Luoghi di fede del Casentino: Camaldoli e La Verna

Una destinazione italiana, vicina o comunque relativamente vicina da raggiungere nel periodo delle vacanze pasquali e dei ponti primaverili, è la Toscana: al centro dell’Italia, ben collegata con ferrovia ed autostrada, è da sempre una delle Regioni più apprezzate dal turismo nazionale ed internazionale. Ricca di città d’arte in cui la storia sembra vivere di vita propria, in cui è facile ritrovare le atmosfere del medioevo e del più luminoso rinascimento italiano, senz dimenticare le tante località di mare e di montagna, le eccellenze gastronomiche, i vini pregiati. Si fa fatica a scegliere tra la provincia di Siena, di Firenze, di Pisa, di Lucca, di Arezzo e poi ancora tra quelle di Pistoia, Livorno, Grosseto, Massa-Carrara, Prato. Ognuna di loro offre più di un motivo per essere visitata e se le città sono attrattive altrettanto lo sono i loro dintorni. Castelli, pievi, musei minori, abbazie e borghi aspettano di comparire improvvisi per far restare il turista e il viaggiatore senza fiato. Il Casentino è uno di questi luoghi belli, un angolo della Toscana che pian piano si stempera nella Romagna tra boschi ombrosi e strade tortuose. Pressoché equidistante da Arezzo (48 km.) e da Firenze (52 km.), il borgo di Stia è la base da cui partire alla scoperta dei monti e delle foreste e per visitare i luoghi di fede del Casentino, in particolare i due centri monastici più famosi, il Monastero di Camaldoli con il suo specialissimo Eremo e il Santuario Francescano de La Verna. L’itinerario per visitare i luoghi di fede del Casentino va al di là dell’aspetto puramente spirituale – perché anche chi non crede non riuscirà a restare indifferente all’aura di misticismo che promana da questi luoghi – e abbraccia la storia, la cultura, gli aspetti naturalistici di una delle zone d’Italia più belle e per fortuna ancora incontaminate.

Visitare i luoghi di fede del Casentino significa addentrarsi nel Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, in mezzo a boschi che in inverno si coprono di neve, che in autunno assumono il colore intenso del rosso e del rame e che in estate sono fonte di refrigerio nelle giornate più calde. I due siti religiosi distano tra loro non più di una trentina di chilometri per cui si può pensare di visitarli entrambi nel corso del medesimo week end, dedicando a ciascuno di loro una mezza giornata e, se si trova posto, pernottare nelle Foresterie messe a disposizione dai frati e dai monaci oppure in uno degli agriturismi della zona o direttamente a Bibbiena, pressoché a metà strada tra i due.

Informazioni utili per visitare i luoghi di fede del Casentino:

  1. Monastero di Camaldoli ed Eremo di Camaldoli
  2. Santuario de La Verna

1. Monastero di Camaldoli: uno dei luoghi di fede del Casentino più mistici e a contatto con la natura, si arriva infatti a Camaldoli dopo un piacevole percorso in mezzo ai boschi e ad attenderci c’è una piccola cittadella della fede, dove accanto al monastero vero e proprio sorge solo un antico posto di sosta (ora locanda, bar e ristorante). Voluto da San Romualdo, che fondò il complesso monastico a partire dal 1024, è affidato da sempre ai monaci camaldolensi, che seguono la regola di San Benedetto: la particolarità di Camaldoli è la presenza accanto agli edifici del monastero, simile ad una rocca inespugnabile, di un Eremo costruito sulla montagna, che si raggiunge percorrendo una stretta strada piena di curve immersa nell’ombra della foresta di abeti bianchi. Se il Monastero (o Cenobio, dal greco koinóbion – vita comune) è aperto anche ai laici, in una continua ricerca di dialogo ecumenico ed interreligioso, i centri di accoglienza e spiritualità, la chiesa e i centri di studio, le sale dell’antica farmacia, la biblioteca, l’Eremo è invece di esclusiva pertinenza dei monaci che qui, nella clausura più assoluta, dedicano il loro tempo allo studio, al lavoro ed alla preghiere. Sono i due aspetti dell’esperienza monastica, la solitudine e la comunione, che si completano a e si rafforzano vicenda ed anche lo stemma dei camaldolesi – due colombe che bevono da un unico calice – sintetizza questo dualismo.

Presso l’Eremo oltre agli edifici comuni ed alla Chiesa vi sono 20 celle singole, la vera particolarità del luogo, che sono del tutto simili a piccole case con portico. Sono inserite tutte all’interno della zona di clausura tuttavia possibile visitare quella che viene definita la cella di San Romualdo. All’interno, disposti a spirale in modo che i locali destinati più propriamente all’abitazione siano collocati nella zona più interna e più calda (d’inverno le temperature sono molto rigide e spesso nevica), vi sono  magazzino-laboratorio, bagno, deambulatorio, legnaia, cappella, studio e infine la cella vera e propria, in cui il letto del monaco è inserito in un’alcova rivestita di legno, mentre i pasti vengono portati dall’esterno e consegnati attraverso uno sportellino nella muratura esterna che circonda lo spazio adibito a giardino e orto.

