Visitare il Santuario di Fatima, luogo di fede e meta di pellegrini

Riprendo la narrazione del nostro itinerario in auto in Portogallo con una tappa assolutamente non programmata ma in un certo senso dovuta, che ci ha fatto deviare  all’improvviso dal tragitto lungo l’autostrada A1 che ci stava portando da Portalegre a Porto. Sul cartello indicatore, una scritta: Fatima. La città del santuario mariano, dei pellegrinaggi di fede, della grande venerazione nei confronti della Madonna che si era rivelata a Cova da Iria a tre umili pastorelli era lì che ci aspettava, anzi, a dirla tutta, che quasi ci invitava garbatamente. Potevano saltare questa sorta di chiamata e non visitare il Santuario di Fatima?

Sarebbe stato davvero sciocco non visitare il Santuario di Fatima, avevamo tempo e per di più sapevo che Francesco – che possiede una grande fede mentre io e la religione viviamo da tempo su piani separati – ci teneva davvero tanto ad accendere una candela recitando una preghiera per i suoi cari.

Il tempo di mettere la freccia e di uscire dall’autostrada che già ci si trova a percorrere le vie della città sorta attorno al Santuario; che sia un luogo frequentatissimo lo si capisce dai grandi parcheggi che ci sono anche nella periferia, vuoti per la gran parte perché noi siamo stati a Fatima a fine febbraio quando invece il tempo canonico dei pellegrini e dei pellegrinaggi che arrivano da ogni parte del mondo è concentrato tra maggio ed ottobre, ancor più nei giorni 12 e 13 del mese (le apparizioni della Vergine sono avvenute sempre nel tredicesimo giorno del mese).

Per Francesco era il primo grande santuario mariano che visitava – non è vero, ora che ci ripenso lui è stato anche a Pompei e a Loreto ma credo che per dimensioni e numero di credenti che vi si recano non sono paragonabili al Santuario di Fatima – mentre io ero già stata a Lourdes (da leggere: Manuale super completo per un pellegrinaggio a Lourdes). Sapevamo, quindi, cosa ci aspettava sia in termini di atmosfera che di ambiente. Ed anche – passatemelo, vi prego – di quell’immancabile mercato che gira attorno ai santuari.

Fatima e Lourdes mi sono apparsi tuttavia come sono santuari molto diversi tra loro, legati ad epoche storiche differenti e con una sacralità seppur simile con tensioni emotive differenti. Anche i pellegrini del santuario portoghese – almeno quelli che abbiamo visto noi – diversi da quelli del Santuario francese.

Spero che il mio pensiero non sia blasfemo, eppure credo che a Lourdes il pellegrino si affidi totalmente al divino, torna ad essere un bambino che chiede alla Madre celeste di prenderlo per mano e per ringraziarla crea coreografie gioiose fatte di canti, di luce, di preghiere condivise con il cuore pieno di gioia, tutti a Lourdes hanno gli occhi che brillano, anche coloro che nella vita sono stati schiaffeggiati da malattia, dolore, eventi tragici. Per di più il santuario di Lourdes è un luogo estremamente suggestivo, così immerso tra i boschi e attraversato dall’impetuoso fiume Gave de Pau. Difficile non restare emotivamente coinvolti.

Il Santuario di Fatima al contrario mi ha dato l’idea di un luogo più austero, forse addirittura meno accogliente, una grande spianata di cemento circondata da cemento. E’ vero anche qui c’è lo spazio per le grandi processioni comunitarie e una alta croce quale punto di  riferimento, ma è tutto più freddo, meno gioioso.

Perfino la vicenda delle visioni della Vergine avute dai tre bambini veggenti – Lúcia dos Santos, Francesco e Giacinta Marto –  ha una complessità psicologica e racchiude significati ben diversi rispetto alle apparizioni sorprendentemente semplici e piene speranza avute da Bernadette Soubirous a Lourdes.

In entrambi casi i veggenti erano invitati a compiere – e a far compiere – azioni agli uomini ed alle donne di buona volontà, ma qui, a Fatima, i ragazzini erano anche investiti di segreti dolorosi, i famosi misteri di Fatima che solo da qualche decennio, con Papa Giovanni Paolo II, sono stati resi completamente noti (ma lo saranno davvero?). Ma tant’è, io da agnostica dimentico sempre che chi ha fede, ha fede comunque, qualunque sia la modalità del messaggio.

Oppure, chissà, a rendermi più respingente nei confronti del Santuario Fatima sono stati, assai più prosaicamente – l’insieme degli edifici grigi in una giornata – unica dell’intero viaggio in Portogallo – altrettanto grigia e piovosa, forse il momento meno idilliaco dell’intero viaggio in Portogallo.

