La statua Moai di Vitorchiano, una scoperta curiosa

Questa volta la sorpresa è stata totale: nella nostra gita della domenica mai avremmo pensato di imbatterci in una vera statua Moai a Vitorchiano, identica a quelle che proteggono – con sguardo un po’ arcigno, a dir la verità – la lontanissima Rapa Nui, ovvero quell’isola solitaria nell’Oceano Pacifico conosciuta con il nome di Isola di Pasqua.

La statua, scolpita in un grande monolite di peperino (pietra locale di Vitorchiano), si trova fuori dal paese, in uno slargo panoramico che guarda Vitorchiano sulla strada provinciale “della Vezza”, che porta fino a Grotte Santo Stefano. Ma non potrete sbagliarvi, perché nel paese ci sono numerosi cartelli che indicano la direzione perché – e questo l’ho capito solo dopo – la stati a Moai di Vitorchiano è, a suo modo, una vera celebrità e punto di attrazione.

Il Moai di Vitorchiano è una statua moderna, scolpita appositamente per la città circa 40 anni fa da una squadra di undici esponenti Maori appartenenti alla famiglia Juan Atan Paoa. LA storia di questa statua, alta quasi sei metri e decisamente insolita nel paesaggio italiano, è interessante e merita di essere raccontata.

Vitorchiano, vista del paese dalla piattaforma panoramica con il Moai

Vitorchiano, vista del paese dalla piattaforma panoramica con il Moai

Alla fine degli anni ’80 il giornalista televisivo Mino Damato (all’epoca una vera celebrità della tv di Stato), conduceva “Alla ricerca dell’Arca”, una trasmissione che affrontava temi di attualità, cultura ed anche insoliti, come luoghi ed eventi misteriosi. Insomma, Roberto Giacobbo con il suo Stargate non ha inventato nulla di muovo.

Uno degli argomenti della trasmissione era proprio l’Isola di Pasqua ed il suo tesoro di statue Moai, che all’epoca erano in condizioni piuttosto deteriorate; nel frattempo, un gruppo di artigiani e scalpellini Maori stava cercando il materiale più idoneo per  procedere al restauro dei giganteschi monoliti. Damato pensò di invitarli in Italia e fu proprio a Vitorchiano che trovarono nel peperino estratto dalle cave locali il materiale più adatto e simile a quello originario, un tufo vulcanico tipico dell’Isola di Pasqua.

Il Moai di Vitorchiano, in testa il tipico copricapo Pukao

Il Moai di Vitorchiano, in testa il tipico copricapo Pukao

I Maori di Rapa Nui (che sono arrivati nell’isola via mare dalla Polinesia, come i Maori australiani) per scolpire il Moai nel peperino di Vitorchiano utilizzarono asce di pietra, esattamente come i loro avi. Per scolpire il Moai di Vitorchiano furono impiegate quattro settimane e l’avanzamento dei lavori veniva mostrato in televisione. Un vero evento, insomma, ancor più perché i Maori accompagnavano il loro lavoro con danze e canti tradizionali propiziatori.

Indimenticabile l’esibizione per celebrare la fine del lavoro e l’innalzamento del Moai: per rendere più solenne il canto ed il ballo di ringraziamento per la buona conclusione del lavoro avevano indossato gli abiti tradizionali, in pratica nudi e con un ‘pannicello’ a coprire le pudenda, con il rischio concreto di dare vita ad un ‘fuori scena’ very hot in diretta tv.

Immaginate che sconcerto vederli così abbigliati in un’Italia nonostante tutto ancora bacchettona! Su You Tube c’è la puntata di Alla Ricerca dell’Arca (andate al minuto 4 e poi 8) con l’innalzamento del monolite e la danza sacra Kuranto, e ve ne renderete conto!

Il Moai di Vitorchiano non è sempre stato nell’attuale posizione: la sua prima ‘casa’ è stata la piazza principale del paese ma, a dir la verità, a noi è sembrato assai più felice della posizione in cui si trova ora: solitario, ieratico, unico. E il panorama dello sperone tufaceo alla base di Vitorchiano, che sembra stare in bilico sulla forra boscosa sottostante, è sicuramente una gran bella vista anche per lui!

Qualche informazione in più sul Moai di Vitorchiano:

  • Il Moai di Vitorchiano è stato scolpito da un monolite di peperino che pesava oltre 400 quintali;
  • Nell’isola di Pasqua i Moai hanno dimensioni che vanno dai due metri fino ai 20 metri di altezza.
  • La forma è simile per tutti: un monolite che rappresenta una figura antropomorfa, con le braccia tratteggiate e le mani dalle lunghe dita affusolate incrociate all’altezza dell’ombelico. Il naso della statua è pronunciato e le orecchie sono rettangolari. Quasi tutti i Moai – anche quello di Vitorchiano – sono completati con un ‘cubo’ di pietra rosa sulla cima, che rappresenta il tradizionale Pukao, il copricapo.
  • I Moai sono simboli di prosperità e fanno parte della tradizione polinesiana, tuttavia solo a Rapa Nui raggiungono dimensioni tanto elevate.
  • Come tutte le statue un po’ misteriose, anche i Moai hanno la loro piccola ritualità: pare che se si appoggia la mano sull’ombelico del Moai e si esprime un desiderio mentre si guada il volto della statua, ci saranno buone possibilità che si avveri.

Qualche breve informazione su Rapa Nui, l’Isola di Pasqua

  • Rapa Nui è una piccola isola vulcanica di 163 chilometri quadrati con clima subtropicale posta nel mezzo dell’Oceano Pacifico;
  • La sovranità dell’isola appartiene al Cile (da cui dista oltre 3.600 chilometri) ed è particolarmente isolata;
  • vivono a Rapa Nui circa 7.000 abitanti ed il suo capoluogo, Hanga Roa, è una piccola metropoli di circa 3.500 abitanti. Sull’isola c’è un aeroporto, a Mataveri, con collegamenti aerei con Santiago del Cile.
  • Sul sito del turismo del Chile trovi ancora più informazioni su Rapa Nui (e sui suoi Moai).

 

Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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