Palazzo Chigi di Ariccia e il barocco di Gian Lorenzo Bernini

Per la geografia, Ariccia è un ridente paese in provincia di Roma di circa 19.000 abitanti che rientra nel comprensorio dei Castelli Romani. Per i romani, è soprattutto luogo di delizie appetitose perché rinomata per le sue fraschette, osterie tipiche dove assaggiare – con poca – spesa – abbondanti porzioni di pasta all’amatriciana, alla carbonara, alla gricia o cacio e pepe. Chi arriva ad Ariccia da Roma, una volta attraversato il lungo ponte  si ritrova in una quinta barocca che pare quasi esagerata per il piccolo borgo castellano, da una parte Palazzo Chigi di Ariccia  e dall’altra la Collegiata di Santa Maria Assunta, con le forme curvilinee che sembrano abbracciare la Piazza di Corte.

Palazzo Chigi di Ariccia è uno dei luoghi storici ed artistici più interessanti da visitare nella zona dei Castelli perché dietro l’aspetto tutto sommato sobrio della facciata del palazzo, fatto costruire nel XVI° secolo dalla famiglia Savelli e poi ceduto nel 1661 alla potente e ricca famiglia Chigi, si cela uno dei luoghi barocchi meglio conservati della provincia di Roma, con le stanze che ancora espongono arredi d’epoca ben conservati, affreschi, quadri e decorazioni di artisti illustri.

Il Palazzo Chigi di Ariccia, insieme alla Collegiata, crea una scenografia barocca perfetta, come solo Gian Lorenzo  Bernini e Carlo Fontana potevano progettare e che oggi è forse meno comprensibile nella sua interezza in quanto proprio al centro della Piazza di Corte transita la via Appia. Ma fino ad un paio di secoli fa non era così: i due ponti (di Ariccia e Galloro) che collegano la cittadina da una parte ad Albano Laziale e dall’altra a Genzano furono infatti costruiti solo nel XIX° secolo mentre in precedenza chi arrivava ad Ariccia doveva salire la collina partendo dalla località Vallericcia e solo alla fine, quasi un premio alla tenacia, si arrivava a scoprire la piazza completamente circondata da edifici e da mura.

I Castelli Romani sono una meta frequente dei nostri week-end in città e il Palazzo Chigi di Ariccia era da tempo uno dei luoghi che volevamo visitare. Ciò è stato possibile in occasione della giornata delle dimore storiche del Lazio (21 ottobre 2018) che ha aperto al pubblico 98 luoghi storici del Lazio e tra questi l’incantevole Palazzo Chigi di Ariccia, un complesso di sale e camere che conservano arredi e manufatti originali, con alcuni pezzi davvero importanti opera dei migliori architetti e progettisti dell’epoca. Con una visita guidata abbiamo potuto ammirare la gran parte delle sale, delle camere e dei luoghi in cui la stirpe dei Chigi ha vissuto fino a pochi anno fa (il Palazzo ed il Parco sono stati ceduti da Agostino Chigi al Comune di Ariccia nel 1988).

Ma chi erano i Chigi che tanto sfarzo potevano permettersi? La famiglia Chigi ha origine a Siena, e già nel Medioevo erano potenti banchieri e mecenati; per seguire con maggior cura i propri interessi, si trasferirono a Roma dove grazie alle loro immense ricchezze divennero i banchieri dei Papi. Non sempre, però, riuscivano a tornare in possesso dei loro denari ottenendo in contropartita insegne di nobiltà che poi rafforzarono con accorti matrimoni (dovennero spose dei Chigi rampolle dei Borghese, dei Rospigliosi, dei Wittgenstein, dei della Rovere: il loro albero genealogico comprende tutti i nomi dell’aristocrazia romana e non solo) ed è quasi impossibile rammentare l’elenco di vescovi, cardinali, Papi, monache e badesse e perfino Beati che hanno dato alla Chiesa. Insomma, i Chigi erano davvero una potenza!

Ricchissimi proprietari terrieri (tra i cinque più ricchi del Lazio), nel corso del tempo acquistano o fanno costruire ville e palazzi a Roma e ville estive nelle immediate vicinanze della città, nella zona dei Castelli romani e nel Viterbese (nel 1658 i Chigi divennero Principi di Farnese, acquistando il Feudo e il titolo dalla Famiglia Farnese). Palazzo Chigi di Ariccia è una di queste superbe dimore, trasformata da Gian Lorenzo Bernini e da Carlo Fontana in stile barocco. Un Palazzo che ha visto lo scorrere del tempo, alternarsi di generazioni ed è stato il buen retiro della famiglia, che qui trovava ristoro dalla confusione di Roma e dagli intrighi dei Palazzi.

