Visitare Riofreddo: una gita da Roma molto interessante

Dopo l’escursione a Monterano Vecchio, vi suggerisco ancora una gita da Roma che farà contenti tutti, grandi e piccoli, appassionati di escursioni nel verde, della cultura o della buona tavola. Nella nostra gita da Roma raggiungiamo il piacevole paese di Riofreddo, scegliete voi se arrivarci in moto, in auto o scooter, non vi consiglio il treno perché le stazioni più vicine sono a qualche chilometro, ad Arsoli o a Oricola Pereto; in alternativa, potete anche utilizzare il bus del Cotral.

Come, non conoscete Riofreddo? Eh sì, lo capisco: anche per noi questo paesello laziale è stato a lungo solo un cartello indicatore sulla via Tiburtina, a qualche chilometro dal confine regionale tra Lazio ed Abruzzo.

Il fatto è che Riofreddo, dalla Tiburtina, si vede poco, quasi nulla, e quindi per visitarlo  bisogna proprio decidere di andarci. E, vi assicuro, mai decisione sarà più valida. Il perché è presto detto: Riofreddo ha visto passare tra le sue strade tanta storia, è stato centro di commerci, vanta punti di interesse che non vi faranno annoiare. Non ultimo, è quella che un tempo si sarebbe definita ‘stazione climatica’, ovvero un luogo non in montagna ma nemmeno in pianura (Riofreddo ha un’altitudine di poco più di 700 metri sul livello del mare) dove fin dal XIX° secolo le famiglie benestanti andavano in villeggiatura, per sfuggire dal caldo opprimente di Roma.

Visitare Riofreddo - il Castello Colonna - Pelagallo

Visitare Riofreddo – il Castello Colonna – Pelagallo

E a Riofreddo che girassero i denari è evidente nel castello, nelle chiese e dalla presenza di palazzi e  ville costruiti nel corso del tempo. In più, a Riofreddo, aveva i natali la moglie di Gaetano Donizetti (non ci sono però certezze sulla frequentazione del paese da parte del compositore) e a fine ‘800 divenne il buon ritiro (in parte obbligato, ma questo è un’altra storia) di uno dei figli di Giuseppe Garibaldi, Ricciotti, che si stabilì a Riofreddo con l’inglesissima moglie Harriet Constance Hopcraft e la numerosa prole.

Per visitare Riofreddo calcolate una mezza giornata abbondante per fare una passeggiata esplorativa del paese e dei suoi immediati dintorni campestri, visitare le chiese e il museo e soprattutto mettete in programma di fermarvi a pranzo in uno dei ristoranti locali, che propongono pietanze ‘di casa’ cucinate con amore e rispetto oppure di fermarvi per un pic-nic nell’area verde appositamente attrezzata con tavoli e barbecue .

Perché visitare Riofreddo?

Riofreddo è un comune del Lazio, appartenente alla provincia di Roma e geograficamente posto a est della Capitale. E’ l’ultimo comune laziale prima del confine con la Regione Abruzzo e la sua distanza da Roma – via autostrada – è di circa 65 chilometri.

Oggi vivono stabilmente a Riofreddo poco più di 700 abitanti (e tra questi non molti sono gli ospiti della locale casa di riposo) che in estate aumentano per la presenza di villeggianti nonché dei discendenti dei riofreddani che posseggono ancora le case di famiglia in paese.

Dalla via Tiburtina, un bivio  immette nella strada provinciale che porta al paese: scavbalca la ferrovia e l’autostrada per poi insinuarsi in una breve gola boscosa stretta da le alture. A dare il benvenuto, la sagoma del Castello Baronale, che come una vedetta si eleva sulla roccia.

Il paese  si sviluppa lungo due direttrici principali: la parte più antica è quella che segue il tracciato della via Valeria, oggi strada urbana ed un tempo importante via commerciale che connetteva lo Stato Pontificio ed il Regno delle Due Sicilie.

Vi transitavano merci, viandanti, pecore (era sul tracciato della transumanza) e ahimé talvolta anche eserciti e predoni. A poca distanza dal paese di Riofreddo, a partire dal ‘700 venne installata una Dogana pontificia, con la presenza dei funzionari civili e della truppa di finanza.

L’altra direttrice principale di Riofreddo segue la via Provinciale, con abitazioni sicuramente antiche all’inizio che poi man mano si trasformano in ville e villette costruite nel XX° secolo.

