Andare a Lisbona per innamorarsene ancora

Tornare da un viaggio è sinonimo di turbamento, un sentimento che accoglie in un unico abbraccio innamoramento, gioia e malinconia e si insinua tiepido nel cuore, scaldandone i ricordi. Sensazioni tattili, uditive, fatte di persone, di odori, di luci che graffiano l’anima, tanto intense quanto più la città, il Paese, il luogo visitato ha scalfito la nostra consuetudine. E poiché andare a Lisbona è maledettamente facile (3 ore di volo, mezz’ora di metro et voilà, state già camminando tra Rossio, Baixa e Chiado) ed ancor più facile è provare infinita gioia percorrendone le sue vie assolate, se dovessi indicare in una scala da 1 a 1.000 quanto andare a Lisbona mi ha turbato, direi 1.100. Un turbamento positivo, però, pieno d’amore puro per una città che trovo accogliente e autentica, capace come poche altre di farmi sentire a casa, sebbene ne abbia calcato le vie per la prima volta  solo pochi mesi fa.

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Il #Sivalisbona, questo pazzo viaggio che ha messo insieme 15 blogger giovani, belle e capaci più una, la sottoscritta, che pur non rientrando in nessuna delle tre categorie si è confusa nel gruppo condividendone entusiasmi e scoperte, mi ha confermato ancora una volta di più  che Lisbona è una città dove è facile vivere ed in cui perfino il turista frettoloso o difficile da accontentare riesce a vivere attimi in cui l’incanto diventa sostanza. A questo punto, lo dico e lo confermo: andare a Lisbona è terapeutico, fa bene all’anima e ne lenisce le inquietudini. Sarà questione di aria che si respira, sarà che la cannella spolverata generosamente sui pasteis è un energizzante naturale, sarà che i tram gialli mettono di buon umore solo a guardarli e che un bicchierino di ginjinha (uno solo!) è la miglior medicina per allontanare le tristezze ma a Lisbona è facile dimenticare crucci e tristezze! 

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Lisbona ha la capacità di essere presente, passato e futuro nello stesso momento, lo spazio e il tempo si sovrappongono in piani interconnessi che assumono la forma di palazzi, di scalinate, di salite scoscese ed altrettanto ripide salite, di murales vivaci e angoli segreti. Innamorarsi di Lisbona è fin troppo facile, complicato è scegliere quale abito colorato della città indossare: meglio andare a Lisbona per percorrerne le colline – sfida titanica alla resistenza fisica – o seguire la scia argentea dei binari del tram che segnano quartieri segreti? Collezionare palazzi ricoperti da azulejos oppure scovare insospettabili angoli di città fermi al secolo scorso, tra case dirute e cortili in cui lo zampillìo di una fontana rimbomba tra le edere? Meglio visitare Chiese e Conventi che paiono trine leggere o spalancare gli occhi davanti a vecchie industrie dismesse trasformate in laboratori di sperimentazione?

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Una città che è Capitale ma è anche paese e borgo, in cui la devozione verso i Santi si trasforma rapidamente in festa di popolo: a Lisbona la festa di giugno dedicata a S. Antonio è sentitissima e serve davvero poco per stravolgere le vie del centro con griglie e bracieri per cuocere comunitariamente sarde, carne, salsicce e per brindare insieme, levando il bicchiere colmo di vino e di passione. Ho amato Lisbona vestita a festa, collane di ghirlande appese tra le vie che illuminano il cielo di colori e di allegria, seguendo la musica che che invita a ballare in una collettiva celebrazione dell’estate. E le mille facce di questa città, mutevoli come la luce che la illumina, mai uguale eppure sempre magica. Nulla da fare: Lisbona colpisce al cuore, forte, come una freccia scoccata da un Cupido dispettoso, che sa che l’amore è intenso se c’è voglia di vita, di sorrisi, di attesa fattiva. Il video qui sotto (grazie, anzi, obrigado a Skyscanner per averlo realizzato durante il #sivalisbona), è solo un assaggio, un antipasto. Ma capace di far venire appetito e voglia di Lisbona.

Difficile restare distaccati, evitare di innamorarsi di Lisbona è impossibile: è una città che invita a camminare nella notte seguendo le note del Fado e il profumo lieve delle magiche giacarande, alberi che in estate adornano la città con un pulviscolo lilla che sembra cipria.  Nella notte dilatata dai suoni delle feste,  ho scelto di camminare da sola per le vie affollate di Lisbona, sentendomi perennemente avvolta da un senso profondo di sicurezza, sensazione che non si prova poi così di frequente quando si è donne e si viaggia da sole. Lisbona è anche questo, se vi pare poco.

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Lisbona cambia pelle giorno dopo giorno, nasce e rinasce nella sfida di trovare una sua identità contemporanea, senza però abiurare il suo glorioso passato di potenza commerciale e coloniale. E se i contrasti attraggono e innamorano, Lisbona è una città colma d’amore. Su Lisbona ho scritto tanto, scriverò ancora tanto, per parlare del Parco delle Nazioni, di stazioni ferroviarie che sono un abecedario dell’arte manuelina, del Museo degli Azulejos o del Museo Gulbenkian, di parchi e di conventi privi di tetto che nascondono mummie o anche di fontane  simili a sculture trionfali, di miradouros e di cucina schietta a prova di inappetenti.

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La “mia” Lisbona è molto simile ad una casa in cui le porte sono spalancate per accogliere il viandante, la brocca d’acqua fresca appena attinta dal pozzo pronta sul desco imbandito per ristorare chi, dopo il lungo vagare, ha voglia di fermarsi a stringere mani e storie. Lisbona è cuore, è cielo, è sole, è gioia. E’ profumo di caffè, impalpabile polvere di zucchero a velo e cannella che ricopre pasticcini che fanno della semplicità l’eccellenza, è acqua che lambisce le rive, è il suono lieve di obrigado, parola che ringrazia e che ben presto diverrà anche il vostro modo per mostrare riconoscenza.

Andare a Lisbona è… a voi completare la frase, a voi l’invito a scoprirla.

Qualche link utile per visitare Lisbona:

Vi lascio anche un’infografica realizzata da Skyskanner sul periodo migliore per prenotare un volo economico verso Lisbona: a quanto pare, bisogna muoversi con un buon anticipo quindi… credo che dovrò cominciare a pensare al prossimo viaggio di ritorno in Portigallo! 🙂

Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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