Visitare il Rione Pigna: passeggiata nella storia di Roma

Il Rione Pigna, un concentrato di arte e di storia

Per conoscere Roma non basta una vita, e per visitarla come si deve forse ne servirebbero almeno due. Una città così ricca di storia (e di storie), di arte, di palazzi bellissimi e di angolini meravigliosi va avvicinata poco alla volta, in modo da potersi soffermare su dettagli altrimenti fuggevoli. Se per altre città funziona la suddivisione delle visite turistiche in base alle zone ed ai quartieri, per Roma c’è bisogno di suddividere gli itinerari addirittura in isolati. Soprattutto se – come nel mini itinerario per visitare il rione Pigna che condivido in questo post, si tratta di una zona della città talmente densa di luoghi di interesse che diventa complicato perfino fare una selezione.

L’Altare della Patria ed il Campidoglio

L’itinerario nel Rione Pigna, uno dei tanti che costituiscono il nucleo della Roma storica prima ancora che venissero introdotti i quartieri, inizia da quella che a mio parere è la piazza più patriottica di Roma (se non dell’Italia intera), Piazza Venezia, dominata dalle forme monumentali dell’Altare della Patria o Vittoriano, al tempo stesso sacrario militare, scrigno delle gesta risorgimentali d’Italia e luogo panoramico da cui osservare Roma dall’alto. Patriottica e assai ben collegata dal trasporto urbano: tra fermate di bus in transito e capolinea è davvero facile raggiungerla.

L'Altare della Patria, Roma

L’Altare della Patria, Roma

L’Altare della Patria si può visitare con accesso gratuito e oltre ad apprezzarne il valore storico-architettonico dell’edificio si può visitare il Sacrario delle Bandiere (da cui si accede al sacello dove è tumulato il milite ignoto) ed il Museo centrale del Risorgimento, che conserva numerosi cimeli tra cui oggetti appartenuti a Garibaldi, documenti, diari. Nell’ala Brasini, che si trova lato via dei Fori imperiali, vengono spesso ospitate delle mostre d’arte di ottimo valore (con ingresso a pagamento).

Dall’Altare della Patria in pochi passi si arriva al colle del Campidoglio ed alla piazza michelangiolesca su cui si affaccia il Comune di Roma ed i Musei Capitolini; salendo una ripida scalinata si accede alla Basilica di Santa Maria in Aracoeli, dove è custodita una statua del Bambinello assai venerata dai Romani per le sue virtù miracolose  (seguendo il link potete leggere il post in cui vi racconto una visita al Campidoglio e all’Aracoeli insieme al team Skyteam).

La scala della Cordonata porta al Campidoglio

Il Campidoglio visto dalla scala della Cordonata

Via delle Botteghe Oascure e la Crypta Balbi

Tornando a Piazza Venezia il nostro itinerario circolare per visitare il rione Pigna (o, almeno, alcune dei luoghi più suggestivi del rione) che ci porterà a fino a Largo Argentina ed oltre, prosegue lungo Via delle Botteghe Oscure, una via famosa nel dopoguerra perché vi aveva sede il Partito Comunista Italiano (e il palazzo di mattoni rossi che lo ospitava era chiamato ‘Bottegone’).

Qui oggi c’è il capolinea del tram n. 8, che porta a Trastevere e poi fino a Monteverde  ma a noi interessa perché su questa via ci sono due chicche da vedere e visitare: a destra ci sono i resti – assediati dai palazzi circostanti – del cosiddetto Tempio delle Ninfe: restano visibili solo alcune colonne di quello che doveva essere un tempio periptero legato all’area sacra di Largo Argentina mentre a sinistra si accede all’area museale della  Crypta Balbi, parte del circuito dei musei del Comune di Roma (ingresso 10€).

