in uno dei ristoranti del Museo, specializzati nel Gengisu Khan, un mix di carni e verdure (in cui domina il cavolo cappuccio) che i clienti devono cucinarsi da soli, anche con la formula ‘mangia quanto ti va’ e ‘bevi quanto riesci’ 🙂

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Se siete alla ricerca di specialità alimentari tipiche del Giappone, prodotti dell’Hokkaido o souvenir non perdetevi  il mercato di Sapporo: simile a tutti i mercati giapponesi che ho visto in quattro viaggi, è una sorta di corridoio coperto da una tettoia su cui si aprono decine e decine di negozi. In assoluto, il posto più freddo che abbia trovato a Sapporo, forse per via degli spifferi che entravano senza alcuna barriera.

Uno dei luoghi più emblematici di Sapporo è la sua Università, oggi multidisciplinare ma nata come Università agraria nel 1876. Simile in tutto e per tutto ad un campus americano ha edifici bassi dall’architettura occidentale, immersi tra gli alberi. Uno dei punti di attrazione è la statua di William S. Clark, colui che per primo ha portato le tecniche agronomiche occidentali nell’Hokkaido da poco colonizzato ed il Giardino botanico (anche se in inverno non è il momento migliore per visitarlo), che si trova all’interno della facoltà di agraria.

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Raggiungibile dalla stazione centrale dei treni con la metropolitana (linea verde Namboku Line), il parco Nakajima che se in estate deve essere spettacolare anche in inverno non scherza; qui, oltre ad essere un polmone verde con un laghetto, vi sono un giardino giapponese e  una casa del tè (Hasso-san) costruita o dal maestro di tè Kobori Enshunel XVII secolo; la casa per ospiti di riguardo (Hokeikan) che ha ospitato anche i membri della famiglia imperiale; la sala per concerti Kitara; il Museo della Letteratura dell’Hokkaido, un piccolo osservatorio astronomico e il tempio shinto Iyahiko (aperto dalle 9.00 alle 17.00). Dall’altro lato della città, il parco Maruyama (si raggiunge sempre con la metro, fermata più vicina Maruyama Koen) è la sede dello zoo di Sapporo e del Santuario shintoista dell’Hokkaido.

Prendendo il tram (linea verde Sapporo Shiden, si prende vicino al parco Odori e si scende alla fermata Ropeway Iriguchi Station) e quindi la funicolare si può arrivare fin sulla cima del Monte Moiwa, da cui si ha – con il cielo terso – un bel panorama sulla città.

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Informazioni utili:

  • in inverno, quando la neve cade copiosa, i marciapiedi non vengono puliti per cui in alcuni tratti è facile cadere. Potete risolvere con un paio di scarpe adatte per il ghiaccio/neve oppure acquistare dei ‘ramponi’ da ghiaccio da mettere sopra le vostre scarpe (costa un migliaio di yen)
  • i locali sono generalmente molto caldi per cui lo sbalzo di temperatura con l’esterno è davvero notevole. Cercate di vestirvi a strati: vi servirà un un buon piumino imbottito, come questo giaccone grigio Hikaro con cappuccio (Hikaro è il brand casual e streetwear di Amazon), pantaloni pesanti, una maglia termica da mettere sotto un maglione o una felpa di pile (ad esempio, la felpa Columbia Glacial III), calze calde e una grande sciarpa. Soprattutto di sera è essenziale avere a portata di mano un cappello, le temperature vanno facilmente diversi gradi sottozero.
  • il festival della neve di Sapporo nel 2019 ci sarà dal 4 all’11 febbraio; maggiori informazioni sul sito ufficiale del Festival
  • per entrare nello spirito della Sapporo degli anni ’60-’70, decisamente decadente, vi consiglio di leggere Dance Dance Dance di Haruki Murakami (Einaudi Super ET)

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E il terremoto, dove lo metti?

 Il Giappone è un Paese dal territorio altamente sismico, ed anche l’Hokkaido a quanto pare non è da meno: lo scorso 6 settembre una forte scossa di magnitudine 6.7  ha fatto bei danni, vittime e circa 1.600 evacuati nella zona delal prefettura di Iburi. Non uno scherzo, proprio per nulla. Però i giapponesi sono tenaci e procedono compatti per eliminare i disagi creati dalla calamità e quindi sono pienamente operativi l’aeroporto, le ferrovie, la metropolitana e le linee tramviarie di Sapporo.

La Governatrice dell’Hokkaido, signora Harumi Takahashi, in un messaggio di settembre 2018 ha voluto rassicurare i viaggiatori internazionali che nelle altre zone dell’Hokkaido (e quindi anche Sapporo) non vi sono problemi e tutti i servizi funzionano a pieno regime (seguendo questo link, potete leggere il messaggio completo della Governatrice)

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Ulteriori post sull’Hokkaido:

  • Museo della Birra di Sapporo: https://bussoladiario.com/2018/02/birra-giapponese-sai-di-cosa-stiamo-parlando.html
  • Il Festiva della Neve di Sapporo: https://bussoladiario.com/2018/02/il-festival-della-neve-di-sapporo-bellissimo-e-freddissimo.html
Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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