Una bella gita a Barga in Garfagnana

Una gita a Barga in Garfagnana tra poeti, scozzesi e castagneti

La Garfagnana è terra di boschi, di castagni, di fiumi e montagne, un territorio che si può considerare a parte rispetto ai consueti e più frequentati itinerari turistici. Il territorio si trova in provincia di Lucca ricompreso tra le Alpi Apuane e l’Appennino tosco-emiliano e possiede ancora uno spirito ancestrale e selvaggio, che permea i suoi borghi culturalmente vivaci- L’appartenenza al territorio dei suoi abitanti è molto forte e la natura domina le strette valli su cui si trovano i borghi. Un connubio che attrae escursionisti e ciclisti ed ovviamente ha attratto anche noi, che in una escursione giornaliera da Follonica abbiamo raggiunto in un paio di ore la Garfagnana per una gita a Barga, che ci è apparsa da subito come un gioiellino medievale ricco di dettagli, di scorci panoramici, di edifici importanti da visitare. E anche di piccole curiosità da raccontare!

Perché fare una gita a Barga?

Barga è una cittadina non troppo grande (meno di 10.000 abitanti) e la sua posizione a 400 metri s.l.m. la rende in estate un piacevole luogo di villeggiatura: per quanto faccia caldo durante il giorno, la sera il fresco che arriva dai boschi e dai monti circostanti consente un sereno riposo.

Il centro storico di Barga (detto anche Barga Castello), ricalca fedelmente l’impianto urbanistico comunale: ci sono vie e vicoli perfetti nella loro semplicità, circondati da mura a cui un tempo si accedeva da tre porte – oggi ne sono rimaste due, Porta Reale e Porta Macchiaia.

La città trova il suo fulcro nel Duomo di Barga, o, meglio, la Collegiata di San Cristoforo, posizionata proprio sulla cima della collina a dominare l’abitato. Il Duomo ha un aspetto diverso da qualsiasi altra chiesa o cattedrale abbia mai visto in Toscana e a dirla tutta nelle forme ricorda più una fortezza che un luogo sacro. Anche il campanile, merlato, ricorda moltissimo una torre civica.

La nostra gita a Barga

Dopo aver lasciato la macchina nel parcheggio di piazzale del Fosso, siamo entrati nel borgo vecchio di Barga dalla Porta Reale e immediatamente ci siamo trovati davanti ad un bivio: seguire a destra via del Pretorio, la via più breve per raggiungere il Duomo oppure andare a sinistra lungo via di Mezzo, per visitare la parte ‘laica’ della città?

In realtà, come abbiamo scoperto poi, seguendo il sistema di vie interno si raggiunge comunque la Collegiata di San Cristoforo, che è un po’ il faro ed il fulcro del borgo.

Noi abbiamo scelto di percorrere l’itinerario più lungo, per poter vedere (dall’esterno) la Chiesa della Santissima Annunziata e quindi una delle istituzioni culturali più famose di Barga, il Teatro dell’Accademia dei Differenti, frequentato dallo stesso Giovanni Pascoli che vi lesse “La Grande Proletaria si è mossa”, orazione a favore dell’intervento italiano in Libia.

Dopo aver attraversato Piazza Angelio (quanto di più simile ad un salotto cittadino) siamo arrivati in  Piazza del Comune,  ospitato nel Palazzo dei Marchezi Pacrazi-Gonzaga.

Prima ancora, ci siamo fermati per un caffè da Aristo, un locale simpatico e storico (è del 1902) con cucina a vista, a metà tra il circolo culturale, il bar e l’osteria. Da Aristo preparano spuntini e organizzano eventi musicali, in un clima di cordiale amicizia. Si trova quasi di fronte alla struttura della Loggia dei Mercanti,  un portico su colonnine che oggi ospita i tavolini di un bar.

A Barga ci sono sono tanti palazzi nobili, perché fin dal rinascimento faceva parte dei possedimenti fiorentini e gli stessi Medici vi traevano ricchezza (boschi, materie prime, commerci); non è raro trovare riferimenti e stemmi medicei sulle architravi dei palazzi cittadini o su monumenti. Più avanti nei secoli, Barga fu visitata più volte dai Granduchi di Toscana, che alloggiavano nel Palazzo Bertacchi-Cordati.

Procedendo nel nostro mini itinerario per visitare Barga e seguendo sempre la via di Mezzo, passando per stradine e vicoletti che di tanto in tanto regalavano scorci e panorami sui monti vicini, sui tetti rossi delle case di Barga e su scorci fioriti, scoprendo gallerie d’arte ed espositive (ce n’è una anche sulla Linea Gotica, di cui Barga si trovò suo malgrado a far parte).

