Cosa vedere a Cottanello: itinerario nel borgo e visita all’eremo di San Cataldo

Cosa vedere a Cottanello

Siamo tornati a visitare Cottanello l’ultimo giorno del 2022,  dopo esserci già stati nel lontano 2013 – e l’articolo che avevo pubblicato all’epoca mostra davvero tutte le pecche di chi era alle prime armi con la creazione di contenuti digitali, puntini di sospensione inclusi!) –  e questa volta lo abbiamo girato in lungo ed in largo in modo decisamente più consapevole. Non solo abbiamo passeggiato lungo le stradine del suo centro storico medievale – un vero e proprio esempio di borgo nato all’interno di un Castello – ma soprattutto abbiamo dedicato maggiore attenzione all’Eremo di San Cataldo, il piccolo monastero eremitico costruito sulla montagna che guarda il paese, in uno spettacolare incavo della roccia, che avevamo sempre visto solo dall’esterno. E, ve lo anticipo subito, l’interno è un piccolo scrigno prezioso e bellissimo di arte medievale.

Per la visita del paese, abbiamo seguito le indicazioni trovate in uno dei volantini posti a disposizione dei visitatori: sono in una cassettina che si trova sotto il cartello turistico posto a destra poco prima della Porta del Regno (la porta è quella che vedere nella foto qui sotto) e si possono prendere gratuitamente. Per la visita dell’Eremo e per saperne di più, abbiamo invece partecipato alla visita guidata curata da volontari dell’Ufficio turistico.

Cottanello, la Porta del Regno

Cottanello, la Porta del Regno. I volantini con la mappa del paese sono sotto al cartello che si intravede a destra.

Il nostro itinerario di visita di Cottanello

Per prima cosa, è bene condividere alcuni consigli sull’abbigliamento che è bene indossare per questa visita. Cottanello si trova all’altezza di circa 600 mt. sul livello del mare ed alle spalle ha i monti Sabini per cui in inverno – a meno di stagioni particolarmente miti come questa del 2022-2023, può fare piuttosto freddo e può perfino esserci ghiaccio e neve. Tenetene conto.

Inoltre, il centro storico è completamente pedonale e si cammina su strade assolutamente ben tenute ma con ciottoli e ci sono scalette da salire/scendere. Il mio consiglio? Indossate scarpe comode e lasciate i tacchi in auto.

Per visitare l’intero paese di Cottanello ci si impiega non più di 30 minuti, di più se trovate la Chiesa aperta.

Dopo aver parcheggiato la vostra auto nel parcheggio ai piedi della rampa di accesso al paese (oppure, nel parcheggio di Via della Passeggiata, la strada che circonda il borgo di Cottanello), entrate nel centro storico attraverso la Porta del Regno.

Cottanello ha la forma e la struttura di un castello con doppia cinta di mura: c’erano più porte di accesso alla struttura fortificata e forse questa porta, oggi accesso principale, un tempo non era altro che una postierla o una porta secondaria.

La Porta del Regno così come appare oggi è stata restaurata nel 1572 a seguito dei danneggiamenti perpetrati dal Lanzichenecchi ed è così chiamata perché era in direzione del cammino che portava verso il Regno di Napoli.

Il  territorio della Sabina reatina era parte dello Stato Pontificio e confinava infatti con il potente Regno di Napoli, che arrivava ad estendersi fino in Abruzzo. L’altra porta che immetteva in Cottanello, Porta Romana, è in posizione diametralmente opposta ed è rivolta in direzione della strada per Roma.

Sicuramente Cottanello, nei tempi passati, subiva di più l’influenza di Roma o di Terni che non di Rieti: la strada provinciale 45, che da Cottanello con diversi tornanti scala la montagna fino al passo di Fontecerro per poi arrivare a Contigliano e da qui al capoluogo sabino, è relativamente recente (1888). Nel medioevo e nei secoli successivi l’unico modo per arrivare a Cottanello da Rieti era passare per sentieri e tratturi.

Una volta entrati nel borgo storico, ci compare subito davanti la Chiesa di San Luigi. Già conosciuto come Oratorio del Santissimo Sacramento intitolato ai santi Nicola e Cataldo, ha due particolarità: la chiesetta è stata ricavata nell’antica torre medievale difensiva del castello e, fino al 1794, era utilizzata per dare sepoltura ai viandanti che morivano nei pressi di Cottanello.

