Come visitare Matera città di pietre sassi e chiese rupestri

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Ci ho messo quasi sei mesi per decidermi a scrivere questo post su come visitare Matera ed anche ora che lo sto facendo mi chiedo se sia giusto procedere. Ma come, sei una blogger, vai a Matera ed hai problemi a raccontarla? Come è possibile? Matera è la città eletta Capitale della Cultura per l’anno 2019, è una delle città più belle e particolari del nostro sud Italia, è una delle città che tanto ha investito nella riqualificazione del suo territorio valorizzando quel patrimonio unico costituito dai Sassi (che sono anche Patrimonio Unesco – Paesaggio Culturale dal 9 dicembre 1993)?

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Ve lo dico subito: con Matera purtroppo non è scattato l’innamoramento, quella sensazione di euforia felice che fa sentire di aver raggiunto una meta agognata, la gioia esplosiva di riuscire a visitare – finalmente! –  un luogo di cui tanto si è letto su libri, articoli, resoconti. Eppure Matera riesce a far perdere la testa a chiunque la visiti, che resta affascinato dalla sua storia millenaria, dalla particolarità delle abitazioni, dal suo essere presepe risorto dal degrado e dall’abbandono. Ma a me no. L’ho visitata, ho percorso le sue strate acciottolate ma era come se mi scivolasse addosso. Non posso certo dire che è brutta ma… insomma, è una città dove non so se tornerei ancora. In Basilicata sì, ma Matera… perché dovrei tornare a Matera? Ma andiamo con ordine, per prima cosa ripercorro con voi l’itinerario che abbiamo seguito, mi accompagnate?

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La strada che dalla Murgia porta fino a Matera attraversa campi di grano infinito, valli e colline che in maggio hanno già colore dell’oro, le spighe flessuose che ondeggiano lentamente sotto la brezza che arriva dal mare di Puglia. Si sale verso Matera e nulla fa presagire cosa ci aspetta: la periferia della città è uguale a tutte le altre periferie di capoluoghi di provincia, palazzi moderni e anonimi, capannoni e piccole aziende. Il Centro storico è precluso al traffico delle auto, il garage che troviamo è però vicinissimo  (Parcheggi Nicoletti, Via Vincenzo Cappellutti, 1; tariffa giornaliera 11€) ed arrivare in Piazza Vittorio Veneto è un attimo.

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E’ vero, affacciandosi dal Belvedere Luigi Guerricchio, il colpo d’occhio sui Sassi di Matera è strepitoso, quasi mozzafiato: un’infinità di case squadrate, arrampicate una sull’altra con  tetti tondi, a spiovente, talvolta terrazzati, che affollano ogni minimo spazio di una conca percorsa da viottoli e stradine. Tutto intorno, nella parte più alta, i palazzi signorili e la grande Cattedrale di Matera, in una posizione che è indubbiamente privilegiata e dominante; pian piano che l’occhio corre in basso, le abitazioni diventano sempre più semplici, meno elaborate. Il colore che avvolge ed unifica ogni cosa è il grigio-ocra chiaro della calcarenite utilizzata per costruire gli edifici, che nelle calde giornate di sole  trasformano l’intera valletta in uno specchio lucente.

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Tanti i turisti che, come noi, affollano la piazza, tutti uniti nell’intento di ritrovare le suggestioni visive che nel corso degli anni ci hanno presentato Matera vecchia come una città testimone di epoche diverse, stratificate nella sua urbanistica, sopravvissuta a saccheggi edilizi. Intorno si affollano guide più o meno autorizzate, guidatori di ape-car che propongono itinerari comodi e rapidi alla scoperta dei Sassi Barisano e Caveoso ma noi scegliamo di visitare Matera seguendo i nostri ritmi ed il nostro istinto.

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Dal Belvedere andiamo a sinistra, lungo Via di San Biagio, fino a trovarci in Piazza San Giovanni al cospetto della romanica chiesa di San Giovanni Battista. Continuiamo lungo Via di San Biagio e poi Via di Santa Cesarea fino ad arrivare sullo slargo di Via D’Addozio, dominato dal convento di Sant’Agostino che sorge sulla cripta rupestre di San Giuliano. Siamo già entrati nel Sasso Barisano e da qui la strada corre in discesa anche se sarà un continuo scendere e salire scale, inerpicarsi per vicoli, deviare su micro piazzette per visitare i luoghi segnalati come imperdibili.