Il Palazzo ha più piani ma nel circuito di visita si possono visitare il Piano nobile (al 1° piano) e i cosiddetti appartamenti del Cardinale, in cui vi sono le sette sale più antiche del Palazzo che risalgono al XVI° secolo, il periodo in cui il Palazzo era di proprietà della famiglia Savelli oltre a quattro sale del XVIII° secolo. Ciascuna delle diverse sale è arredata in modo da narrare una storia che pare essersi interrotta solo pochi momenti prima e gli accessori, gli abiti, le suppellettili che vi sono disposti contribuiscono a rendere ‘viva’ la visita che non è focalizzata solo sull’architettura o sul patrimonio pittorico e artistico ma entra nello stile e nelle abitudini di una delle famiglia nobili italiane più longeve.

In questo post non vi racconterò nel dettaglio tutto l’itinerario di visita (per questo, vi invito a leggere il sito dedicato a Palazzo Chigi di Ariccia ma soprattutto a visitare Palazzo Chigi di Ariccia) e mi soffermerò brevemente solo su alcune delle stanze che mi hanno incuriosito di più o che sono di particolare interesse. Tra questi, segnalo al piano terra le stanze dell’appartamento privato del Cardinale Flavio I e successivamente dei Cardinali Chigi Flavio II e Flavio III, con le volte del soffitto decorate con elementi floreali e con simbolismi zodiacali della primavera e dell’estate ovvero dei mesi in cui il Palazzo  era usato dai Chigi come villa estiva. Negli anni del Novecento questa ala del Palazzo fu l’abitazione di don Ludovico Chigi, Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine di Malta, di cui restano cimeli e oggetti personali. Sempre al piano terreno vi è la Cappella privata – in realtà un allestimento appositamente realizzato nel 2003 in un locale non adibito ad alcun uso specifico – dove sono custoditi alcuni mobili di grande valore come lo Stipo di San Filippo Neri (mobile reliquiario originale), un paliotto d’altare in scagliola che riprende lo stemma dei Chigi-Borghese, stoffe da parete in damasco e alcuni quadri: la copia della Nascita della Vergine di Sebastiano de Piombo (originale nella Cappella Chigi di Santa Maria del Popolo) e la copia di San Nilo che guarisce l’indemoniato, il cui affresco originale del Domenichino si trova nella Cappella Farnese dell’Abbazia di San Nilo di Grottaferrata.

Al piano nobile, oltre a sale di rappresentanza – la già citata sala da pranzo estiva con affreschi floreali e arcadici e la sala da pranzo invernale – studi privati e camere da letto, tutte arredate con mobili originali d’epoca di cui alcuni, come le console in legno e marmo opera dello stesso Gian Lorenzo Bernini, vi sono alcune stanze che più di ogni altra meritano una sosta. La stanza delle belle è detta così perché ospita una galleria di ritratti di giovani dame romane del XVII secolo – un compendio della moda e dello stile del tempo ma a dir la verità la bellezza per molte delle dame ritratte è solo un’aspirazione! – realizzate dal fiammingo Jacob Voet. Assai interessante e allo stesso tempo curiosa è la stanzetta adibita a più funzioni: farmacia privata della famiglia Chigi che, come tutte le famiglie dell’epoca, aveva a disposizione uno speziale per preparare pozioni e praticare salassi, biblioteca con raccolta di melodrammi, quadreria. Qui di notevole – oltre al mobile della farmacia su progetto di Carlo Fontana che contiene attrezzature da farmacia ed ai vasi ed albarelli in ceramica – vi è la ricchissima collezione di 150 miniature, che ricoprono tutte le pareti della saletta, con ritratti ad olio su lastra di rame che raffigurano tutti Chigi a partire dal XVI° secolo.

Una delle stanze del piano nobile che mi sono piaciute di più è la cosiddetta Stanza dell’Ariosto, un disimpegno dalle pareti completamente affrescate con scene dall’Orlando Furioso in cui compaiono Bradamante, il mago atlante, Angelica, Ruggero e Alcina. Due pannelli spezzano il racconto, sia per stile (sono monocromi) che per argomento: da un lato c’è la la Graecia Vetus, dall’altro l’Italia Nova.