Accanto alla Chiesa di San Luigi, c’è l’Istituto Rinaldi: il palazzo è il lascito di una possidente locale, Lucia Rinaldi, che volle donare i suoi beni affinché venisse creato “un Pio Istituto di educazione per le ragazze di Cottanello” ed in seguito fu affidato alle suore che gestivano l’educandato. Oggi, che l’educandato non esiste più, il palazzo è utilizzato per mostre ed eventi ed alcuni degli spazi dell’ex Istituto sono gestiti dall’Ufficio del Turismo di Cottanello.

Da qui noi abbiamo continuato su Via Umberto I, passando sotto il piccolo Municipio del paese per poi seguire la Via del Sole, una caratteristica via di impianto medievale, stretta tra i palazzi ma che di tanto in tanto lascia spazio a piccoli slarghi che si affacciano sul panorama circostante. A farci compagnia e ad accompagnarci lungo la via, alcuni gatti ben tenuti e piuttosto ciccioni, i veri padroni delle stradine di Cottanello.

Il percorso ad anello prosegue su Via Regina Margherita da cui si raggiunge Piazza Vittorio Emanuele II, la piazza principale del paese con la Chiesa di S. Andrea Apostolo in posizione dominante. La Chiesa è la parrocchiale di Cottanello: una chiesa in forme romaniche era già presente in questo luogo già nel 1200  e le fonti storiche la segnalano come di particolare pregio, con ben sette altari al suo interno.

Le truppe francesi di Napoleone, che invasero Cottanello nel 1799, diedero alle fiamme la Chiesa e tutto il suo contenuto (inclusi gli archivi parrocchiali) e solo successivamente il luogo sacro venne  riedificato nelle attuali forme. L’attuale edificio si caratterizza per gli interni in finto marmo rosso di Cottanello e per la presenza di tre altari con tele in cui sono rappresentati S. Andrea, il Cristo e la Madonna con i Santi,  realizzati negli anni 30-40 del secolo scorso da un artista locale, Gaetano Pasquarelli.

Sul lato della Chiesa, dove un tempo si trovava l’ingresso principale della chiesa romanica, è stato murato il sarcofago marmoreo del piccolo Emilio Paolo Orsini, discendente dei Signori di Cottanello morto in giovane età.

Cosa vedere a Cottanello: Chiesa di Sant'Andrea Apostolo

Cosa vedere a Cottanello: Chiesa di Sant’Andrea Apostolo

Di lato alla Chiesa di Sant’Andrea troviamo Palazzo Orsini: Cottanello deve la sua fortuna e molte delle strutture architettoniche che ancora oggi si possono ammirare alla nobile famiglia romana degli Orsini, feudataria di Cottanello fin dal 1283.

Un tempo Palazzo Orsini è stato anche la sede del Vicario ma tracce della nobile famiglia si rinvengono anche in altri luoghi del paese: uno stemma degli Orsini (che vede due orsi contrapposti con due rose ai lati) si può vedere murato sulla parete esterna di una casa in via dello Steccato (è una vietta laterale di Via Regina Margherita).

Riprendendo il nostro percorso, abbiamo seguito Via Cavour (che un tempo era la “Via Longa” di Cottanello: in pratica, è l’unica via abbastanza lunga e diritta di tutto il paese).

In questa via si ha la percezione netta del decremento demografico di Cottanello e del mutare dei tempi: era, assieme a Piazza Vittorio Emanuele II, la zona in cui si aprivano i negozi e le botteghe a servizio degli abitanti.

Oggi tutti i negozi sono chiusi (l’area commerciale si è trasferita in una posizione più comoda e di transito a ridosso della strada provinciale, a metà tra il borgo storico di Cottanello e l’eremo di San Cataldo) e delle attività commerciali che un tempo erano fiorenti restano solo alcune insegne.

D’altronde, nel centro storico oggi ci abitano non più di 50 persone (e sono poco meno di 500 gli abitanti di Cottanello, frazioni comprese).

L’ultimo tratto di strada percorso, via del Corridoio, corrisponde al percorso di ronda medievale e costeggia la vecchia cinta muraria di Cottanello – ribassata nell’Ottocento ‘per consentire di vedere il panorama’  e si conclude ai cosiddetti Finestroni: due grandi aperture appena sopra la Porta del Regno rivolte verso l’Eremo di San Cataldo, che un tempo erano in numero di tre come mostrano disegni e stampe ottocentesche.

