La fonte dell’acqua Egeria a Roma

Molti romani non sanno che esiste, eppure si trova in in una zona archeologica di grande valore, innestata in una zona preservata della campagna romana all’interno della città. A poche centinaia di metri dal verde del Parco della Caffarella e dalle suggestioni archeologiche dell’Appia Antica, la fonte dell’Acqua Egeria è uno di quei luoghi che portano con sé un carico non indifferente di storia.

Sono sicura che anche voi, una volta conosciute le leggende legate alla Ninfa Egeria, vorrete andare a scoprire i luoghi in cui il suo mito è ancora tangibile e, perché no, bere un bel bicchiere di acqua freschissima che sgorga dalla fonte. 

La leggenda della Ninfa Egeria

Comincio subito con il dirvi che la Fonte dell’Acqua Egeria ha una grande e lunga  storia, che risale addirittura agli albori della civiltà romana e ai leggendari ‘sette re di Roma’ (sì, proprio i sovrani che per primi si insediarono sui mitici Sette Colli) e fin dall’antichità la valle in cui si trova (conosciuta come Valle delle Camene) era considerata sacra in quanto si pensava che fosse la ‘casa’ dove la bella Egeria vivesse insieme alle altre Ninfe Camène (oltre ad Egeria, vi erano Carmenta, Antevorta e Postvorta).

A proposito: nella mitologia, una Ninfa è una divinità, in genere connessa ai boschi, alle montagne, alle sorgenti (comunque ad elementi della natura) dotata di saggezza e capacità profetiche e divinatrici; in genere è rappresentata come una giovane bella ed aggraziata. E’ una divinità che a cuore il luogo in cui vive e che tuttavia non disdegna l’amore degli uomini.

Anche Egeria aveva uno spasimante, niente meno che il sabino Re Numa Pompilio, che secondo il mito pare andasse ogni notte al Bosco Sacro per incontrarla e consigliarsi con lei sulle questioni più importanti del suo regno, inclusa l’organizzazione dei culti, della liturgia e della struttura sociale. Una amica, un’amante ed una confidente preziosa, tanto che la leggenda vuole che alla morte del Re la sua amata Ninfa per il dolore si sciolse in lacrime e la Dea Diana, mossa a compassione, la trasformò in sorgente.

I resti archeologici del Ninfeo di Egeria, nel Parco della Caffarella

I resti archeologici del Ninfeo di Egeria, nel Parco della Caffarella photo credit Wikipedia

Se la romantica e struggente storia d’amore sia vera o meno non ci è dato di saperlo, quel che è certo è che Egeria era tenuta in grande considerazione  e venerata dai Romani, in particolar modo dalle donne che si rivolgevano alla Ninfa per ricevere protezione in caso di nascite e problemi di fertilità.

Nel II secolo d.C., dove si trova una delle principali sorgenti venne edificato un Ninfeo con rivestimenti di marmo, mosaici e una statua del Dio Almone; il ninfeo su successivamente attribuito impropriamente alla Ninfa Egeria, in realtà era parte del Triopio (oggi la definiremmo una tenuta agricola con villa) di Erode Attico e di Annia Regilla.

I resti archeologici del Ninfeo di Egeria si possono ancora vedere percorrendo uno dei tanti sentieri che attraversano il Parco della Caffarella, una delle aree verdi più interessanti di Roma, a ridosso della Via Appia Antica, la Regina Viarum che – con le sue Tombe, Chiese e Catacombe, è amata da turisti ed appassionati di arte, dai romani che amano percorrerla a piedi o in bicicletta, fermandosi per un pic-nic all’aperto durante la bella stagione. E’ anche la via che lo scrittore Paolo Rumiz ha percorso interamente partendo da Roma fino a Brindisi, e di cui parla nel suo libro – racconto di viaggio (su Amazon: Paolo Rumiz, Appia).

Il Parco della Caffarella

Non solo per la Ninfa Egeria: il Parco della Caffarella è molto interessante sia per chi cerca il contatto con la natura (ci sono sentieri didattici e percorsi ben segnalati, uno di questi è il ‘sentiero delle acque’ che attraversa il parco seguendo un itinerario che tocca il corso del fiume Almone, le sorgenti, gli stagni ) sia per chi va alla ricerca di evidenze archeologiche e storiche.

