In gita a Vallerano: è tempo di castagne nel borgo viterbese

Una gita a Vallerano tra brume autunnali, boschi e buona tavola è quel che ci voleva dopo quasi un mese e più di sosta, necessaria per consentire a Francesco di riprendersi da un piccolo intervento al ginocchio. E’ sempre un piacere organizzare le nostre piccole gite da Roma ed io un po’ ne avevo nostalgia.

Abbiamo ricominciato da un bel paese della Tuscia viterbese, Vallerano, particolarmente attivo nel proporre ai visitatori grandi feste popolari. E come spesso accade, anche la gita a Vallerano ha confermato quel che pensiamo da tempo: è bello, bellissimo, viaggiare in Paesi più o meno lontani, ma è altrettanto bello indirizzare la propria passione per il viaggio verso itinerari (quasi) a chilometro zero, senza bisogno di allontanarsi troppo da casa ma con lo stesso spirito di esplorazione che caratterizza un viaggio in terre lontane.

Sappiamo bene che l’Italia è la terra dei piccoli borghi, dei paeselli stretti da mura medievali, di manciate di case abbarbicate sulle colline che quasi verrebbe voglia di stringere nel pugno di una mano tanto sono preziose con il loro profumo di camini e di pane, con il sapore di tempi passati e di comunità ancora ben salde.

Ed il bello è che sono lì, dietro l’angolo, pronti a presentarsi con il vestito migliore e a raccontarci le loro storie, dove la verità assai spesso sconfina con la leggenda e dove c’è sempre un cattivo di turno, un eroe pronto a salvare giovani fanciulle o un santo capace di grandi miracoli.

Nel Lazio ce ne sono davvero tanti di paesi così, che seppur si trovano a breve distanza tra di loro hanno specificità ben definite: d’altronde, l’Italia è il Paese dei campanili e l’appartenenza identitaria è sempre molto sentita. Volete avere qualche suggerimento per gite nei borghi del Lazio (o di qualsiasi altra Regione d’Italia)? Il sito dei Borghi più belli d’Italia è una miniera di idee!

Vallerano, borgo della Tuscia viterbese

Qualche dettaglio pratico per una gita a Vallerano: si trova in provincia di Viterbo (circa 18 chilometri) ed è a meno di 60 chilometri da Roma. Si raggiunge da Roma, con deviazioni, sia dalla via Flaminia che dalla via Cassia e oggi i suoi abitanti sono poco più di 2.500. Non tanti, ma molto organizzati e molto orgogliosi del loro bel paese adagiato sulle pendici del Monte Cimino, il monte più alto della catena laziale dei Monti Cimini.

La gita a Vallerano ci fa entrare nella storia del borgo, che ha un’origine molto antica e che ha visto insediamenti Falisci, Etruschi e Romani.

La parte più vecchia del borgo è sorta su uno sperone tufaceo, in posizione sopraelevata. Ciò permetteva di controllare con facilità il territorio circostante, anche se ciò non ha evitato che nel corso dei secoli Vallerano sia stato oggetto di battaglie, di conquiste, di saccheggi e perfino distruzioni.

Per lungo tempo è stato parte dei possedimenti della Chiesa, che lo assegnarono prima alla famiglia Orsini ed ai Farnese poi, periodo in cui il borgo di Vallerano visse il suo periodo di massimo splendore economico, architettonico e culturale.

Anche in passato non era certo un borgo povero o privo di quelli che oggi chiamiamo ‘servizi’. Nel XVIII° secolo poteva già contare su un ospedale con funzioni di ospizio  per i poveri, in una scuola pubblica per i ragazzi, un gymnasium, dove venivano impartiti in latino gli insegnamenti della grammatica e della retorica.

C’era anche una scuola dedicata alle fanciulle del paese gestite dalle Maestre pie, che avevano il compito di educare le giovanette non al sapere ma alla modestia, ai lavori domestici ed alle virtù cristiane.

Il Santuario della Madonna del Ruscello

In una gita a Vallerano, prima ancora di arrivare nel centro cittadino, fermatevi lungo la via principale per visitare – almeno dall’esterno, il Santuario della Madonna del Ruscello: le sue forme barocche sono state disegnate da Jacopo Barozzi detto il Vignola, l’architetto della famiglia Farnese per la quale costruì anche il bellissimo Palazzo Farnese di Caprarola, non troppo lontano da Vallerano e che vi invito senz’altro a visitare.

Il Santuario della Madonna del Ruscello – molto venerato dagli abitanti di Vallerano e che al suo interno conserva L’Estasi di San Carlo Borromeo del Pomarancio ed una venerata Madonna Assunta in cielo di Giovanni Lanfranco – chiude prospetticamente una sorta di piazzale dove sui due lati ci sono edifici bassi che un tempo ospitavano abitazioni, botteghe di artigiani e locande.

Ora il Santuario è pressoché unito al paese ma un pellegrino del XVII° secolo che voleva raggiungere Vallerano, prima ancora di vedere la Rocca che dominava la vallata incontrava sul suo cammino questo luogo di fede, di sosta e porta di accesso al paese vero e proprio.

