Itinerario sul Monte Amiata tra le province di Siena e Grosseto

Chi mi segue su Instagram lo sa; quest’anno il ponte del 1° maggio anziché partire per qualche destinazione estera abbiamo preferito trascorrerlo a casa, in Toscana. E fortuna vuole che “casa” sia in una delle zone più belle d’Italia, patrimonio Unesco per i paesaggi naturali e umani nonché meta di vacanza amata da frotte di stranieri: in provincia di Siena e a ridosso della Val d’Orcia e di Montalcino, di Pienza e Bagno Vignoni. Dalla finestra della cucina vedo colline punteggiate di cipressi mentre poderi e castelli sono una costante del paesaggio, che in primavera è una tavolozza di verdi di mille tonalità, dal verde tenue del grano appena spuntato a quello scuro, buio, delle pinete. Tuttavia chi è viaggiatore nell’animo e nella testa, non può restare per troppo tempo fermo per cui abbiamo arricchito questa nostra vacanza stanziale con un paio di piccoli tour giornalieri per tornare a visitare luoghi amati a pochi chilometri da casa: prima l’itinerario nel Chianti, quindi un giro tra le colline del Brunello per poi raggiungere le faggete del Monte Amiata e salire fino in Vetta. L’itinerario sul Monte Amiata è un classico da percorrere tutto l’anno, perché la montagna e le colline che le fanno da corona mutano aspetto a seconda della stagione, anche se in assoluto le mie preferite sono l’autunno con i colori intensi e aranciati del foliage autunnale e l’inverno, quando la montagna si addormenta sotto una coltre di neve candida come un piumino d’oca.

Itinerario sul Monte Amiata: Montalcino

L’itinerario sul Monte Amiata lo abbiamo effettuato in auto (ma nulla vieta di farlo in moto) e ha avuto inizio dalla via Cassia all’altezza di Buonconvento, in provincia di Siena. Da qui, dopo pochi chilometri in direzione sud e  superato il distributore di benzina (occhio a rispettare il limite di velocità perché c’è un temibile autovelox) abbiamo svoltato a destra seguendo la Strada provinciale del Brunello, che è sempre un gran piacere percorrere perché si costeggiano vigneti, poderi e tenute e l’avvicinarsi a Montalcino avviene lentamente, seguendo tornanti che svelano paesaggi sempre nuovi.

Lungo la strada, diverse cantine che producono il prestigioso vino Brunello (noi in genere ci fermiamo per le scorte casalinghe alla Cantina di Montalcino, unica realtà cooperativa della zona a cui confluisce la vendemmia di oltre 100 piccoli produttori locali) e più avanti, sulla sommità della collina il borgo toscano arroccato dominato dalla grande Fortezza (dove all’interno c’è anche una piccola enoteca).

Per una volta ci lasciamo Montalcino alle spalle senza fermarci, ma se voi volete fatelo, perché il paese è delizioso, i suoi palazzi medievali interessanti e c’è un’infinità di botteghine a cui sarà difficile resistere. Non da ultimo, a Montalcino c’è il Museo Civico e Diocesano, con raccolte medievali e moderne che meritano una sosta. Quindi, prima ancora di entrare nel paese, alla rotatoria vicino alla Fortezza abbiamo preso la strada che porta fino a Castelnuovo dell’Abate. Lungo questa strada (provinciale della Badia di Sant’Antimo) continua l’immersione totale nella Toscana da cartolina, con vigne che paiono pettinate per quanto sono belle e tanti (forse troppi, oramai!) resort e agriturismi che un po’ snaturano la perfetta armonia estetica dei luoghi.

