Visitare Sutri: un itinerario tra arte e natura

Visitare la provincia di Viterbo significa imbattersi in cittadine come Sutri, belle e ricche di fascino, in cui la storia è davvero di casa. Sutri è un borgo arroccato su uno sperone tufaceo, a circa 60 km. da Roma e poco meno di 50 km. da Viterbo, che si incontra sulla via Cassia e che fin troppo spesso si supera velocemente senza rendersi nemmeno conto dei tesori che custodisce. Le origini del borgo sono antichissime, probabilmente un nucleo abitato esisteva già nell’età del bronzo e nel corso dei secoli ha visto succedersi i popoli falisci, etruschi, romani e anche longobardi. Visitare Sutri è quanto di meglio si può desiderare per arricchire la conoscenza della Tuscia, per scoprire luoghi d’arte di tutto rispetto, per trascorrere una giornata nel verde seguendo i sentieri (facilissimi) che attraversano il parco regionale di Sutri, il più piccolo del Lazio. Insomma, visitare Sutri è un vero itinerario tra arte e natura!

Sutri: borgo e parco regionale

Sutri è un bel borgo caratteristico, con piazzette e vicoletti che profumano di storia ed invitano all’esplorazione, poi c’è un Museo di tutto rispetto, da poco inserito all’interno dell’ex Palazzo Vescovile, che ospita mostre d’arte selezionate e super interessanti (e non potrebbe essere altrimenti visto che il sindaco di Sutri, nel momento in cui scrivo, è lo storico e critico d’arte Vittorio Sgarbi), una cattedrale  importante, alcune porte di accesso di grande impatto, un convento di clausura ancora in attività, parecchi ristoranti (di uno, che abbiamo provato, ve ne parlo nel prossimo post), una piazza-salotto con al centro una fontana.

Non è finito qui: scendendo a valle del borgo di Sutri ed attraversando la via Cassia si entra nel comprensorio del Parco Regionale, dove si apre un mondo meraviglioso fatto di vestigia etrusche, romane, rinascimentali inserite in un ambiente naturale di grande bellezza. Insomma: potete arrivare a Sutri la mattina e ripartire la sera e di sicuro non sarete riusciti a vedere tutto ed ecco perché vi consiglio, soprattutto se arrivate da lontano, di fermarvi una notte a Sutri che tra l’altro di sera, con il borgo vecchio tutto illuminato, è  proprio da non perdere!

La posizione geografica della città di Sutri è particolarmente favorevole ed è stata artefice delle sue fortune: sin dagli albori del tempo è stato uno snodo strategico per il transito di uomini e merci tra il nord ed il sud della Penisola, grazie alla presenza di strade e vie di comunicazione come le tagliate etrusche prima e la via consolare Cassia poi.

La via francigena a Sutri

Sempre nel territorio di Sutri passava uno dei tracciati della via Francigena, solo in parte era sovrapponibile alla via Cassia, che era percorsa dai pellegrini che raggiungevano Roma e San Pietro seguendo le orme di Sigeric, l’Arcivescovo di Canterbury che nell’anno 900, in pieno Medio Evo, per primo censì tutto l’itinerario. A Sutri i pellegrini  si fermavano sicuri di trovare ristoro, riparo, cure ed artigiani in grado di riparare calzari e sacche da viaggio o maniscalchi per i cavalli.

Sulla scorta di questo traffico di uomini e merci a Sutri nacquero monasteri, ospedali e ospizi destinati ad ospitare i pellegrini e dar loro conforto. Oltre al borgo superiore, dove un tempo sorgeva la città romana (l’attuale piazza del Municipio era molto probabilmente il luogo dove si trovava il Foro), si sviluppò anche un borgo inferiore, proprio nella zona di passaggio della Francigena: alcuni degli edifici e delle chiese che si trovano all’interno del Parco Regionale sono molto antichi anche se non sempre si possono visitare.

Tra storia e leggenda: Sutri è considerato uno tra i primi ‘tasselli’ che hanno contribuito al potere temporale della Chiesa, in quanto dopo essere stata conquistata dai Longobardi venne donata al Papa Gregorio II.

