In Gargano lungo i sentieri della Foresta Umbra

Il cuore del Gargano è totalmente verde:  il colore che simboleggia la speranza e la rinascita ammanta il promontorio e riempie gli occhi da qualsiasi punto si osservi, avvolge le idee e stordisce i sensi fino a far smarrire la consapevolezza dello scorrere del tempo. E tutto questo verde ha un nome: Foresta Umbra.
Boschi fitti dove a fatica entra la luce del giorno, gli alberi alti per cercare di rubare preziosi raggi di sole. Strade che attraversano vallette aride che in primavera si vestono del rosa degli asfodeli in fiore, mentre mandrie allo stato brado pascolano placide e indisturbate. La Foresta Umbra ha un ché di primordiale, in tutto questo verde è facile perdere la cognizione del tempo, e anche la strada.
Più ci si addentra nella Foresta Umbra, più si entra in una dimensione in cui la Natura è la protagonista indiscussa, perfino l’uomo più tecnologico qui torna ad essere l’essere spaventato che millenni fa abitava queste terre cercando di sopravvivere al freddo dell’inverno ed alle fiere feroci.
Le strade sul promontorio del Gargano sono linee tracciate con un acquarello, dai contorni incerti e facili a smarrirsi: e può capitare (oh, sì, se succede!) che nella notte scenda la nebbia talmente fitta da confondere ogni più consueto riferimento.
La Foresta Umbra (dal termine “umbroso”, ombroso) è il territorio più verde del Parco Nazionale del Gargano, istituito nel 1995 con decreto del Presidente della Repubblica. Si estende per ben 10.426 ettari ed è suddivisa in 4 zone concentriche che preservano l’unicità della flora e della fauna caratteristica del luogo: la zona A è quella di maggior rispetto ed è interdetta alle visite, mentre nella zona D corrisponde agli insediamenti urbani del Parco: Vico del Gargano, Carpìno, Peschici, Vieste e Monte Sant’Angelo. I primi due sono tipici paesi di montagna, ancorati alle tradizioni agresti mentre il mare ed il turismo estivo  e balneare caratterizzano i successivi due Comuni. Per Monte Sant’Angelo la vocazione è senza dubbio mistica, con la Grotta di San Michele che richiama pellegrini e credenti da ogni parte d’Europa.
Nel folto delle faggete, dei carpini, degli aceri e delle latifoglie della Foresta Umbra si incontrano cerri secolari, si nascondono timidi caprioli garganici, cinghiali, gatti selvatici, cervi e numerosi volatili tra cui il gufo reale ed il picchio e non è difficile scoprire, nascosti tra le rocce, orchidee e ciclamini.
Numerosi i sentieri di trekking, da percorrere anche in mountain bike o a cavallo. Tra i tanti itinerari va segnalata la Grande Traversata Garganica, percorso ad anello di circa 200 km. suddiviso in più segmenti che attraverso sentieri, mulattiere, vecchie strade campestri consentono di scoprire i diversi territori che costituiscono il Parco.
Assolutamente da non perdere una sosta al Villaggio Umbra, piccolo insediamento abitativo dove oltre al punto informativo del Parco ci sono alcuni itinerari educativi adatti ai bambini, aree di sosta e la possibilità non solo di vedere da vicino i daini, ma anche di dar loro da mangiare acquistando per un euro un sacchettino di mais: io l’ho fatto e la sensazione che si prova è difficilmente descrivibile con le parole, ma sicuramente molto, molto emozionante!

(tutte le foto sono di Francesco Iaccio e Claudia Boccini)
Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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