Raccontare il viaggio: manuale essenziale per viaggiatori

Scrivere di Paesi lontani (o di borghi splendidi incredibilmente vicini) , descrivere itinerari, raccontare il viaggio più bello mai fatto: la condivisione appartiene ai viaggiatori e riuscire a rendere attraverso le parole – o le immagini – quanto abbiamo visto durante quel tempo sospeso che prende il nome di viaggio, è il desiderio di molti.

C’è chi con pazienza certosina riempie diari e quaderni di appunti da trasformare in articoli e reportage, chi apre un suo blog per divulgare al mondo le proprie esperienze, chi scatta fotografie o gira video da condividere sui social. Il viaggio fisico ha un inizio ed una fine, tuttavia il ricordo continua a vivere di vita propria attraversando il tempo e prendendo la forma della narrativa di viaggio.

La prospettiva del racconto trasforma l’esperienza stessa del viaggio (Claudio Visentin)”

Per narrare un viaggio usiamo insieme, o separati, mezzi quali il testo, l’immagine, i suoni. Eppure al centro del reportage di viaggio c’è sempre lei, la scrittura, capace di identificare l’autore ancor più delle foto, per loro natura soggette ad una interpretazione soggettiva.

Non esiste un modo unico di scrivere di viaggi, poiché nella narrativa travel subentra la sensibilità personale, lo stile narrativo, i destinatari di riferimento. Che sono tanti quanti i viaggiatori.

Non si scrive di viaggi nello stesso modo in cui si scrive di letteratura o di arte, un viaggio contiene elementi dinamici che non è facile ricondurre a parole. Ed è per questo motivo, per cercare di migliorare la scrittura, che può essere utile – a mio parere è in realtà fondamentale – il supporto del libro edito dal Touring Club Italiano  – “Raccontare il viaggio – 30 lezioni dalla scrittura all’immagine“, di Andrea Bocconi e Guido Bosticco con interventi di Claudio Visentin, Vince Cammarata, Andrea Canepari e Stefano Faravelli.

La domanda alla base del libro è: “perché scrivere di viaggi? E come farlo?“. La risposta si scopre nel corso delle trenta lezioni brevi che compongono il libro, pubblicato nel 2017 ma che è ancora del tutto valido.  Capitoli veloci, concreti, stampati in caratteri piccoli che vanno a supplire le dimensioni limitate del libro.  Un manuale indispensabile per chiunque voglia cimentarsi nella scrittura specializzata, non importa se giornalista, blogger, scrittore professionista o semplice appassionato.

Il libro “Raccontare il viaggio” ha l’aspetto di un taccuino vintage, con tanto di elastico per racchiudere le pagine ed il nastrino di stoffa per tenere il segno. Le lezioni si susseguono, fitte e dense, fino a pagina 107. Da qui in poi, il libro diventa un quaderno con pagine vuote ed invitanti pronte ad essere riempite con appunti, esercizi, disegni. Teoria e pratica si alleano affinché la lettura non sia solo un esaminare tecniche, ma diventi un fare.

Un volume piccolo, agile, ma densissimo di contenuti. Ad un prezzo abbordabile per tutti (costa poco più di 14 euro) propone testi molto chiari e scorrevoli; gli autori sono i docenti della Scuola del Viaggio, fondata da Claudio Visentin, che oggi può essere considerata una vera e propria istituzione per chi vuole imparare le migliori tecniche per raccontare, in modo professionale, un viaggio. La suddivisione stessa dei temi si riallaccia alle diverse modalità di narrare un viaggio: con le parole, con le fotografie, con i disegni, con i video.

Le lezioni sono suddivise in quattro capitoli:

  1. La penna è un’antenna (la scrittura di viaggio in senso stretto)
  2. Prontuario per scrittori fotosensibili (la fotografia come medium del racconto di viaggio)
  3. L’alchimia del video racconto (video, filmati, documentari di viaggio)
  4. La via del taccuino (il carnet de voyage come strumento per mettere insieme parole, immagini, memorie)

Nelle lezioni sono inclusi esempi di narrativa di viaggio e si tenta di definire le diverse tipologie di scrittori: coloro che puntano ad un racconto intimo e privato (i “diaristi”), i quasi giornalisti, i narratori ambulanti (nel senso che sono perennemente in viaggio), i blogger . Viene perfino citato il “paesologo”, ovvero un viaggiatore specializzato nell’approfondire ed individuare il genius loci legato al territorio.

Ogni lezione è accompagnata da esercizi pratici per mettere subito in pratica quanto appreso, da suggerimenti che aiutano a prendere dimestichezza con le tecniche di scrittura e ad individuare un proprio stile unico. Pian piano che si procede con la lettura (dovrei dire “con lo studio”), cresce la voglia di saperne di più, di approfondire i temi trattati. In parte, può essere di aiuto la bibliografia ragionata che si trova alla fine del libro.

Difficilmente ci si accontenta di leggere una sola volta questo manuale. La prima volta si legge tutto di filato, per comprendere l’argomento nella sua complessità e interezza, la seconda ci si sofferma sui capitoli che ‘sentiamo’ più vicini a noi. E la terza, per esplorare e far diventare amici i metodi di narrazione. Si prendono appunti, ci si pongono domande. E poi ci si mette in gioco.

L’importanza di immaginare il viaggio. Lo studio è anche questo, un approfondire conoscenze che poi ci saranno utili per raccontare le esperienze, gli incontri, le emozioni vissute. (Raccontare il viaggio)

A pensarci bene, chi scrive di viaggi è un privilegiato, perché ha la possibilità di viaggiare due volte: il primo è un viaggio materiale, il secondo è il viaggio della memoria e della riorganizzazione mentale delle esperienze destinate ad essere cristallizzate in parole o in foto selezionare seguendo criteri che nascono da scelte intime.

Il libro  lo trovate in vendita nelle migliori librerie o tramite l’-.shop del Touring Club Italiano. Lo trovate in vendita anche su Amazon (Amazon: Raccontare il Viaggio), che poi è dove l’ho acquistato io.

Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

0 Comments

No comments!

There are no comments yet, but you can be first to comment this article.

Leave reply

<