In Umbria : il Museo del Vetro di Piegaro

28a

Nel tour alla scoperta dei Frantoi Aperti dell’Umbria, una parte non indifferente del programma di scoperta organizzato da Fabiola prevedeva visite culturali ai piccoli musei che si trovano nel territorio comunale di Piegaro. Vere chicche, sconosciute alla maggior parte dei turisti che attraversano questa porzione di Umbria. Uno di questi, il Museo del Vetro di Piegaro, ci ha consentito di vivere la storia industriale del territorio e di apprezzare la produzione vetraria locale che, ancora oggi, prosegue la sua attività nella fabbrica della Vetreria Cooperativa Piegarese.

 28b

Il Museo è stato allestito in un edificio di archeologia industriale, la fabbrica Misciattelli, che si trova in pieno centro del paese ed è ben individuabile per l’alta ciminiera di mattoni che si eleva accanto. La struttura è stata oggetto di un attento restauro che ha recuperato le linee architettoniche e lasciato pressoché inalterati i  locali che ospitavano le fornaci ed i magazzini di una delle più famose vetrerie del centro Italia.

La presenza di vetrerie a Piegaro non è casuale: i vicini boschi di querce ed il torrente Nestore che scorre poco distante, nei secoli scorsi garantivano l’approvvigionamento della materia prima indispensabile per la produzione.

 28d

Come è arrivata a Piegaro l’arte di lavorare il vetro? Sembra che nel XIII° secolo, a seguito dell’editto della Repubblica di Venezia che obbligava a trasferire i forni per la fusione del vetro al di fuori della città lagunare per prevenire incendi e migliorare la salubrità dell’aria, alcuni maestri vetrai di decisero di lasciare il Veneto e di cercare fortuna nelle Corti del centro Italia, che nello stesso periodo stavano vivendo una grande espansione politica e artistica. Alcuni si fermarono in Toscana (altra zona d’Italia ancor oggi famosa per la produzione di vetri), altri trovarono a Piegaro la dimensione ideale per proseguire la loro attività.

 28e

E’ comunque certo che nel XIV° secolo le capacità delle maestranze locali erano già riconosciute: è documentata la commessa fatta ai mastri vetrai di Piegaro per la realizzazione delle tessere di vetro colorato poi utilizzate nelle vetrate del Duomo di Orvieto. Le vetrerie lavoravano così tanto che nel 1565 Cipriano Piccolpasso, architetto, storico e ceramista ma autore del trattato “Le piante et i ritratti delle citta e terre dell’Umbria sottoposte al governo di Perugia” raccontava di come la legna dei dintorni fosse oramai insufficiente per garantire la produzione!

 28f

Nel Museo del Vetro è esposto un campionario della produzione vetraria della fabbrica: fiaschi – che rappresentavano una delle produzioni di punta della vetreria – e poi bottiglie, damigiane, pulcianelle (il tipico fiasco di Piegaro dalla base sferica). Di tutte le forme e dimensioni, decorate e semplici, di vetro verde (le più comuni) e di vetro chiaro. Sono anche esposti i materiali necessari alla produzione (silice, coloranti, strumenti) e, valorizzate in teche illuminate, le preziose stoviglie che appartenevano alla famiglia Misciattelli.  Nella grande sala principale del Museo è ancora presente la vasca del forno di fusione, con le “bocche” da cui la materia incandescente veniva prelevata per essere prima soffiata a bocca e poi, con l’avvento della tecnologia, inserita in stampi e soffiata con l’aria compressa per ricavarne bottiglie. All’interno della vasca e nel locale sottostante sono ancora conservati i resti dell’ultima fusione effettuata prima che la fabbrica al centro del borgo venisse chiusa nel 1968: un blocco compatto di vetro che cambia colore a seconda della luce che lo illumina, simile ad una gigantesca pietra preziosa.

 28g

Scendendo le scale si arriva in quello che era il seminterrato della vetreria, destinato a magazzino e a locale caldaie e, sempre qui, è stato collocato il settore del museo dedicato all’impagliatura: accanto all’industria del vetro, era infatti sorta a Piegaro una attività parallela di impagliatura dei fiaschi, che permetteva alle donne ed ai bambini di integrare il salario familiare.

 28i

Nel museo sono conservati i libretti di lavoro degli operai, le prove di fusione, oggetti di uso comune legati alla produzione vetraria umbra, le lavagne con i turni e gli orari degli operai. Uno spaccato di attività industriali che, considerata la centralità della fabbrica per l’economia di Piegaro, erano parte integrante della vita quotidiana dei piegaresi. Il Museo del vetro di Piegaro continua ad essere un polo attivo di trasmissione delle tradizioni e divulgazione della produzione vetraria locale: particolare attenzione viene riservata alle attività didattiche ed ai laboratori organizzati per le scuole ed i locali della vecchia vetreria, molto scenografici con le loro volte di mattoni ancora anneriti dal fuoco, sono la sede più adatta per ospitare mostre fotografiche o pittoriche.

 Informazioni:

il Museo del Vetro di Piegaro è in Via Giuseppe Garibaldi, 20 ed è aperto da aprile a settembre dal martedì alla domenica  e nei restanti mesi solo il venerdì, il sabato e la domenica (orario 10-13 e 15-18).

Biglietto d’ingresso € 4,00 (previste riduzioni).

Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

0 Comments

No comments!

There are no comments yet, but you can be first to comment this article.

Leave reply

<