Cosa vedere a Sutri

Il borgo di Sutri, circondato da mura che erano intervallate da diverse porte (restano visibili la Porta Franceta o Porta Vecchia, la Porta Morone o Porta Nova, mentre sono oramai distrutte o modificate Porta Romana, Porta Furia e Porta San Giorgio) si presenta come un insieme urbano molto curato, dove è facile incontrare arzilli vecchietti e giovani talentuosi tutti presi a chiacchierare tra loro ma ben disposti a fornire indicazioni ai visitatori. Accanto ai principali edifici e monumenti, a cura del Comune sono stati affissi  cartelli informativi con la storia e i principali cenni artistici (eh, Sgarbi può piacere o meno, ma per la promozione del patrimonio artistico, lasciatelo fare!).

Un itinerario urbano di Sutri non può prescindere dalla visita di: 

  • la Cattedrale di Santa Maria Assunta, già edificio di culto paleocristiano, successivamente ricostruita secondo le linee romaniche, oggi appare negli interni barocca. Da segnalare il pavimento della navata centrale in stile cosmatesco con l’uso di marmo policromo e la bella cripta sostenuta da 23 colonne, ciascuna arricchita con un capitello. L’alto campanile in tufo romanico, che si vede da ogni dove, è alleggerito da quattro ordini di finestre a trifora;
  • accanto alla Cattedrale si trova uno dei tesori di Sutri, il rinnovato Museo di Palazzo Doebbing, intitolato al vescovo di origine tedesca Joseph Bernard Doebbing  che nel 1855 fu vescovo di Nepi e di Sutri. Gli spazi dell’edificio neogotico – già sede vescovile fino al 1986 – sono stati destinati ad ospitare grandi mostre ed eventi d’arte internazionali, curati dal sindaco Sgarbi. Al suo interno è collocato il Museo di Arte antica e di arte sacra, collezione espositiva permanente che espone oggetti, rinvenimenti archeologici ed opere artistiche legati al territorio ed alla Diocesi, tra cui la statua dell’Efebo di Sutri è forse il reperto più noto.  Fino all’11 gennaio 2020 si potrà visitare “Dialoghi“, 11 mostre monografiche che si sviluppano su tre piani di Palazzo Doebbing dedicate ai dipinti di Tiziano, Scipione Pulzone, Henri Rousseau, Antonio Ligabue, Fausto Pirandello, Ottone Rosai, Francis Bacon, Renato Guttuso, Ernesto Lamagna, Luca Crocitti, oltre alle opere fotografiche di Carlos Solito. Il progetto, curato da Vittorio Sgarbi, unisce l’arte sacra con l’arte laica, la classicità con la contemporaneità.
  • a noi è piaciuto molto l’Antico Lavatoio, un enorme vascone di pietra (ma grande tanto!) che si trova nei pressi delle mura che affacciano sulla Cassia, oggi trasformato in fontana ma che un tempo era il luogo di ritrovo delle lavandaie del borgo. La forma è molto particolare, non squadrata come siamo abituati a vederne tanti, ma con le estremità stondate. 
  • La Torre dell’Orologio: ricorda moltissimo la  Torre dei Venti (o del Mascherino) che si trova sulla sommità del Palazzo del Quirinale (è la torretta barocca con campane e orologio da cui sventolano le bandiere dell’Italia, dell’Europa e del Presidente della Repubblica). La Torre dell’Orologio di Sutri ha come base un arco romano che risale all’epoca repubblicana.
  • Il convento delle Carmelitane e la Chiesa dedicata alla Santissima Concezione Immacolata (Via G.Garibaldi): nel convento vivono ancora le suore carmelitane, che pur avendo fatto voti di clausura ma sono aperte all’incontro ed al dialogo con i pellegrini moderni. La presenza della Carmelitane a Sutri risale alla seconda metà del XV° secolo e anche il monastero, nella parte più antica, è stato costruito nello stesso periodo con le forme di una fortezza. Un curiosità: le Carmelitane di Sutri in paese sono chiamate “le sentinelle” perché il Monastero ingloba Porta Morone, che sitrova sotto le celle monastiche.

Tra storia e leggenda: sembrerebbe che a Sutri si sia fermato perfino Carlo Magno, mentre si recava a Roma nell’800 d.C. per essere incoronato dal Papa Imperatore del Sacro Romano Impero

Archeologia e natura a Sutri

Vi ho già detto che per visitare Sutri non vi basta una sola giornata, e non esagero. Perché al di sotto del borgo storico, dall’altro lato della via Cassia, si estende un comprensorio archeologico in cui sono stratificati periodi storici e funzioni.