Presso il Monastero consiglio senz’altro di visitare l’antica farmacia rinascimentale del 1543, dove i vasi in ceramica un tempo utilizzati per conservare le erbe medicinali sono disposti su bellissimi mobili in noce: a Camaldoli l’arte farmaceutica e sanitaria sono state tramandate nei secoli e il monaco speziale, gran conoscitore delle virtù medicamentose delle erbe e delle piante, che cercava sulle montagne o coltivava nell’orto dei semplici del Monastero per poi studiarle e classificarle, collaborava strettamente con il monaco esperto nelle arti mediche incaricato di visitare e dare sollievo ai pellegrini, spesso sofferenti o ammalati, che trovavano rifugio nell’hospitium del Monastero mentre erano in viaggio lungo la via Romea Germanica, che collegava la città di Stade in Germania con Roma, attraversando l’Appennino all’altezza di Bagno di Romagna. Oggi la tradizione farmaceutica dei monaci camaldolesi prosegue nei locali un tempo utilizzati come cantine del Monastero con la produzione di prodotti cosmetici e di liquori che contengono i principi attivi e terapeutici delle piante, in vendita presso lo stesso Monastero (Lacrima di Abeto, Amaro Rabarbaro, Laurus, Elisir dell’Eremita, Amaro Tonico). Per i pellegrini ed i visitatori che vogliano sperimentare esperienze di vita comunitaria, è a disposizione la Foresteria presso il Monastero, che può accogliere fino a 154 ospiti sia in camere singole o a più posti e su richiesta fornire i pasti (il refettorio è aperto anche a chi  non pernotta, ed offre menù fisso).

2. Santuario francescano di La Verna: altro luogo di fede famoso del Casentino è il convento in cui il Santo poverello si ritirava in eremitaggio e preghiera e dove ricevette le stimmate. Il Monte della Verna, su cui è stato costruito il Convento, venne donato direttamente a San Francesco nel 1213 dal Conte Orlando di Chiusi in Casentino (come una volta si chiamava l’attuale  Chiusi della Verna). Ugualmente inserito nel contesto ambientale e naturalistico del Parco delle Foreste casentinesi, del Monte Falterona e Campigna, tra boschi di abete e di faggio, si trova a 1128 metri di altitudine ed è oggi uno dei luoghi più importanti del francescanesimo. Il complesso monastico è formato da diversi edifici, cappelle e luoghi di culto che mostrano chiaramente si essere stati edificati in tempi successivi: non vi è infatti un progetto omogeneo ma le costruzioni seguono l’andamento dei rilievi della montagna. Il primo nucleo del Santuario è senz’altro la Cappella di Santa Maria degli Angeli, che risale nella prima struttura al 1216 (e quindi quando san Francesco era ancora in vita) mentre la costruzione della grande Basilica maggiore dedicata a Maria Assunta è stata avviata nel 1348 e terminata solo nel 1509: di particolare pregio le terrecotte invetriate opera dei Della Robbia che vi sono conservate.  Dal piazzale del Santuario (detto ‘quadrante’) la vista corre lontano e non è difficile cogliere la spiritualità di questo luogo, sì distante ma non troppo dalle cose del mondo, come in fondo è nello spirito francescano.

Al Santuario francescano de La Verna l’ospitalità per pellegrini e visitatori è garantita dalla locale Foresteria, che accoglie sia singoli che gruppi e famiglie in 72 camere con servizi (massimo 105 ospiti – costo pensione completa 60€/giorno, più di tre giorni 53€/giorno) ed offre la possibilità anche a chi non pernotta di pranzare e cenare presso il Refettorio del Pellegrino (pasti completi a partire da 16,50€). Anche al Santuario de La Verna, presso il cosiddetto ‘botteghino‘,  sono in vendita prodotti erboristici e liquori monastici tra cui il liquore del Pellegrino, il Fiore della Verna, il Ginepro della Verna, la Grappa alla genziana.

Per arrivare a Camaldoli (sono tutte strade di montagna, in inverno è bene verificare la viabilità; è comunque obbligatorio avere a bordo le catene da neve):

  • da Arezzo (46 km.): SR71 + SR 70 fino a Poppi, quindi SR 67 fino a Moggiona e SR 124 fino a Camaldoli
  • da Bagno di Romagna (29 km.): SR 71 fino a Badia Prataglia + SR 124 fino a Camaldoli

Per arrivare a La Verna (sono tutte strade di montagna, in inverno è bene verificare la viabilità; è comunque obbligatorio avere a bordo le catene da neve):

  • da Arezzo (47 km.): SR71 fino a Rassina + SR 60 fino a Chiusi della Verna, quindi seguire le indicazioni
  • da Pieve Santo Stefano (20 km.): SP 208 fino a Chiusi della Verna, quindi seguire le indicazioni

Una curiosità: in Casentino si produce il casentino, un tipo di stoffa di lana, follata e cardata per renderla impermeabile e resistente al freddo. Un tempo il panno casentino era appannaggio dei contadini, oggi è stato recuperato per produzioni di abbigliamento di alto livello.

Santuario_verna_dal_basso

Di NicFer di Wikipedia in italiano – Trasferito da it.wikipedia su Commons., GFDL

Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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