Itinerario sul Monte Amiata: Abbazia di Sant’Antimo

E al’improvviso, dietro una curva, compare lei, l’Abbazia di Sant’Antimo, pietra chiara che si staglia tra il verde degli olivi, l’elegante abside rotonda e il campanile romanico così iconico. Anche qui, una sosta è dovuta per una breve visita alla Chiesa ed a ciò che resta del chiostro, oggi trasformato in un piccolo giardino dei semplici (per saperne di più su questo luogo pieno di spiritualità, vi invito a leggere il post sull’Abbazia di Sant’Antimo al tempo di Istagram).

Il Castello della Velona

La strada prosegue in direzione dell’Amiata, di Grosseto e di Seggiano. Poco dopo Castelnuovo Abate, in una posizione in grado di controllare tutto il circondario, c’è il bellissimo Castello della Velona, fortilizio medievale che risale nella sua parte più antica all’anno Mille, per lungo tempo ridotto a poco più di un rudere e quindi riportato a nuova vita come lussuoso Resort con SPA.

Monte Amiata, stazione di Monte Amiata

Le colline coltivate a vigna lasciano spazio ai pascoli e ai boschi, una serie di tornanti in discesa portano fino alla microscopica frazione di Monte Amiata: no, non siamo ancora arrivati sulla montagna, il toponimo indica la stazione ferroviaria che serviva tutta la zona dell’Amiata e l’insieme di edifici che un tempo ospitavano il bar, i magazzini, il ristorante a servizio dei viaggiatori che con il treno raggiungevano Siena o Grosseto. Ora, dismessa la ferrovia perché ritenuta “ramo secco”, vi fermano di tanto in tanto solo i Treni Natura allestiti con le littorine d’epoca o il treno a vapore che viene messo in funzione in occasione di appuntamenti turistici sull’Amiata.

Passata la ferrovia, si lascia la provincia di Siena per entrare in quella di Grosseto: il Monte Amiata (quello vero, la montagna) è infatti diviso tra le due province toscane ed è facile ritrovarsi da una parte o dall’altra senza nemmeno rendersene conto.

Itinerario sul Monte Amiata: Seggiano

Proseguiamo lungo la strada provinciale della Grossola ancora per qualche chilometro fino a raggiungere il paese di Seggiano: la montagna inizia ad essere più vicina, pian piano si sale e questo piccolo borgo toscano – famoso soprattutto per essere il paese dell’olio e per il caseificio omonimo che produce un ottimo formaggio – è di una incredibile tranquillità. Nel centro storico, avvoltolato sul cucuzzolo, voglio segnalare la semplice chiesa dedicata a San Bernardino da Siena a cui si arriva salendo una ripida scalinata ed un caffè-ristorante (La Taverna), che ha un pozzo antico al di sotto, preservato da una vetrata sul pavimento. A valle, Seggiano ci saluta con il Santuario della Madonna Carità – chiuso e apparentemente non in ottime condizioni – e con il Giardino di Daniel Spoerri, un parco artistico con sculture (ce ne sono oltre 112, di 55 artisti diversi) che si sviluppa su 16 ettari e che si può visitare dalla primavera all’inizio dell’autunno, tutti i giorni dalle 11.00 alle 18.00 (biglietto 10€, previste riduzioni).

L’Amiata grossetana

Proseguiamo il nostro itinerario sul Monte Amiata raggiungendo rapidamente – bè, insomma, le curve ci  sono e la velocità non può essere elevata! – Castel del Piano (paesone di montagna e base per le escursioni sul Monte Amiata). Se avete tempo potete fare una sosta anche ad Arcidosso, un paese storicamente importante per Siena e per l’Amiata, dove di rilievo c’è la Rocca Aldobrandesca, la cinta muraria  e la Chiesa di San Niccolò oltre a numerosi, interessanti edifici sacri. Arcidosso in realtà per la sua storia politica, religiosa e sociale merita molto più che una breve sosta e chissà che non ve ne parli in modo più approfondito in un prossimo post.

