Cosa vedere a Magliano Sabina, gita a 60 chilometri da Roma

In gita da Roma: Magliano Sabina

Con la primavera riprendono le nostre facili gite da Roma, da effettuare in scooter oppure in auto, alla scoperta dei borghi storici del Lazio. Questa volta torniamo a visitare la Sabina, la zona in provincia di Rieti che già ci ha dato tante soddisfazioni in termini di paesini deliziosi da visitare. A Magliano Sabina si arriva percorrendo l’Autostrada A1 (c’è l’omonimo casello) oppure percorrendo la vecchia, gloriosa via Flaminia, con il tracciato fatto di curve e rettilinei che, ad ogni svolta, fanno scoprire nuovi scorci di campagna paesaggisticamente interessanti. Con la moto e con le belle giornate quest’ultimo itinerario diventa oltre modo piacevole e in primavera l’aria è colma dell’odore delle ginestre in fiore e dei convolvoli. Ma cosa vedere a Magliano Sabina? Cosa vale la pena di visitare? Vediamolo insieme!

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Per prima cosa, va detto che noi ci siamo stati in occasione delle giornate FAI di primavera – una meravigliosa festa dell’arte e del patrimonio culturale italiano poco conosciuto che grazie all’impegno delle amministrazioni locali e di tantissimi volontari viene promosso – e quindi abbiamo goduto di un ‘trattamento privilegiato’ perché per ogni sito storico o caratteristico di Magliano Sabina abbiamo potuto fruire della narrazione di giovani ciceroni o di esperti di storia dell’arte. In più, proprio in occasione delle giornate FAI, alcuni dei siti erano stati allestiti  in modo speciale. Come? Lo vediamo più avanti, fatemi mantenere un po’ di suspence!

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Cosa vedere a Magliano Sabina: l’itinerario generale

Il nostro itinerario a Magliano Sabina ha seguito un percorso all’interno del centro storico del borgo (che conta circa 4.000 abitanti), seguendo un tracciato ad Y che mette in connessione due delle chiese più importanti ovvero la Chiesa Cattedrale dedicata a San Liberatore Vescovo e il Santuario di Santa Maria delle Grazie. Per raggiungerle, abbiamo fatto delle deviazioni che ci hanno portato a vedere angoli speciali, chiese antiche e a camminare nelle belle vie del borgo, curate e piene di fiori. Ci siamo poi soffermati in piazza Garibaldi, allietata da una bella fontana zampillante e cuore della vita cittadina (qui si trova il Municipio ed il Teatro Manlio, oltre a bar e negozi) e una deviazione ci ha portato all’antico lavatoio, allestito in modo speciale. Da sempre, per la sua posizione, Magliano Sabina occupa un posto di rilievo nella storia di Roma: posto su un colle da cui la vista spazia su tutta la valle del Tevere e quindi strategicamente rilevante, controllava fin dal tempo dei Romani e prima che venisse costruito il ponte Felice sul Tevere,  il guado che permetteva di attraversare il fiume per raggiungere o tornare da Roma lungo la via Flaminia. E chi voleva passare, doveva pagare gabella (avete presente i ‘due fiorini’ del fil Non ci resta che piangere? :))  Magliano Sabino è ad una distanza non eccessiva dalla Capitale e ciò lo rende perfetto per una gita giornaliera ma può essere scelto anche come base da cui partire alla scoperta della Sabina e della Tuscia. Se avrete la pazienza di arrivare fino alla fine di questo post, troverete un’indicazione preziosa su dove dormire a Magliano Sabina senza spendere tanto, in un ambiente giovane, internazionale e creativo 😉 .

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Punto di partenza dell’itinerario che abbiamo seguito in compagnia dei volontari FAI, lo slargo dove un tempo si trovava Porta Sabina, ora non più esistente; proprio nello slargo dove normalmente ci sono stalli per parcheggiare, il sabato viene allestito il piccolo mercato settimanale di merci varie (noi abbiamo lasciato il nostro mezzo nel parcheggio della circonvallazione).