Abbiamo poi imboccato la strada in pendenza che porta fino al bastione su cui si eleva la Cattedrale, facendo una deviazione per vedere la Chiesa del SS. Crocifisso, con una bella facciata decorata da due statue di marmo.

Alla Collegiata di San Cristoforo si arriva salendo una ripida scalinata: la vista dal sagrato è spettacolare perché la chiesa è l’edificio posto più in alto e non c’è nulla a creare barriera: si vedono anche le Alpi Apuane!

Molto particolare l’edificio della Collegiata: visto da fuori sembra un cubo di pietra massiccia interrotto da un portale e qualche feritoia. Fondata nell’anno mille, è stata costruita in più epoche fino al XVI secolo  e conserva elementi architettonici romanici e gotici.

Entrando all’interno, colpisce immediatamente la vastità dello spazio e il pulpito di scuola comacina con i leoni alla base (la foto qui sotto rende più delle parole). L’immagine del leone si ritrova anche sulla mensola del portale di ingresso della chiesa.

Di fianco alla Collegiata c’è un grande prato verde detto l’arringo, ovvero il luogo deputato alle riunioni civiche in epoca medievale (ed anche il Palazzo Pretorio è poco distante).

Siamo poi tornati indietro fino a Porta Reale scendendo per via del Pretorio. Da segnalare lungo questa strada il vecchio Convento delle Clarisse poi trasformato in Conservatorio di S. Elisabetta.

Anche lungo la discesa non mancano sorprese: scorci e paesaggi da fotografare e la sede di Barga Jazz, il festival estivo di musica nato nel 1986 da un’idea di Giancarlo Rizzardi e Bruno Tommaso.

Barga e Giovanni Pascoli

Quanti di voi nel corso degli studi scolastici hanno dovuto imparare a memoria “La cavalla storna“, la poesia di Giovanni Pascoli che narra la morte tragica e misteriosa del padre? Una poesia a ben vedere tremenda da far studiare a bambinetti delle elementari, che parla di morte e assassini, quasi gotica nelle atmosfere.

Il Pascoli è il Pascoli,non si discute ma si ama o si odia (e ve lo dice una che alla maturità ebbe la sconsideratezza di portare una tesina sulla visione del “fanciullino” pascoliano).

Poeta nazionale, accademico e uomo complesso che per tutta la vita fu condizionato dall’omicidio del padre, che dovette sopportare povertà e prendersi cura della famiglia, una volta stabilizzata la situazione professionale ed economica scelse di risiedere per diversi anni in una frazione di Barga,  Castelvecchio Garfagnana.

Si stabilì in quella che era la villa di campagna dei Cardosi-Carrara, comprandola con il ricavato della vendita delle medaglie d’oro vinte nei concorsi di poesia latina e per 17 anni divenne il luogo prediletto dove vivere con la fedele sorella Maria per comporre e studiare i classici latini.

La casa di Castelvecchio è stata trasformata in un museo con le stanze arredate con mobili e suppellettili originali, disposti esattamente come lo erano al tempo del poeta. Sia la casa che  la cappella privata, dove si trova la tomba del Pascoli e della sorella Maria,  si possono visitare.  

Barga e gli scozzesi

Appena arrivata a Barga, mi ha subito incuriosito il gemellaggio della città con la contea di East Lothian, in Scozia. E, poi, girando per le vie di Barga, davvero numerose sono le citazioni, le insegne e le foto a tema Scozia. Ma davvero, che c’entra la Scozia con Barga?

Grazie ad un edicolante della città ho scoperto che a fine XIX secolo nmoltoi abitanti di Barga erano emigrati in cerca di lavoro in Scozia e da allora la comunità scozzese ha scoperto la città. E’ facile vedere le bandiere scozzesi in giro, a settembre si svolge la settimana scozzese (e di solito arrivano delegazioni in kilt e con tanto di cornamuse) con balli, musica e tradizioni celtiche.

Anche il pittore contemporaneo scozzese John Bellany aveva scelto Barga come suo luogo del cuore (in piazza Angelio c’è una targa in suo ricordo, sul Giornale di Barga trovate più informazioni su questo artista e sul suo rapporto con la città). Barga è decisamente la città più scozzese d’Italia!

Altre informazioni utili:

  • Barga è uno dei “Borghi più belli d’Italia”
  • la sua cucina tipica unisce il bosco al fiume e quindi trote, castagne, funghi. Ottima la pasta fatta in casa con la farina di castagne.
  • Barga si trova a meno di 40 km. da Lucca, circa 100 km. da Firenze e 55 da Pisa
  • Noi da Follonica abbiamo preso l’autostrada fino a Lucca, poi abbiamo seguito la provinciale che passa per Borgo a Mozzano (famoso per il ‘ponte del Diavolo’) e proseguito verso Barga lungo la valle del Serchio.

        

Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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