Tour in moto del Gran Sasso in due giorni

Voglia di andare alla ricerca di aria buona, di sapori genuini, di tradizioni tramandate con passione e soprattutto di  paesaggi montani di incommensurabile bellezza, talmente potenti da far ritrovare la connessione con la Natura? Per noi la risposta a questa domanda è stata facile: siamo andati in Abruzzo, in quello che è stato un tour in moto del Gran Sasso di assoluta soddisfazione.

In un fine settimana di inizio giugno, con il meteo favorevole, abbiamo organizzato un’escursione su due ruote che ci ha portato  a fare il periplo del Gran Sasso e a fermarci in località non sempre conosciute ma belle e particolari, che meriterebbero molto più di una breve sosta. Il tour si può fare tranquillamente anche in auto, anche se, forse, così si perde un po’ della bellezza selvaggia del percorso.

L’itinerario del nostro tour in moto del Gran Sasso: primo giorno

Un tour in moto, a nostro parere, è bello se permette di osservare con relativa calma i paesaggi che scorrono accanto e per questo motivo, soprattutto se si tratta di un itinerario breve, evitiamo di prendere l’autostrada o strade ad alta velocità.

Ecco quindi che il percorso che abbiamo scelto ci ha portati a L’Aquila seguendo la via Salaria: i tanto amati paesini della Sabina si susseguono uno dietro l’altro ed una volta a Rieti si prosegue – sempre sulla statale – in direzione di Antrodoco.

Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga - vista sul Corno Grande

Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga – vista sul Corno Grande

Cosa vedere tra Rieti e Sella di Corno

In questo tratto di strada noi vi consigliamo di fare una sosta per visitare la Chiesa di Santa Maria in Vittorino (conosciuta anche come la Chiesa che sprofonda) ed al vicino, piccolo ma interessante, laghetto di Paterno. Se avete tempo, una volta ad Antrodoco approfittatene per visitare il centro storico e soprattutto la bella Chiesa romanica di Santa Maria extra Moenia, in posizione un poco decentrata. A proposito: ad Antrodoco c’è anche un forno (la Panetteria Sant’Anna, lungo la via Salaria all’altezza del ponte sul fiume Velino), dove ogni volta che passiamo ci fermiamo per comprare l’ottimo pane ed i biscotti.

Da Antrodoco si lascia la via Salaria per prendere la Statale 17, che collega la provincia di Rieti con quella dell’Aquila. La strada sale velocemente con alcuni tornanti facili fino alle Gole di Antrodoco. Questa località è conosciuta soprattutto perché nel 1821 le Gole furono teatro della prima battaglia del Risorgimento italiano che vide contrapposte le truppe austriache e gli insorti napoletani al comando di Guglielmo Pepe.

Lungo la strada, a circa 5 km. da Antrodoco,  si incontra anche un santuario molto particolare, dedicato alla Madonna delle Grotte, che venne costruito agli inizi del ‘600 sul luogo in cui una piccola pastorella di nome Berardina aveva trovato una sacra immagine della Vergine con il Bambino in braccio. La piccola chiesa ha una parete di roccia, su cui è collocata l’immagine sacra veneratissima dagli abitanti di Antrodoco. Accanto, un edificio che un tempo era adibito ad ostello dei pellegrini, con caratteristico porticato.

La strada prosegue facile e pianeggiante e corre tra pascoli e boschi fino al piccolo abitato di Sella di Corno: abbiamo lasciato il Lazio e siamo in Abruzzo, a più di 1.000 metri di altezza! In questo tratto di strada incuriosiscono le stazioncine ferroviarie di Rocca di Corno e Sella di Corno, un servizio vitale per i piccoli paesini che così riescono ad essere comodamente collegati con Rieti e L’Aquila.

