In gita da Roma: palazzo Theodoli di Sambuci
Ci sono tesori che si scoprono per caso. Il Palazzo Theodoli di Sambuci è uno di questi. In una delle oramai famose fughe domenicali con lo scooter, da Roma abbiamo imboccato la via Tiburtina in direzione di Tivoli, passando su strade che corrono sospese sulle cave di travertino, annusando l’odore acre delle fonti termali di acqua solfurea che caratterizzano il paesaggio per poi proseguire alla volta di Palombara Sabina (è famosa per essere la città delle ciliegie: io speravo di assaggiarne qualcuna ma mi hanno detto che sono ancora… tutte sull’albero!) e di S. Polo dei Cavalieri.
Nessuna meta predefinita, soltanto la voglia di assaggiare l’aria della primavera, sentire sul viso il vento ancora fresco, immergerci nel verde delle colline e delle montagne. Insomma, una girata tanto per girare. Che ci ha portati fin oltre Vicovaro (per chi non è di Roma, quelli che cito sono tutti paesini ad una distanza massima di 50 km dalla Capitale).
Poi succede che mentre percorri la strada che scorre nel fondovalle, mentre affronti le curve lentamente, lasciando che il sole riscaldi il volto, compaiano all’improvviso un laghetto ed una cascatella formatisi lungo il corso del torrente Giovenzano.
Un piccolo angolo incantato che merita di essere fotografato, un “souvenir emotivo” da riportare a casa.
E, poco più avanti, una chiesetta antica immersa nel verde domina la strada, tutt’oggi sentinella e rifugio per viandanti motorizzati. Va bene, deciso, questo luogo ci sta inviando segnali, ci sta chiamando, dobbiamo andare a sentire cosa ha da raccontare!
Entriamo a Sambuci, paesetto microscopico dove vivono poco più, poco meno, 1000 anime, strade, vicoli, insegne antiche e panni stesi. Sembra uno dei tanti paesi delle campagne attorno a Roma… perfetto per prendere un caffè e fare una sosta, ma poco da vedere o segnalare…
Ed invece… e questa volta la sfortuna si tramuta in fortuna: non riusciamo a trovare un posto dove parcheggiare la moto (sensi vietati, divieti di sosta, posti riservati…) e siamo costretti a salire fino al parcheggio del giardino comunale. E, qui, restiamo sbalorditi…
Giardini all’italiana, viali prospettici, grottesche, fontane, spazi verdi che circondano il grande maniero che domina dall’alto il piccolo borgo… il Palazzo Theodoli ed il parco che lo circonda ci incantano al primo sguardo!
Non avremmo mai immaginato di trovare, in un paese così poco frequentato, un castello del XIII° secolo, epoca in cui la nobiltà romana costruiva manieri a difesa delle sue tenute. Il Castello, ora di proprietà del Comune, è stato restaurato da poco e viene aperto in occasione di feste e manifestazioni.
Un po’ di mistero, di noir, c’è anche qui: sembra che nel Palazzo Theodoli ci sia un tesoro custodito da fantasmi, ma nessuno, fino ad oggi, è riuscito a trovarlo.
Un tesoro da cercare ed un tesoro ritrovato: le statue del parco, che simboleggiano le quattro stagioni, erano state rubate e furono recuperate solo per caso, grazie ad un abitante di Sambuci che le vide esposte in un negozio di antiquariato di Roma…
Un tesoro da cercare ed un tesoro ritrovato: le statue del parco, che simboleggiano le quattro stagioni, erano state rubate e furono recuperate solo per caso, grazie ad un abitante di Sambuci che le vide esposte in un negozio di antiquariato di Roma…
Grazie al cielo limpido e azzurro l’insieme parco-castello è spettacolare: nel giardino all’italiana sono ben visibili i simboli delle famiglie nobili che nel corso dei secoli hanno abitato il castello: le ruote dei Theodoli ed i cerchi degli Astalli.
Category Moto e scooter
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4 Comments
Le gite che preferisco sono proprio quelle “partiamo e poi vediamo”! Infatti voi avete trovato questo posto bellissimo e un vero assaggio di primavera (spero che ne abbiate fatto scorta) 🙂
Ma che bei posti che avete scoperto! Questo Sambuci è proprio un gioiellino.
Sambuci…
Io l’ho visto proprio nell’anno in cui il comune acquisì il castello semi-abbandonato, nel lontano 1991… Ero a fotografare castelli e manieri medievali poco conosciuti, attirato dal restauro e riapertura di quello di Ninfa (http://www.fondazionecaetani.org/index.php).
E’ una meraviglia e vederlo così è una gioia… Spero presto di poterci tornare, e cantarne le bellezze.
Pace e bene…
Ernesto, è stata una scoperta che mi ha fatto riflettere – a lungo – sul valore e la quantità del patrimonio culturale che possiede l’Italia… poco valorizzato, ahimè… io che vivo a Roma non ne avevo mai sentito parlare…