Leggere per viaggiare
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Piccoli amici vestiti di carta frusciante ancora profumata di inchiostro, pagine dalla consistenza ruvida al tatto dove le parole si trasformano in racconti, storie, narrazioni. Il piacere di leggere senza raggiunger mai la sazietà, notti intere passate vegliando sulle trame di romanzi avvincenti.
I libri, presenti e disponibili anche nei momenti meno felici, mi hanno accompagnato negli anni dell’infanzia, dell’adolescenza, della maturità. Sono stati la mia valvola di sfogo e la mia evasione ed ancora oggi le povere librerie di casa sopportano il peso di centinaia e centinaia di libri accumulati – e letti – nel corso degli anni. E non c’è viaggio, esperienza, storia che abbia vissuto in prima persona che non sia stata prima verificata e mediata sui testi scritti (non importa se su carta o trasformati in bit digitali). Una passione per la carta stampata che mi ha trasmesso mio padre, un’eredità più preziosa del denaro di cui vado orgogliosa.
Leggere per programmare, leggere per verificare, leggere per chiarire. E leggere per avere il gusto, una volta arrivati alla meta, di stravolgere tutto quanto appreso e strutturare un pensiero proprio che vada oltre il testo scritto e le esperienze altrui.
E voi, quanto vi ritrovate nella frase di Ella Maillart?
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