Buongiorno Ceramica in Umbria!

L’arte della lavorazione ceramica è una delle attività artigianali più antiche che ci accompagna da tempo immemorabile sotto la forma di stoviglie e oggetti di uso quotidiano, di eleganti suppellettili per mense principesche e perfino come materia duttile di base per dare vita a capolavori artistici: la mia passione per la ceramica ed i cocci in generale è un dono della mitica nonna Paolina, grande accumulatrice di servizi da tavola e collezionista di tazze e tazzine che ora sono passate a me in eredità. In realtà ci ho messo anche del mio, perché non c’è negozio specializzato o mercatino che non mi veda tornare vittoriosa con un sacchetto pieno di acquisti. Perché mi piace infinitamente la ceramica (e la sua preziosa sorella porcellana)? Perché lavorare l’argilla, darle forma, preparare il biscotto, smaltarlo decorarlo e infine vetrificarlo sono tutti gesti pieni di amore per il bello, che traggono origine da un saper fare antico che, tranne poche modifiche industriali intervenute, è il medesimo che è alla base delle lavorazioni attuali.

Collage piccole ceramiche Deruta

Buongiorno Ceramica – Museo Regionale dell’Umbria di Deruta, collezione piccole ceramiche

Sebbene non abbia una formazione specialistica – come detto, sono solo una grande appassionata di arte ceramica, capace di andare in Giappone per visitare le cittadine di Arita ed Imari, i centri storici della produzione della porcellana nipponica oppure di spendere parte dei miei viaggi per visitare musei specializzati e laboratori di design ceramico contemporaneo – quando mi è stato proposto dall’Associazione italiana travel blogger-Aitb di andare in Umbria per seguire come blogger gli eventi locali di Buongiorno Ceramica, manifestazione su scala internazionale promossa da AiCC – Associazione Italiana Città della Ceramica  e dedicata alla promozione, alla riscoperta ed alla presentazione delle diverse produzioni ceramiche italiane, sono stata davvero entusiasta sebbene  il tour che mi aspettava fosse decisamente intenso: in Umbria ci sono più località dove l’arte ceramica è ancora praticata, tutte cittadine di origine medievale in qualche modo collegate tra loro ma che hanno seguito autonomi percorsi nella produzione di ceramiche artistiche.

Insieme a Francesco – mai come questa volta interessatissimo a conoscere i misteri della lavorazione ceramica – ci siamo limitati a soffermarci su Deruta, Gubbio e Gualdo Tadino cercando di conoscere le specificità dei laboratori, la bellezza dei musei tematici ma soprattutto a parlare con chi l’arte ceramica la pratica ancora oggi: ceramisti, curatori museali, artisti ed hobbisti appassionati, insomma tutti coloro che ancora oggi continuano a tramandare questa eccezionale produzione totalmente e orgogliosamente made in Italy.

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Buongiorno Ceramica – Deruta

Il nostro Buongiorno Ceramica è iniziato all’alba di sabato 3 giugno 2017 ed in poco più di 36 ore abbiamo approfondito la storia, le tecniche, le specificità dell’arte ceramica spostandoci da Deruta a Gubbio per poi raggiungere il giorno successivo la cittadina di Gualdo Tadino, quasi al confine con le Marche, in totale più di 400 km,. vissuti in mezzo al bello. La cittadina di Deruta è stata la prima tappa dell’itinerario ceramico umbro: in provincia di Perugia, da cui dista circa 15 km., ha una consolidata tradizione ceramica – artistica e commerciale – che affonda le radici nel rinascimento e che ancora oggi può contare su circa 100 aziende – per lo più a gestione familiare – impegnate nella produzione e nella decorazione della ceramica.