Cosa vedere a Magliano Sabina: la Chiesa di San Michele Arcangelo

La prima tappa è stata la Chiesa di San Michele Arcangelo, chiesa a navata unica che fu costruita tra il XII ed il XIV secolo (e stravolta con un restauro novecentesco), con due tabernacoli risalenti al XV – XVI secolo e che un tempo era la chiesa castellana inserita all’interno delle mura che proteggevano il nucleo abitato di Magliano, ora non più visibili se non in alcuni tratti inglobati dalle abitazioni. Ma ancor più della Chiesa, la vera sorpresa è la mostra permanente Artes Mechanicae allestita al suo interno (normalmente per visitare la mostra bisogna prenotare la visita, provate a contattare il Teatro Manlio – 320.3120850).

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Ed ecco che comincio a svelarvi qualche particolarità di Magliano: uno dei suoi più illustri figli è il Maestro Luciano Minestrella, regista, drammaturgo, anima del Teatro Manlio di Magliano Sabina nonché scenografo e costruttore di macchine sceniche inspirate ai modelli rinascimentali del Brunelleschi e  di Francesco D’Angelo detto il Cecca, già descritte dal Vasari oltre che di opere inspirate dall’attualità. All’interno della Chiesa di San Michele Arcangelo sono infatti ospitate alcune opere a misura ridotta realizzate dal Maestro Minestrella, ciascuna ha una sua simbologia e promana un messaggio che va oltre la pura immagine visiva.

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Tra quelle che mi hanno entusiasmato di più cito “Contaminazioni“, un progetto che risale al 1988 – quindi ben prima che il nostro Mediterraneo divenisse via di libertà o di dolore per tanti migranti – realizzato sul tema dell’immigrazione per il progetto “De Humana Pietate”, in collaborazione con l’UNHCR. L’opera rappresenta una Nike di Samotracia  che si innalza a proteggere un vascello immerso in un mare di sassolini blu, proteso verso un orizzonte dove approdare. Molte altre sono le macchine in scala che si possono osservare, ciascuna nata da una profonda ricerca filologica, storica e filosofica e tra queste la macchina scenica della Natività, che avremo poi modo di osservare a grandezza naturale nel corso dell’itinerario.

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Cosa vedere a Magliano Sabina: la Chiesa di San Pietro

Proseguiamo quindi sulla stretta via Sabina, dove presso Palazzo Gori si trova il Museo Civico Archeologico di Magliano Sabina (che però non abbiamo visitato): vi sono raccolti reperti paleolitici legati alle civiltà che vivevano sulle rive del Tevere e vi sono la sezione protostorica e quella arcaica oltre a numerosi reperti connessi alla fase ellenistica, romana e medievale.

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Francesco riesce a scattare qualche foto “d’atmosfera” – la vetrina della storica pizzicheria Pagliani, un vecchio calzolaio, alcuni cortili verdi un po’ nascosti – fino ad arrivare a Piazza Vittorio Veneto, dove ci aspetta la seconda tappa, ancora una chiesa ma che in questo caso conserva il suo aspetto romanico. La Chiesa di San Pietro è del XII secolo ed è sicuramente uno degli edifici più antichi di Magliano Sabina, posto oggi in una posizione sopraelevata e con l’ingresso modificato con una doppia rampa di accesso  a seguito della creazione sotto la chiesa di una cripta che ospita i caduti. L’interno, molto semplice – c’è solo un affresco di una Madonna con Bambino datato al XVI secolo – è proprio per questo motivo mistica. Presenta una sola navata scandita da due file con cinque colonne ciascuna ed una diversa dall’altra, in parte  probabilmente recuperate da domus o templi romani che si trovavano nella zona. Anzi, a quanto pare la chiesa di San Pietro nasce proprio su un sito dove un tempo c’era un tempio pagano, in una posizione che in un tempo era isolata. Le finestrelle superiori sono infatti murate a causa degli edifici che sono stati costruiti successivamente.