Alcune curiosità:

  • Palazzo Chigi di Ariccia è stato utilizzato spesso come set per riprese cinematografiche ma il film che forse più di ogni altro è entrato nella storia del cinema è il Gattopardo di Luchino Visconti, che ambientò negli spazi del salone d’estate diverse scene del film;
  • gli arredi, le suppellettili, le opere d’arte di Palazzo Chigi di Ariccia sono in ottimo stato di conservazione e sono state preservate dall’essere disperse grazie all’accortezza di Don Ludovico Chigi Albani della Rovere, Gran Maestro dell’Ordine Sovrano di Malta, che durante la seconda guerra mondiale decise di trasferire ogni bene custodito nel palazzo all’interno del Vaticano;
  • molte delle sale di Palazzo Chigi di Ariccia sono rivestite con i cuoi di Cordoba, preziose ‘mattonelle’ di cuoio sottile lavorato e decorato proprio come fosse una carta da parati. Questo genere di rivestimenti avevano una doppia funzione: decorativa e funzionale, perché in pratica coibentavano le (fredde!) stanze seicentesche.

Informazioni utili:

  • Dove: si trova ad Ariccia, in Piazza di Corte (impossibile non vederlo!)
  • Quando e quanto: il piano nobile si può visitare tutti i giorni tranne il lunedì tramite visite guidate (8,00 euro), l’appartamento del Cardinale  (6,00 euro) solo sabato, domenica e festivi con visite non guidate, con visite guidate anche dal martedì al venerdì. Il Parco  è aperto solo dal 1° aprile al 31 ottobre nei giorni di sabato, domenica e festivi, sia con visite guidate (8,00 euro) che visite libere (4,00 euro). Maggiori informazioni qui.
  • Come: la visita del Palazzo richiede almeno un paio di ore e nel caso si volesse visitare anche il Parco (ben 28 ettari di bosco con angoli ricchi di reperti storici e angoli scenici progettati dal Bernini, già apprezzato dai viaggiatori nordeuropei che si mettevano in viaggio per il Gran Tour d’Italia e tra i nomi notissimi Goethe, Stendhal, Corot, Turner) bisogna calcolare molto, molto più tempo ed indossare scarpe adatte a terreni sassosi e fangosi.
  • Dove mangiare: ad Ariccia il cibo (ruspante, ruspantissimo!) non è un problema anzi è l’occasione per provare una delle tante fraschette che ci sono nel paese. Noi ne abbiamo provate diverse, vi consigliamo L’Oste di Ariccia
  • Dove parcheggiare: parcheggiare vicino al Palazzo può essere un problema, non ce n’è molto a parte il parcheggio di lato a Palazzo Chigi e gli stalli lungo le strade limitrofe, tutti a pagamento (1 euro l’ora, ottobre 2018). Se non vi spaventa camminare un po’ in salita, potreste trovare del parcheggio libero nel piazzaletto vicino al cimitero locale. Un’alternativa, è parcheggiare ad Albano e poi percorrere a piedi il ponte che la separa da Ariccia. Può anche essere utile anche utilizzare il parcheggio collegato con l’ascensore inclinato (suggerimento del lettore Umberto Lucidi, che gentilmente ha commentato con le indicazioni utili e che ringrazio).
  • La zona: sotto il nome di Castelli Romani vi è un insieme di 14 cittadine in provincia di Roma, a meno di un’ora di macchina dalla Capitale. In in ordine alfabetico, i Castelli Romani sono:  Albano Laziale, Ariccia, Castel Gandolfo, Colonna, Frascati, Genzano, Grottaferrata, Lanuvio, Marino, Monte Compatri, Monte Porzio Catone, Nemi, Rocca di Papa, Rocca Priora.

 

 ariccia palazzo chigi 2 ariccia palazzo chigi 3 ariccia palazzo chigi 4 ariccia palazzo chigi 5 ariccia palazzo chigi 6 ariccia palazzo chigi 7 ariccia palazzo chigi 8 ariccia palazzo chigi 9 ariccia palazzo chigi 10 ariccia palazzo chigi 11 ariccia santa maria assunta 2 IMG_7284 IMG_7310

 

 

http://www.palazzochigiariccia.com/

Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

2 Comments

  1. Avatar
    Umberto Lucidi Gennaio 25, 2023

    Buongiorno signora,
    mi permetto di farle presente che sotto il Ponte di Ariccia c’è un immenso parcheggio, dove possono stazionare perfino bus turistici, collegato con Piazza di Corte – (progettata da quel genio del barocco romano che è stato Gian Lorenzo Bernini), dove si trova Palazzo Chigi – da un ascensore inclinato, perfettamente funzionante, inaugurato il 15 gennaio 2012 ovvero 6 anni prima della sua visita ad Ariccia.
    Fiducioso di esserle stato di aiuto, colgo l’occasione per salutarla.
    Umberto Lucidi

    Reply
    • Avatar
      Claudia Boccini Gennaio 25, 2023

      La ringrazio molto per il suo commento! Purtroppo non l’ho mai utilizzato (in genere arriviamo direttamente da Albano o da Genzano).Ho inserito le sue indicazioni tra le informazioni dell’articolo.

      Reply

Leave reply

<