In ogni caso, dopo aver messo da parte le riflessioni su un tema assai più grande di noi,  abbiamo parcheggiato la macchina a noleggio nel parcheggio a pagamento dietro la Praceta São José, collegata al Santuario da una scaletta. Il parcheggio era presidiato da un nutrito gruppo di mendicanti e per evitarci problemi con l’auto – tra l’altro il portabagagli era pieno di valigie ed effetti personali, visto che il nostro è stato un itinerario on the road – abbiamo preferito versare loro una sorta di “obolo volontario” per evitarci problemi.

Una volta raggiunto il Santuario vero e proprio, ci si trova nel mezzo del grande piazzale dell Cova de Iria, da un lato la moderna, nuovissima Basílica da Santíssima Trindade, dall’altro la Basílica de Nossa Senhora do Rosário de Fatima, costruita nel 1928 e consacrata nel 1953, mentre rimane leggermente decentrata sulla sinistra (guardando la basilica vecchia) la Cappella delle Apparizioni, un cubo di legno e cristallo che ingloba la cappellina dove i pastorelli si fermavano a pregare.

Sempre in questa Cappella è custodita in una teca di vetro la veneratissima statua della Vergine, con la corona in cui è stato incastonato il proiettile sparato da Alì Agca che ha colpito Papa Giovanni Paolo II il 13 maggio 1981 (questo numero, 13, ricorre spesso nei fatti legati alla Madonna di Fatima).

In questo luogo sacro il silenzio e la preghiera sono vibranti, si alternano recite del rosario e celebrazioni eucaristiche, uomini e donne vengono a portare i loro dolori affinché la Vergine li renda più leggeri. Ma tutto in modo sobrio, non appariscente, quasi dimesso.

Su un lato della spianata sorgono gli edifici per la gestione amministrativa del santuario e vengono vendute le candele, di dimensioni diverse quasi che il peso della cera corrisponda ad una maggiore o minore richiesta di grazia. Le candele non si possono accendere negli edifici sacri,solo in appositi spazi all’esterno.

Dopo aver fatto un giro di ricognizione del Santuario, aver acceso le candele votive e rivolto le preghiere del caso, siamo saliti per assistere ad una celebrazione eucaristica alla Basilica di Nostra Signora del Rosario, recitata in portoghese ma comprensibile, perché i tempi della liturgia cattolica sono uguali dappertutto.

Ed è qui, in questo luogo, che è scattata una molla, un qualcosa che mi ha reso più sensibile. Non ho trovato la fede, badate bene, ma la comprensione di quanto la fede possa dare sostegno, forza, essere l’alfa e l’omega dell’esistenza. Sedute davanti a noi, tre donne – presumibilmente una madre con due figlie – erano unite insieme in profonda preghiera, le mani strette le une alle altre quasi a voler raccogliere le forze e mettere in comune l’energia.

Ho pensato di tutto, in quel momento: da un grave problema che coinvolgeva la più anziana delle tre (quella apparentemente più fragile, più accudita e coccolata dalle altre due) alla richiesta di una grazia per qualche loro caro. Oppure ad un voto da sciogliere. In ogni caso commoventi (e coinvolgenti) nella loro fede, nella speranza visibilmente riposta in un intervento divino.

Informazioni utili per visitare il Santuario della Madonna di Fatima:

  • Dove si trova: Fatima si trova grosso modo a metà strada tra Lisbona e Porto (circa 120 km. da Lisbona, meno di 200 da Porto);
  • Come arrivare: per arrivare da Lisbona a Fatima, se non avete una macchina a disposizione, dovete prendere l’autobus. Partono sia dalle autostazioni di Sete Rios che dall’autostazione di Oriente (società Renex, Rede Expressos, City Express, tempo di percorrenza all’incirca un’ora e mezza). Il biglietto di sola andata costa all’incirca 13€;
  • Dove soggiornare: attorno al Santuario di Fatima è sorta una vera e propria città e ci sono strutture di ospitalità religiosa, alberghi, pensioni e ristoranti per tutte le tasche. La frazione di Fatima si trova decentrata rispetto al Santuario (è a 2 chilometri da Cova de Iria) e altro non è che un agglomerato di case bianche dai tetti rossi come ce ne sono a migliaia in Portogallo;
  • Accessibilità: il Santuario di Fatima è accessibile anche a persone disabili o famiglie con bambini in passeggino.
  • Sito internet di riferimento: sulla pagina ufficiale del Santuario di Fatima trovate maggiori informazioni, anche pratiche, per organizzare la vostra visita. Inclusi gli orari delle celebrazioni;

Per approfondire:

Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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