Per parcheggiare: oltre al piccolo parcheggio nella piazzetta davanti all’Oratorio della SS. Annunziata, c’è un ampio parcheggio quasi alla fine di via Costanza Garibaldi, sotto la villa Garibaldi. Fate attenzione perché la strada è abbastanza stretta ma è a doppio senso di marcia.

Visitare Riofreddo - Villa Garibaldi

Visitare Riofreddo – Villa Garibaldi

Cosa vedere a Riofreddo?

La via Valeria

Fare una passeggiata lungo Via Valeria, via principale del paese, vi permetterà di entrare nello spirito del luogo, di immaginare come doveva essere la vita poco più di un centinaio di anni fa, con le botteghe degli artigiani, le rivendite di merci varie e le immancabili osterie dove i visitatori ed i passanti si ristoravano prima di riprendere la strada per Roma o verso l’Abruzzo.

Oggi la gran parte dei negozi sono chiusi ma restano alcune tracce curiosie, come la storica insegna metallica – rotonda e gialla  – della Birra Wührer, appesa su un muro quasi all’inizio di Via Valeria, sulla sinistra salendo la via.

Iniziate la vostra passeggiata dalla parte bassa della via, che inizia quasi davanti allo slargo dove c’è l’alimentari del paese. Passerete accanto alla Cappella della Santissima Annunziata, ma di questa ne parliamo in seguito perché merita un piccolo capitolo tutto per sè.

Prendetevi tutto il tempo necessario per soffermarvi sui portali in pietra delle case, spesso lavorati; sulle edicole sacre, sugli affreschi inaspettati che decorano le facciate (la casa con le finestre a bifora e la torre ne ha un paio, guardate in alto), sullo scorrere del tempo che ha lasciato tracce indelebili senza tuttavia naascondere l’unicità del luogo.

Arrivati in Piazza Donizetti, fate una breve sosta: nel piccolo slargo, oltre ad una fontana – abbeveratoio, si affacciano due dei palazzi più importanti di Riofreddo, in stile tardo barocco.

Palazzo De Santis si caratterizza per una edicola sacra sulla sua facciata, con i volti di puttini ed un angioletto sospeso che tiene in mano una corona mentre Palazzo Blasi-Roberti per il piccolo oratorio dedicato a Sant’Andrea. Questa un tempo era una piazza molto importante per il paese: qui c’era il forno comunale, fondamentale quando il pane si faceva ancora in casa e non tutti disponevano di un forno privato.

Passando per il vicoletto di lato a Palazzo De Santis, si arriva alla Chiesa di San Nicola, che oggi ci appare nella sua veste tardo barocca (vi era una più antica chiesa preesistente, collegata al Castello) ma per visitarla dovrete attendere che venga aperta per le celebrazioni religiose.

Continuando ancora poco avanti vi troverete nel punto più alto di Riofreddo, al cospetto del Castello Colonna-Pelagallo. Un maniero costruito nell’XI secolo dalla famiglia Colonna su un sito già utilizzato come avamposto di controllo dai Romani.

Il Castello, successivamente passato ai nobili Del Drago e quindi ai Pelagallo, ha l’aspetto più di una fortezza che di un palazzo nobile. La struttura, a più piani, ha due torrioni circolari laterali. Interessante la sua posizione strategica, che consente il controllo della vallata fino alla via Tiburtina e. dall’altro, delle alture verso Arsoli, Roviano, Cineto Romano.  Al momento, è chiuso per lavori di ristrutturazione ed adeguamento.

Visitare Riofreddo - L'Arco di Santa Caterina

Visitare Riofreddo – L’Arco di Santa Caterina

Tornando indietro sulla via Valeria, ancora un centinaio di metri e si arriva all’arco  Santa Caterina, ciò che resta della porta monumentale di ingresso a Riofreddo, attraversata da chi arrivava da Roma a cavallo o in carrozza.

Oltrepassatela e sulla vostra destra troverete un piccolo forno di paese, gestito dalla stessa famiglia almeno da quattro generazioni: non perdete l’occasione per assaggiare pane e pizza squisiti e fare scorta di dolci tradizionali (a Pasqua la ‘pizza’, dolce lievitato; a Natale la ‘nociata’, a base di noci e miele), tanrti biscotti e piccola pasticceria.