Si comincia con una estesa necropoli rupestre, con le sue tombe scavate nel tufo (si vedono molto bene anche passando sulla via Cassia), poi in parte riutilizzate come tombe etrusche. Particolarmente interessante è il Mitreo, ‘cristianizzato’ e trasformato in chiesa rupestre: si tratta della Chiesa della Madonna del Parto, le cui volte scavate nella roccia sono arricchite da affreschi che ritraggono la Madonna col Bambino, San Giacomo e San Michele Arcangelo, il Cristo Pantocratore. Altri affreschi narrano la fondazione della grotta di San Michele nel Gargano, la Natività e la fuga in Egitto, scene della Passione di Cristo.

Pensate che abbiamo finito di visitare Sutri? Macché, siamo solo all’inizio! Vi aspetta ora l’anfiteatro romano, grande e ben conservato, realizzato con il tufo locale in una classica forma a pianta ellittica tra il II ed I sec a.C. Non è un anfiteatro piccolo o spoglio (per cui nemmeno la Sutri romana doveva esserlo), in quanto presenta tre ordini di palchi che potevano ospitare migliaia di spettatori, nicchie che un tempo dovevano ospitare statue e una grande arena: la presenza del teatro era caduta nell’oblio per secoli e solo nel XIX secolo, grazie al lavoro di disseppellimento a cura degli abitanti di Sutri, è tornato alla luce.

Proseguendo su una strada sterrata in salita, si arriva fino a Palazzo Savorelli ed alla Chiesa della Madonna del Monte, entrambe in posizione sopraelevata (da qui si ha una buona visione sul borgo di Sutri), poco più avanti c’è il Bosco Sacro e l’affaccio panoramico per vedere l’Anfiteatro dall’alto. Ulteriori informazioni sull’itinerario di visita del Parco Regionale potete trovarle nel post sul Parco regionale di Sutri, il più piccolo del Lazio.

Tra storia e leggenda: la tradizione popolare di Sutri vorrebbe che il prode paladino Orlando sia nato a Sutri. La madre Berta, sorella di Carlo Magno, dopo esser stata ripudiata dalla famiglia perché amava un giovane di origine plebea, tal Milone, avrebbe trovato rifugio in una grotta nei pressi della città. Di passaggio a Sutri  Carlo Magno avrebbe riconosciuto la sorella e accolto nel suo seguito il nipote come Paladino imperiale.

Feste ed eventi a Sutri

A Sutri sono numerosi gli eventi che vengono organizzati durante l’anno, tra feste religiose ed appuntamenti laici. Questi i più rilevanti:

Feste religiose:

  • L’Infiorata e la processione del Corpus domini (data variabile in base a quando cade la Pentecoste, comunque tra maggio e giugno) è una festa molto sentita da tutti gli abitanti di Sutri, che si incaricano di ricoprire con fiori, petali, foglie le vie del centro creando composizioni geometriche e quadri con scene sacre, seguendo linee bianche tracciate in modo permanente sulle pietre e sull’asfalto, per creare un tappeto vegetale su cui poi passerà la processione.
  • I festeggiamenti in onore di Santa Dolcissima, la  patrona di Sutri: il 16 settembre 
  • Il Presepe vivente, allestito nelle grotte  della necropoli etrusca (periodo di Natale/epifania)
  • La rievocazione storica in notturna della Passione di Cristo, il mercoledì prima di Pasqua

Feste laiche

  • Il Carnevale di Sutri (il prossimo, nel 2020, si terrà da giovedì 20 a martedì 25 febbraio 2020), ha origini antiche e pagane e  con la figura del Re Carnevale, che viene dato alle fiamme il martedì grasso (la cremazione del Povero Checco), viene celebrata la fine dell’inverno e la rinascita nei campi;
  • La sagra del fagiolo (a fine agosto, conclude l’estate);
  • La sagra dello gnocco (a settembre)

Link Utili

  

Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

0 Comments

No comments!

There are no comments yet, but you can be first to comment this article.

Leave reply

<