Tour in moto del Gran Sasso: lungo la strada, c'è Amiternum

Tour in moto del Gran Sasso: lungo la strada, c’è Amiternum

Tour in moto del Gran Sasso lungo la strada maestra del Parco

Da Sella di Corno, con una discesa veloce in cui si apprezza un po’ di velocità, si arriva a Scoppito. Attenzione: non seguite le indicazioni per L’Aquila ma quelle per Preturo. E’ qui che ha inizio il Tour del Gran Sasso vero e proprio, che in gran parte seguirà la Strada Statale 80, conosciuta anche come Strada Maestra del Parco, la strada che tutti percorrevano per andare a Teramo prima che venisse costruita l’Autostrada. E, ve lo anticipo, è una strada davvero bella, che vi porterà a scoprire paesaggi quasi alpini e vi regalerà sorprese inaspettate.

La prima è pochi chilometri dopo Preturo e si chiama Amiternum: l’antica città, possedimento sabino prima e romano poi, ci viene incontro con uno dei suoi tesori più preziosi, i resti di un anfiteatro di grandi dimensioni affiancato dai resti di domus ed edifici.

L’ingresso (solo la mattina, fino alle 13,30) è gratuito e vale davvero una sosta: noi siamo rimasti a girare per il sito archeologico poco meno di un’ora, ma sarebbe necessario molto più tempo. A titolo informativo: la custode è molto gentile, c’è una piccola saletta con pannelli informativi e, se dovessero servire, ci sono i bagni ed una fontanella.

Ma dell’anfiteatro di Amiternum voglio parlarvene in un articolo a parte, perché è uno di quei luoghi inaspettati capaci di entusiasmarmi parecchio!

Ripresa la Strada Maestra del Parco, si procede – con il nastro di asfalto che pian piano inizia a salire – in direzione Arischia (si può considerare come la porta del Parco del Gran Sasso) e da qui i tornanti seguono la pendenza della montagna, passando tra boschi di conifere. Difficilmente la strada è trafficata ma il percorso, per le sue caratteristiche, è molto amato da motociclisti e ciclisti, quindi state sempre attenti soprattutto nelle curve.

Più o meno al km. 23, cambia completamente il paesaggio: si entra in un’ampia vallata, qua e là alcuni stazzi da animali e poco più: siamo quasi al mitico Passo delle Capannelle, a 1.300 metri sul livello del mare, il valico già utilizzato in tempi antichissimi  e attraverso cui passava l’antica via Cecilia (in epoca romana collegava le valli aquilane con l’Adriatico) nonché via privilegiata per trasferire le greggi durante la transumanza.

Per una decina di chilometri ci siete solo voi, i pascoli, i boschi e sullo sfondo le montagne: godetevi l’aria pulita, il fresco, la sensazione di essere in un mondo a parte, selvaggio e intenso grazie alle tutele del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga.

L’Appennino in questo tratto assomiglia tantissimo alle Alpi, e le cime più alte del Gran Sasso mostravano ancora tracce di neve. E’ un Abruzzo primordiale, in cui si riesce a comprendere quanta fatica del vivere dovevano affrontare i pastori ed i fieri montanari che abitavano minuscoli paesi arroccati sui versanti delle montagne, quando non c’erano automobili a facilitare gli spostamenti e gli scambi commerciali.

Tour in moto del Gran Sasso: il lago di Campotosto

Poco prima del km. 38 rallentate: c’è il bivio che vi porta – in pochi chilometri – fino al lago di Campotosto, un grande bacino artificiale realizzato tra gli anni 30 e 40 del secolo scorso per alimentare le centrali idroelettriche che si trovano a valle in direzione di Teramo.

Il lago è molto grande ed è possibile percorrere il suo periplo in circa 40 minuti oppure ridurre il percorso utilizzando il ponte che si trova quasi all’altezza di Mascioni. Lungo la strada, in posizione strategica per ammirare il paesaggio, ci sono alcune piazzole di sosta con tavoli e panche, mentre alcuni ristorantini lungolago (ahimè non necessariamente aperti) garantiscono la sosta per rifocillarsi.

Nei due paesi che si affacciano sul lago – Campotosto e Mascioni – ci sono piccoli ristoranti e bar, noi abbiamo pranzato in un ristorante di Campotosto realizzato in una struttura di emergenza in quella che era la piazza del paese, un menù a base di carni ovine (che io non mangio!) che anche per questo motivo – ma non solo –  non annovero tra quelli particolarmente memorabili.