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 Al centro della Chiesa di San Pietro è esposto l’originale della macchina scenica della Natività: vedere le reale dimensioni dell’opera ci fa rendere conto di quanto lavoro e quanta creatività ci sia dietro ogni macchina! Si tratta di una grande sfera lignea cava, che con un sistema di carrucole e di argani si apre e solleva fino al soffitto la semisfera superiore, che rappresenta il cielo, mentre la semisfera inferiore rappresenta la Terra, che contiene le figure principali del Presepe che si muovono grazie ad anelli che ruotano. A collegare le due semisfere, scorre su un cavo un angelo.

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Cosa vedere a Magliano Sabina: la Chiesa Collegiata di San Liberatore e il vecchio ospedale

Proseguiamo lungo via Cavour fino alla Cattedrale di Magliano Sabina: la chiesa di  San Liberatore, anche questa una chiesa antica che diviene Cattedrale dei Sabini con Alessandro VI Borgia, che concede a Magliano anche lo status di civitas. Curiosa la storia del nome, legata alle reliquie che vi si veneravano: in un certo momento della sua storia di Cattedrale, le reliquie di San Liberatore vennero sottratte e per sopperire alla necessità di dotare comunque la Cattedrale di reliquie i monaci agostiniani donarono una reliquia del loro santo protettore San Liberato d’Africa, che per più di un secolo restò il patrono della città. Ed ecco perché ancora oggi su uno dei portali di ingresso della facciata settecentesca della chiesa quel nome, Liberatore, ha indubbiamente delle lettere aggiunte!

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Poco più avanti di Piazza del Duomo, entrando nella stradina che costeggia l’edificio ecclesiastico sulla destra, si arriva ad un storico edificio oggi adibito a centro anziani: si tratta dello Ospedale vecchio, un edificio che per lungo tempo è stato parte del Convento di Santa Croce e che è stato allestito come nosocomio grazie ai ricchi lasciti testamentari di Marzio Marini, che in cambio volle che gli  venisse dato il suo nome.

Cosa vedere a Magliano Sabina: il vecchio lavatoio

E’ uno dei luoghi più interessanti di Magliano Sabina e scendendo la via del Lavatoio (d’angolo con il vecchio ospedale), sembra quasi di udire i canti e le chiacchiere delle donne che vi venivano a lavare i panni della famiglia. Un tempo parte del vecchio monastero di Santa Croce, è un grande lavatoio coperto, con un vascone  unico con due settori comunicanti (uno veniva usato per insaponare ed uno per sciacquare), che è stato ristrutturato e riaperto alla fruizione come spazio pubblico per mostre da circa 10 anni.

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In questo recupero urbano c’è la visione creativa di Luciano Minestrella, un vulcano di iniziative, che l’ha utilizzato per esporre la sua collezione di opere ispirata al romanzo “Città Invisibili” di Italo Calvino, in cui utilizzando elementi naturali – canne di bambù, rami, noci di cocco, pietre – e legno sapientemente  sagomato fino ad assumere la forma di case e di città.  Le sculture sono belle ed evocative, sono archetipi dove ciascuno può trovare la sua dimensione e sono disposte in modo da riempire, senza saturare, lo spazio. Vi dico la verità: nel fare una selezione delle (tante) foto che ho scattato alla scultura, ho avuto difficoltà a scegliere la bella, la più evocativa. Perché lo sono tutte.

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Cosa vedere a Magliano Sabina: il Santuario di Santa Maria delle Grazie

