Itinerario attraverso la Val d’Orcia fino a Buonconvento

La lontananza obbligata da lockdown è difficile da accettare. Nella mente si affollano ricordi, giorni lieti e momenti indimenticabili che solo ora, che non puoi far altro che stare a casa, ti sembrano preziosi più dell’oro. Mi mancano amici, parenti, colleghi e mi manca tantissimo il profilo morbido delle colline,  le file ordinate di cipressi, i poderi così belli e solidi, le strade fatte di curve che segnano il territorio. Mi manca la Toscana, mi manca Buonconvento e la sua atmosfera medievale, il suo essere paese e porto sicuro, il suo racchiudere storia e storie. Non so cosa  darei in questo momento per poter partire, percorrere tutto d’un fiato l’autostrada ed uscire al casello di Chiusi per un itinerario attraverso la Val d’Orcia che mi porti fino a Buonconvento. Il ricordo è come una febbre, un un brivido continuo che rinnova amore per luoghi cari in cui i ricordi assumono la concretezza di un abbraccio.

L’itinerario attraverso la Val d’Orcia che porta a Buonconvento inizia da Chianciano, con le sue famose fonti di acqua salubre, le piscine termali (splendide le Theia e le Sensoriali) e le SPA, gli alberghi un tempo frequentatissimi, inegozi ‘da turisti’, le pasticcerie, le passeggiate di rito dopo aver passato le acque, i dancing e le balere di una volta, per una clientela non certo giovanissima ma che ancora apprezza il piacere di ballare e – perché no – di flirtare. E indimenticabile è il panorama, che nelle belle giornate fa spaziare la vista lontano fino ad arrivare ai contrafforti dell’Appennino.

Piscine termali Theia di Chianciano

Lasciato Chianciano la strada si inerpica tra curve e boschetti in direzione della Val d’Orcia, il paesaggio diventa talmente bello da far soffrire il cuore di felicità. Passare accanto alla  Tenuta della Foce, con il Castello ed il microcosmo di case coloniche, scuole di campagna, dispensari e circoli ricreativi ogni volta mi fa benedire la saggezza illuminata dei Conti Origo, che tanto hanno fatto per i loro mezzadri.

C’è uno spiazzo, proprio davanti al vecchio dopolavoro, dove bisogna fermarsi, ogni volta: lo sguardo spazia su tutta la Val d’Orcia, il cono vulcanico dell’Amiata sullo sfondo, la rocca isolata di Radicofani e le infinite distese di campi punteggiati da poderi.

Se solo sapessi dipingere, è proprio qui che vorrei aprire il cavalletto e farmi stordire dai colori che mutano con le ore e le stagioni. In mancanza di tale dono, mi accontento di fotografare: non serve essere fotografi provetti, il paesaggio è così bello e garbato che si mette in posa da solo!

Visitare la Val d’Orcia: la perfezione del paesaggio

Nell’itinerario attraverso la Val d’Orcia, una volta scesi i tornati della Foce si incontra la riserva naturale di Lucciolabella:  preserva i calanchi di tufo, le tipiche formazioni di questo fazzoletto di Toscana nate dallo scorrere dell’acqua piovana, così simili a formazioni desertiche o a crateri lunari in lenta evoluzione.

Ma non c’è tempo per fermarsi, ci vengono incontro gli ampi spazi coltivati a grano, che in primavera hanno la soffice morbidezza del velluto verde e in estate la preziosità dell’oro. Anche qui poderi, casali, castelli che paiono usciti dagli affreschi di Duccio di Buoninsegna. Accanto all’agriturismo del Castello di Spedaletto c’è un mulino artigianale che vende farina e pasta artigianale, nei giorni giusti il profumo di grano macinato si sente lungo la strada e invoglia a sostare per fare scorte di gusto.

Ancora qualche chilometro immersi in un paesaggio sospeso, i cipressi sono fedeli compagni di viaggio e i borghi arroccati sulle colline concrete visioni di bellezza. Dopo poco si incrocia la via Cassia, Bagno Vignoni e la sua grande vasca di acqua sorgiva termale, tanto amata da Santa Caterina e da Lorenzo il Magnifico, è proprio a due passi, un invito a raggiungerla.  Ci tornerò, a Bagno Vignoni,  per immergermi nelle sue acque calde e confortevoli. E di conforto, in questi tempi difficili, ne abbiamo tutti un grande bisogno. Ma ora no, non posso fermarmi, mi aspetta Buonconvento e non voglio farmi distrarre.

Un week end a Bagno Vignoni, tra terme e storia

In questo tratto di strada la via Cassia è particolarmente stretta, segue le curve delle colline e costeggia borghi famosi: San Quirico d’Orcia sa svelare i suoi tesori a chi ha la pazienza di lasciare la strada e fermarsi ad ammirare le strade acciottolate del centro storico, gli Horti Leonini, la chiesa cattedrale ed i palazzi nobili.

Ancora pochi chilometri e di nuovo il paesaggio muta, si intravedono vigneti e Montalcino – città del vino e patria del Brunello – è lì che domina dall’alto della collina, aspettando tranquilla di incantare i visitatori con le sue strade che si inerpicano, la piazza del Popolo con i Palazzo dei Priori, la grande Fortezza militare, le botteghe che vendono vino e dolci dalle ricette antiche. Montalcino merita ben più di una sosta, microcosmo di storia e di vicende medievali.

Passeggiate e shopping a Montalcino

Prima ancora di arrivare a Torrenieri, frazione tranquilla di Montalcino, la via Cassia ci dona la vista di uno dei luoghi più famosi della Provincia di Siena: il boschetto di cipressi viene talmente tanto fotografato, riprodotto, disegnato, osservato che non sarà raro dover rallentare per le macchine parcheggiate alla belle e meglio. Non so quante volte ci sono passata accanto o mi sono fermata per scattare foto, eppure ogni volta che li vedo è sempre come la prima volta. Perfetti. Iconici. Struggenti. L’itinerario attraverso la Val d’Orcia è anche questo: sentirsi parte di un tempo e di uno spazio infinito e lasciarsi irretire da una manciata di alberi che sfiorano la perfezione.

La foto della domenica: i cipressi della Val d’Orcia

Dopo Torrenieri la strada corre sul crinale della collina, annuso l’aria per ritrovare odori conosciuti. Un paio di poderi, la bella villa della Rondinella con il suo dolente fantasma (be ne parlerò, prima o poi)  ed ecco che lo sguardo finalmente si apre sulla vallata, Buonconvento è disteso sulla piana, riconosco le strade e gli edifici, la cinta merlata, la via centrale simile ad una spina dorsale, il campanile della chiesa  e la torre del podestà, così simile alla Torre del Mangia (ma in miniatura!) ed i nastri fluidi dell’Arbia e dell’Ombrone.

Per il momento, il sogno, il ricordo, la speranza sono i miei amici. Pensare a Buonconvento mi rende felice, e lo sarò ancor di più quando al ricordo si sostituirà la concreta possibilità di andare. Per il momento, #ancheiorestoacasa.

Buonconvento in tre ore e venti minuti

 

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Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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