Preparatevi: nell’Abruzzo montano la carne di pecora e di agnello è ovunque, sia alla brace che trasformata in sughi o ‘arrosticini’. Però c’è pronta l’alternativa per chi non la mangia o è vegetariano: puntate sui formaggi locali e soprattutto sulle buonissime scamorze, che vengono cotte alla piastra.

E’ necessario sottolineare anche che il territorio del Lago di Campotosto è stato duramente colpito dai terremoti degli scorsi anni ed ancora oggi sono molti gli edifici lesionati o proprio demoliti. Stringe il cuore a vedere tanto scempio a distanza di tempo!

Tour in moto del Gran Sasso: a Campotosto sono ancora evidenti i segni del terremoto

Tour in moto del Gran Sasso: a Campotosto sono ancora evidenti i segni del terremoto

Seguendo il corso del fiume Vomano

Dal lago di Campotosto si torna sulla Strada Maestra del Parco percorrendo la stessa strada dell’andata e da qui in poi si inizia, lentamente, a scendere di quota ed i pascoli lasciano di nuovo spazio al bosco.

Si percorrono alcune gallerie – occhio al fondo stradale – e di tanto in tanto scorrono veloci piccoli agglomerati di case.  Lungo la strada vi segnalo la Locanda del Cervo, un ‘casermone‘ di pietra che ospita la Foresteria del Parco, con punto informativo e ristorante, e la piccola frazione di Aprati, dove potete trovare bar, ristoranti, un dispensario farmaceutico ed anche un piccolo negozio di alimentari.

Nella vallata sulla destra scorre il fiume Vomano, che ci accompagnerà fino a Montorio al Vomano: la presenza del corso d’acqua garantisce un ambiente naturale verdissimo.

Se avete tempo, potete deviare per visitare rapidamente uno dei piccoli paesi arroccati sui colli: Nerito, Tottea, Fano Adriano. Un tempo fiorenti località dedite all’agricoltura ed alla pastorizia, oggi sono per lo più disabitate e tornano ad animarsi solo in estate, quando i figli ed i nipoti degli emigranti tornano ad aprire le vecchie case.

Lungo la strada, poco dopo Fano Adriano, una diga sbarra il corso del fiume Vomano e crea il laghetto di Piaganini, che alimenta la centrale idroelettrica di San Giacomo. Purtroppo il lago si può vedere solo dalla strada in quanto non è possibile raggiungere le sue sponde.

Ancora una decina di chilometri, sempre in discesa e con le temperature che aumentano fino a diventare quelle tipiche della pianura, e si arriva a Montorio al Vomano, cittadina piuttosto grande e centro di riferimento commerciale per la zona.

Un hotel con parcheggio (anche per moto)

Il nostro tour  è proseguito da Montorio, passando per Colledonico e Tossicia,  alla volta di Ornaro Grande, un borghetto agricolo non troppo distante da Isola del Gran Sasso (paese piuttosto conosciuto per il Santuario dedicato a San Gabriele) e dallo svincolo autostradale di Colledara. Qui abbiamo pernottato presso l’Hotel La Locanda del Parco, un valido tre stelle con buon ristorante di cucina locale, “Il Giglio Rosso”, che propone menù con piatti abruzzesi e buone birre (che vengono anche servite ‘a caraffa’) ed ha un ottimo rapporto qualità/prezzo. Informazione molto utile per i mototuristi: l’hotel ha un ampio parcheggio non custodito dove parcheggiare le moto.

La sera a cena abbiamo assaggiato gli spaghetti alla chitarra alla teramana: la tipica pasta squadrata viene condita con un abbondante sugo arricchito di piccolissime polpettine di carne fritte e una generosa pioggia di ricotta di pecora stagionata e grattugiata.

Considerate comunque che intorno a Montorio al Vomano è abbastanza facile trovare hotel e pensioni dove pernottare, quel che però mi sento di consigliarvi è di cercare di restare piuttosto vicini al Gran Sasso, perché il tour ancora non è concluso (abbiamo fatto solo la metà del percorso!) ed il giorno successivo si sale di nuovo  in sella!

