Museo giapponese Sieboldhuis: un pezzettino di Giappone in Olanda

Un po’ Alberto Angela del XIX secolo, un po’ scienziato e molto probabilmente anche un po’ spia: il profilo biografico di Philipp Franz Balthasar von Siebold è di quelli che potrebbero riempire le pagine di un thriller, tra avventure, incriminazioni e momenti di gloria. Medico tedesco al servizio  della Compagnia delle Indie Orientali,  vorace di conoscenza, grande collezionista, appassionato del Giappone e delle sue tradizioni, von Siebold è stato in grado di superare barriere e proibizioni ed ha favorito come forse nessuno altro prima di lui i contatti e lo scambio dei saperi tra Oriente ed Occidente, e tutto questo attraverso la divulgazione e la ricerca scientifica.  Ed è proprio legato a Von Siebold uno dei luoghi che – se siete appassionati di Giappone come me o comunque curiosi di conoscere i legami particolarmente stretti che legano queste due Nazioni – vi consiglio di visitare a Leida: il museo giapponese Sieboldhuis (la casa di Siebold), abitazione borghese sul canale del Rapenburg trasformata in museo e centro espositivo delle ricchissime collezioni giapponesi portate in Europa, non senza rischi, dal medico tedesco.

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Il Museo giapponese Sieboldhuis è un pezzettino di Giappone in Olanda, e von Siebold è un personaggio interessantissimo, da conoscere meglio. Un po’ di storia è indispensabile sia per comprendere la figura di questo scienziato che per contestualizzate gli avvenimenti, prometto di non esagerare, in ogni caso tra passione, spionaggio, perfino relazioni amorose la vicenda umana di von Seboldt sembra proprio un romanzo!

Le relazioni commerciali e culturali tra il Giappone e l’Olanda risalgono ad alcuni secoli fa e dopo l’allontanamento dei mercanti portoghesi che per primi avevano fatto scalo in Giappone, per più di due secoli solo gli olandesi furono gli unici europei autorizzati a commerciare sotto la protezione dello shogunato dalla loro base sull’isola di Dejima. In questa situazione di grande chiusura nei confronti dell’Occidente, si innesta la storia personale e professionale del medico tedesco Philipp Franz Balthasar von Siebold, nato a Würzburg nel 1796 da una famiglia di medici e chirurghi. Poco dopo la laurea in medicina sceglie di arruolarsi come medico con la Compagnia delle Indie Orientali, che lo inviò per un breve periodo a Batavia (oggi Malesia), dove dimostrò grande capacità di apprendere le lingue orientali. La sua intelligenza, la sua curiosità per le scienze mediche, scientifiche e botaniche e le sue indubbie capacità fecero sì che venne ben presto inviato a Nagasaki, unico porto del Giappone aperto ai contatti con l’occidente attraverso i canali commerciali della Compagnia, dove giunse nel 1823. Come ringraziamento per aver curato con ottimi risultati un alto funzionario giapponese, riuscì ben presto ad ottenere la possibilità di aprire una sua scuola medica a Nagasaki in cui i medici giapponesi studiavano la scienza medica occidentale, spesso proprio in olandese.

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Soprattutto, von Siebold ottenne la possibilità di uscire senza troppe restrizioni da Dejima (gli olandesi erano pressoché prigionieri in questa isola artificiale ed ogni loro spostamento doveva essere autorizzato) per curare pazienti locali ma soprattutto per raccogliere quante più informazioni fosse possibile sul Giappone – all’epoca rigidamente chiuso ad ogni influenza esterna sotto la guida degli Shogun –  probabilmente il vero motivo della presenza del medico a Dejima. Nel frattempo, aveva stretto un legame affettivo con una giovane del posto, Kusumoto Taki, da cui ebbe una figlia, Oine, che in seguito studierà medicina diventando la prima donna medico del Giappone, chiamata ad esercitare presso la Corte Imperiale come ostetrica.

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Von Siebold mise insieme, attraverso una ricerca quasi spasmodica, una vasta raccolta etnografica con migliaia di oggetti, dipinti, abiti, oltre ad una collezione di animali, piante e minerali tipici dell’arcipelago giapponese. E ovviamente raccolse informazioni, politiche e commerciali, che insieme alle collezioni prendevano la via dell’Europa a bordo delle navi della Compagnia. Nel corso del viaggio rituale da Nagasaki ad Edo (oggi Tokyo), che i rappresentanti della Compagnia delle Indie orientali compivano ogni tre anni per andare a porgere gli omaggi allo Shogun, furono però scoperte le mappe dettagliate del Giappone di cui il medico tedesco era entrato in possesso: si trattava di un reato gravissimo, era assolutamente vietato agli stranieri possedere mappe con indicazioni e fu ben presto accusato di spionaggio e messo agli arresti, per poi essere espulso dal Giappone. Rientrato in Olanda, von Siebold si fermò a Leida nella casa di Rapenburg 19 (proprio dove oggi è aperto il Museo giapponese SieboldHuis), dove organizzò la sua raccolta (imponente la sezione botanica di 12.000 esemplari, in parte cedute all’Orto Botanico della città, che ha dedicato al medico il “von Siebold Memorial Garden“, un giardino giapponese dove ancora si trovano alcune piante importate proprio da von Siebold.

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Acquistata dallo Stato Olandese, il museo giapponese SieboldHuis è  un piccolo museo etnologico interessante da visitare e che  consente di comprendere non solo la fitta trama di relazioni intessute tra Olanda e Giappone  ma anche la grande curiosità che nel XIX° secolo vi era per questa Nazionale distante, affascinante, quasi misteriosa. La collezione permanente esposta può contare su 800 oggetti, disposti in grandi teche di vetro che fanno assomigliare le sale a delle wunderkammer, le camere dove venivano conservati oggetti straordinari, tanto di moda nei paesi germanici. Nel corso dell’anno ci sono anche diverse esposizioni temporanee a tema Giappone: quando ci siamo stati noi era in corso una esposizione di Ema, le tavolette di legno di varie forme e decori che si trovano appese nei templi, su cui vengono scritti desideri e richieste. Interessante la sala audiovisiva, in cui viene proposto un racconto-documentario molto coinvolgente in cui von Siebold narra in prima persona le sue incredibili vicende in terra giapponese. Sempre nel medesimo stabile del museo giapponese SieboldHuis è presente una galleria d’arte specializzata in opere di artisti giapponesi (davvero molto belle le stampe in vendita, purtroppo non economiche) e gli uffici di alcune università giapponesi, che qui promuovono attività e scambio accademici.

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 Informazioni utili:

  • Il museo giapponese SieboldHuis si trova in Rapenburg 19, sullo stesso canale dove si trova anche l’Orto Botanico di Leida ed è a circa 15-20 minuti a piedi dalla Stazione centrale di Leida;
  • Orari di apertura: da martedì a domenica, dalle 10.00 alle 17.00
  • Biglietto di ingresso 8€, previste riduzioni
  • presso il museo giapponese Sieboldhuis vengono organizzati laboratori di tecniche artistiche giapponesi (ikebana, calligrafia, degustazioni di sake, cerimonie del tè, origami).

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Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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