Nel corso dei secoli il Castello di Cottanello ha subito attacchi da numerosi nemici: Saraceni, Lanzichenecchi, le truppe francesi di Napoleone e durante la II^ Guerra Mondiale dai tedeschi sulla via della ritirata.

Cottanello è conosciuto anche per una pietra simile al marmo – la pietra persichina o marmo rosso di Cottanello – estratta fin dai tempi dei Romani in una cava sul Monte Lacerone, a pochi chilometri dal centro abitato, lungo la strada che porta ai Prati di Cottanello (sito naturalistico e montano molto amato dagli appassionati di trekking nonché ideale per picnic estivi).

Si tratta di una pietra particolare di colore rosso con venature calcaree bianche che, una volta lavorata e lucidata, assume le sembianze di marmo pregiato. Amata da Bernini e Borromini, che la utilizzarono per decorare numerose chiese romane, sono in marmo di Cottanello anche le 46 colonne che abbelliscono l’interno della Basilica di San Pietro.

Inoltre, negli anni ’60 del secolo scorso, nella frazione Collesecco di Cottanello è stata rinvenuta una domus romana con affreschi, opere musive e un impianto termale. Gli scavi hanno portato alla luce solo una parte di quella che era un villa agricola edificata a partire del I secolo avanti Cristo e successivamente ampliata.

Cosa vedere a Cottanello: scorci del borgo storico

Cosa vedere a Cottanello: scorci del borgo storico

L’Eremo di San Cataldo di CottanelloDopo aver visitato il paese, ci siamo diretti all’eremo di San Cataldo, un sito eremitico molto caro ai cottanellesi e che nasconde dietro la facciata essenziale alcuni capolavori pittorici di epoca medievale.

L’eremo di San Cataldo è stato costruito in un anfratto della montagna calcarea che si trova dinanzi  a Cottanello: nasce come rifugio ed eremo probabilmente nel X secolo d.c. e quasi certamente fu utilizzato dai monaci benedettini appartenenti al potente Monastero di Farfa come rifugio e luogo di eremitaggio. Oggi appare quasi inglobato nella montagna, le pietre chiare con cui è costruito si mescolano quasi senza soluzione di continuità con la parete rocciosa retrostante.

Come già detto in precedenza, la situazione viaria prima che venisse aperta la provinciale era abbastanza complicata e nei secoli scorsi era possibile raggiungere l’eremo solo passando per uno stretto e pericoloso tratturo che scendeva seguendo la pendenza della montagna, un sentiero complicato da percorrere perfino con gli asini. Quindi, l’eremitaggio era assicurato.

In origine tutto lo spazio dell’eremo era coperto da volte a crociera, oggi in parte crollate. Le pareti erano completamente affrescate, quasi sontuose secondo il Cardinale Andrea Orsini, che visitò l’Eremo alla fine del Settecento e scrisse nel suo diario che vi era una campana di bronzo, numerosi  ex voto e una pala d’altare che raffigurava san Cataldo.

Non è del tutto chiaro come fosse la struttura antica dell’Eremo, se ad un solo piano o due. Oggi la scala laterale tagliata nella roccia permette di salire sulla parte superiore della cappella, dove si trova il piccolo campanile a vela.

Resta solo una piccola porzione della chiesa, la più interessante per via del rinvenimento di un antico affresco che porta con sé tanta devozione popolare ed una storia che sembra sconfinare nel miracolo.

Per secoli il santuario – dedicato a San Cataldo, monaco irlandese di Munster vissuto nel VII secolo d.C., poi diventato Vescovo  di Taranto  – venne gestito dalla compagnia di S.S. Andrea e Cataldo, che si occupava della manutenzione e di farvi celebrare regolarmente Messa; con il venir meno delle attività di manutenzione, già all’inizio dell’Ottocento l’Eremo versava in una profonda situazione di degrado.

Il tesoro prezioso dell’Eremo di San Cataldo di Cottanello è custodito all’interno della cappellina sopravvissuta al tempo, all’incuria ed all’oltraggio della guerra.

L’affresco che oggi si può ammirare in tutto il suo splendore è di chiaro stile bizantino e raffigura il Cristo benedicente affiancato su ciascun lato da 6 apostoli (alcuni hanno in mano un simbolo che permette di attribuire la loro l’identità, come le chiavi che tiene in mano San Pietro). I colori utilizzati sono vividi, con abbondanza di rosso ed ocra.

