Perché raggiungere e visitare Alcacer do Sal da Lisbona

Visitare Alcácer do Sal mi ha fatto entrare in una dimensione simile all’innamoramento, senza alcun dubbio. Se ripenso al viaggio in Portogallo, la prima immagine che mi viene in mente è quella del fiume Sado che costeggia le case bianche di Alcacer, alcune con gli infissi dipinti in blu ed altre in giallo zafferano, sovrastate dalla struttura massiccia del Castello e con il ponte metallico pedonale sullo sfondo che collega le due rive. Sarà stato l’entusiasmo del primo giorno di viaggio – eravamo atterrati solo da poche ore e stavamo ancora prendendo confidenza con la macchina a noleggio –  sarà che era il giorno di San Valentino e ovunque erano stati posizionati allegri palloncini rossi e rosa a forma di cuore, sarà che la luce del sole che illuminava Alcacer do Sal era luminosa come un brillante multisfaccettato, in ogni caso questo paese a meno di 100 chilometri da Lisbona è stato uno dei luoghi visitati che mi è piaciuto di più. Ammetto che la causa di questo amore profondo va anche ricercata in un pranzo che è stato assolutamente al di sopra di ogni aspettativa, e che ci ha introdotto ai sapori eccellenti della cucina portoghese. Ma andiamo con ordine e vediamo perché consigliamo di visitare Alcacer do Sal ed i suoi dintorni.

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Briciole di storia

La città di Alcacer do Sal ha una storia antica, d’altra parte la posizione era strategica per il controllo dell’entroterra e per i commerci via mare e garantiva un porto sicuro e ben attrezzato alle navi che arrivavano sulle coste atlantiche dal Mediterraneo: posta su una collina,  si trova quasi alla foce del fiume Sado (che dopo una curva a gomito sbocca nell’Oceano poche decine di chilometri più avanti) e nel corso di scavi archeologici sono stati rinvenuti reperti greci e fenici e fu una florida città romana con il nome di Salacia Urbs Imperatoria; il sale è stato prodotto nella zona da tempo immemore ed in epoca romana era una delle zone in cui veniva prodotto il garum, la puzzolente salsa salata di pesce fermentato tanto amata dai Romani che la usavano sui loro piatti come insaporitore, così come noi usiamo l’aceto o il peperoncino!

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Molto probabilmente  l’Agorà della città romana si trovava dove ora sorge il Castello, che venne rafforzato durante il periodo della conquista mora della penisola iberica, quando Alcacer (dal moro Al-Qasr, il castello), divenne la principale città della provincia di Al-Kasser. Doveva essere un castello davvero poderoso, con una doppia cinta di mura e ben 30 torri a scandire la sua ampiezza! Solo nel 1217 venne riconquistata dai Crociati e da Dom Alfonso II, che consegnò la città alle cure dell’Ordine Militare di Santiago.

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La Riserva Naturale dell’Estuario del Sado

Nel corso del tempo Alcacer do Sal ha perso la sua funzione strategica ma non il suo fascino: salendo sulla collina del Castello si riesce ad avere una vista panoramica della città e dei suoi dintorni agricoli e selvaggi, in gran parte inseriti all’interno della Riserva Naturale dell’Estuario del Sado, dove trovano rifugio cicogne e una vasta varietà di presenze avicole, oltre 200 specie, cicogne incluse! Una curiosità: nonostante il fiume Sado accanto alla città possa sembrare un po’ torbido (dipende dalle piogge e dal fango trascinato), nella zona della Riserva Naturale diventa il rifugio di numerosi delfini, che si possono andare ad incontrare con una delle escursioni in barca che partono dagli ormeggi di Alcacer do Sal.

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Attorno ad Alcacer do Sal dominano i boschi di lecci, le pinete e le querce da sughero, la cui produzione insieme a quella del riso è una delle principali fonti economiche della zona (prodotti in sughero si trovano in vendita un po’ in tutto il Portogallo e sono piuttosto famosi i pinoli di Alcacer do Sal, che vengono utilizzati anche per preparare dolcetti tipici. Il riso è un ingrediente diffuso della cucina portoghese e viene utilizzato sia come primo piatto che come contorno; in una ipotetica sfida “pasta contro riso”, quest’ultimo vince almeno 5 a 1 in quanto ad utilizzo!

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Cosa vedere a Alcacer do Sal

Una volta lasciata la macchina al piccolo parcheggio accanto al ponte di ferro a senso unico alternato su cui passano auto ed enormi camion, ci siamo avviati a piedi in direzione della piazza principale su cui si trova il locale ufficio del turismo (gentilissime le addette) e si affacciano pastelerie, caffé e ristoranti con tavolini all’aperto. E’ stata questa l’occasione per il primo caffè in terra lusitana, una gran bella sorpresa in termini di gusto – meglio di quello italiano! – e di costo: una tazzina di espresso di media costa 70 centesimi, qualcosa in più se la ordinate in locali particolarmente eleganti.

