Templi e palazzi di Kyoto: il nostro itinerario

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Vista sulle colline dal tempio Ginkaku-ji

Nonostante il complesso rapporto di odio-amore che ha contraddistinto la visita di Kyoto, è ora di raccontarvi il nostro itinerario tra templi e palazzi di Kyoto. Per scelta strategica abbiamo prenotato un hotel, il Sakura Terrace, abbastanza vicino alla stazione di Kyoto e a due passi due dalla metropolitana – che però non useremo – e dalla fermata dei  bus urbani, di cui apprezzeremo più e più volte il bus n. 100, amato dai turisti perché il suo itinerario tocca i luoghi di attrazione principali, incluso Gion) e quindi, dopo aver avuto un primo assaggio serale del centro della città, del quartiere delle Geishe e della spiritualità shintoista con il tempio Yasaka che di notte diventa particolarmente attraente per l’accorta illuminazione che mette in evidenza i dettagli architettonici (è facile da individuare: è quello nei toni del rosso che domina dall’alto la lunga strada commerciale Shijo Dori), il giorno successivo il nostro itinerario prevedeva la visita dei principali templi e palazzi di Kyoto per cui come prima tappa ci siamo diretti verso il Ginkaku-ji, uno dei templi più famosi della città, in cui la pratica zen si esprime nella cura meticolosa dei giardini, dei decori di rocce e sabbia.

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Ginkaku-ji

Il bus n. 100 lascia a poche centinaia di metri dal Tempio Ginkaku-ji, a cui si arriva dopo esser passati accanto al Museo di Arte Moderna di Kyoto, ad un enorme Torii rosso e ad un’infinità di templi minori (ci vorrebbero mesi per visitarli tutti, temo!). Una volta scesi bisogna tornare indietro di qualche decina di metri e prendere la strada in salita costeggiata da numerosi negozi di souvenir. Per fortuna, una volta acquistato il biglietto – a proposito, adoro i biglietti dei templi giapponesi: sono delle lunghe strisce bianche con su ideogrammi neri e timbri rossi, perfetti per essere trasformati in seguito in segnalibri molto chic! –  e varcata la porta di accesso al recinto sacro, tutto cambia e un Ohhhh! di stupore ci sta tutto!

Il Tempio Ginkaku-ji, detto anche Jishō-ji (tempio della brillante misericordia), fu fondato nel 1482 dallo Shogun Ashikaga Yoshimasa, come luogo di pace in cui edificare la sua villa privata dove trascorrere gran parte della sua esistenza, circondato da meravigliosi giardini che mutano i colori con il trascorrere delle stagioni (va tenuto presente che nel XV° secolo Kyoto era meno estesa ed il tempio si trovava immerso nei boschi). Come spesso avviene nelle forme d’arte zen giapponesi, frequenti sono i rimandi ed i richiami alla natura ed agli elementi naturali: il perfetto semi-cono di sabbia che si leva da una base ondulata ugualmente di sabbia, così  levigato e perfetto, simboleggia il Monte Fuji visto dal mare.

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il tempio Ginkaku-ji

Il tempio principale, definito Kannon-den, è stato costruito in momenti successivi ed anche i due piani hanno stili diversi. Sul tetto del tempio svetta a protezione una fenice in bronzo. Purtroppo non abbiamo potuto visitare gli interni della sala principale, normalmente non aperti al pubblico,  dove sono conservati i pannelli dipinti su porte scorrevoli.  Il Ginkaku-ji doveva inizialmente essere rivestito di lastre metalliche d’argento (da qui il suo altro nome di Tempio d’argento), ad imitazione del più antico tempio Kinkaku-ji, rivestito invece di lamine d’oro.

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il giardino zen del Ginkaku-ji

Il Ginkaku-ji fa parte dei tesori culturali della nazione giapponese e la visita del tempio si svolge seguendo un itinerario prestabilito che passa accanto alle costruzioni, al “mare di sabbia”, supera laghetti ponticelli e si trasforma in sentiero (prima in ghiaia e poi sterrato) che sale sulla collina che domina il Tempio: tutto è perfezione ed anche ciò che può sembrare apparentemente selvaggio, naturale, libero oppure non finito fa parte di un piano ben preciso, che richiama simbologie e significati spesso difficili da intuire per il turista occidentale. Ad un certo punto, lungo il sentiero trovate un’indicazione che vi invita a guardare dall’altra parte della valle, in direzione di un simbolo rosso piantato nel terreno: accanto è piantato uno degli alberi sopravvissuti all’ecatombe nucleare di Hiroshima e vi dico la verità, a me vederlo ha fatto sgorgare irrefrenabili lacrime di commozione.