E’ presente anche una croce Tau, tipico simbolo del francescanesimo. Secondo alcune fonti il Santo Poverello, nel corso dei suoi frequenti pellegrinaggi per raggiungere la Valle Santa (Greccio, in linea d’aria, passando sui sentieri di montagna, non è poi così distante da Cottanello), sarebbe transitato da questo Eremo in cui avrebbe trovato rifugio e ristoro.

La  buona conservazione dell’affresco duecentesco è dovuta alla fortunata circostanza di essere rimasto coperto da affreschi successivi per lunghi secoli e di essere essere venuto alla luce solo nel 1944, in circostanze quasi miracolose.

Nel racconto popolare, si dice infatti che il 10 maggio 1944, durante la celebrazione in onore di San Cataldo, venne fatto un voto solenne dagli abitanti di Cottanello: si impegnarono a non mangiare mai carne la vigilia della festa del Santo purché il paese ed i suoi abitanti rimanessero illesi dalle rappresaglie e dalle battaglie che i tedeschi, in ritirata, stavano combattendo tra le valli reatine.

E vuoi per intervento del Santo, vuoi per una gran buona dose di fortuna, nulla di troppo grave accade al paese ed alla sua popolazione e quando i tedeschi minarono il ponticello sottostante l’Eremo per cercare di tagliare la via agli inseguitori, la deflagrazione fu solo parziale e l’Eremo – che tutti davano oramai per perso – restò in piedi.

L’esplosione, tuttavia, fece crepare in parte la parete esterna dell’eremo con il conseguente distacco di parte dell’affresco della chiesetta che raffigurava il paesaggio ed il paese di Cottanello visto dall’Eremo. Al di sotto, comparvero i colori del dipinto più antico, quello che ancora oggi, dopo essere stato restaurato, si può ammirare all’interno della piccola cappella.

La parete affrescata su cui si trova il Cristo benedicente è stata infatti oggetto di stratificazioni pittoriche successive: il dipinto duecentesco venne coperto con affreschi raffiguranti immagini sacre (Madonne con bambino, San Cataldo Vescovo) tra il XV ed il XVII secolo che a sua volta venne coperto con un dipinto ottocentesco di Cottanello (curiosità: nell’affresco compaiono i famosi ‘finestroni di Cottanello’  in numero di tre, quanti erano un tempo), tanto che del primigenio affresco se ne perse la memoria.

Altri affreschi interessanti che si trovano all’interno della Cappellina interna all’Eremo di san Cataldo sono quelli che si trovano sulla volta a crociera, che raffigurano le scene più note della Genesi e del Peccato Originale.

Cosa vedere a Cottanello: l'eremo di San Cataldo

L’interno dell’eremo di San Cataldo (ringrazio Alessandro dell’Ufficio del Turismo per avermi concesso di scattare questa foto).

Informazioni utili per visitare Cottanello

  • Per visitare l’Eremo di San Cataldo, per visite guidate del paese e della Villa Romana, contattare l’Associazione Castel Leone – Ufficio turistico di Cottanello  – telefono 349.7778939 – 348.3291022. Hanno anche un profilo Instagram e Facebook.
  • L’Eremo di San Cataldo e le cave di Marmo Rosso di Cottanello sono stati individuati come Monumento Naturale dalla Regione Lazio.
  • Link al sito del Comune di Cottanello: https://comune.cottanello.ri.it/home
  • Per pranzare vi suggeriamo di fermarvi a La Foresteria, ristorante in posizione panoramica a pochi chilometri da Cottanello (Frazione Castiglione, in direzione di Configni seguendo la Provinciale n. 48). Noi abbiamo pranzato con soddisfazione, interessante l’antipasto con i salumi ed i formaggi della zona ed imperdibili gli strangozzi al piccante bianco (pasta tipica mantecata con pecorino, parmigiano, prezzemolo ed abbondantissimo peperoncino).

Per restare sempre in zona, perché non proseguire la gita con una deviazione fino a Greccio o al Lago di Piediluco? Vi lascio i link a due articoli che potranno esservi utili!

Greccio: dove San Francesco ha allestito il primo presepe della storia

A Greccio, dove è nato il presepe

Lago di Piediluco: tra sport e relax nel lago da cui nascono le Cascate delle Marmore

Vacanze sul Lago di Piediluco: relax e sport!

Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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