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Buongiorno Ceramica – Deruta

La ceramica a Deruta è ovunque: se altrove all’ingresso di un paese viene posto un cartello metallico con il toponimo, a Deruta il benvenuto lo porge una bella installazione in ceramica e la strada che sale fino al centro di Deruta è costeggiata da numerosi negozi e laboratori – ci hanno detto che nei decenni precedenti ve ne erano ancora di più, perché la crisi dovuta al crollo delle esportazioni si è fatta sentire pesantemente – e la ceramica a Deruta è parte stessa del vivere quotidiano. Deruta è il paese della ceramica, letteralmente: persino le panchine del piccolo giardino sono in ceramica e ce n’è una, con il motto Dulces et Amare, che pare sia riservata agli innamorati. Ugualmente in ceramica sono le insegne dell’ex istituto statale d’arte Alpinolo Magnini (oggi liceo artistico), le targhe apposte per le vie, le immagini sacre custodite nella chiesa parrocchiale di San Francesco, tra cui vi è l’immagine di Santa Caterina d’Alessandria, che ho scoperto essere patrona dei ceramisti e dei vasai. A proposito, il termine ceramica deriva dalla parola greca kéramos, che indica il materiale con cui si producono i ‘cocci’, l’argilla,  e sottolinea come la lavorazione sia un’attività dell’uomo che risale a tempi davvero antichi.

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Buongiorno Ceramica – Museo Regionale dell’Umbria di Deruta, collezione

In una cittadina piccola come Deruta, che ha poco meno di 6.000 abitanti, tutte le famiglie hanno almeno un componente che lavora con la ceramica e per i visitatori girare per il piccolo centro è una vera festa: il bar in piazza ha tavoli realizzati con la ceramica, i numerosi negozi vendono ceramiche di produzione propria e sempre di qualità, c’è perfino un giovane artigiano appassionato di musica e chitarrista, Giovanni Andreani, che ha creato delle incredibili e innovative chitarre di ceramica perfettamente funzionanti, ben apprezzate dal chitarrista Carlos Santana a cui ne ha regalata una in occasione della presenza dell’artista ad Umbria Jazz. E, poi, c’è il Museo Regionale della Ceramica, nato nel 1898 e ricco di opere ceramiche anche contemporanee (sono in totale oltre 6.000 ma sono in continuo incremento!), un contenitore delle meraviglie che da solo vale il viaggio a Deruta.

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Buongiorno Ceramica – Museo Regionale dell’Umbria di Deruta, collezione

Il Museo Regionale della Ceramica di Deruta è stato realizzato nel trecentesco ex convento di San Francesco ed è affiancato da una moderna struttura adibita a Deposito: il contrasto tra edificio antico e moderno è straordinario, così come è straordinaria la collezione di ceramiche contemporanee realizzate nell’ambito del Premio Deruta da artisti del calibro di Paolo Portoghesi, Paolo Marazzi, Manlio Bacosi, Bruno d’Arcevia. Il Museo, che abbiamo visitato in una approfondito tour guidato accompagnati da uno dei curatori museali, nasconde tanti piccoli segreti e grandi capolavori: tra gli altri tesori, vi sono produzioni arcaiche, una collezione di pavimenti di mattonelle rinascimentali, una ricchissima raccolta di piatti da pompa (erano i piatti di ceramica, di grande bellezza, spesso ornati con scene romantiche o di caccia e decorati da motti e descrizioni) che venivano utilizzati nel rinascimento come pegno d’amore – nella foto qui sopra ne vedete uno.

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Deruta, Museo regionale della Ceramica. Torre dei depositi

Curiosa l’esposizione delle piccole ceramiche realizzate negli anni ’50-’70  del XX° secolo dalle fabbriche derutesi per la fabbrica di cioccolato Perugina, utilizzate come elegante contenitore per uova di Pasqua o per cioccolatini e, poi, è davvero sorprendente la zona delle fornaci di San Salvatore, un tempo collocate accanto alle vecchie mura difensive della città e risalenti al 1200, di cui si era persa ogni traccia: sono tornate alla luce in modo del tutto casuale, nel corso dei lavori per la realizzazione del nuovo parcheggio cittadino, ed oggi sono collegate con la struttura museale attraverso un percorso sotterraneo.