L'altipiano del Gran Sasso, lato Vado di Sole

L’altipiano del Gran Sasso, lato Vado di Sole

Il secondo giorno del tour in moto del Gran Sasso

La sveglia del secondo giorno di tour dovrà suonare necessariamente presto in modo da partire al massimo per le 8.30 anche se nulla vi vieta di prendervela con più calma e dedicare tre giorni all’itinerario complessivo, in modo da avere più tempo per fare e vedere tutto; in ogni caso, se vi capita una giornata nitida e piena di sole, come è accaduto a noi, una abbondate colazione e la vista del Gran Sasso rilucente sotto i raggi del sole all’alba vi ripagheranno di qualsiasi alzataccia!

Tour in moto del Gran Sasso: tra ceramiche e boschi

Una volta pronti e con il bauletto porta oggetti nuovamente fissato ben saldo alla moto, riprendiamo il nostro tour. La direzione da prendere è verso il paese di Isola del Gran Sasso (se volete, fermatevi al Santuario di San Gabriele e ad acquistare pane e biscotti in uno dei forni locali) e quindi ci dirigiamo velocemente verso Castelli, il paese abruzzese famoso per i laboratori artigianali di ceramica che producono oggetti di grande bellezza.

Il paese di Castelli è gradevole, piccolo ed immerso nei boschi – essenziali per alimentare i forni ceramici  – ed il Gran Sasso alle sue spalle sembra quasi fare da sentinella.

A Castelli fermatevi a curiosare nelle botteghine che vendono i prodotti artigianali in ceramica: sono  prodotti di eccellenza, una tradizione artigianale avviata dai monaci benedettini nel Medioevo e successivamente tramandata di padre in figlio.

Castelli, il paese della ceramica

Castelli, il paese della ceramica

Da questa amena località inizia il percorso tutto in salita, su strade secondarie che attraversano le campagne per immergersi ben presto nei boschi, che ci porterà, in meno di un’ora, al grande plateau di Campo Imperatore.

Dall’abitato di Castelli seguite le indicazioni per Rigopiano – Farindola  (si passerà accanto alla località tristemente famosa per l’albergo distrutto da una valanga di neve nel 2017) ed imboccate la strada provinciale n. 37: di ridotte dimensioni ed assai poco trafficata, è una strada ad alto impatto paesaggistico e in più punti vi troverete con le cime del Gran Sasso proprio davanti. La strada sale lentamente ma costantemente, scalando l’altitudine dei contrafforti della montagna. In alcuni tratti il fondo stradale è dissestato o ci sono piccole frane dai costoni laterali, per cui mantenete una velocità di crociera adeguata.

Altopiano del Gran Sasso

Altopiano del Gran Sasso

Tour in moto del Gran Sasso: lo sguardo si apre sull’altopiano di Campo Imperatore

Arrivati al bivio proseguite verso destra, in direzione de L’Aquila. La strada da qui inizia a salire rapida, con curve veloci e 6 tornanti stretti fino ad arrivare alla base del valico: vi aspettano ancora un paio di chilometri per arrivare a Vado di Sole, a 1624 metri di altezza, luogo da cui si ha una vista pazzesca su boschi e dirupi e dove, volendo, ci si può fermare per una sosta usufruendo di un piccolo spazio pic-nic (attenzione: il breve tratto di strada che porta all’aera di sosta non è asfaltato e c’è brecciolino).

Da Vado di Sole una lunga discesa porta fino all’altopiano del Gran Sasso. A questo punto, a voi la scelta: potete fermarvi per uno spuntino al vicino Ristoro Mucciante, una rivendita di carne, insaccati e formaggi locali che potete cuocere da soli utilizzando i bracieri messi a disposizione.

Oppure, potete  proseguire l’escursione attraversando l’enorme bacino di origine glaciale in direzione dell’Osservatorio di Campo Imperatore, dove c’è anche il famoso Ostello degli anni ’30 in cui venne recluso Mussolini e da cui venne fatto evadere dai nazisti, che atterrarono sul pianoro del Gran Sasso con gli alianti. E’ possibile anche pernottare in questo Ostello, da poco è stato completamente ristrutturato ma tenete presente che  si tratta comunque di una struttura relativamente spartana e molte camere non hanno il bagno privato.

