La fontana del Tritone di Piazza Barberini

Attraverso la piazza tutti i giorni per andare in ufficio e di rado mi fermo a guardare la fontana del Tritone di Piazza Barberini, opera di Gian Lorenzo Bernini a cui fu commissionata dal Papa Urbano VIII (esponente della potente e nobile famiglia dei principi di Palestrina).

La fontana rappresenta la divinità delle acque e delle correnti, dei flutti e delle profondità del mare inginocchiata su una doppia valva di conchiglia sostenuta da quattro delfini e colta nell’atto di soffiare in un murice, la tipica conchiglia spiraliforme che spesso fa da casa ai paguri, da cui esce un potente zampillo dell’acqua.

La statua del Tritone – non un mostro marino ma un uomo possente e muscoloso – ha le gambe coperte di squame per simboleggiare il legame con il mare

La fontana del Tritone di Piazza Barberini è una scultura complessa, posta sull’isola pedonale in una insolita posizione decentrata (non è al centro della piazza e nemmeno esattamente davanti all’imbocco  Via del Tritone), che soffre una sorta di isolamento dovuto alla presenza dell’anello di scorrimento stradale che collega Via Veneto, Via Sistina, Via del Tritone, Via delle Quattro Fontane e Via Bissolati, in cui il traffico di auto e autobus è una costante.

Con uno sforzo di immaginazione proviamo a tornare indietro nel tempo, fino al 1625, quando il fiorentino Papa Urbano VIII, al secolo Maffeo Vincenzo Barberini, decise che era il tempo di avere una dimora degna del suo prestigio e incaricò Gian Lorenzo Bernini di mettere mano al palazzo che aveva progettato dall’anziano Carlo Maderno (1556-1629) e di riorganizzare l’area circostante.

Al tempo del Bernini questa zona di Roma era alquanto diversa da come è oggi, non esisteva Via Veneto (tracciata solo nell’Ottocento, al posto di Villa Ludovisi), ne’ vi erano palazzi ottocenteschi a delimitare lo spazio della piazza. In compenso, attorno a Palazzo Barberini c’erano giardini, un parco e poi  orti e vigne, che in parte hanno resistito fino all’Unità d’Italia quando la fame di terreni edificabili per la nuova Capitale fece scempio degli ultimi spazi verdi dei quartieri Colonna e Ludovisi (e meno male che si è salvata Villa Borghese!).

Palazzo Barberini era dimora urbana ed allo stesso tempo tenuta di campagna di Urbano VIII ed è proprio nel contesto generale di riorganizzazione e urbanizzazione che Gian Lorenzo Bernini decide di scolpire la fontana, che dovrà diventare elemento distintivo del paesaggio urbano ma soprattutto celebrare la nobile famiglia committente.

La fontana del Tritone di Piazza Barberini (1642-1643) è stata scolpita da Bernini nel travertino (il marmo di Roma, estratto dalle cave della vicina Tivoli) ed è un omaggio non velato alla famiglia di origine del Papa: all’altezza delle code dei delfini, sono scolpite le tre api simbolo araldico dei Barberini.

La stessa simbologia araldica la ritroviamo anche nella Fontana delle Api, oggi collocata all’incrocio tra via Veneto e Piazza Barberini, un tempo posta all’angolo con Via Sistina.

Inoltre, inserita sotto la conchiglia bivalve, compare la mitria papale e le doppie chiavi simbolo di San Pietro: più che una fontana, è soprattutto la celebrazione del potere temporale ed ecclesiastico di Urbano VIII.

La vasca della fontana è in basso, al livello del pavimento della piazza e per preservarla da eccessive confidenze da parte di turisti, curiosi e romani, nel XIX secolo venne circondata da (brutte) colonnine simili a cippi miliari, collegate le une alle altre da aste di metallo.

Sia chiaro: nulla che non si possa scavalcare (e infatti non è raro vedere qualcuno seduto proprio sul bordo della vasca per farsi l’immancabile foto con Tritone) ma almeno un minimo di riguardo lo suggerisce.

Un problema comune a tante altre fontane di Roma – e qui penso soprattutto alla fontana dell’Esedra di Piazza della Repubblica, che è in perenne restauro  e ripulitura – è l’incidenza deleteria delle concrezioni calcaree dovuta alla forte presenza di calcio nell’acqua di Roma e agli effetti nefasti dell’inquinamento da smog.

Anche la fontana del Tritone di Piazza Barberini non è immune e spesso è soggetta a manutenzione:  l’ultima risale al 2017 e dal colore grigio scuro, con sbavature giallastre dovute al calcare, la scultura è tornata a risplendere nel bianco luminoso del travertino.

Da visitare e da vedere in zona:

  • la Galleria Nazionale d’Arte Antica in Palazzo Barberini
  • la Chiesa dei Cappuccini di Via Veneto con la cripta
  • la scalinata di Piazza di Spagna (a 300 metri, seguendo via Sistina)
  • Museo Boncompagni Ludovisi per le Arti decorative, il Costume e la Moda dei secoli XIX e XX

Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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