Per ritornare all’inizio della via Valeria, da dove siete partiti, seguite la via in discesa che costreggia l’albergo-ristorante Villa Celeste ed un piccolo parco pubblico. Seguite quindi il “Rio Freddo”, il fiumiciattolo che da il nome al paese (anche se in realtà ha un nome ufficiale assai meno piacevole, Fosso Bagnatore) ed arrivate di nuovo sulla piazza da cui siete partiti.

Il piccolo forno di Riofreddo - produzione artigianale di pane, pizza e dolci

Il piccolo forno di Riofreddo – produzione artigianale di pane, pizza e dolci

L’oratorio della Santissima Annunziata

E’ uno dei luoghi di culto più antichi e più particolari di Riofreddo e forse di tutta la zona della Valle dell’Aniene, purtroppo assai poco valorizzato. Se all’esterno appare come un edificio spoglio (unico punto di interesse la scritta sull’architrave, 1422, probabile data di costruzione dell’edificio oppure della sua decorazione.

Il suo interno – un semplice spazio rettangolare con volta a botte – è infatti rivestito di strabilianti affreschi di epoca medievale, realizzati da un pittore sconosciuto che, per stile e narrazione, potrebbe aver avuto influssi umbri o addirittura giotteschi. 

Gli affreschi, che occupavano tutta la superficie dell’Oratorio sono stati patrocinati dal signore di Riofreddo dell’epoca, Antonio Colonna, che come spesso accade con i mecenati dell’arte è stato raffigurato nell’insieme pittorico.

Il ciclo di affreschi comprensde l’Annunciazione, la Crocifissione, e sulla volta la magnifica figura di Cristo Pantocratore tra angeli, evangelisti e dottori della Chiesa, intervallati da settori dipinti a tappezzeria.

L'Oratorio della SS. Annunziata di Riofreddo (esterno)

L’Oratorio della SS. Annunziata di Riofreddo (esterno)

Purtroppo non ci è stato possibile visitare l’Oratorio perché chiuso (bisogna telefonare al Comune per farlo aprire) e siamo riusciti solo a sbirciare qualcosa dalla finestrella di fianco alla porta di ingresso. Posso solo invitarvi a vedere gli affreschi tramite le immagini che trovate sul sito dei Luoghi del Cuore del FAI.

Tra l’altro, l’Oratorio della Santissima Annunziata ha seri problemi di conservazione e sarebbe auspicabile che quanto prima (e con il ‘prima’ mi riferisco alla perdita definitiva degli affreschi) il Comune, la Regione o la Sovrintendenza intervengano.

Faceva parte dell’Oratorio della Santissima Annunziata anche il piccolo ospedale medievale (è la semplice struttura che si snoda lungo la via) che aveva il compito di assistere gli infermi meno gravi, garantire le cure da parte di un cerusico o di uno speziale nonché dare sostegno ai bambini abbandonati che venivano poi trasferiti a Roma.

Nel corso dei secoli l’Ospedale della Santissima Annunziata ha avuto diverse vicissitudini senza però venir meno alla sua funzione di Opera Pia tanto che la moglie di Ricciotti Garibaldi,  molto legata a Riofreddo noinché infermiera della Croce Rossa, riattivò nel 1919 l’ambulatorio quale centro di assistenza e pronto soccorso assicurando la presenza di personale sanitario. Oggi i locali del vecchio Ospedale fanno parte degli uffici comunali. 

Museo delle Culture a Villa Garibaldi

Ricciotti, figlio di Giuseppe Garibaldi e di Anita, scopre Riofreddo nel 1888, quando vi giunge in villeggiatura con la sua numerosa famiglia (ebbe 10 figli), utilizzando probabilmente come alloggio una casa contadina; solo negli anni successivi – anche a seguito dell’imposizione del confino nel 1893 in seguito allo scandalo della Banca Romana – decise di costruirvi una casa adeguata alle esigenze familiari scegliendo, come sito, una collinetta rocciosa dirimpetto al Castello, appena fuori dal centro del paese.

La casa viene spesso chiamata Castello perché ai lati di un corpo di fabbrica rettangolare piuttosto semplice sono state posti due grandi torrioni, ma il realtà si tratta di una Villa di campagna, che a me ha parzialmente ricordato – per stile e semplicità della costruzione – la casa di Giuseppe Garibaldi a Caprera.