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Artigiani ed appassionati di ceramica a Buongiorno Ceramica a Deruta, davanti al Museo regionale della Ceramica

Del Museo Regionale della Ceramica di Deruta vi parlerò più nel dettaglio in un prossimo post, perché è un luogo di conservazione della cultura e dell’arte in cui è difficile annoiarsi e la visita è estremamente interessante. Quindi, per saperne di più abbiate un po’ di pazienza, in ogni caso in fondo al post trovate tutti i riferimenti utili.

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Buongiorno Ceramica – Deruta. Decorazione di un oggetto in ceramica

Dopo aver visitato il centro di Deruta ed il Museo, abbiamo avuto la possibilità di entrare in un laboratorio di produzione della ceramica della cittadina umbra per osservare i diversi passaggi necessari per trasformare una semplice base di biscotto (è l’argilla modellata e poi cotta nel forno in due tempi) in un oggetto di preziosa ceramica decorata. E qui mi sono davvero entusiasmata a vedere nascere una piccola opera d’arte, perché quello che arriva nelle nostre case per abbellirle o per rendere festose le nostre tavole imbandite è il risultato di un lungo processo artistico ed artigianale fatto di passaggi codificati nel corso dei secoli che prevedono inizialmente la realizzazione al tornio del manufatto in argilla, la sua accorta essiccazione all’aria, la lenta cottura dell’oggetto a temperature che superano i 1000 gradi per ottenere la terracotta e che talvolta sfiorano anche a 1500 gradi nel caso della porcellana dura. Nei video alcuni momenti della lavorazione (il testo segue dopo i video)

Oltre che al tornio, un pezzo – soprattutto se ha una forma particolare – può essere prodotto con il sistema degli stampi in gesso sui quali l’argilla prende forma. In ogni caso, una volta essiccato e cotto al forno il manufatto grezzo si passa alla decorazione pittorica vera e propria, che prevede una smaltatura di base, in genere eseguita per immersione, su cui poi vengono tracciati i decori con il sistema ‘a spolvero‘: si traccia il disegno su una mascherina le cui linee sono percorse da piccoli fori e una volta applicata la maschera sull’oggetto, si tracciano le linee del disegno attraverso un tampone pieno di polvere di carbone che viene picchiettato sull’oggetto in modo da trasferire il decoro.

Si inizia quindi la fase della pittura a pennello con gli smalti colorati ottenuti da ossidi minerali o metallici, attività che richiede mano fermissima e buona conoscenza dei materiali; una volta il ciclo della ceramica prevedeva anche la macinazione delle pietre e dei minerali per ottenere i colori, ma oggi ci sono ditte specializzate che riforniscono le aziende. Si passa quindi alla seconda cottura in forno, a temperature più basse rispetto alla prima cottura – in genere ci si attesta tra i 600 ed il 1000 gradi Celsius, dipende dal tipo di forno, dalla dimensione dell’opera, dagli effetti che si vogliono realizzare – per fissare definitivamente la smaltatura ed i decori e rendere lucido lo smalto.

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Buongiorno Ceramica – Deruta. Un esperto torniante crea un vaso

Per l’evento Buongiorno Ceramica a Deruta erano state organizzate visite guidate al Museo e un’esibizione pomeridiana di decorazione con la presenza di artisti e hobbysti, chiamati ad esprimersi sul tema francescano di Frate Sole. Consapevoli che avremmo quasi sicuramente fatto tardi al successivo appuntamento di Gubbio, non abbiamo lasciato Deruta prima di aver curiosato tra le diverse opere e aver visto in piena attività un anziano ed esperto torniante che, nel giro di pochi minuti, ha realizzato al tornio tradizionale (quindi non alimentato da elettricità ma solo dalla forza delle gambe) un vaso e dei piatti.

