Il Museo Fernand Léger di Biot

Il museo Fernand Léger di Biot, museo monografico e retrospettiva permanente

Uno dei motivi – non certo l’unico! – per organizzare una vacanza a Biot è il suo patrimoni artistico e culturale, che si esplicita in una creatività diffusa che va dalla fusione e lavorazione del vetro (che risale alla metà del XX secolo) ed all’arte – questa sì secolare – della  lavorazione della ceramica. I laboratori e le le manifatture ceramiche di Biot erano non solo famosi ma anche tra i più apprezzati dell’epoca: la produzione di anfore e contenitori era fondamentale nell’economia mercantile.

In più, ed è proprio su questo museo che ci soffermeremo, nel territorio della cittadina provenzale si trova l’interessante museo Fernand Léger, in cui è raccolta la sua ampia collezione di opere, una vera e propria retrospettiva permanente dell’autore.

A meno di non essere specializzati nell’arte del XX secolo, il nome di Fernand Léger potrebbe non risvegliare particolari ricordi eppure questo artista francese, nato in Normandia ad Argentan nel 1881, è stato uno sperimentatore di tecniche artistiche: pittore, scultore, ceramista, disegnatore, costumista, regista, scenografo e tanto altro.

Per certi aspetti – ed il periodo storico è il medesimo così come le connessioni internazionali – le opere della maturità di Léger per la loro energia e dinamicità ricordano in parte quelle sviluppate dai futuristi italiani, Balla e Depero tra tutti, in cui la tensione della creazione si esprime con colori vividi e materiali diversi che consentono di dare vita a forme fluide e in movimento.

Léger arriva a questa specificità artistica dopo aver attraversato il cubismo, l’impressionismo, il fauvismo ed il figurativismo alla Cézanne. Il mondo circense, con i clown, gli acrobati e gli chapiteaux dai colori sgargianti è tra i suoi soggetti preferiti e dalle scenografie e dai costumi ideati per i Balletti Svedesi (1922 – 1923) passerà dietro la macchina da presa per girare il film d’avanguardia Ballet mécanique, in cui utilizzerà tecniche particolari di ripresa.

Museo Fernand Léger di Biot - photo di Hans G. Oberlack - Own work, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=27068072

Museo Fernand Léger di Biot – photo di Hans G. Oberlack

Il Museo Fernand Léger a Biot

Il rapporto dell’artista con Biot nasce proprio grazie alla presenza nel piccolo paese provenzale della centenaria tradizione di produzione ceramica: Léger si trasferisce in Costa Azzurra per seguire la fabbricazione delle sue ceramiche artistiche. Nel 1955 – pochi mesi prima della morte – acquista una piccola tenuta vocata alla coltivazione di ortaggi situata nella vallata che separa il piccolo borgo provenzale dal mare.

Il Mas Saint-André è il nucleo fondante dell’attuale Museo Fernand Léger, creato su impulso della vedova Nadia Léger con il collaboratore Georges Bauquier e progettato dall’architetto André Svetchine.

Inaugurato nel 1960 alla presenza di oltre cinquemila invitati e patrocinato da Picasso, Braque e Chagall, il museo è stato successivamente ampliato e ristrutturato secondo i moderni canoni museali. Nel 1987 c’è l’intervento dell’architetto Bernard Schoebe (che lo amplia aggiungendo un’ala all’edificio, che oggi ha una forma a “L”) e 2004 interviene l’architetto Marc Barani (che ristruttura gli spazi espositivi e di accoglienza).

André Svetchine immagina la facciata principale del Museo come una tela dalle dimensioni gigantesche, in cui incorpora il grande mosaico che Léger aveva progettato per lo stadio di Hannover e che non era mai stato realizzato.

E’ il ‘benvenuto’ che questo museo monografico, l’unico al mondo dedicato al pittore francese, rivolge ai visitatori ancor prima che varchino la soglia di ingresso. La struttura predilige spazi ampi e luminosi in cui i quadri, le sculture e le vetrate artistiche di Fernand Léger trovano la giusta valorizzazione in un percorso espositivo che attraversa i diversi momenti della vita umana ed artistica di Léger.

Attorno alla struttura del Museo si allarga un bel parco – inizialmente progettato dal paesaggista Henri Fisch e successivamente rivisitato da Philippe Déliau – oggi ricco di alberi (olivi, cipressi, pini) che ombreggiano il prato che in primavera diviene rigoglioso.

Dal giardino si possono ammirare agevolmente i diversi mosaici che rivestono le pareti del Museo e sempre nel giardino sono collocate alcune opere monumentali che riprendono gli studi ed i bozzetti di Léger.

Il Museo Fernand Léger, oltre alla collezione permanente delle opere dell’artista, organizza un nutrito calendario di conferenze, mostre, laboratori e percorsi educativi per bambini e ragazzi.

Nel 1969, l’edificio del Museo ed una collezione di 300 opere sono stati donati dagli eredi allo Stato francese ed oggi è parte dei Musei nazionali di Francia.

Museo Fernand Léger - photo Donaldytong - Own work, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=25587900

Museo Fernand Léger – photo Donaldytong

Maggiori informazioni sul Museo Fernand Léger di Biot

  • il Museo Fernand Léger di Biot è sempre aperto  ad eccezione del martedì in cui è chiuso per riposo settimanale e dei giorni 1° gennaio, 1° maggio e 25 dicembre
  • orari di visita: da maggio a ottobre 10.00 – 18.00; da ottobre ad aprile 10.00 – 17.00
  • biglietto normale 5,5€ (previste riduzioni e gratuità), in occasione di mostre temporanee il biglietto è 7,5€. Gratuito la prima domenica del mese
  • su prenotazione sono possibili visite guidate
  • il Museo Fernand Léger di Biot si trova in Chemin du Val de Pôme, 255
  • per arrivare è utile la macchina, altrimenti dalla stazione di Biot (o da Biot) si può prendere il bus Envibus n. 10 e scendere sulla provinciale alla fermata “Musée Fernand Léger”. Da qui, con una breve passeggiata seguendo i cartelli indicatori si prosegue lungo Chemin Val de Pome. Poco dopo, superati i laboratori de la Verrerie du Val de Pôme, sulla sinistra si trova il Museo.
Museo Fernand Leger - Photo François Philipp, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=53438731

Museo Fernand Leger – Photo François Philipp 

Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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