Le strade sull’Altopiano sono ben tenute per quanto possono esserlo le strade di montagna, ogni tanto si incontrano laghetti e piccoli rifugi ma fondamentalmente quello che lascia senza parole è il paesaggio, con il Corno Grande – la vetta più alta degli Appennini, 2.912 metri di altezza – a dominare incontrastato il paesaggio. Un luogo talmente speciale, in parte alieno dai classici paesaggi degli appennini italiani, tanto da meritarsi nel corso del tempo l’appellativo di Piccolo Tibet.

Verso L’Aquila

Per scendere dal Gran Sasso non seguiamo la strada già percorsa: dobbiamo raggiungere L’Aquila e quindi utilizziamo la strada che porta a Castel del Monte, paese di montagna dall’antica storia: già presidio in epoca romana, nel medioevo divenne un importante centro mercantile legato alla pastorizia e nel rinascimento entrò a far parte delle proprietà dei Medici di Firenze, che lo utilizzavano per i loro redditizi commerci di lana.

Anche Santo Stefano di Sessanio, dove arriveremo dopo aver superato Calascio – quest’ultimo famoso soprattutto per Rocca, isolata sul costone del monte e caratteristica ambientazione del film Lady Hawke – era ‘terra dei Medici‘ e sugli edifici più antichi sono ancora visibili i loro stemmi araldici.

La strada da questo lato della montagna affronta paesaggi più brulli ed assolati rispetto all’andata, non ci sono i boschi verdissimi del versante teramano e tutto appare più roccioso e arido. Una montagna dai mille volti, dalle mille storie, un luogo da visitare ma soprattutto dove tornare, più e più volte.

Il dettaglio dell’itinerario da Santo Stefano di Sessanio fino a L’Aquila lo trovate nel post con l’itinerario per visitare le terre del Gran Sasso dal lato aquilano.

Il rientro:

Una volta raggiunti il capoluogo abruzzese, avete tre possibilità per concludere il vostro tour in moto del Gran Sasso e rientrare:

  • potete prendere l’autostrada A24 (collega Teramo con Roma);
  • percorrere di nuovo la stessa strada dell’andata, arrivando fino a Rieti e da qui arrivare a Roma oppure a Terni , dove proseguendo fino ad Orte potete prendere l’Autostrada A1;
  • attraversare l’altopiano delle Rocche (con i paesi di Rocca di Cambio, Rocca di Mezzo, Rovere e Ovindoli) e quindi seguire la via Tiburtina fino a Roma (oppure, arrivati a Celano, prendere l’autostrada A25  (collega Pescara con Roma).
Tour in moto del Gran Sasso - l'itinerario

Tour in moto del Gran Sasso – l’itinerario

Qualche informazione pratica:

  • complessivamente, la lunghezza dell’itinerario ad anello da Rieti con tour del Gran Sasso è di circa 350 km. Noi lo abbiamo fatto, un po’ velocemente, in due giorni ma va considerato che la parte a sud del Gran Sasso (Santo Stefano di Sessanio, ecc.)  l’avevamo già visitata qualche anno fa e quindi qui non ci siamo soffermati troppo. L’itinerario può essere tranquillamente percorso in più giorni (e non solo in due come abbiamo fatto noi), eventualmente pernottando una sera in più presso l’Ostello del Gran Sasso o a Castel del Monte;
  • il tour del Gran Sasso così come è articolato può anche essere inserito in un itinerario moto-turistico di più giorni in Abruzzo, prevedendo un’estensione a Teramo o sulle coste adriatiche (da Montorio al Vomano fino a Roseto degli Abruzzi sono meno di 40 chilometri);
  • il tour in moto si svolge quasi tutto in montagna: ricordatevi che anche in piena estate il tempo può cambiare rapidamente e che lungo il tratto di strada da Preturo fino ad Aprati sono pochi i luoghi dove ripararsi in caso di pioggia;
  • se invece fate il tour in auto (è ugualmente bello), il problema pioggia ovviamente non si pone. Tuttavia ricordatevi di portare con voi le catene da neve se percorrete la strada Maestra del parco tra il 15 novembre ed il 15 aprile (sono obbligatorie), anche perché da queste parti con la neve non si scherza!
  • molto importante: fate benzina prima di iniziare il tour (comunque prima di Arischia) e ogni volta che vi è possibile se vedete scendere il livello del serbatoio: ci sono pressoché zero benzinai fino a Montorio al Vomano e da Castelli fino a Barisciano, sul lato aquilano. E trovarsi in riserva su queste strade non è poi così divertente!