Itinerario sul Monte Amiata: la vetta

L’itinerario sul Monte Amiata prosegue percorrendo la strada provinciale delle Macinaie, una vera strada di montagna immersa tra i boschi e le alte faggete che ricoprono la montagna. La strada si restringe, le curve diventano più strette e pian piano si sale: prima si incontra il grande slargo del Prato delle Macinaie (ci sono un paio di alberghi e da poco è stato installato un Adventure Park con percorsi sugli alberi adatti a diversi livelli di capacità, bambini inclusi) e poco oltre il Prato della Contessa: sono gli ultimi insediamenti prima di arrivare sulla Vetta dell’Amiata a 1.738 metri d’altezza, dove ci sono alberghi, ristoranti ed impianti da sci il cui innevamento in caso di necessità è garantito dai cannoni spara neve. Immancabile, dopo aver parcheggiato la macchina, la passeggiata fino alla croce che domina la montagna.

Raggiunta la Vetta dell’Amiata e magari fatta una sosta per pranzo è tempo di cominciare la discesa per tornare verso Siena. La strada da prendere è quella che porta verso Abbadia San Salvatore (nel frattempo siamo rientrati nella provincia di Siena) dove ci si arriva dopo 13 chilometri lungo una strada quasi sempre immersa nel bosco. Da Abbadia (dove consiglio di visitare il Parco Museo Minerario e l’Abbazia di San Salvatore, da cui il paese prende il nome) bisogna arrivare fino al Vivo d’Orcia, famoso soprattutto per le sorgenti di acqua che confluisce negli acquedotti di gran parte dei paesi a sud di Siena.

Itinerario sul Monte Amiata: Rocca d’Orcia e Bagno Vignoni

Si prosegue poi fino a Castiglione d’Orcia e la vicina frazione di Rocca d’Orcia, quest’ultima nata attorno alla Rocca di Tentennano, un superbo torrione che è addirittura antecedente all’anno mille, strategico per controllare l’intera Val d’Orcia e la via Francigena che vi passava poco distante. Nella Rocca di Tentennano soggiornò anche Santa Caterina da Siena che molto probabilmente da qui raggiungeva i vicini Bagni di Vignoni per passare le acque.

Il nostro itinerario sul Monte Amiata non è ancora terminato ma si avvia verso la fine: dobbiamo ancora raggiungere la Via Cassia all’altezza di Bagno di Vignoni: se non lo conoscete, fate una sosta perché vale il costo del parcheggio a pagamento. Immaginate una piazza con al centro un enorme vascone in muratura in cui ribolle la sorgente di acqua calda termale e, tutto attorno, edifici medievali, una chiesina, un vecchio stabilimento termale. Un tempo conosciuta solo a chi abitava nella Val d’Orcia e in provincia di Siena, è oggi una località abbastanza turistica, con alberghi di ottimo livello che sfruttano le acque termali per le loro SPA. Sono da visitare anche i vecchi mulini e le terme libere, che presentano concrezioni bianche di calcare dovute ai sali disciolti nell’acqua.

Da Bagno Vignoni, non vi resta che seguire la via Cassia andando a sinistra in direzione di Siena (passando per San Quirico d’Orcia, la città degli Horti Leonini e della Collegiata dei Santi Quirico e Giulietta, già Pieve di San Quirico in Osenna) oppure a destra, in direzione della Val d’Orcia e di Roma.

Informazioni utili itinerario sul Monte Amiata

  • Chilometri percorsi: circa 120
  • Tempo di percorrenza (soste escluse) circa 3 ore
  • Periodo consigliato: tutto l’anno, meglio evitare con la pioggia perché si perde gran parte del fascino della montagna
  • Possibilità di pernottamento: numerose, per target e budget diversi
  • Ristorazione: cucina locale tipica a base di prodotti di cacciagione, di funghi, di castagne. Vino eccellente, sia Brunello e Rosso di Montalcino DOCG che Montecucco DOCG.
  • Suggerimento: itinerario da sviluppare nell’arco di un week-end con almeno un pernottamento



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Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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