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Le soste sono a Casa Cava, un centro culturale ipogeo; alla chiesta rupestre di San Pietro Barisano, i cui ambienti sono quasi completamente inseriti nella roccia; al Museo della civiltà contadina, alle cisterne di raccolta delle acque e poi ancora più in basso, seguendo le curve morbide di via Madonna delle Virtù, da cui lo sguardo spazia sul complesso dei Sassi, sull’orrido in cui scorre il torrente Gravina e  sul costone della collina rocciosa che ospita il Parco della Murgia Materana, con grotte e chiese rupestri.

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Proseguiamo ancora, su via Madonna delle Virtù, ed anche qui noto una costante che accompagna il nostro itinerario fin dall’inizio: tanti, tantissimi (forse troppi) alberghi e B&B mentre gli ape-car proseguono incessanti a trasportare turisti.  Tante le case disabitate ma altrettanto numerose sono le grotte una volta adibite a stalla trasformate in lussuosi Resort. Poco dopo il parcheggio panoramico si trova la scalinata che porta al sentiero d’accesso al Parco della Murgia Materana e a Murgia Tomone: noi non l’abbiamo fatto ma se volete scattare delle foto eccezionali dell’intero comprensorio dei Sassi di Matera, è questo l’unico modo.

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Il magnifico percorso panoramico lungo via Madonna delle Virtù termina davanti a San Pietro Caveoso, altra chiesa romanica (sebbene rimaneggiata in epoca barocca), costruita su uno sperone roccioso che domina la vallata del torrente Gravina. Da un archetto a destra della Chiesa, si accede alla zona del Sasso Caveoso, assai meno turistica rispetto a quanto visitato in precedenza: probabile motivo le strade più strette e meno praticabili e la conseguente impossibilità di accedervi con pulmini e ape-car.

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Ed è lungo la strada che costeggia la valle che si può visitare la Casa Grotta di Vico Solitario (ingresso 3€), esempio di come vivevano una volta le famiglie che abitavano nei Sassi, e uno dei complessi monastici rupestri più interessanti, Santa Lucia alle Malve, sorto nell’VIII° secolo su impulso dell’ordine monastico femminile dell’ordine benedettino, con diversi ambienti, inclusa la chiesa a tre navate, che si aprono lungo la parete della rupe.

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La strada diventa sempre più stretta, con un fondo di pietre spesso malmesse e costeggia case in rovina o comunque malandate, vecchi magazzini e stalle, dove i rovi hanno ripreso spazio e vigore: è proprio in questa zona che in periodo di Quaresima si svolge una delle processioni della Via Crucis più intense e sentite. In questi scenari così coinvolgenti, quasi mistici, hanno scelto di girare i loro film Pasolini (La Passione secondo Matteo) e Mel Gibson (La Passione). Più avanti, un divieto di accesso sbarra il cammino alla zona ancora non riqualificata e messa in sicurezza.

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Il percorso devia quindi obbligatoriamente verso destra, passando accanto al Convicinio di S. Antonio (insieme di cripte rupestri) e proseguendo verso Via Casalnuovo (dove, nel caso vi interessi una sistemazione economica inserita nelle vecchie abitazioni materane, c’è l’Ostello dei Sassi di Matera – Via Casalnuovo, 50). Seguendo Via Domenico Ridola e quindi il Corso, si torna a Piazza Vittorio Veneto, da dove è iniziato l’itinerario.

