Un (blog) tour alla scoperta di Pistoia – parte I

Che ne dici se questo fine settimana andiamo a scoprire una parte della Toscana che non conosciamo?”
“Ma siamo già stati a Firenze, Arezzo, Pisa, Livorno, Siena e  Grosseto poi le conosci come le tue tasche… e l’estate scorsa siamo andati anche a Massa, non ti ricordi? La Toscana l’abbiamo visitata tutta!”
No. Non tutta. E comunque Pistoia non la conosciamo…
“Pistoia? Ma cosa ci sarà mai da vedere a Pistoia? Hai mai sentito di turisti che scelgono di andare a far vacanza a Pistoia? Scommetto che c’è ben poco da fare e da vedere…a parte sciare sulle montagne dell’Abetone!”.
Comincia così, con un dialogo che mostra tutta la nostra scarsa conoscenza di una delle città toscane meno frequentate dai turisti, quello che alla fine si  rivelerà essere un week end entusiasmante alla scoperta di una provincia ricca di arte, di storia, di tradizioni e nello stesso tempo aperta alle proposte culturali più nuove.
Pistoia si raggiunge agevolmente attraverso l’autostrada  Firenze-Pisa-Livorno oppure con il treno e i mezzi pubblici – la stazione è comodamente non distante dal centro della città – ed ha cura dell’ambiente e della sostenibilità ambientale. A disposizione dei suoi visitatori – ma soprattutto dei suoi abitanti – c’è infatti un ottimo servizio di bus & parking: al parcheggio Cellini la sosta è gratuita e, se non si vuole fare una bella passeggiata fino in centro città, con pochi spicci si può acquistare alla macchinetta il biglietto   giornaliero per il bus navetta “M-Micco”.
Ed è proprio al parcheggio Cellini che ci dirigiamo per lasciare la macchina. Non ne sentiremo la mancanza, assolutamente!
Il primo impatto con la città e con i pistoiesi ci lascia piacevolmente sorpresi: non abbiamo fatto in tempo a domandare un’informazione che i passeggeri del bus si sono fatti in quattro per aiutarci con suggerimenti e dritte. Scendere a Piazza Garibaldi e dirigerci verso San Giovanni Fuorcivitas (bell’esempio di romanico longobardo, caratterizzato da rivestimenti in marmo bianco e serpentino verde) è stato davvero facilissimo perché due passeggeri del bus… ci hanno  accompagnato!
Qui incontriamo la nostra guida, Armando, che si rivelerà un cicerone perfetto: d’altronde è risaputo che il modo migliore per visitare un posto che non si conosce è quello di vederlo con gli occhi di chi ci abita e ne conosce i pregi ed i difetti. Con lui andiamo in giro per le stradine del centro di Pistoia che mostrano ancora l’impianto medievale ben visibile, attraversiamo piazzette caratteristiche, facciamo lo slalom tra i banchi di frutta e verdura che caratterizzano il mercato della Sala (ma solo fino alle 14.00: poi la città ed i cittadini ritornano padroni dello spazio che si trasforma in un salotto con tanti tavolini, ombrelloni in esatte, musica e ovviamente bar ideali per aperitivi  sfiziosi). La Sala è punto di aggregazione di giovani e meno giovani, fino a notte fonda!
Un avvertimento d’obbligo per i turisti appassionati di fotografia: il sabato mattina Pistoia ospita il mercato settimanale, che riempie tutto il centro e rovina un po’ le inquadrature fotografiche. O magari le rende diverse e più vive, dipende dai punti di vista. Per scattare magnifiche foto dovete aver la pazienza di attendere che i banchi vadano via.
Passiamo quindi accanto a Via Abbi Pazienza  – no, non mi sono confusa, si chiama proprio così e la leggenda  vuole che sia stata la frase detta da un sicario per scusarsi con la sua vittima che, solo dopo averla pugnalata, scoprì non essere il suo vero obiettivo – e proseguiamo fino a raggiungere la chiesa di Sant’Andrea, pieve dell’VII secolo edificata lungo il percorso dell’antica Via Francigena, dove ammiriamo il pulpito scolpito da Giovanni Pisano nel 1300.
