Nel Gargano per la transumanza ed i cantori di Carpino

Sapete tutti cos’è la transumanza, vero? Inutile quindi che vi ricordi che è “la migrazione stagionale e temporanea delle mandrie e delle greggi dalla pianura agli alpeggi e viceversa per consentire al bestiame di pascolare allo stato brado, dopo mesi di stalla, cibandosi dell’erba più verde“. 
 
Ma sapete anche che, soprattutto nel centro e nel sud Italia, lo spostamento delle mandrie avveniva seguendo antichi sentieri chiamati tratturi, che collegavano le pianure della Puglia fino ai pascoli del Molise e dell’Abruzzo? E che ancora oggi la transumanza viene praticata, seppur in forma ridotta?
Questa premessa è necessaria per spiegarvi perché, durante l’esperienza alla #bloggerhouse di Vico del Gargano, ci siamo ritrovati – scarponcini da trekking calzati, zainetti e macchine fotografiche d’ordinanza affardellati – a seguire una “allegra” mandria di vacche podoliche che correvano a più non posso per raggiungere il tanto agognato pascolo estivo!
Ma andiamo con ordine. Il Carpino Folk Festival ha organizzato per il 25 aprile 2014 un evento – a metà tra il naturalistico e il gastronomico – che ha portato oltre 180 persone a percorrere i sentieri che collegano Ischitella a Carpìno, seguendo il tratturo in mezzo ai campi da sempre utilizzato per spostare le mandrie. La partenza era fissata alle 6.30 per chi voleva seguire tutto l’itinerario ed alle 9.30 per i dormiglioni (noi!).
Ora, vi assicuro che attendere l’arrivo delle vacche è emozionante: da lontano si sente lo scampanio che pian piano si avvicina, la polvere che si alza mentre una massa indistinta compare all’orizzonte e si cominciano a distinguere per primi i cavalli che fanno da apripista e poi decine di vacche, vitelli, torelli che, senza un ordine ben preciso, procedono a passo spedito verso la meta. Transumanza fatta di gesti antichi e riti ancestrali, i volti dei guardiani tesi e preoccupati (nonostante siano muniti di bastone) per lo sforzo di guidare gli animali, che spesso abbandonano il gruppo seguendo percorsi tutti loro, mentre nell’aria risuonano gridi secchi e concisi.
Non pensate che le mucche siano animali lenti: avevo chiesto a Domenico se il percorso fosse facile o comunque agevole anche per una “posapiano” come me e mi aveva assicurato che sarebbe stata una passeggiata, al passo degli animali.

Le vacche corrono come treni, altro che! Immaginate la scena: la mandria baldanzosa davanti, gli umani dietro che arrancano sotto il sole cercando di stargli dietro e nel contempo evitare gli immancabili “ricordini” lasciati sul terreno.
Animali particolari, le vacche podoliche: robuste e capaci di resistere ai climi caldi ed alla scarsità di acqua, producono poco latte, pregiatissimo, che viene utilizzato per produrre formaggi saporiti e dai sapori intensi, come il caciocavallo podolico, che può essere stagionato addirittura fino a sei anni (in questo caso il sapore diventa piccante ed il colore tende all’arancio).
L’itinerario della transumanza, dopo aver sfiorato il paese di Carpìno, è proseguito in salita per qualche chilometro, attraversando oliveti e campagne, fino ad arrivare alla Masseria Facenna, meta ambita dai bipedi e dai quadrupedi. Non vi aspettate un luogo di lusso: in questo luogo i ritmi scorrono ancora lenti e difficili come un secolo fa, le stalle sono vicine alla casa dove in estate si trasferiscono i mandriani, l’aia è frequentata da cani, gatti, polli lasciati liberi di razzolare e gli odori intensi del pascolo contribuiscono a rendere l’ambiente genuino.
Un casolare solitario nel mezzo della collina, da cui è possibile ammirare il panorama meraviglioso a 360°, che va dal Lago di Varano al mare Adriatico ed alle isole Tremiti, fino a far perdere lo sguardo nei boschi fitti della Foresta Umbra
Mentre le vacche ed i vitelli si godevano finalmente la nuova sistemazione estiva, assaggiando l’erba fresca dei prati ancora inzuppati delle piogge dei giorni precedenti, noi ci siamo divertiti a scattare migliaia di foto tutto intorno: maialetti rosa che ruzzolavano nel fango umido, caprette nere terrorizzate da tanta confusione, piccoli vitellini nati in stalla che si guardavano attorno smarriti per le tante novità, fiori dai colori intensi, recinti, alberi. Una meraviglia, anche grazie al sole (fin troppo intenso) che ci ha accompagnato durante la giornata.
La seconda parte dell’evento, decisamente più godereccia, è stata all’insegna della musica tradizionale e folcloristica, dei laboratori dimostrativi di produzione dei cacio-cavallo, di intreccio di cesti, di mungitura e tecnica di pascolo. Su tutto, la voglia – tanta e condivisa – di ritrovare i ritmi lenti che erano dei nostri nonni e bisnonni.
Mentre nei pentoloni posti sui bracieri bolliva lo spezzatino con le patate e cuocevano gli arrosti, l'”aperitivo” di benvenuto a base di latte di capra appena munto e biscotto al vin cotto è stata la sbalorditiva riscoperta di sapori dimenticati.
Ed è stato bella la partecipazione alla festa di intere famiglie, decine di bambini, donne, uomini, anziani e giovani mescolati per condividere un grande momento di allegria. Vedere i lunghi tavoli e le panche piene di volti sereni che aspettavano di assaggiare le specialità proposte (il pan cotto alla montanara ha meritato tutto il nostro plauso ed i ceci di Carpìno accompagnati da pane bruschettato e conditi con il saporito olio pugliese hanno scatenato l’entusiasmo! Psicologicamente non sono invece stata capace di assaggiare la musciska di vitello, ovvero carne essiccata al sole, ed i suffruttilli, frattaglie di vitello e maiale).
Alla festa alla masseria hanno partecipato anche i Cantori di Carpìno, ultimi depositari dell’antica tradizione musicale garganica che, con le loro serenate contadine, tarantelle e sonetti in dialetto tramandati nel tempo e sottolineati dall’uso dei tamburelli, delle castagnole (simili a nacchere) e della chitarra battente hanno reso ancor più preziosa la nostra esperienza (vi lascio un piccolo video fatto con la macchina fotografica). Se volete saperne di più sulla tradizione musicale garganica, vi consiglio di leggere la pagina del Carpino Folk Festival, l’appuntamento estivo dedicato alla musica popolare ed alle sue contaminazioni. 
Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

0 Comments

No comments!

There are no comments yet, but you can be first to comment this article.

Leave reply

<