E’ stata la penultima tappa del nostro itinerario di visita a Magliano Sabino ed è stato un susseguirsi di sorprese: il Santuario di Santa Marie delle Grazie si trova esattamente dall’altro lato della città rispetto alla Chiesa di San Michele Arcangelo da cui siamo partiti ed è una delle chiese più belle del borgo e della stessa Sabina. Andiamo con ordine: si accede alla Chiesa – datata 1800 – attraverso una scala e dall’esterno, a dir la verità, il Santuario non appare chissà che, con quella sua facciata neoclassica di fine ottocento con due torri campanarie al lati ed  altrettanto  accade all’interno, se non fosse che proprio dietro all’altare si trova una splendida Madonna delle Grazie, presumibilmente di Pancrazio Iacovetti da Calvi (sebbene ci sia chi affermi che la mano del pittore ricordi Piero della Francesca o comunque la sua bottega). Peccato che il dipinto nel XVII secolo sia stato arricchito da una ‘armatura‘ in argento cesellato che copre l’abito della Madonna. Al di sotto della chiesa la vera, grande sorpresa: scendendo pochi scalini si arriva ad una piccola cripta protoromanica, ricca di colonnine sfalsate e dove ancora sono ben visibili alcune pitture murali votive quattrocentesche che ritraggono San Francesco, Sant’Antonio, la Madonna  ed altri santi.

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Nel Santuario si trovava (non ho capito se per l’occasione o se viene  mostrato al pubblico sempre)  anche un curioso baldacchino settecentesco, un dono del Cardinale Annibale Albani realizzato con oltre 70 stoffe preziose e intessuto di seta, e fili d’oro e d’argento. La curiosità è il decoro intessuto, che riprende le illustrazioni di un testo olandese (Legatio Batavica) scritto da Johan Nieuhof che aveva seguito la Compagnia delle Indie Olandesi in Cina. Tanti i richiami orientali: pagode, uomini e donne abbigliati con i sarong ed i kimono, draghi, giraffe, piante esotiche. Una curiosità storica da osservare centimetro per centimetro tanto è ricco di decori!

Cosa vedere a Magliano Sabina: l’Ostello di Magliano

Ebbene sì, la nostra ultima tappa l’abbiamo fatta a pochi passi di distanza dal Santuario di Santa Maria delle Grazie dove negli spazi un tempo adibiti a Convento è stato inaugurato nel 2016 un Ostello, che abbiamo potuto visitare. O, meglio, si tratta di un Eco Ostello. Dimenticatevi l’ostello tradizionale, perché l’Ostello di Magliano è più un piccolo resort: ha solo 13 camere, tutte molto grandi e con bagno e ci sono camere doppie e camere per famiglie (fino a 5 letti) e non mancano alcuni dormitori con letti castello per 4-6  persone ideali per gruppi di amici. E’ in una posizione incantevole e sul retro c’è un grande spazio a prato verde dove prendere il sole e che si spera, a breve, possa ospitare anche una piscina. Da qui, il panorama sulla Valle del Tevere lascia senza fiato.

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L’Ostello è arredato con grande gusto utilizzando mobili vintage e di recupero, affiche e vecchi manifesti alle pareti tant’è che ogni singola camera è diversa dalle altre; c’è una sala comune con libreria, televisore (la tv  è comunque anche nelle camere), tavolo sociale, bollitore e micro onde a disposizione. In più, in caso di eventi, campi scuola o gruppi, è disponibile il bar e la cucina, gestiti dagli allievi dell’Istituto alberghiero  I.P.S.S.E.O.A. “S.PERTINI” di Magliano e vi si svolgono, su richiesta, anche corsi di cucina.

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Come vi dicevo prima, l’Ostello ha un’impronta ecologica sviluppata e tende alla sostenibilità ambientale  e mette a disposizione biciclette elettriche e una colonnina per ricaricare le  auto elettriche. Quanto costa dormire una notte nell’Eco Ostello di Magliano? Si va dai 17€ per un posto in dormitorio ai 44€ per una camera doppia per due persone, sempre con colazione inclusa (viene dato un voucher da spendere nei bar convenzionati di Magliano).

Informazioni utili:

  • Comune di Magliano Sabina (sito web istituzionale con sezione turistica)
  • Museo Civico Archeologico di Magliano Sabina (Via Sabina, 19), aperto dal martedì al venerdì  09:30 – 12:30 e su appuntamento dalle 14:00 alle 16:00; sabato: 09:30 – 12:30 – ingresso gratuito
  • Eco Ostello di Magliano Sabina
  • Da Magliano Sabina si raggiungono facilmente in auto e in moto i seguenti borghi, tutti da visitare:

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Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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