Pistoia Collage
Il pulpito è un tripudio di figure, volti, espressioni. Plasticità e dinamicità promanano dalle decine e decine di figure che vi sono scolpite ma nonostante tanto splendore, l’arte si inchina alla sacralità del luogo: il pulpito, posto in posizione laterale, non offusca la grandiosità della chiesa ma la esalta. Lasciata la Chiesa di Sant’Andrea (andateci, se possibile, nella prima mattina o nel pomeriggio avanzato e lasciatevi trasportare nel silenzio dalle emozioni), ci aspetta una passeggiata lungo via delle Pappe.
Qui a Pistoia la toponomastica risale al medioevo e le strade hanno spesso nomi che a noi sembrano buffi: ad esempio la denominazione della strada (via delle Pappe) che stiamo percorrendo sembra derivi dagli unguenti che venivano preparati dalle monache – che qui avevano il loro convento – a favore del vicino ospedale. Proseguiamo verso Via del Ceppo per ammirare l’esterno dell’omonimo Ospedale medievale, la cui facciata anteriore è decorata da un grande fregio in terracotta invetriata che mostra le opere di misericordia legate all’assistenza agli ammalati. Le formelle sono talmente realistiche che a guardarle sembra di essere parte della scena. Incredibili i volti dei personaggi, i dettagli minuti, i colori vivaci!
Ancora pochi passi e raggiungiamo la Chiesa di San Bartolomeo in Pantano, così chiamata perché in questo luogo una volta c’era una palude ed ancora oggi la chiesa si trova ad un livello più basso della sede stradale attuale.
Pistoia Collage3
La chiesa risale all’VIII° secolo ed è un esempio di romanico pistoiese di epoca longobarda. Ma soprattutto è – nella linearità della sua architettura –  assolutamente sublime. Se vi capita di essere a Pistoia il 23 ed il 24 agosto, non perdetevi la  festa del Santo e non dimenticate di assaggiare i caratteristici dolci di pastafrolla a forma di collana, le “corone di San Bartolomeo“.
S. Ignazio di Loyola: il giardino
Mentre camminiamo per la città, io e Francesco  restiamo sorpresi dall’ordine e dal clima familiare: ogni tanto si aprono varchi che portano a giardini nascosti, bar storici dove sedersi a prendere un caffè  e scambiare quattro chiacchiere, senza che nessuno metta mai fretta.
Se ne avete la possibilità, fermatevi al Bar Michi: è in posizione strategica in Piazza del Duomo e dai suoi tavolini potrete vedere l’insieme dei palazzi e degli edifici che costituiscono il cuore civile, religioso, politico e giudiziario della città di Pistoia.
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Parlavo del cuore della città: anche se oramai è tardi, riusciamo ad entrare in Duomo e soprattutto a visitare il Battistero di San Giovanni in Corte, detto anche il Ritondo (è un ottagono, in realtà), dove l’attenzione viene catalizzata dal meraviglioso – non esagero, lo è davvero – fonte battesimale di Lanfranco da Como: il marmo bianco è esaltato dal contrasto con le spoglie pareti di mattoni del Battistero.  L’ingresso in Battistero è gratuito ed il mio consiglio è di non limitarsi ad una sola visita.
Pistoia Collage 2
Alla base dell’altare una distesa di specchi incrinati: è un’istallazione artistica “temporanea e contemporanea” – che a mio avviso non aggiunge nulla alla meraviglia del luogo – con il pregio di riflettere la perfezione dei “ricami di marmo”.
Nonostante Pistoia rischi di essere schiacciata turisticamente dalle vicine Pisa e Firenze, è una città che non si ferma al passato ma guada avanti: si lascia permeare volentieri da influssi artistici contemporanei, spesso proposti in forma di eventi ed iniziative culturali aperti alla cittadinanza.
 Nel frattempo è arrivata l’ora dell’aperitivo e del pranzo  ma  se non vi dispiace, vi parlerò più avanti di dove e cosa mangiare a Pistoia: Armando ha promesso che ci porterà a scoprire un paio di posti speciali!
“Però, bella Pistoia! Fino ad ora tutto quel che ho visto mi è piaciuto… una gran bella città, davvero!”
Hai visto che abbiamo fatto bene a venirci a passare il fine settimana? E tu che pensavi che fosse una città da una sosta e via… pensa, che ancora non abbiamo visto che una piccola parte di ciò che ha da offrire al visitatore curioso… Guarda, questa è la mappa della città… per ora abbiamo solo iniziato a scoprirla!
P.S.: per chi ha voglia di raccontare la “sua” Pistoia, il Consorzio Turistico di Pistoia invita a scrivere un post e condividerlo su “Vi racconto Pistoia“.
Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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