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Buongiorno Ceramica – Deruta – artisti al lavoro

La lavorazione della ceramica è un’arte antica ma non vecchia perché in continuo divenire, che utilizza elementi naturali e basici – terra, acqua, fuoco – e la competenza degli artigiani ceramisti e dei tornianti: sono loro che sanno quando alzare o abbassare la temperatura del forno per favorire le reazioni chimiche degli ossidi, che sanno riconoscere le argille migliori per trarne oggetti eterei, che sono testimoni di un saper fare che crea bellezza da millenni. E dietro un piatto decorato con cura si nasconde tanto lavoro, tanta cura e ancor più passione: non stupitevi quindi se alcuni oggetti esclusivi raggiungono cifre davvero ragguardevoli e sono apprezzatissimi da ricchi magnati e case reali!

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Buongiorno Ceramica – Gubbio

E’ stato difficile lasciare Deruta e le sue bellissima ceramiche ma come accennato ci aspettavano altre esperienze e scoperte nella bella città umbra di Gubbio, la città dove ha tenuto bottega l’artefice della lavorazione ceramica più pregiata, colui che ha portato a livelli altissimi la tecnica del lustro e del terzo fuoco per dare preziosità  alla ceramica. L’uomo in questione è Mastro Giorgio Andreoli, arrivato nella città eugubina nel 1498 da Intra (Lago Maggiore), che ha appunto sviluppato e codificato il metodo del terzo fuoco (o terza cottura) come strumento per aggiungere in una decorazione sopra smalto ulteriori decorazioni e riflessi di pietra preziosa alle ceramiche già finite, cotte e vetrificate. Non è una tecnica semplice da governare, richiede esperienza, conoscenza e intuizione e probabilmente arriva in Italia da Maiorca (dove vi era approdata dal medio oriente) sulla stessa rotta dei traffici mercantili. Una tecnica difficile ed allo stesso tempo quasi segreta, almeno fin quando tra il 1548 ed il 1557 il cavalier Cipriano Piccolpasso, architetto, pittore e provveditore militare vissuto per lungo tempo a Perugia, raccolse nella sua opera “I tre libri dell’arte del vasajo” i metodi di produzione della ceramica umbra.

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botteghe di ceramica a Gubbio

A Gubbio, dove abbiamo pernottato, tutto sembra immutato rispetto al tempo di Mastro Giorgio: il grande edificio delle Logge dei Tiratori, le vie e i vicoli in ripida pendenza della città vecchia di tanto intanto intersecati da scale mozzafiato; la Piazza Grande su cui affaccia il Palazzo dei Consoli e in cima alla città vecchia il Duomo, dedicato ai Santi Mariano e Giacomo. Ancora lungo le vie principali – Via dei Consoli, via XX Settembre, via Cavour –  si aprono numerosi atelier e botteghe dove si possono acquistare oggetti dalle linee e dai decori tradizionali, buccheri neri lucidi che riprendono le linee dei vasi etruschi oppure oggetti rielaborati secondo il gusto contemporaneo.

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Buongiorno Ceramica – la Cattedrale

Per Buongiorno Ceramica la città di Gubbio aveva previsto un laboratorio di pittura su ceramica aperto a tutti gli appassionati, ospitato nella grande sala dell’Arengo di Palazzo dei Consoli, dove siamo arrivati giusto in tempo per vedere le opere prodotte dai partecipanti, sia adulti che bambini perché non ci sono limiti ne’ età più adatte per scoprire una passione: quasi nessuno di loro aveva mai provato a dipingere su ceramica e alcuni erano davvero entusiasti del risultato ottenuto. Un’altra attività offerta agli appassionati di arte ceramica eugubina è stata la visita guidata del Museo Civico e, in particolare, della sezione dedicata alla raccolta di ceramiche e maioliche arcaiche e alla produzione di ceramiche a lustro rosso rubino ed oro del già citato Mastro Giorgio Andreoli, ospitata nella Sala della Loggetta.