Dove dormire:

Vi lascio alcuni suggerimenti per pernottare lungo il tour, sono tutti hotel che per un motivo o per l’altro reputo validi:

  • Hotel Locanda del Parco ad Ornaro Grande: è l’hotel dove abbiamo dormito, tranquillo, pulito, gradevole e con un bel parcheggio, con un costo più che valido, colazione inclusa
  • Hotel Sextantio, albergo diffuso a Santo Stefano di Sessanio: particolarissimo e di charme per il recupero attento di antiche dimore. Non economico ma una volta nella vita forse si può, no?
  • Convento di San Colombo, a poca distanza da Santo Stefano di Sessanio: avete mai dormito in una cella monastica? In questo hotel si può, ovviamente con il massimo del comfort e dello stile!
  • Hotel Miramonti a Castel del Monte: nuovo, belle camere, in posizione comoda non lontano dal centro storico, con spazio esterno per parcheggiare
  • Ostello di Campo Imperatore: è l’edificio storico degli anni ’30 che si trova all’arrivo della funivia di Assergi, sull’altipiano del Gran Sasso.

L’abbigliamento per un tour in moto in montagna:

Indispensabile indossare pantaloni specifici da moto e giacca con protezioni, anche se fa caldo. A portata di mano, un fazzoletto di seta da legare attorno al collo se fa particolarmente freddo. Nel bauletto (o nelle tasche laterali) inserite l’equipaggiamento minimo per i giorni di tour: un paio di magliette tecniche, un paio di pantaloni di ricambio per la sera, una felpa leggera, un paio di infradito per l’hotel, intimo di ricambio ed abbigliamento per la notte (se lo usate), un beauty con lo stretto indispensabile. Maggiori dettagli su come organizzare il bagaglio per brevi tour in moto lo trovate nel post “Il bagaglio per le gite in scooter“.

Approfondimenti

Per preparare il vostro tour in moto in Abruzzo, può essere utile consultare una o più guide turistiche. Ne ho selezionate 3 su Amazon:

  1. Abruzzo e Molise, ed. Lonely Planet. L’edizione è di giugno 2021, quindi piuttosto recente. E’ una guida generale, che aiuta ad inquadrare la Regione, a conoscerne la storia e le tradizioni ed offre suggerimenti ed itinerari. Molto pratica.
  2. Gran Sasso e Majella, con carta geografica ripiegata. E’ il numero monografico della rivista Meridiani Montagne, specializzata in montagna e turismo alpino. Numero ben fatto e utile perché suggerisce anche luoghi da vedere poco conosciuti. Consigliata soprattutto se al moto-turismo volete associare anche qualche trekking. Ovviamente va tenuto conto che è del 2018, per cui qualche indirizzo ed i prezzi sono probabilmente da aggiornare. Utile la cartina allegata.
  3. Abruzzo. Guida storico-artistica, ed. Carsa. Se volete approfondire l’arte, l’architettura, la storia abruzzese, questa è la guida che fa per voi.
Vista sul Gran Sasso dal Lago di Campotosto

Vista sul Gran Sasso dal Lago di Campotosto

(alcuni suggerimenti – hotel, guide di viaggio – hanno link in affiliazione con Amazon e Booking)

Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

2 Comments

  1. Avatar
    Filippo Luglio 09, 2022

    Tour tipico dei motociclisti teramani
    Lo percorro da almeno un paio di volte l’anno da ormai 40 anni.
    Molto ben spiegato e ricco di consigli azzeccati. Non hai trascinato nulla. Grazie per contribuire a fare conoscere le nostre montagne.
    Filippo

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    • Avatar
      Claudia Boccini Luglio 10, 2022

      Grazie Filippo, per noi era la prima volta su queste strade e credo che si sia capito che ci è piaciuto parecchio!

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