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Dalla piazza ci siamo incamminati seguendo il fiume in direzione del ponte pedonale, costeggiando case bianchissime con i tetti di coppi rossi, tipici portoghesi. Degni di nota la biblioteca di Alcacer do Sal, il palazzo della Câmara Municipal de Alcácer do Sal (il Municipio) con la doppia scala di accesso, la Chiesa dello Spirito Santo (Igreja do Espirito Santo), con un particolare portale a bifore in stile manuelino. Salendo lungo la strada di Santa Lucia si arriva fino ad un piacevole miradouro (bel vedere) che permette di farsi un’idea dell’estensione delle campagne circostanti mentre proseguendo ancora lungo una stradina acciottolata (Rua do Castelo) si arriva fino al Castello, ora trasformato in hotel di lusso (una delle tante bellissime Pousade che recuperano antichi edifici storici, se ne trovano tante in Portogallo e spesso hanno costi non così impossibili). Accanto al Castello c’è la cripta archeologica, che raccoglie reperti rinvenienti da campagne di scavo mentre all’esterno sono visibili alcuni resti romani.

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Con tutti i saliscendi che si incontrano per salire fino al Castello, visitare Alcacer do Sal fa venire appetito e quindi siamo scesi di nuovo fino alla zona che costeggia il fiume alla ricerca di un ristorante dove pranzare. Ce ne sono diversi ma noi abbiamo voluto fermarci ad un bar con cucina, il “Cantinho da Ribeira Velha“, un piccolo locale molto semplice e a gestione familiare accanto alla Igreja da Misericordia, con tavolini in legno e sedie di formica. Qui abbiamo assaggiato una zuppa di riso e pesce da leccare il cucchiaio: l’arroz de linguerão, ovvero riso con vongole e quelli che io chiamo cannolicchi (sono andata a cercare: il nome scientifico è Solen marginatus) ed abbiamo fatto nuovamente confidenza con l’abitudine portoghese di portare a tavola, senza che nessuno lo chieda, una sorta di antipastino a base di formaggio, olive, talvolta prosciutto, burro salato (manteiga com sal) e paté di sgombri e sardine.

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L’antipastino ha un costo minimo ma se non volete spendere o pensate che le abbondanti porzioni portoghesi stanno mettendo a repentaglio il vostro giro vita, potete chiedere tranquillamente di portarlo indietro. Io però vi consiglio di prendere sempre le olive, che sono condite con erbe e spezie, sempre molto buone (il costo difficilmente supera 1, 50€ e spesso sono incluse nel costo del pane) e ciascun ristoratore ha la sua ‘ricetta segreta’, quindi non ne assaggerete di uguali. Il costo del nostro pranzo ad Alcacer do Sal è stato di 33,70 euro, incluso antipastini, arroz de linguerão ufficialmente per due ma in una quantità adatta per quattro commensali, acqua, vino, liquorino (offerto) e caffè.

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Prima di ripartire in direzione della Costa Vicentina e raggiungere Vila Nova de Milfontes dove avremmo pernottato, ci siamo divertiti a passeggiare tra i vicoletti della cittadina, sfiorando vecchi negozi, facciate malandate o al contrario magnificamente decorate con azulejos, vetrine che sembravano allestite per una foto in stile anni’ ’70. Una bellissima, magica città portoghese, che merita molto più di poche ore e che a poche decine di chilometri offre spiagge assai frequentate in estate, come la spiaggia di Comporta, Galè o quella di Tròia, sull’omonima penisola che è anche il punto di approdo del ferry che parte da Setubal e che permette di eliminare un lungo tratto di strada (che però a me è piaciuto molto percorrere, immersa com’è tra i boschi).

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Come arrivare ad Alcacer do Sal da Lisbona:

  • in auto: il modo più rapido è passare sul ponte a pedaggio 25 de Abril (quello lunghissimo che attraversa il Tago) e seguire l’Autostrada A2, che porta a pochi chilometri da Alcacer do Sal
  • altrimenti – ed è quello che abbiamo fatto noi – da Lisbona si prende il ponte 25 de Abril, l’Autostrada A2 ma si esce a Setúbal. Da qui si segue la strada nazionale N10 (indicata anche come IC1) che passa in mezzo ai boschi ed alle campagne: la strada è piuttosto stretta, sicuramente più lunga dell’autostrada ma è paesaggisticamente assai più bella;
  • in treno: al momento la stazione più vicina (!) è quella di Grandola o di Setubal, da cui bisogna prendere un bus. Da Lisbona a Setubal si può prendere il treno o il bus. Esiste anche un bus diretto dalla Stazione Oriente di Lisbona fino ad Alcacer do Sal, uno al mattino ed uno al pomeriggio, che transita per Setubal. (link agli orari degli autobus che collegano Alcacer do Sal).

Per maggiori informazioni sulla città e la sua offerta turistica, vi invito a consultare il sito ufficiale del turismo di Alcacer do Sal.

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Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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