A Roma la mostra Dreamers 1968 come eravamo come saremo

Per chi vuole conoscere meglio il Sessantotto, per chi il Sessantotto l’ha vissuto, per chi vuole ritrovare l’atmosfera di quel periodo, la mostra Dreamers 1968 come eravamo come saremo è un evento da non perdere! Perché va detto: che anno, quell’anno! E se lo dico io, Francesco, dovete crederci!

Che sensazione grandiosa di avere il futuro nelle mani, la possibilità a portata di mano di creare un mondo diverso e più giusto, di scrollarsi di dosso inutili orpelli di una educazione inutilmente bigotta e benpensante! Ah, che anno quell’anno, e mi spiace per voi che avete meno di 50 anni e non avete potuto assaporare la libertà di sognare la fantasia al potere! Ah, che anno quell’anno, sono passati 5 decadi ma sembra ancora ieri che indossavo un eskimo innocente mentre nell’aria risuonavano canzoni dei Nomadi, dei Led Zeppellin o dei Deep Purple.

Che anno fantastico, e quanta  voglia di essere protagonisti c’era! Nel 2018 sono 50 anni esatti da quando, con l’esplosione delle proteste del maggio francese, un vento nuovo percorse l’Occidente e diede vita al Sessantotto, un anno che ha contraddistinto un’epoca. Ed è grazie all’AGI – Agenzia Italia (*) che dal 5 maggio 2018 al 2 settembre 2018 verrà proposta al Museo di Roma in Trastevere Dreamers 1968 come eravamo come saremo, una mostra fotografica e multimediale che ricostruisce attraverso immagini, suoni, documenti e allestimenti l’atmosfera ed i momenti più importanti di un periodo storico che ha coinvolto un’intera generazione e che è stato lo spartiacque tra un prima ed un dopo. Perché dopo il Sessantotto, va detto, nulla è stato più come prima.

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DREAMERS 1968, CAMERA PRESS/CONTRASTO, soldati sovietici cercano di conquistare la sede della radio cecoslovacca, 21 agosto

 La mostra Dreamers 1968 come eravamo come saremo è stata fortemente voluta da Riccardo Luna, il direttore dell’AGI, che l’ha curata assieme a Marco Pratellesi, condirettore dell’agenzia. Promossa da Roma Capitale, dall’Assessorato alla Crescita culturale-Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e con il patrocinio del MIUR – Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, crea un racconto per immagini e video, un percorso multi-sensoriale nell’Italia di quegli anni per rivivere, ricordare e comprendere quanto accaduto e valutarne la portata rivoluzionaria. Secondo il curatore Riccardo Luna,

Questa non è una mostra sul passato ma sul futuro. Sul futuro che sognava l’ultima generazione che non ha avuto paura di cambiare tutto per rendere il mondo migliore. Che si è emozionata e mobilitata per guerre lontane; che ha sentito come proprie ingiustizie subite da altri; che ha fatto errori, certo, ha sbagliato, si è illusa, è caduta, ma ha creduto, o meglio, ha capito che la vera felicità non può essere solo un fatto individuale ma collettivo, perché se il tuo vicino soffre non puoi non soffrire anche tu. Nessuno si salva da solo. (…) “- (brano tratto dal catalogo dell’esposizione, curato dall’Istituto dell’Enciclopedia italiana “Treccani).

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DREAMERS-1968-MARCELLO-GEPPETTI-MEDIA-COMPANY-Scontri-all-universita-tra-studenti-e-forze-dell-ordine-16-marzo.jpg – Foto Marcello Geppetti (c) Marcello geppetti Media Company/DVG

Il corpus principale della mostra sono 178 immagini,di cui oltre 60 sono inedite, recuperate negli archivi italiani ed esteri a cui si aggiungono 15 filmati originali, 40 prime pagine di giornali e riviste, una selezione di oggetti legati al periodo, come un juke boxe (chissà quante monetine sono state spese per far risuonare le canzoni di Mina, Gianni Morandi, Lucio Battisti…), un ciclostile (e chissà se i giovani millennials sanno dire a cosa serve?), la mitica macchina da scrivere Valentine di Olivetti, nata dal rigore e dalla fantasia di  Ettore Sottsass e Perry A. King e, per tutti coloro che nel Sessantotto tra una occupazione e una contestazione non perdevano nemmeno una puntata di Tutto il Calcio Minuto per Minuto, ovviamente ascoltata attraverso una gracchiante radiolina portatile, in mostra ci sarà la Coppa vinta dalla Nazionale italiana ai Campionati Europei con la maglia della nazionale indossata da Tarcisio Burgnich durante la finale con la Jugoslavia e  la fiaccola delle Olimpiadi che in quell’anno si svolsero a Città del Messico e videro esplodere la protesta degli atleti afroamericani, che durante l’inno di premiazione dei 200 metri alzarono il pugno del black power. Ah, che anno, quell’anno! Utopia, anarchia, emancipazione, lotta di classe, ideologia, autogestione sono solo alcuni dei termini che entrarono di prepotenza nel linguaggio comune. E le donne, le ragazze, presero con forza coscienza del loro valore, ruppero regole ed imposizioni, cominciando a determinare per la prima volta e in modo consapevole  la loro sessualità.