Gestita soprattutto dalle donne di famiglia (Harriette Constance e le figlie Constance Rosa e Annita Italia), considerato che i giovani maschi di casa erano abbastanza irrequieti e pronti a partire per qualsivoglia battaglia e guerra di liberazione (il sangue del nonno Giuseppe non si smentiva!).

Villa Garibaldi, l'ingresso al Museo

Villa Garibaldi, l’ingresso al Museo

Nel corso degli ultimi decenni Villa Garibaldi era finita in stato abbandono e la nipote di Ricciotti Garibaldi, Annita Garibaldi Jallet (figlia di Sante Garibaldi) decise di donare la sua parte al Comune di Riofreddo affinché la trasformasse in un museo. Il Comune acquisì dagli altri eredi anche il resto della tenuta e tra il 2000 ed il 2006 venne aperto il Museo e completata la parte espositiva.

Oggi Villa Garibaldi  è un museo pluridisciplinare, suddiviso in 4 sezioni che abbracciano sia la storia di Riofreddo che le gesta della famiglia Garibaldi.

La sezione archeologica espone reperti rinvenuti nella necropoli Equa di Casal Civitella, con corredi funebri e ceramici del VI – V secolo a.C., soprattutto monili ed armi.

Vi è poi una sezione demo-etno-antropologica con approfondimenti sulla cultura contadina, pastorale e artigianale, sugli usi, le feste popolari di Riofreddo. Interessante il focus sul ‘carrettieri’ di Riofreddo, che traspoertavano merci e persone, posta e villeggianti.

Nella sezione storica sono esposte le ricostruzioni in scala delle tre architetture più importanti di Riofreddo, rappresentative di tre epoche: il Convento benedettino di San Giorgio (di cui oggi sono visibili solo ruderi e qualche muro),  il Castello Colonna e la Villa Garibaldi.

Cimeli della famiglia Garibaldi - Le carte da gioco in miniatura create da Sante Garibaldi a Dachau

Cimeli della famiglia Garibaldi – Le carte da gioco in miniatura create da Sante Garibaldi a Dachau

Un’altra sezione è interamente dedicata alle vicende della famiglia di Ricciotti Garibaldi, con oggetti e materiali originali provenienti dalle donazioni della famiglia. Ampio spazio è dato alla storia del figlio Sante Garibaldi, uomo dalla vita avventurosa e poliedrica: generale, imprenditore, deportato a Dachau e Commendatore della Legion d’Onore di Francia, forse spia.

Vi sono esposti gli indumenti e gli oggetti della sua prigionia nel campo di concentramento, l’elegante studio che utilizzava a Bruxelles, le divise militari e le numerose medaglie che gli vennero conferite. Alcuni alberi genealogici ricostruiscono puntualmente l’enorme progenie di Giuseppe Garibaldi, oggi sparsa tra Italia, Francia, Inghilterra e Stati Uniti.

Il Museo delle Culture di Villa Garibaldi è forse un po’ caotico nelle esposizioni e bisognoso di qualche aggiornamento, manca una piantina (o un percorso guidato) che aiuti a muversi nel labirinto di stanze e sale espositive, nonostante ciò la visita è molto utile per comprendere il ruolo di Riofreddo nel contesto locale e quella dei Garibaldi nella storia di Riofreddo.

Lo studio di Sante Garibaldi

Lo studio di Sante Garibaldi

Per raggiungere il Museo delle Culture di Villa Garibaldi, dovete seguire Via Costanza Garibaldi fino al parcheggio: poco più avanti, c’è l’ingresso alla villa: una passeggiata di 10 – 15 minuti vi porterà fino alla Villa. In alternativa, una traversa di Via Valeria porta al sito museale passando in mezzo al paese.

Per visitare il Museo, dovrete suonare il campanello e acquistare il biglietto (3€ a persona). Il Museo è apeerto solo il mercoledì, il sabato e la domenica (dalle 10.30 alle 13.30 e dalle 16.00 alle 19.00).

La Chiesetta di Santa Maria dei Fiorentini, l’area attrezzata e la Fonte Limosa

Premesso che se vi piace camminare questo è un itinerario ad anello davvero facile e nemmeno tanto lungo (circa 4 chilometro in totale), non potete lasciare Riofreddo senza aver visitato la piccola chiesa rurale dedicata a Santa Maria dei Fiorentini, in aperta campagna.

