Cosa scrivere in un blog di viaggi se non si può viaggiare

Ho sempre pensato che avere un blog di viaggi è come possedere un diario dove annotare le strade percorse e quelle che verranno. Una finestra aperta su mondo e su chi lo abita, uno zibaldone ricco di esperienze, di itinerari, di foto meravigliose oppure imperfette ma che in ogni caso raccontano storie, incontri e luoghi del cuore. Un blog di viaggio è il quaderno dei ricordi ed allo stesso tempo garantisce la migliore conclusione di qualsiasi viaggio, perché aiuta a raccogliere i ricordi, a far stratificare sensazioni e costruisce una stanza nascosta fatta di piccole felicità dove rifugiarsi quando si ha voglia di evadere.

Un blog di viaggi è questo e molto di più, ma richiede cura e costanza. E va alimentato: si nutre di voli aerei e viaggi in treno, di mappe geografiche e di chilometri percorsi. Ma se ci sono limitazioni, quando per un  motivo qualsiasi  manca la possibilità di viaggiare (la linfa che nutre l’ispirazione) oppure lo si può fare molto meno o in modalità più domestica, il blog di viaggi deperisce e perde la sua missione. E in questi casi la domanda che viene da porsi è: cosa scrivere in un blog di viaggi se non si può viaggiare?

Mi sono posta per la prima volta questa domanda a marzo 2020, quando uno dei miei colleghi di lavoro, con un tono di voce piuttosto ironico, ha sottolineato la quasi inutilità di avere un blog di viaggi se non si può viaggiare. Ed ho scoperto che è la triste verità, o quasi.

E a ben vedere, cambia anche l’identità di chi possiede un blog di viaggio: un travel blogger se non viaggia resta sì un blogger, ma perde in gran parte la sua identità caratterizzante. D’altra parte, trovatemi qualcuno a cui interessasse leggere di viaggi in Giappone, di esperienze in Thailandia o di itinerari in Canada, Portogallo, Normandia e nelle altre decine di luoghi che ho presentato in questo blog nei mesi tosti del lock down, tra marzo e maggio 2020,  quando l’itinerario più lungo, il viaggio più avventuroso a cui si poteva aspirare era a il percorso che da casa portava al supermercato?

Sempre per restare nell’ambito delle vicende incredibili di questo anno impossibile, quasi tutti i post del blog ad esclusivo tema viaggio hanno avuto un tracollo importante in termini di ricerca e posizionamento.

La Bussola e il Diario in parte se l’è cavata perché sebbene i viaggi sono  – come direbbe un manager di una multinazionale – il suo core-business– per fortuna non pubblica articoli esclusivamente dedicati ai viaggi fisici: da sempre c’è spazio per i viaggi metaforici nella cultura, nell’arte, nel design, nel lifestyle oltre che in quel grande patrimonio storico e sociale che è la cucina e la gastronomia.

La multi tematicità ha fatto da ciambella di salvataggio (i post di cucina sono andati per la maggiore, così come quelli legati alla creatività) e in qualche modo ha compensato. Tuttavia continuare ad alimentare un blog di viaggi senza poter parlare di viaggi freschi, nuovi, appena compiuti, è decisamente complicato.

Cosa scrivere in un blog di viaggi se non si può viaggiare, quindi? Non pretendo di avere la risposta  definitiva, posso solo condividere con voi alcune idee che ho elencato e qualche suggerimento sulle scelte da adottare e i temi da utilizzare per mantenere viva l’attenzione o anche solo per tentare di galleggiare in un tempo buio e tempestoso.

Con una premessa: in situazioni complesse e prive di soluzioni immediate, bisogna andare incontro alle necessità dei lettori intercettando per quanto possibile le loro necessità senza però stravolgere completamente la propria missione.

Un blog di viaggi è poliedrico, così come lo sono le tipologie di viaggio. Ed è proprio su questa anima multiforme che bisogna lavorare per creare contenuti validi anche quando non si può viaggiare. Considerate poi che anche se non si può viaggiare, in molti continuano a eseguire ricerche mirate a tema turismo per ricerche scolastiche, per approfondire, per sognare un po’; non bisogna perdersi d’animo e nemmeno abdicare al proprio ruolo di divulgatori. Ne’, tanto meno, rinunciare a offrire materiale di qualità che risponda alle esigenze dei lettori.

