Cosa vedere al Parco delle Nazioni di Lisbona

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Ancora non vi ho parlato del Parco delle Nazioni di Lisbona (o, più correttamente, del Parque das Nações). Strano, davvero, perché ho scritto così tanti post su Lisbona che pensavo di aver raccontato ogni dettaglio di quanto visto, scoperto e conosciuto a Lisbona.  Ne ho parlato tanto eppure ancora tanto c’è da raccontare! Anzi, prima o poi mi decido e metto insieme tutti i diversi post, aggiungo qualche informazione pratica e tecnica e vi preparo un mini e-book da scaricare, così avete una guida – seppur sui generis, non sono certo una redattrice di Lonely Planet! –  pronta da stampare e portare con voi. Che ne dite, lo faccio? 🙂

E, poi, ditemi la verità: a forza di leggere i miei post su Lisbona, non vi è venuta voglia  – almeno un po’ – di prenotare un volo diretto per la Capitale del Portogallo per scoprirla al di là delle parole che lampeggiano sullo schermo di un computer? Su su che dall’Italia sono solo tre-quattro ore di volo!

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Lo ammetto, Lisbona è tra le città europee che è stata in grado di intrigarmi oltre ogni aspettativa, è una città che si è aperta con fare amico e mi ha permesso di conoscerla quasi in modo capillare, percorrendo le sue grandi vie così come le strade strette che fanno parte dell’atmosfera della città. Tradizioni, abitudini, indirizzi speciali, punti di osservazione privilegiati: sono dell’idea che Lisbona non ha segreti con chi la visita con amore e passione. Che poi io ho una mia teoria sul grado di similitudine tra una città e il momento – personale ed anagrafico – di chi la visita: almeno nel mio caso, ogni fase della vita corrisponde ad una città, ad uno stile di viaggio ed anche ad un bagaglio. I miei 20 anni li associo a Londra, ad una stanza in subaffitto e ad uno zaino Invicta color blu, i 30 anni sono New York, un hotel spartano in Washington Square e una valigia Samsonite nera, i 40 coincidono con un hotel 5 stelle prima a Vienna e poi a Berlino con al seguito il (mitico e molto rimpianto) trolley Roncato rosso, mentre i 50 sono proprio all’insegna di Lisbona, di hotel di design raffinati  e di un  bagaglio a mano bordeaux Eastpack tanto simile ad uno zaino con le ruote.

Ma torniamo a Lisbona: nei post precedenti (no, non vi metto l’elenco, se volete leggerli vi basta inserire la parola “Lisbona” nel campo CERCA che si trova a destra, un pochino sotto il logo dell’Associazione Italiana Travel Blogger) ho dato spazio soprattutto alla Lisbona classica, agli echi sonori del Fado, alla luce delle sue piazze ed ai suoi palazzi, chiese e monumenti che raccontano le vicende di una città al centro di un impero sconfinato. La Lisbona classica, quella che è assolutamente necessario visitare, va in parallelo con la Lisbona contemporanea, dove ponti, stazioni, edifici celebrano la voglia di futuro e di opportunità.

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Non serve allontanarsi troppo dal centro della città, da quella Praça do Rossio che appare come mare dentro la città (e le pietre bianche e nere disposte ad onde non fanno altro che rafforzare la suggestione) per incontrare il Parco delle Nazioni e la Lisbona contemporanea, ma è sufficiente prendere la metropolitana rossa, la stessa che collega Lisbona con l’aeroporto, e scendere alla stazione Oriente. Preparatevi, perché vi attende un salto di stile e di prospettiva.

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Questa è il quartiere nato per ospitare l’Expo internazionale del 1998 e le architetture degli edifici che gravitano in questa zona sono lineari, luminose, figlie della matita di architetti famosi, portoghesi o internazionali. L’uscita della stazione metro è sotto la stazione ferroviaria di Oriente, dove arrivano i treni dalla Spagna e dal resto d’Europa,  un tripudio di vetri e strutture cemento armato o di di acciaio verniciate di bianco, messe insieme come un gigantesco Tetris tridimensionale dall’architetto spagnolo Santiago Calatrava. Può piacere o meno, ma la struttura è notevole e l’atmosfera che si respira è rapida, veloce, di sicuro diversa da quella un po’ paciocca e lenta del centro di Lisbona. Ora, perdonatemi una digressione ma ce l’ho sulla punta della lingua e se non lo dico scoppio: perché l’Expo di Milano non ci lascia pressoché nulla mentre qui gli edifici sono stati reimpiegati, riutilizzati, gestiti in modo da diventare attrazione ben oltre il periodo di esposizione?