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ancora scorci del tempio Ginkaku-ji e dei suoi edifici

Dal Ginkaku-ji ci siamo poi spostati in direzione del Kinkaku-ji, il tempio d’oro. I due templi sono in posizione pressoché speculare sulla mappa di Kyoto e differenti nella concezione: il primo sobrio, quasi nascosto nella vegetazione, che è la vera protagonista, mentre il secondo è così sfolgorante da far apparire i boschetti ed il lago che lo circondano nulla più che dei comprimari. I due Templi non sono assolutamente vicini, quindi non fate gli eroi ed evitate di arrivare da un tempio all’altro a piedi (com’è che vi dico questo? Indovina…), se non volete rischiare di arrivare stremati la sera, quando nessun Onsen sarà in grado di darvi nuovo vigore. E poi, perché stancarsi inutilmente quando un biglietto giornaliero per tutti i bus costa 500 Yen? Su, forza, che ancora vi aspetta una lunga ed intensa sessione di visite turistiche e culturali!

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Una cartolina, il paesaggio in cui è inserito il tempio Kinkaku-ji!

Dal Ginkaku-ji prendete quindi il bus n. 102, che percorre la città da una parte all’altra e vi lascia a breve distanza dal Kinkakuji, tempio decisamente scenografico sia per la posizione che per il materiale utilizzato, sottili lamine d’oro. Anche qui una volta scesi dal bus dovrete percorrere un breve tratto di strada fino a raggiungere il recinto del tempio, ombreggiato da alberi ad alto fusto. Fate il vostro bravo biglietto e seguite il percorso che porta fino al laghetto circondato da pini giapponesi  e ritenetevi liberi di spalancare la bocca e fare un grande ohhh! di meraviglia, e poi fatene ancora un’altro! Il tempio domina il lago, su cui sono disposte ad arte alcune pietre in guisa di isolette, e il fulgore delle lamine metalliche dorate che lo ricoprono non potrà non affascinarvi. Fate come i tanti giapponesi in gita e scattate senza ritegno foto e fatevi selfie: se c’è un’immagine che sintetizza l’idea occidentale del Giappone è senz’altro il Kinkakuji. Anche qui l’insieme di natura, lavoro dell’uomo, bilanciamento armonico dei diversi elementi rasenta la perfezione.

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La fenice d’oro che svetta sulla sommità del tempio Kinkaku-ji

Il Tempio di Kinkaku-ji nasce come elegante villa dello Shogun  Ashikaga Yoshimitsu nel 1397 (è quindi antecedente al Ginkaku-ji) sebbene quello che si veda oggi è una ricostruzione del 1955 in quanto più volte distrutto da incendi ed anche qui sul tetto svetta una fenice dorata. La visita è tutta all’esterno, anche qui un sentiero vi condurrà, insieme a decine di giapponesi, a visitare il recinto del Tempio che include stagni, laghetti edifici multifunzionali, tra cui una salta da tè tradizionale con giardino dove, dopo aver lasciato le vostre scarpe all’esterno, in cambio di 500 Yen gentili signore in kimono vi condurranno all’interno e vi faranno accomodare a gambe incrociate sulle stuoie tatami prima di servirvi  una ciotola di tè verde matcha, amarognolo ma benefico, accompagnato da un dolcetto (wagashi). Che ve lo dico a fare: io sono riuscita a far danni ed a versare il té sulla stuoia (vergogna!!!).

