Dove si trova la Quercia delle Checche il monumento verde della Val d’Orcia

Ci sono monumenti di pietra e monumenti fatti di fronde verdi, con rami vigorosi che bucano il cielo e foglie tenere tra cui si nascondono i nidi degli uccellini. Sono alberi monumentali, dei veri e propri ‘patriarchi’ che hanno superato secoli di vita e che ci attraggono per la potenza della loro energia. Ma dov’è la Quercia delle Checche, il grande albero pluricentenario?

Come avrete forse immaginato, siamo in Toscana, in quel meraviglioso, struggente e sempre amato lembo di terra racchiuso sotto la denominazione di Val d’Orcia (e che sia Patrimonio dell’Unesco non è certo un caso), un esempio di paesaggio modellato dall’uomo  senza creare troppi scempi ambientali.

La Quercia delle Checche (o Quercione delle Checche) è un albero famoso, ammirato e fotografato nemmeno fosse una star del cinema e può contare su un primato: è stato il primo Monumento Naturale ad essere stato individuato nel 2017 dal Ministero peri beni archeologici e culturali, che lo ha equiparato a bene culturale ai sensi dell’art. 10 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio).

Le branche spezzate della Quercia delle Checche

Le branche spezzate della Quercia delle Checche

La Val d’Orcia e le querce

In realtà, nel corso dei secoli, l’uomo ha impresso una forte impronta nella Val d’Orcia, che un tempo era una zona ricca di boschi ancor più che agricola, con ampi appezzamenti di querce di alto fusto che nel corso del XIX e XX secolo sono stati interamente sacrificati in favore della modernità e della fame di legno di ottima qualità necessario per fare le traversine delle nascenti ferrovie. Oggi restano solo alcune querce, isolate tra loro nella campagna:  ma la più bella, la più grande e quella che ha una storia più interessante è proprio lei, la Quercia delle Checche.

Quel che è certo, è che la Quercia delle Checche (Quercus pubescens Will. detta anche Roverella) è un simbolo potente della forza della natura e della resistenza alle avversità: si ipotizza che l’albero – che ha un tronco di oltre cinque metri e mezzo di circonferenza – abbia più o meno 350 anni e che sotto le sue fronde ombrose abbiano riposato pellegrini, viaggiatori, militari, contadini. E’ stata testimone dell’avvicendarsi dei Granduchi di Toscana, delle guerre napoleoniche,  ha visto passare re, eserciti e partigiani: se la quercia potesse parlare, chissà quante storie ci racconterebbe!

Dove si trova la Quercia delle Checche? Bordo strada, ben visibile e individuabile

Dove si trova la Quercia delle Checche? Bordo strada, ben visibile e individuabile

Quella che vediamo oggi è però una Quercia delle Checche ‘ridotta’: nel 2014,  a causa di alcuni ‘scalatori di alberi’  una delle lunghe branche (sono i rami portanti che diramano dal fusto e da cui nascono i rami veri e propri)  si è spezzata e l’albero, in una sorta di autoconservazione dell’equilibrio, ha successivamente ‘eliminato’ la branca opposta corrispondente.

Riuscite ad immaginare quanto potesse essere grande e maestoso l’albero prima dei crolli, che hanno ridotto la sagoma per più di un terzo? Le lunghe branche crollate sono state salvate ed ora sono appoggiate a terra, testimoni silenziosi della stupidaggine dell’uomo.

Qui sotto vi lascio un piccolo video che ho girato ma che assolutamente non rende la bellezza dell’albero.

Il nome

E’ opportuno chiarire che il nome dell’albero: le “checche” non sono altro che le gazze, uccelli curiosi che utilizzano i rami per posarsi e fare uno spuntino a base di ghiande. Inoltre la stessa località in cui si trova il gigantesco albero ha lo stesso nome, tant’è che quasi dirimpetto c’è il Podere delle Checche.

Qualche fonte sul web ipotizza anche che le Checche fossero le donne-streghe che nei tempi passati si incontravano sotto l’albero per compiere i loro riti (e le gazze sono spesso associate nella tradizione europea al mistero) ma a dire la verità,  preferisco molto di più la spiegazione ornitologica!

Come visitare la Quercia delle Checche

La Quercia è preservata da un basso steccato, che crea una sorta di recinto a cui si può accedere e il tronco è circondato da pietre: cercate di non oltrepassare queste ultime perché definisce una sorta di cerchio di sicurezza dell’albero: a forza di schiacciare il terreno questo diviene poco permeabile dall’acqua e ciò crea problemi al benessere dell’albero. Accanto c’è un parcheggio per 5-6 auto, altrimenti per il tempo di una foto parcheggiate, con molta attenzione, lungo la strada.

L’ideale sarebbe poter ammirare la Quercia in diversi periodi dell’anno per vedere come muta con il trascorrere delle stagioni: verde e lussureggiante in primavera e in estate, ammantata dei colori aranciati o immersa nella nebbia in autunno, con i rami glabri in inverno.

Se poi avete la fortuna di vederla ammantata di neve, con il paesaggio della Val d’Orcia a far da quinta teatrale e le orme degli animali selvatici a punteggiare il terreno innevato, ne resterete affascinati.

L’albero è diventato un vero e proprio punto di attrazione per turisti e fotografi, per cui nei fine settimana estivi troverete parecchia folla. Se potete, andate a vedere la Quercia delle Checche di mattino presto, c’è meno gente e se siete davvero mattinieri potete andarci all’alba: il sacrificio del sonno sarà ripagato da foto bellissime.

E ricordatevi che se oggi possiamo ammirare un albero tanto maestoso e in buona salute è grazie all’intervento e all’impegno dei volontari che si preoccupano del suo benessere e della sua salvaguardia. E’ grazie al loro intervento che sono state installate delle putrelle per sostenere le branche residue e preservarle, ugualmente è grazie al loro impegno se il Ministero ha preso a cuore la sorte di uno degli alberi più grandi d’Italia-

Dov’è la Quercia delle Checche:

Da Chianciano Terme prendete la strada  che porta a Villa La Foce, la bellissima dimora dei Marchesi Origo, con il giardino disegnato dall’architetto paesaggista Cecil Pinsent, quindi proseguite fino al bivio per Pienza e Siena. Proseguite sulla strada provinciale n. 53  e dopo pochi chilometri sulla vostra sinistra c’è la quercia. Al momento in cui scrivo, si accede liberamente e non si pagano biglietti o contributi.

E’ una gita adatta a tutti, non ci sono difficoltà e con i bambini può diventare una buona occasione per parlare di alberi, storia e  protezione del patrimonio naturale.

Volete saperne di più sulla Val d’Orcia? Vi incuriosisce il giardino di Villa La Foce? Qui di seguito trovate un breve  post per approfondire

Visitare la Val d’Orcia: la perfezione del paesaggio

E questo è uno degli itinerari che consiglio a chiunque voglia scoprire una zona incantevole della provincia di Siena

Itinerario attraverso la Val d’Orcia fino a Buonconvento

Buona lettura!

Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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