Sorto in una valle alluvionale e in parte attraversato dal fiume Almone, è circondato da vie consolari importantissime (via Appia e via Latina) ed al suo interno presenta vestigia archeologiche (il Santuario di Annia Regilla, il già citato Ninfeo di Egeria, la Chiesa di Sant’Urbano, già tempio romano dedicato a Cerere e Faustina, il Tempio del Dio Redicolo, il Colombario costantiniano, le cisterne romane) e costruzioni agricole tipiche della campagna romana (Casale della Vaccareccia) tanto che attraverso una visita al Parco della Caffarella si può immaginare come fosse il tessuto urbano prima della cementificazione post bellica. Con una simile bellezza, la Valle della Caffarella fu uno dei luoghi più apprezzati dai giovani viaggiatori europei impegnati tr ail 1700 ed il 1800 nel Grand Tour e se ne trova menzione nei diari e nelle opere di Chateaubriand, Goethe, Andersen e  Piranesi.

Casale della Vaccareccia, Parco dellla Caffarella, Roma

Casale della Vaccareccia, Parco dellla Caffarella, Roma photo credit wikipedia

La fonte dell’acqua Egeria

A due passi dal Parco della Caffarella si trova lo stabilimento dell’acqua Egeria, dove viene imbottigliata una delle acqua minerali che sgorgano a Roma (l’altra è l’Acqua Sacra, ci sono poi anche altre fonti storiche (Appia, Capannelle, Fonte Laurentina  ma attualmente non sono attive e/o  sono dismesse) e che, a mio parere, è una delle più buone per accompagnare il pasto.

Conosciuta anche come ‘Acqua Santa di Roma’ per le apprezzate proprietà di alleviare i disturbi delle stomaco e dei reni. E’ un’acqua medio-minerale effervescente naturale, con apprezzabili livelli di bicarbonato, calcio, magnesio e potassio, che arriva alla sorgente romana dopo aver attraversato il sottosuolo vulcanico dei Castelli Romani. Ancora oggi l’acqua Egeria viene prodotta ed imbottigliata nello stabilimento di Via dell’Almone, via che costeggia il Parco della Caffarella.

L’utilizzo commerciale dell’acqua prende avvio all’inizio del XIX° secolo, quando in una Roma ancora papalina vengono create infrastrutture e viene sviluppata la distribuzione attraverso le botti caricate sui carri degli ‘acquasantari‘; è solo nel 1948 che viene fondata l’azienda “Acqua Santa Roma srl”: l’acqua viene imbottigliata nei tipici boccioni di vetro e trasportata nei negozi di Roma.

Per chi è di Roma ed è abbastanza adulto da ricordare gli anni ’60, verrà sicuramente in mente che si andava a comprare l’acqua Egeria dai “Vini & Oli”, esercizi commerciali oggi scomparsi dove venivano venduti appunto il vino sfuso (successivamente anche imbottigliato), l’olio, i liquori ma anche l’acqua, le bibite, lo scatolame, alcuni dolcetti. Un po’ osteria un po’ rivendita al dettaglio, erano lo specchio di un’epoca passata, in cui non esistevano le enoteche.

I tipici bottiglioni con l’etichetta verde hanno accompagnato per lungo tempo anche i pranzi della nostra famiglia. E il vuoto – in vetro – era rigorosamente a rendere!

Il Parco dell’Acqua Egeria

Accanto all’impianto di produzione dell’acqua minerale e non distante dai varchi di accesso al Parco della Caffarella e dalla Via Appia Antica è stato creato un parco aperto al pubblico – il Parco Egeria – dove è possibile trascorrere il tempo libero, anche con i bambini, in un ambiente protetto con pineta, area giochi, area ristoro ed una preziosa area dedicata agli amici a 4 zampe. Ovviamente all’interno del Parco Egeria vi sono le fontanelle di acqua minerale, da cui si può prelevare l’acqua appena sgorgata dalla sorgente.

Maggiori informazioni:

  • Fonte dell’acqua Egeria – via dell’Almone 111, Roma.
  • Parco della Caffarella (diversi accessi). Si può raggiungere con i bus 87, 118 e 218 oppure metro A Colli Albani e poi tratto di strada a piedi (circa 1 km.).
La Ninfa Egeria nel bosco delle Camene

photo credit Wikipedia: Di Claude Lorrain – The Yorck Project (2002)

Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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