Visitare Salerno con le poesie di Alfonso Gatto

Se non conoscete la città di Salerno vi invito a visitarla (tra l’altro, è ottimamente collegata via treno) perché ha davvero tanto da offrire ai turisti ed agli appassionati di arte: il suo lungomare ingentilito di palme, da cui si intravedono i Monti Lattari e si intuisce la costiera amalfitana, l’eleganza del suo Corso, la bellezza delle sue Chiese e la particolarità di essere città meridionale elegante, assai meno caotica della relativamente vicina Napoli. E poi Salerno è città colta, che sa intrigare i visitatori con musei, luoghi d’arte, perfino strade ‘letterarie’. Come la via completamente affrescata di murales dedicati al poeta Alfonso Gatto, davvero uno spettacolo da vedere. Anzi, considerato che già Salerno è spettacolare, uno spettacolo nello spettacolo.

Vi dicevo che Salerno è una città colta. Lo è davvero, e non solo perché ospita una delle Unoiversità più prestigiose del Mezzogiorno e d’Italia. Fin dal medioevo, Salerno era un centro di cultura e vi aveva sede la Scuola medica salernitana, uno dei centri più avanzati nella conoscenza dell’uso medico delle erbe officinali e dei rimedi erboristici.

Salerno ha poi un centro storico di incomparabile bellezza che – da quando è stato riqualificato ed in inverno è diventato la sede delle Luci d’Artista – è un piacere visitare: un intrico di strade e stradine, piazzette su cui si affacciano palazzi che forse hanno visto tempi migliori ma comunque di una eleganza architettonica senza pari, fontane muscose e scalinate che portano fino ai primi contrafforti della montagna che fa scudo alla città e su cui si trovano i resti del Castello di Arechi.

Ed è proprio nelle vie del centro storico che alcuni muri si sono trasformati in pagine bianche che accolgono i versi delle poesie di Alfonso Gatto, il poeta del Novecento nato a Salerno che ha disegnato, con i suoi romanzi e le sue poesie ermetiche, struggenti momenti esistenziali. Ed allora, perché non visitare Salerno proprio inseguendo le poesie di Alfonso Gatto?

E rivedremo il bianco
letto d’aria,
le case apparse d’un sol lume
in fondo ai vicoli
che il sonno sale e scende
di voce in voce…
(da: Amore della Vita)
alfonso gatto collage 2
Visitare Salerno seguendo i versi delle poesie di Alfonso Gatto significa scoprire un percorso di street-art unico, che oserei definire ‘calligrafico’, in cui parole, versi, odi e poesie, spesso accompagnate da grafiche, ghirigori e disegni minuti, talvolta compare il disegno di un micio sornione che si nasconde tra le vocali e le consonanti.
Con i murales letterari di Pino Roscigno ed il suo progetto “Muri d’autore”, realizzato in accordo con la Fondazione Alfonso Gatto – progetto in continuo work in progress – Salerno rende omaggio al ‘suo’ poeta.
I versi si snodano lungo le facciate, le scale, i muretti del rione Fornelle, a pochi passi dalla spina dorsale della città rappresentata da via dei Mercanti: è un invito continuo alla scoperta, che può assumere le forme di una caccia al tesoro letteraria lungo le vie del centro storico, mai certi di ciò che troveremo o che ancora resta (vi ricordo che per sua natura tutta la street art è temporanea, labile, soggetta al trascorrere del tempo).
In realtà le poesie e i versi tracciati sulle mura delle case non sono solo di Alfonso Gatto – pian piano si sono aggiunti altri autori e, tra i tanti, si possono  incontrare le parole delle canzoni di Pino Daniele, i testi teatrali di Eduardo De Filippo e di altri poeti ‘impegnati’.
Tuttavia è lui, il poeta nato a Salerno (proprio nel rione Fornelle) a farla da padrone. E grazie alla street-artist Alice Pasquini alle parole si affiancano immagini – e no, non manca nemmeno un ritratto dello stesso poeta.
Si resta a volte soli nella veglia
di un racconto sospeso, allora soli,
ignoti l’uno all’altro, ed ora uniti
dal ricordo che un nulla ci divise.
(da: Sottovoce)
alfonso gatto collage

Passeggiare per le vie di Salerno alla ricerca delle poesie di Alfonso Gatto è come sfogliare le pagine di un libro, che assume consistenza pian piano che le diverse liriche si svelano, spesso improvvise.

Talvolta sono visibilissime, come in uno dei vicoli che partono da Via dei Mercanti: le poesie di Alfonso Gatto che si trovano in via San Bonosio riempiono quasi tutte le facciate delle case, le porte e i contorni delle finestre, altre ve ne sono nel vicolo delle Galesse, altre ancora si incontrano nel vicolo degli Amalfitani dove c’è la casa di famiglia dove è nato il poeta e nel percorso pedonale che sale fino al Giardino della Minerva.

E poi non dimenticate,  durante il vostro itinerario salernitano alla ricerca delle poesie di Alfonso Gatto, di fermarvi in uno dei tanti bar della città per prendere un caffè (che è davvero ottimo) ed e una golosissima fetta di pastiera o di torta ricotta e pere, una vera specialità!

E distratto così
nel farmi intento,
al mio segreto
sorgere dal nulla,
trovavo nella voce
le parole,
da raggiungere,
padre, madre
culla, la terra che
s’illumina nel sole.
(da: Una sera di marzo)
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Chi era Alfonso Gatto: vissuto tra il 1909 ed il 1976, dal punto di vista sociale e politico Alfonso Gatto fu un convinto antifascista e fece parte della Resistenza, per diversi anni lavorò come inviato speciale al giornale “L’Unità” anche se nel 1951 lasciò, non senza polemiche, il partito comunista.

Dal punto di vista biografico, dopo aver vissuto a Salerno fino all’età di 21 anni, si trasferì a Milano dove la sua produzione letteraria, almeno all’inizio, andò di pari passo con i mille lavori che gli consentivano di sbarcare il lunario: lavorò in una libreria, fu istitutore in un collegio, correttore di bozze e infine giornalista.

La sua poesia rientra nella corrente dell’ermetismo e nelle sue liriche l’amore ha sempre un ruolo centrale.

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Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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