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Uscendo dalla stazione di Oriente vi trovate davanti il mega centro commerciale Vasco de Gama. E’ un centro commerciale come tanti ma allo stesso tempo rappresenta la linea che unisce la stazione con la zona espositiva vera e propria e, più avanti, con le rive del Tago (che sarà pure un fiume, ma qui pare più simile ad un mare!). Nel centro commerciale tanti negozi appartenenti a catene in franchising, ristoranti  per tutte le tasche (noi abbiamo pranzato in un ristorante che proponeva cucina alentejana) e anche un cinema.

Ma non perdiamo tempo, usciamo!

Ai due lati del centro commerciale Vasco del Gama ci sono due condomini che ricordano, nelle linee, grattacieli mediorientali e che prendono il nome delle imbarcazioni di Vasco de Gama, São GabrielSão Rafael e, più avanti, diversi edifici che una volta erano padiglioni dell’Expo ed ora ospitano attività commerciali o centri culturali. Molto suggestivo il percorso affiancato dalle bandiere di tutti i Paesi del Mondo mentre per me è piuttosto inquietante la scultura di Jorge Vieria Homen sol, che domina la piazza.

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Scommetto che ora vi state chiedendo: cosa diamine ci fa accanto al fiume Tago una cabinovia identica a quelle che si vedono in montagna? Quando venne progettato il grande complesso dell’Expo, uno dei problemi da risolvere era di garantire gli spostamenti da una parte all’altra del sito. La cabinovia (che sale fino a 30 metri dal suolo e vi consiglio di prendere per avere un colpo d’occhio niente male sull’intera zona) nasce appunto con l’intento di collegare la Torre Vasco de Gama (che non è il centro commerciale, ma la struttura alta 140 metri a forma di vela che si trova sul Tago, ora trasformata in hotel) con la parte dove si trova l’Oceanario.

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A proposito, tanto per rendere più intricata la faccenda e ancor più connessa con le vicende del più grande navigatore ed esploratore portoghese, celebrato in occasione di Expo ’98: oltre al centro commerciale Vasco de Gama ed alla Torre Vasco de Gama, non dimenticatevi che c’è anche il ponte Vasco de Gama: è quell’infinità di piloni e linee sinuose bianche che parte da qui per arrivare fino a Montijo: gli oltre 17 chilometri di ponte, lo classificano come il più lungo d’Europa.

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Il Parco delle Nazioni è come un luna park culturale, ci sono attrazioni per grandi e bambini: qui si trovano musei e centri espositivi, teatri e sale polifunzionali, arene per spettacoli (il Pavilhão Atlantico), fontane, giardini ma c’è pure un casinò. Soprattutto se con voi ci sono bambini, il Parco delle Nazioni è una meta da prendere in considerazione anche solo per trascorrere una mezza giornata: oltre a salire sulla cabinovia, potete portare i bimbi a visitare l’Oceanario con le sue quattro vasche che riproducono i diversi climi del Pianeta o – ancora meglio 🙂 perché non mi piacciono troppo gli animali in gabbia o costretti in vasche –  a  visitare il Pavilhão di conhecimento (Padiglione della Conoscenza) con esposizioni, laboratori, esposizioni interattive, temporanee o permanenti con tema scienza ed energia. C’è perfino un settore, Brincar Ciência, dedicato ai più piccoli (tra 3 e 6 anni).

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Informazioni utili:

  • Pavilhão di conhecimento ingresso 10€ adulti; 5€ ridotti, bambini e ragazzi
  • Oceanario: ingresso 15,30€ adulti e ragazzi dai 13 anni di età; 9,90€ ridotti e bambini fino a 13 anni
  • Telecabina: solo andata 3.95€, andata e ritorno € 5.90, previste riduzioni. Orario di esercizio dalle 11.00 alle 19.00 tranne tra giugno e settembre (10.30-20.00) e da ottobre a marco, quando termina anticipatamente alle 18.00.
  • qui sotto, la mappa della metropolitana di Lisbona, con segnate le stazioni: Oriente è sulla linea vermelha (rossa).

 

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Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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