Il borgo antico di Vallerano

Lo sperone tufaceo che ospita la Rocca di Vallerano sorge in un avvallamento del terreno, così che arrivando dal Santuario della Madonna del Ruscello per entrare all’interno del nucleo storico bisogna prima scendere fino a Piazza della Repubblica e poi salire entrando attraverso una delle porte di accesso, entrambe in posizione sopraelevata rispetto alla piazza e che si raggiungono con una breve salita.

Guardando in alto da un punto qualsiasi di Piazza della Repubblica si percepisce bene la struttura del borgo vecchio, inserito all’interno di una rocca i cui torrioni tondeggianti e poderosi si trovano accanto alle porte di accesso.

La Porta principale è sormontata da un orologio mentre Porta Nova ha, all’interno del cassero, una bel dipinto su maiolica di autore contemporaneo.

Nella nostra gita a Vallerano siamo rimasti colpiti dalla successione di vicoli, di archi, di portici e passaggi che definiscono i percorsi, di piazze che si aprono improvvise, di discese curvilinee e scale che sembrano scomparire dietro un angolo. Un labirinto di pietra dove è impossibile perdersi.

Piccola informazione di servizio: al momento l’itinerario panoramico lungo Via dei Cellari, che costeggia il paese con magnifico affaccio sui boschi di castagni e sulle forre e dove si incontra il caratteristico portico, è interrotto alla fine del portico per dei lavori di ristrutturazione ed è necessario tornare indietro e salire la scalinata che si trova a destra (le scale terminano in una piazzetta alla spalle della Chiesa di San Vittore).

In condizioni normali, il percorso lungo Via dei Cellari continua fino a Largo Sant’Andrea, dove c’è la Collegiata di Sant’Andrea, la barocca cattedrale di Vallerano sorta sulle fondamenta di una chiesa ben più antica.

Una gita a Vallerano è bella in tutte le stagioni, tuttavia è in autunno che il borgo ritrova la sua atmosfera contadina e tradizionale e celebra uno dei frutti più famosi del territorio, la castagna (a cui è stata riconosciuta la DOP).

E’ una grande festa popolare,  che si prolunga per quasi tutto il mese di ottobre e termina in concomitanza con le festività del Ponte dei Santi e che richiama tanti turisti e abitanti dei vicini paesi.

Durante la Festa della Castagna si svolgono mercatini artigianali, vengono cotte in enormi paioli di ferro le castagne arrosto (un bel cartoccio pieno non vi costerà più di 2€), ci sono visite guidate, laboratori e concerti ma soprattutto vengono riaperte le antiche cantine scavate nel tufo.

All’interno, si allestiscono ristoranti popolari dove si possono assaggiare i piatti tradizionali a base di legumi, pasta fatta a mano, zuppe con le castagne, carne cotta alla brace e ovviamente buoni dolci casalinghi.

Piatti tipici per eccellenza – che ho trovato solo qui a Vallerano, le fricciolose (crepes finissime farcite con formaggio grattugiato) e i gulitonni, spaghettoni artigianali a base di acqua e farina da condire con sughi consistenti e saporiti.

Le attività di promozione di Vallerano non si fermano alla festa della Castagna.

In periodo di Avvento il borgo storico ospita l’evento Vallerano incantata, con le vie e le piazze illuminate e decorate e con un curioso presepe statico realizzato con decine e decine di manichini abbigliati con vestiti d’epoca disposti in modo da creare quadri tridimensionali.

Altro evento importante di Vallerano, il cui format ha valicato i confini nazionali creando repliche e gemellaggi, è la Notte delle Candele, che si svolge in estate: il vecchio paese abbandona la luce elettrica e torna a risplendere grazie a luminarie formate da centinaia di migliaia di candele disposte lungo le strade, sui balconi e davanzali, sulle le scale, sui cornicioni e parapetti, dando vita ad una atmosfera romantica in cui è difficile separare il sogno dalla realtà.

Qualche informazione utile per una gita a Vallerano:

  • Come arrivare a Vallerano: da Roma, si può arrivare a Vallerano percorrendo la Strada Statale Cassia fino a Monterosi, quindi seguire le indicazioni per Nepi. Proseguire in direzione di Fabrica di Roma e da qui lungo la provinciale n. 65 seguite le indicazioni per Vallerano. Se invece arrivate dall’autostrada A1, dovete uscire ad Orte  e seguire le indicazioni per Vasanello. Seguite quindi la strada per Centignano e infine per Vallerano.
  • Durante le feste tradizionali di Vallerano può essere un po’ complicato trovare parcheggio: potete lasciare l’auto nella parte nuova del paese oppure, come abbiamo fatto noi,  provare a trovare un posto nel parcheggio coperto sotto il parco giochi. Da quanto ci hanno detto sarebbe riservato agli abitanti del centro storico ma in alcuni spazi, dove non c’è la barriera, pare sia consentita la sosta anche ai visitatori.
Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

0 Comments

No comments!

There are no comments yet, but you can be first to comment this article.

Leave reply

<