Che Roma sia una città stratificata è cosa risaputa, e la Crypta Balbi mostra in modo chiaro come le diverse epoche, con le loro architetture ed edifici, si siano sovrapposti. Un intero isolato oggetto di scavi archeologici, che hanno portato alla luce i resti di un teatro romano (il teatro di Balbo) , case ed officine produttive, perfino un convento di monache.

Palazzo Mattei, dettaglio

Un dettaglio di Palazzo Mattei

Una piccola deviazione verso il Ghetto: Palazzo Mattei e la fontana delle tartarughe

Da via delle Botteghe Oscure facciamo una piccola deviazione su via Caetani (se avete memoria delle vicende contemporanee, è il luogo in cui venne ritrovato il cadavere di Aldo Moro dopo che venne rapito dalle Brigate Rosse) e raggiungiamo Palazzo Mattei, costruito su progetto (1598-1617) dell’architetto Carlo Maderno, ed i tre piani che affacciano sui cortili interni sono stati arricchiti da statue ed elementi archeologici. Quasi una wunderkammer verticale, bellissima da vedere. Purtroppo gli interni del Palazzo non si possono visitare liberamente ma solo grazie ad ‘aperture speciali’ legate a visite guidate. Nella piazza poco distante, la deliziosa fontana delle tartarughe.

Da qui, se volete, potete seguire via della Reginella e arrivare in Ghetto, per assaggiare la cucina kosher romana e acquistare i biscotti o le crostate di ricotta e visciole al Forno Boccione, che tramanda la tradizione giudaico romanesca nei dolci (orari di apertura legati alle liturgie ebraiche, il sabato chiuso). Non mancano certo i ristoranti e anche tavole calde dove fermarvi, sempre kosher.

La fontana delle tartarughe, a Piazza Mattei

La fontana delle tartarughe, a Piazza Mattei

Largo di Torre Argentina

Altrimenti, imboccate via Paganica e quindi Piazza dell’Enciclopedia Italiana e – oplà! – vi troverete davanti, in un colpo d’occhio senza pari, all’area archeologica di Largo di Torre Argentina.

Chiariamo subito un equivoco: il Paese sudamericano non c’entra nulla con l’appellativo della Piazza, che prende invece il nome dal luogo di nascita di Johannes Burckardt (conosciuto come ‘Burcardo’), maestro di cerimonie papale nato a Strasburgo (Argentoratum in latino) che in questa zona aveva il suo palazzo. E la torretta con portico che si trova su un angolo del Largo non è la Torre Argentina, ma la Torre del Papito, di epoca medievale e non visitabile.

L’area sacra al centro della piazza è frutto di scavi archeologici relativamente recenti  e sono quattro i templi che sono stati riportati alla luce, con una datazione che li colloca tra il IV ed il I secolo avanti Cristo. Non è stato ancora possibile determinare con certezza a chi fossero dedicati, sebbene vi siano forti collegamenti con le architetture elleniche, etrusche ed italiche.

L’area archeologica è famosa per ospitare una delle colonie feline più famose di Roma. E a dir la verità, i mici che si crogiolano al sole allungati su colonne e marmi antiche sono un’invito a scattare foto!

Area sacra di Torre Argentina, Roma

Foto Largo Argentina – photo credit: Alessio Damato – Self-photographed, CC BY-SA 3.0

Il Pantheon

Da largo di Torre Argentina proseguite su via della Rotonda fino ad arrivare il Piazza del Pantheon ma durante il percorso aguzzate lo sguardo: si possono individuare tracce di resti archeologici inglobati nei palazzi, come le due colonne che facevano parte delle Terme di Nerone (in Via Sant’Eustachio) o le strutture murarie in Via dell’Arco della Ciambella (in una è stata anche ricavata un’edicola sacra), un tempo parte delle Terme di Agrippa. Quando vi dico che Roma è fatta a strati, ed il presente si mescola con il passato, non esagero e nel percorso per visitare il Rione Pigna ne abbiamo la dimostrazione!