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Buongiorno Ceramica – Gualdo Tadino, panorama sui monti

La nostra terza ed ultima tappa per Buongiorno Ceramica in Umbria è stata a Gualdo Tadino, cittadina immersa nel verde dei boschi degli Appennini Tadinati e con bei sentieri che si inoltrano tra le montagne dove fare escursionismo, trekking e turismo a contatto con la natura (in Val Sorda, ad esempio). Tuttavia a noi interessava arrivare a Gualdo Tadino per un motivo specifico: visitare il Museo Opificio Paolo Rubboli, dove l’aspetto museale ben si inserisce nell’edificio industriale dove ha lavorato colui che, dopo secoli di oblìo, aveva riscoperto la tecnica del lustro e del terzo fuoco.

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Buongiorno Ceramica – il Museo Opificio Paolo Rubboli

La lavorazione della ceramica a Gualdo Tadino è da sempre un’attività tradizionale, grazie alla presenza nei dintorni di argilla, di legna per i forni, di acqua per gli impasti e di cave di minerali da cui trarre i colori, per cui quando da Pesaro arriva insieme alla moglie Daria il maestro Paolo Rubboli (nato nel 1838 e morto nel 1890) vi è già tutto il necessario per avviare la produzione di pregiate ceramiche con uso della tecnica del lustro metallico oro e rubino resa celebre da Mastro Giorgio di Gubbio.

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Buongiorno Ceramica – Museo Opificio Paolo Rubboli, collezione privata

Paolo Rubboli si basa su quanto descritto da Cipriano Piccolpasso nella già citata opera “I tre libri del vasajo“, costruisce i forni ‘a muffola’ – si chiama così il grande vaso in materiale refrattario utilizzato per contenere la produzione da sottoporre al terzo fuoco – alimentati con fasci di ginestre sperimentando a lungo fino a raggiungere un’altissima qualità della produzione. Alla scomparsa prematura di Paolo Rubboli, proseguirà l’attività familiare la moglie Daria, tra l’altro in un periodo storico in cui di donne a capo di un’azienda ce ne erano davvero poche, che tramanderà i segreti produttivi ai figli Lorenzo ed Alberto e ad loro eredi.

La produzione del Rubboli è una pietra miliare nella storia dell’arte ceramica e il Museo Opificio valorizza i locali ottocenteschi che ospitavano le officine tant’è che una volta varcato il cancello di ingresso e si è entrati nel piccolo cortile non si ha mai la sensazione di entrare in un ambiente museale classico, sebbene all’interno delle 4 sale espositive ci sia comunque una notevole collezione di ceramiche prodotte nel periodo 1878-1960 dall’azienda Rubboli o da suoi collaboratori, tra cui il grande artista Aldo Ajò che con le sue opere semplici, quasi scandinave, ha precorso i tempi ed il gusto attuale; il contesto è infatti quello di una casa-officina di inizio ‘900, dove le stanze una volta adibite a laboratorio sono arredate con grandi tavoli da lavoro, scaffali con strumenti ben ordinati, teche che contengono diplomi e onorificenze e alle pareti una collezione imponente di stampi in gesso che restituisco un’atmosfera di attiva operosità.

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Buongiorno Ceramica – i forni ‘a muffola’ del Museo Opificio Paolo Rubboli

Le sale espositive seguono un percorso cronologico che culmina con la sezione dedicata alla Tradizione contemporanea, che ospita opere realizzate da artisti internazionali nel corso della Triennale della Ceramica d’Arte Contemporanea di Gualdo Tadino del 2009, incluse alcune opere dello studioso inglese Alan Caiger-Smith, esperto della tecnica del terzo fuoco. Accanto alle sale espositive si trovano gli antichi forni a muffola (di cui una sezione viene ancora utilizzata dal curatore museale ed erede Maurizio Tittareli Rubboli in occasione di eventi che richiamano ceramisti e designer da tutto il mondo). Anche per il Museo Rubboli, che a me è piaciuto davvero tanto, per gli approfondimenti vi rimando ad un prossimo post specifico.