Andiamo al sodo e vediamo insieme qualche possibile traccia per sviluppare post e articoli ‘di viaggio senza il viaggio’ attingendo alle risorse che già avete. Ho selezionato 15 punti, ma sono sicura che potrebbero essere molti di più

  1. Aiutandovi con le migliaia di foto che sicuramente conservate nei vostri computer, verificate se ci sono luoghi che avete visitato di cui non avete mai parlato: sono sicura che ne troverete parecchi!
  2. Affrontate la narrazione (anche di luoghi di cui avete già scritto) secondo prospettive diverse: cosa ha da offrire un determinato luogo ad una coppia, ad una famiglia, a dei ragazzi adolescenti, a viaggiatori adulti.
  3. Immaginate di realizzare una serie di post divulgativi, densissimi di notizie e informazioni, per ciascun Paese dell’Unione Europea che avete visitato. Tanto tempo fa avevo fatto qualcosa di simile con i post “Di città in città”, dedicati a Berlino, Londra, Budapest, Parigi, Vienna.
  4. Create sinergie tra luoghi diversi già visitati, utilizzando un tema comune: le abbazie benedettine in Europa, i cammini dei pellegrini più famosi nel Mondo, le tradizioni del Natale nelle Regioni d’Italia, edifici di architetti famosi, ecc.
  5. Date spazio (tanto) alla tradizione eno-gastronomica italiana ed internazionale, focalizzandovi su specificità localizzate (e arricchite i post con ricette, citazioni, itinerari gastronomici, selezioni di e-commerce dove acquistare).
  6. Puntate sui post di servizio: recensite App, e-commerce, software utili a chi vuole viaggiare;
  7. Recensite con regolarità libri di viaggio e volumi fotografici oppure romanzi ambientati in Paesi specifici (ad esempio, io ho creato una mini bibliografia dedicata al Giappone, che tra l’altro dovrei integrare perché nel frattempo la mia biblioteca si è arricchita di molto altri volumi).
  8. Narrate i luoghi che avete  visitato associandoli ai  romanzi che vi sono ambientati (un classico sono i romanzi gialli di George Simenon, in gran parte ambientati a Parigi e in Francia).
  9. Trasformatevi in ‘ciceroni’ della vostra città/provincia e presentate nel blog  i luoghi più interessanti, creando itinerari brevi (un paio di ore, mezza giornata) da mettere a disposizione dei vostri lettori. Anche i luoghi che sembrano meno interessanti hanno sempre qualche cosa da raccontare e se riuscite a scrivere diversi post potete trasformarli in una mini guida in formato pdf da far scaricare.
  10. Date spazio agli eventi culturali e musicali: è un segmento che attrae molti visitatori. Segnalate gli eventi d’arte più interessanti, sia in presenza che on line; recensite mostre ed esposizioni; date rilievo a appuntamenti ricorrenti.
  11. Coinvolgete i lettori  invitandoli a proporvi temi da sviluppare oppure a condividere sul vostro blog le loro esperienze di viaggio.
  12. Create liste e post di utilità pratica, che sono sempre apprezzati (e ricercati): quel che serve per viaggiare in tempi normali ed in tempi di pandemia, i promemoria indispensabili per non dimenticare nulla, come organizzare un itinerario, come riporre correttamente le valigie, ecc.. Io ho scritto parecchi post di questo genere e sono apprezzati. Un esempio? Il post “Cosa mettere nella valigia per i viaggi autunnali“.
  13. Avviate collaborazioni sinergiche tra blogger: ospitate i loro post (e viceversa), create post tematici ‘a puntate’ che si sviluppano su più blog, realizzate interviste, tavole rotonde, presentazioni dei blogger che preferite .
  14. Scrivete post verdi: narrate un luogo visitato attraverso le essenze aromatiche, i fiori, gli alberi che vi si trovano; condividete esperienze di visita in giardini storici e monumentali.
  15. Identificate i luoghi che avete visitato attraverso la musica e la poesia: associate città e nazioni a canzoni, liriche, parole in versi e musica.

Una volta definiti i post, non vi resta che stilare il piano d’azione e di pubblicazione (in genere non lo uso, ma mi rendo conto che in questi casi è essenziale il piano editoriale, per avere una minimo di programmazione) e mettervi a scrivere di buona lena. Se nel corso di un post generale fate riferimento a situazioni, eventi o argomenti strettamente connessi alla situazione contingente, ricordatevi che – una volta terminata – dovranno essere aggiornati.

Spero che questo post (ed i 15 suggerimenti su “Cosa scrivere in un blog di viaggi se non si può viaggiare”) vi siano utili. Se poi avete voglia di condividere con me le vostre imbattibili strategie di galleggiamento nelle tempeste, vi aspetto come sempre nei commenti.

Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

0 Comments

No comments!

There are no comments yet, but you can be first to comment this article.

Leave reply

<