Arrivati al Pantheon, lasciatevi sedurre dalla struttura circolare con oltre duemila anni di storia: un portico rettangolare con colonne corinzie immette in un’aula circolare con una grande cupola (è ancora la più grande del mondo) dove un tempo veniva onorato il culto di tutte le divinità. Dal VII secolo è stata trasformata in chiesa cattolica dedicata a Santa Maria ai Martiri (è conosciuta anche come Santa Maria alla Rotonda). All’interno vi sono ospitate le tombe dei primi due Re d’Italia (Vittorio Emanuele II e Umberto I) e le tombe dei pittori ed architetti Raffaello Sanzio, Annibale Carracci, Baldassarre Peruzzi e del compositore Arcangelo Corelli.

Una volta al Pantheon dovete fare una sosta alla Tazza d’Oro, torrefazione storica romana famosa per il suo caffè e, ancor più, per la golosissima granita di caffè con doppia panna, una squisitezza amata dai romani (e non solo!).

La Basilica di Santa Maria sopra Minerva

Una volta che avrete ripreso energia, riprendiamo la nostra passeggiata per visitare il Rione Pigna e tornando verso Largo di Torre Argentina ci fermiamo a visitare la Basilica di Santa Maria sopra Minerva, edificio di culto cattolico costruito in un’area in cui già si trovavano tre templi romani dedicati a Serapide (Serapeum), Iside (Iseum) e Minerva (Minervium).

La basilica ospita inoltre le spoglie di Caterina da Siena, proclamata dottore della Chiesa nel 1970, e del pittore mistico Beato Angelico, proclamato «Patrono universale degli artisti» nel 1984, nonché un pregevole affresco di Melozzo da Forlì. Affidata ai frati domenicani, la Basilica è uno scrigno d’arte religiosa: l’Annunciazione di Antoniazzo Romano, la statua del Cristo Redentore di Michelangelo, la Cappella Carafa affrescata da Filippino Lippi sono solo alcuni tesori di questa Basilica che ospita anche tombe illustri di pontefici, il sacello del Beato Angelico e le spoglie di Santa Caterina da Siena. Sulla piazza, davanti alla Basilica, si trova una statua famosa, l’elefantino della Minerva, con un obelisco sulla schiena, realizzata da Gian Lorenzo Bernini nel 1667.

Continuate la passeggiata per vedere il rione Pigna (o almeno una sua parte) lungo via dei Cestari. Siamo nella zona di Roma che, in epoca medievale, ospitava i calcarari, ovvero gli addetti a trasformare in calce i preziosi ed antichi marmi imperiali (nel medioevo la spoliazione dei marmi che decoravano gli edifici di epoca romana fu senza limiti ed è questo il motivo per cui oggi gli antichi edifici romani ci appaiono spogli e con le murature a vista.

La Chiesa del Gesù ed un giardino nascosto

Tornando in direzione di Piazza Venezia, fermatevi a Piazza del Gesù per visitare la Chiesa del Santissimo Nome di Gesù all’Argentina, più conosciuta come Chiesa del Gesù, chiesa madre della Compagnia del Gesù (i padri gesuiti, per capirci). La facciata della Chiesa è di Giacomo della Porta; di particolare interesse la Cappella di Sant’Ignazio di Loyola, il fondatore della Compagnia e l’altare dedicato a San Francesco Saverio opera di Pietro da Cortona.

Prima di arrivare di nuovo a Piazza Venezia, dove si conclude l’itinerario per visitare il Rione Pigna, fate una sosta nel piccolo ma curato giardino di Palazzo Venezia, un’oasi verde nel cuore di Roma dalle eleganti forme rinascimentali a cui si accede da Via degli Astalli o da Piazza San Marco. E non dimenticate di visitare il Museo Nazionale di Palazzo Venezia, dove spesso vengono ospitate mostre d’arte interessanti.

Il Giardino di Palazzo Venezia

Il Giardino di Palazzo Venezia

Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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