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Buongiorno Ceramica – Museo Opificio Paolo Rubboli, opere contemporanee

Non avrei mai creduto che un museo dedicato alla ceramica riuscisse a coinvolgermi così tanto. Ma il Museo Opificio Paolo Rubboli di Gualdo Tadino è un museo diverso, dove la storia della famiglia Rubboli è tanto importante quanto le esposizioni di elementi artistici; è un’officina ancora viva, in cui si respira il profumo delle ginestre e del rosmarino pronto ad incendiare i forni e a trasformare terracotte e ossidi in creazioni preziose, dai colori brillanti colmi di riflessi simili a pietre preziose.

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Buongiorno Ceramica – Museo Opificio Paolo Rubboli, opera contemporanee di Maurizio Tittarelli Rubboli

Un’altra tappa del nostro Buongiorno Ceramica a Gualdo Tadino è stata la visita della Rocca Flea e del suo Museo Civico, in cui tra l’altro è ospitata una sezione dedicata alla ceramica del territorio (noi abbiamo pagato il biglietto di ingresso alla Pinacoteca 5€ ma con un solo euro in più  si può acquistare il biglietto integrato che include anche il Museo Opificio Paolo Rubboli  e gli altri musei di Gualdo Tadino) e abbiamo quindi concluso il nostro itinerario ceramico in Umbria con una breve visita alla chiesa di San Francesco, famosa per gli affreschi di Matteo da Gualdo.

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Buongiorno Ceramica – Gualdo Tadino, la Rocca Flea

Deruta, Gubbio e Gualdo Tadino, tre città umbre con tre diversi modi di fare ed interpretare l’arte ceramica: grazie al suolo argilloso, all’abbondanza di acqua e di boschi ricchi di legna per alimentare  le fornaci, l’arte della maiolica in Umbria ha conosciuto nei secoli un grande sviluppo. Il nostro Buongiorno Ceramica si è rivelato un viaggio entusiasmante – purtroppo di brevissima durata – nell’artigianalità e nelle competenze tramandate nel corso dei secoli, tecniche consolidate che affondano le radici in tempi antichi e che nel rinascimento sono state trasformate in forma d’arte raffinatissima, con decori e colori che nulla hanno da invidiare ai dipinti dei pittori più famosi.

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Buongiorno Ceramica – Museo Opificio Paolo Rubboli, opere contemporanee

Informazioni utili:

  • DERUTA – Museo Regionale della Ceramica – Largo San Francesco – Deruta (PG). Orari di apertura: novembre – febbraio 10.30 – 13.00 / 14.30 – 16.30 chiuso il lunedì, il martedì, il 25/12 e il 01/01; marzo e ottobre 10.30 – 13.00 / 14.30 – 17.00 chiuso il lunedì e il martedì; aprile – giugno 10.30 – 13.00 / 15.00 – 18.00 chiuso il lunedì e il martedì; luglio – settembre 10.00 – 13.00 / 15.00 – 18.00 chiuso il lunedì e il martedì. Biglietto intero 5 €, previste riduzioni.
  • GUBBIOMuseo Civico Palazzo dei Consoli – Gubbio, Piazza Grande. Orario di apertura:Aprile/Maggio e Settembre/Ottobre: 10.00-13.00 / 15.00-18.00; Giugno: giorni feriali 10.00-13.00 / 15.00-18.00; week end 10.00-13.30 / 14.30-18.00; Luglio/Agosto: 10.00-13.30 / 14.30-18.00; Novembre/Marzo: 10.00-13.00 / 14.30-17.30 (aperto tutti i giorni tranne il 13-14-15 Maggio). Biglietto intero €5,00, previste riduzioni
  • GUALDO TADINO – Museo Opificio Paolo Rubboli -(link alla pagina Facebook), Gualdo Tadino, Via Discepoli n. 16, per indformazioni tel. 339 229 8013. Biglietto di ingresso cumulativo per tutti i musei di Gualdo Tadino 6€ (previste riduzioni)
Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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