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il tempio Kinkaku-ji, detto anche il Tempio d’oro

Stanchi di vedere templi e palazzi di Kyoto? Allora, uscite dal Kinkaku-ji e riprendete il bus 101 in direzione del Nijo-jo, ovvero la “casa”, in realtà un vero castello fortificato,  utilizzata dal potentissimo Shogun Ieyasu Tokugawa quando si trovava a Kyoto. Abbiamo incontrato la figura di Ieyasu già a Nikko e senza annoiarvi troppo con la storia del Giappone, sappiate che per un lungo periodo il potere politico, economico e militare fu nelle mani degli Shogun, feudatari capo clan assai spesso impegnati in battaglie per la conquista della supremazia; solo con Ieyasu Tokugawa, vissuto nel XVII° secolo, finalmente il Giappone ottenne l’unità nazionale e poté godere di un lungo periodo di tranquillità.

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L’imponente porta che immette nel Ninomaru

Il Nijo-jo è parte del patrimonio Unesco ed è un complesso di edifici racchiusi in una potente cinta muraria realizzata con grandi pietre incastrate al millimetro l’una dentro l’altra, protetti da un doppio fossato pieno d’acqua mentre il Ninomaru, il palazzo dello Shogun, è ulteriormente protetto da portali e palizzate.

La visita del Ninomaru prevede che vi togliate le scarpe e indossiate ciabatte di feltro, questo per evitare di scalfire involontariamente il preziosissimo pavimento di legno “ad usignolo”, dotato di una caratteristica davvero interessante: camminando il pavimento cigola con un suono simile al canto di un usignolo. Gli Shogun erano particolarmente romantici?

Niente di tutto ciò: il pavimento costituiva un eccellente strumento di difesa in grado di segnalare nemici o visitatori indesiderati, che sarebbero stati ben presto catturati e resi inoffensivi dalle guardie nascoste dentro armadi e vani segreti.

Notevolissimi, nel Ninomaru, i pannelli dipinti e la sala  dello Shogun dove, con molta teatralità e un bel po’ di manichini, è stata ricreata l’atmosfera di un’udienza con il feudatario. Oltre alle sale di rappresentanza, nel Ninomaru vi era un’ala utilizzata come abitazione dello Shogun e della sua famiglia, più intima e raccolta.

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dettagli del Ninomaru

Purtroppo nel Ninomaru è vietatissimo fare foto e noi ci siamo immediatamente adeguati alla prescrizione (sia mai che da un armadio scappi fuori un samurai con tanto di katana che impone a forza il rispetto del divieto!), per cui le foto sono solo in esterno, ma se volete dare un’occhiata, potete cercare foto e informazioni sul sito ufficiale del turismo giapponese (Jnto), nella sezione dedicata al turismo a Kyoto.

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Parte dell’edificio del Ninomaru, visto dal piazzale di accesso

Qualche dato: l’intero sito è ampio 275.000 mq, di cui 7.300 mq. utilizzati per edifici, mentre sulle pareti del Ninomaru ci sono in totale 954 dipinti. Sempre nel recinto del Nijo-jo si trova anche l’edificio di palazzo Honmaru e potete visitare il parco dove si trovano alcuni giardini zen e salire le ripide scale che portano in cima al torrione di guardia, da cui si ha una buona visuale sull’intero complesso (su wikipedia trovi altre informazioni rapide da leggere)

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gesti rituali e devozione nei templi di Kyoto

Scommetto che siete sazi e saturi di visitare castelli, giardini, templi e palazzi di Kyoto e non vedete l’ora di sedervi da qualche parte per pranzare o comunque staccare la mente. Kyoto è bella, ma se non si prende a piccole dosi il rischio è di fare indigestione. Spezzate quindi la routine delle visite con una passeggiata all’interno di Nishiki, il mercato coperto con la sua interessante sezione dedicata agli alimentari (che se poi non avete pranzato, è l’occasione buona per darvi al jap-street food!).

Per raggiungerlo dal Kinkaku-ji prendete il bus 101  verso la stazione della metropolitana di Shijo ed a pochi passi dalle boutiques e dalle vetrine i lusso troverete l’ingresso del mercato, vicoli in cui i negozi si susseguono senza fine. Per lo più economici, più o meno caratteristici, se dovete riportare piccoli regalini sono il posto giusto per fare piccoli affari. Il mercato alimentare, invece, è il regno di chi apprezza la cucina locale e vuole fare incetta di ingredienti difficilmente reperibili in Italia. Non mancano posti e ristoranti dove fare uno spuntino e di tanto in tanto i venditori di prelibatezze fanno fare assaggi (noi abbiamo acquistato alcune buste sottovuoto di soia tostata, dello zenzero candito ed anche delle zuppe di udon pronte da reidratare proprio perché ci hanno proposto di “fare l’assaggio“).