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DREAMERS-1968-AGI-Giacinto-Facchetti–capitano-della-Nazionale-alza-la-coppa-dei-campionati-europei-vinti-a-Roma-contro-la-Jugoslavia-10-giugno

Il percorso espositivo di Dreamers 1968 come eravamo come saremo è suddiviso in diverse sezioni, ciascuna dedicata ad un tema specifico. La prima sezione celebra Martin Luther King e Bob Kennedy – “sognatori del futuro” e icone del Sessantotto, che con la loro passione hanno incarnato la voglia di cambiamento che non trova limite se non con la morte. Questo è anche lo spazio dedicato ai gradi temi che scuotevano le coscienze e scatenavano manifestazioni, come la guerra del Vietnam, la segregazione razziale negli USA, la fine della Primavera di Praga, la Grecia dei colonnelli ed ovviamente il Maggio francese. Nella sala dedicata a “Il movimento fra occupazioni e tazebao – Valle Giulia” il tema sono le occupazioni e le rivolte studentesche – tra tutte la ‘Battaglia di Valle Giulia’, che vide schierati studenti e polizia e che a Pier Paolo Pasolini ispirò la poesia “Il PCI ai giovani!“. Una sala è dedicata a  “Le due Italie: dal Belice al Piper”, con immagini legate alla vita quotidiana in famiglia, al terremoto del Belice e alla nascita del fenomeno Piper, locale romano dove si esibivano i cantanti più in voga e si potevano incontrare attori ed artisti internazionali. Un’altra sezione della mostra Dreamers 1968 come eravamo come saremo è dedicata alla produzione musicale italiana e internazionale e alle  imprese sportive.

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DREAMERS-1968-GETTY-IMAGES-Joan-Baez-canta-durante-una-manifestazione-contro-la-guerra-a-Central-Park-New-York-3-aprile

Nel porticato del Museo uno speciale ambiente sonoro permetterà di ascoltare le voci, i suoni, i rumori del Sessantotto. Una ulteriore sezione è invece dedicata alle innovazioni tecnologiche e spaziali (proprio quelle che porteranno Neil Armstrong a sbarcare sulla Luna nel 1969). Prima di concludere il percorso, i visitatori potranno entrare dentro la scenografia di  un’aula universitaria occupata.

Nel corso della mostra Dreamers 1968 come eravamo come saremo sarà proposto anche un confronto parallelo tra quella che era la comunicazione giovanile del Sessantotto e quella attuale, passando dai tazebao e ciclostili ai social media e alle web-radio. Nel confronto saranno coinvolte direttamente alcune realtà giovanili, come VoiceBookRadio, web radio gestita dagli allievi di scuole secondarie di Roma (è anche media-partner della mostra) e gli stessi visitatori potranno partecipare ad una attività social condividendo la loro foto preferita del Sessantotto con l’hashtag #ilmio68. Importante è lo spazio riservato alle scuole, che prevede visite guidate per far conoscere anche ai giovani i momenti difficili eppure entusiasmanti che hanno caratterizzato il Sessantotto italiano.

Io vi consiglio di andare a vedere questa mostra, per ritrovare – o conoscere – i sogni di una generazione, per vedere come eravamo, per scoprire come saremo.

(*)  L’Agi – Agenzia Italia, è una delle principali agenzie di informazione italiane che dal 1950 produce notiziari, contenuti, interviste, servizi video, inchieste ed approfondimenti per il mondo editoriale, televisivo e radiofonico, per le Istituzioni politiche, economiche ed industriali con grande attenzione al factchecking, ovvero la verifica dei fatti.

Informazioni utili:

  • Dreamers 1968 come eravamo come saremo – Museo di Roma in Trastevere, Piazza S. Egidio 1/b
  • Aperta dal 5 maggio al 2 settembre 2018, da martedì a domenica dalle 10.00 alle 20.00 (chiusa il lunedì e il 1° maggio)
  • Biglietti:  intero € 6,00, previste riduzioni

Dreamers come eravamo come saremo

Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

2 Comments

  1. Avatar
    andrea dezzi Aprile 27, 2018

    Per favore potete citare l’autore dell’uomo che corre? Foto Marcello Geppetti (c) Marcello geppetti Media Company/DVG

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