Per raggiungerla, dovete seguire via delle Pantane (vi aiuteranno a trovarla i cartelli per l’agriturismo La Luna nel Pozzo). Seguite la strada e superate anche il campo sportivo. Procedendo ancora oltre la strada diventa sterrata ma praticabile (se siete in auto andate a bassa velocità, mi raccomando) ed una volta lasciato alla vostra sinistra il bivio per l’agriturismo, procedete sempre avanti.

Non preoccupatevi se la strada sembra diventare più stretta e accidentata, noi ci siamo passati con una macchina di medie dimensioni senza troppi problemi. Ad un certo punto la strada gira verso destra e, proprio al culmine della curva, comparità un edificio giallo in buone condizioni: è la chiesa di Santa Maria dei Fiorentini, a cui è legata una festa molto sentita dai riofreddani, che si svolge il 24 aprile.

Cosa vedere a Riofreddo - la Chiesa di Santa Maria dei Fiorentini

Cosa vedere a Riofreddo – la Chiesa di Santa Maria dei Fiorentini

La chiesa è poco più di una cappella in mezzo ai campi ma ha la particolarità di trovarsi proprio sul tracciato più antico, quello di epoca romana, della via Valeria. La statua lignea della Madonna dei Fiorentini – che secondo la leggenda venne trovata in una nicchia sul retro della chiesa – viene portata in processione in occasione della festa.

Proseguendo a sinistra lungo la strada, tornando verso Riofreddo, la strada pian piano migliora e dopo 500 metri troverete sulla vostra destra un ampio prato attrezzato con toilette, tavoli, panche, griglie: è l’area attrezzata Pratarea di Riofreddo, da tenere presente se volete fermarvi a pranzare all’aperto in un luogo piacevole. E’ anche area sosta camper gratuita.

Proseguite ancora e sulla sinistra troverete uno spazio recintato al cui interno vi è la Fonte Limosa: è una fonte da cui sgorga acqua fresca e limpida che per i riofreddani ha persino virtù terapeutiche.

Da qui seguite la strada e dopo un paio di curve vi ritriverete di nuovo davanti all’Arco di Santa Caterina. Davvero un bell’itinerario, non credete?

L'area attrezzata per sosta camper e pic nic di Riofreddo

L’area attrezzata per sosta camper e pic nic di Riofreddo

Dove mangiare e dove dormire a Riofreddo

Siamo stati a Riofreddo più volte e in un paio di occasioni abbiamo pranzato all’Agriturismo “La Luna nel Pozzo”, cucina genuina e prezzi economici.

A Riofreddo ci sono anche la pizzeria – ristorante La Cucina di Rio (che ha accanto anche unbar) e il Ristorante Villa Celeste, in una posizione privilegiata in mezzo al verde.

Per dormire, a parte il già citato La Luna nel Pozzo e le camere di Villa Celeste, non ci sono grandi possibilità. Forse, ma non ho notizie in merito, ci sono dei B&B o affittacamere. Hotel (anche con piscina) ci sono invece a Carsoli e ad Oricola.

 Le stagioni migliori per visitare Riofreddo

Le stagioni migliori, quelle in cui Riofreddo appare al massimo delle sue potenzialità, vanno dalla primavera al primo autunno. Il clima non è mai troppo caldo o troppo freddo e sicuramente rispetto alla pianura romana è in una posizione privilegiata. Se ne avete la possibilità, visitate Riofreddo anche durante le feste religiose o gli eventi popolari che vengono organizzati nel corso dell’anno. Quelli più apprezzati (dai visitatori ma ancor più dai residenti) sono

  • la Rostera, ovvero la festa della castagna (in genere nei primi giorni di novembre)
  • la notte di Natale per assistere al Canto della Pastorella (rappresentazione religiosa accompagnata dal suono dedlle zampogne)
  • le celebrazioni della Pasqua
  • la festa di San Giorgio, patrono di Riofreddo (23 aprile)
  • la festa della Madonna dei Fiorentini (24 aprile)      
Riofreddo - fota da Wikipedia (Di Lupus Rio - Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=53152842

Riofreddo (Lupus Rio – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=53152842)

Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

0 Comments

No comments!

There are no comments yet, but you can be first to comment this article.

Leave reply

<