A questo punto, se ancora non siete completamente stravolti dalla stanchezza, potete dirigervi verso la stazione di Kyoto con il bus 100 oppure con il bus 101 e prendere il primo treno della compagnia JR Nara Local in direzione Nara, per andare a vedere il sentiero di Torii arancio che contraddistingue il santuario di Fushimi Inari, dedicato ad Inari, la divinità del riso spesso rappresentata sotto la forma di volpe.  I treni partono all’incirca ogni 20 minuti, il tragitto dalla Stazione di Kyoto alla fermata di Inari è di soli 5 minuti e il sentiero con i Torii inizia a ridosso della stazione stessa. Se volete percorrerlo tutto sono 4 km. (in alcuni punti il sentiero di portali si divide in due, poi si riunisce, quindi di nuovo si divide, e così via). Se una volta percorso un breve tratto di sentiero e scattate le foto di rito ne avrete a sufficienza (anche perché immagino che la stanchezza ci sia tutta), riprendete il treno e tornate a Kyoto.

Informazioni utili sui templi e palazzi di Kyoto da visitare: 

  • Ginkaku-ji:  ingresso dalle 8.30 alle 17.00; costo del biglietto di  ingresso 500 yen; calcolate almeno un’ora e mezza di tempo per visitarlo.
  • Kinkaku-ji: ingresso dalle 9.00 alle 17.00,  costo del biglietto 400 yen; calcolate almeno un’ora di tempo per visitarlo.
  • Nijo-jo: ingresso dalle 8.45 alle 17.00 (il Ninomaru chiude alle 16.00), costo del biglietto 600 yen; servono almeno due ore per visitare il complesso ed il Ninomaru. Le visite all’interno sono accompagnate e cercate di seguire scrupolosamente le indicazioni delle guide. Alcuni pannelli in inglese aiutano la comprensione del percorso.
  • Fushimi Inari: l’ingresso  è libero ed è sempre aperto. La sera i tunnel di Torii si possono percorrere  perché sono illuminati . Il biglietto dalla stazione di Kyoto a quella di Inari costa 140 yen.
  • Mezzi pubblici di Kyoto: noi abbiamo seguito l’itinerario utilizzando esclusivamente i mezzi pubblici ed acquistando un pass giornaliero al costo di 500 yen, che abbiamo obliterato a bordo al primo utilizzo. Attenzione: sui bus di Kyoto si sale dalla porta posteriore e si scende da quella anteriore. Prima di scendere, dovete mostrare il pass oppure pagare il biglietto inserendo l’importo esatto della corsa nel contenitore accanto al conducente, che non vi darà resto. Tuttavia se avete una banconota da 1000 yen potete cambiarla utilizzando il cambiamonete presente a bordo. Se utilizzate bus che vanno fuori dal centro, dovete ricordarvi di prendere non appena saliti a bordo un biglietto numerato dalle macchinette gialle e, al momento di scendere e quindi pagare, controllate l’importo corrispondente al vostro numero sul monitor presente a bordo (ad ogni numero, corrisponde un importo diverso ed i numeri coincidono con le diverse zone).
  • I tre autobus citati, il n. 100, il 101 ed il 102, fanno parte del sistema Raku Bus, ideato appositamente per favorire i turisti in visita a Kyoto. I tre autobus permettono infatti di visitare, secondo diversi itinerari, le principali attrazioni della città seguendo percorsi veloci, puntuali e frequenti:
    • il bus n. 100 passa ogni 10 minuti (ferma alla Stazione di Kyoto, collega con l’area di Gion, con il tempio Kiyomizudera e con il Ginkaku-ji))
    • il bus n. 101 passa ogni 15 minuti (ferma alla stazione di Kyoto e connette con il Nino-jo ed il tempio Kinkaku-ji)
    • il bus n. 102 passa ogni 30 minuti (collega trasversalmente la città ed i templi Ginkaku-ji e Kinkaku-ji).

(questo post ha richiesto 8 ore di lavoro tra scrittura, elaborazione fotografica, editing, ricerca e verifica dati; tutte le foto sono di Francesco Iaccio).

Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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