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Quindi, se Matera appare indubbiamente come una città unica nella sua bellezza struggente, perché non riesco ad esserne entusiasta ed ho impiegato ben sei mesi per riuscire a mettere in fila il racconto di quello che è stato (o sarebbe potuto essere) uno dei tanti itinerari turistici in una città storica? Qual è stata la ragione che mi porta ad affermare che questa volta, con questa città, non è scattato l’innamoramento? Ovvio che è impossibile amare nello stesso modo tutti i luoghi che si visitiamo: talvolta sono le situazioni oggettive altre le sensazioni soggettive che vanno ad influire sulla capacità di sentirsi più o meno vicino un luogo. Perfino una compagnia più o meno brillante, una giornata iniziata con il piede giusto o con la luna storta, senza parlare di un brutto raffreddore che ci affligge, possono influire sulle esperienze.

Ma non è questo il caso. Ero contentissima di andare a Matera (anzi, avevo proprio costruito il viaggio in modo da inserirla come tappa), la colazione del mattino era ottima, Francesco è il compagno ideale per viaggiare e vi assicuro che non avevo ne’ il raffreddore ne’ la rinite allergica! Io credo che questa mia non passione per Matera e nello specifico per i suoi Sassi nasca dal non averla sentita viva, vitale.  I due nuclei del Sasso Barisano e del Sasso Cavoso sono terribilmente perfetti nella loro imperfezione; le case vecchie di secoli e riportate a nuova vita da accorte ristrutturazioni non mostrano quasi più i segni del tempo trascorso; le strade sono ben segnalate e con tante indicazioni turistiche, utili certo, ma che impediscono di perdersi – anche mentalmente – nel dedalo di viuzzole e scalette che connettono un edificio all’altro; i cartelli dei B&B sono quasi più numerosi degli steli d’erba che crescono tra le pietre delle case e perfino l’acciottolato delle strade pare talmente brillante da far immaginare che venga lustrato e lucidato ogni mattina. L’impressione che mi resta addosso, personale e quindi totalmente soggettiva, è di essere in una città cristallizzata, in un fotogramma dove il fluire del tempo è bloccato, sotto una campana di vetro che preserva ma nello stesso tempo toglie respiro.

(Un l’errore da parte mia però c’è stato: Matera è una città che non si può pretendere di conoscere in poco tempo, c’è bisogno di comprenderla un pezzetto alla volta, preferibilmente tornandoci più volte, percorrendo le sue irte strade che costeggiano rupi e sassi, fermandosi a osservare dettagli minuti, sedendo nelle navate buie delle chiese rupestri ascoltando il suono di echi lontani. Matera andrebbe visitata insieme a chi ci vive, ci lavora, ne conosce le storie, con chi quelle grotte scavate nel tufo le ha abitate o le ha utilizzate. Ecco, questo può essere un buon motivo per tornare e riprovare!)

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Informazioni utili:

  • Come arrivare:
    • in treno: fino a Bari e di qui prendere ferrovie Appulo-Lucane (circa 2 ore di viaggio) oppure con Italo da Roma fino a Salerno e poi bus dedicato della compagnia ferroviaria fino a Matera (da Roma tot. max 5h 45min.)
    • in aereo: scalo Bari palese
    • in auto:
      • autostrada Bologna-Taranto, uscita bari Nord e quindi verso Altamura-Matera oppure
      • autostrada Roma-Salerno, quindi Salerno-Reggio Calabria uscita Potenza. Quindi Metaponto – Matera
  • Costi da sostenere: per visitare le chiese rupestri è necessario pagare un biglietto di ingresso (biglietto semplice 3€, 2 siti 5€, 3 siti 6€; Cripta S. Giuliano 1€; previste riduzioni).
  • Informazioni turistiche: la Pro Loco Sassi di Matera è in Via Don Minzoni 11 (tel. 0835 334413)
  • Dove mangiare: per pranzare/cenare a Matera non sono in grado di suggerirvi nulla: abbiamo preferito fermarci in un bar per un panino e un caffè ma non mancano di certo locali dove assaggiare la cucina locale, nonché pizzerie e birrerie per pasti più veloci.
  • Il suggerimento in più:  vi consiglio di vistare il laghetto di San Giuliano, parte dell’omonima Riserva Naturale Orientata ed una delle più importanti zone umide della Basilicata, che si trova a pochissimi chilometri dal centro di Matera (ed in estate il boschetto che sorge sulle sue rive diventa prezioso rifugio dall’afa).
Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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