Visitare Isola Farnese: piccolo borgo di Roma

Basta un autobus urbano per visitare Isola Farnese, uno scorcio di Roma sparita

Se cercate la Roma sparita, quella raffigurata mei disegni ed acquarelli da Bartolomeo Pinelli (artista romano vissuto nel XiX secolo, che nelle sue opere ha sempre privilegiato Roma, quella storica e quella a lui contemporanea), potete ritrovarla in qualche vicolo trasteverino o del Ghetto. Poca roba, però, perché se l’urbanistica e le architetture possono essere immutate, il contesto da cui sono circondate è fatto di traffico, luci e negozi dalle vetrine colorate.

Per ritrovare il paesaggio e le atmosfere senza tempo di un rione della Roma di una volta dovrete spostarvi di una decina di chilometri e visitare Isola Farnese, una enclave del Comune di Roma circondato dalla campagna del Parco di Veio.

Siamo andati a visitare Isola Farnese a dicembre 2020, in uno di quegli odiosi ‘giorni a colori‘ che sono diventati parte delle nostre vite (in questo caso, il colore era arancione, ovvero non ci potevamo muovere oltre il confine comunale) e che non permettono di allontanarsi più di tanto dalla propria casa.

Tuttavia per chi è curioso di scoprire nuovi luoghi, non ci sono vincoli territoriali che tengono perché con un po’ di fantasia si trova sempre un angolo inesplorato da visitare e per nostra fortuna viviamo a Roma, una città talmente grande che riesce a regalarci sempre sorprese.

Visitare Isola Farnese: un borgo medievale che resiste all’assalto della città

Sorprese belle proprio come il piccolo borgo medievale di Isola Farnese, micro realtà urbana che ha ancora l’aspetto di un paesino medievale, con casette intonacate di rosso, piazzette ombreggiate da alberi e perfino un bel castelletto, attorno cui sono sorte le case e quelle che un tempo erano gli opifici.

Per visitare Isola Farmese dovete prendere la via Cassia andando in direzione di Viterbo, superare l’anello del Grande Raccordo Anulare e una volta arrivati al km. 18 (all’incirca) girare a destra seguendo la frecce.

E’ solo ad un paio di chilometri dalla trafficatissima Via Cassia, eppure – grazie alla posizione alle propaggini del Comune di Roma e del vantaggio di  essere inserita nel Parco Regionale di Veio, che l’ha preservata dalla cementificazione selvaggia,  a Isola Farnese sembra di essere in un mondo diverso, letteralmente fuori dal tempo.

Un paesino in una metropoli: questo ho pensato non appena sono scesa dalla macchina e ci siamo incamminati alla volta del nucleo principale di Isola Farnese, racchiuso da un arco che immette in Via Baronale, l’asse centrale affiancato da case basse, piene di verde e con l’immancabile gatto che prende il sole steso su uno scalino smussato dal tempo. A chiudere la strada , il Castello Farnese Ferraioli, ancora abitato e fino a pochi decenni fa sede della scuola del borgo, ora trasferita in un nuovo edificio.

Alcune delle abitazioni di Isola Farnese sono abbellite con decorazioni, creazioni artistiche e perfino reperti archeologici – siamo in una zona abitata prima dagli Etruschi e poi dai Romani – il che mi ha fatto immaginare che anche Isola Farnese, così come Calcata o Civita di Bagnoregio (due altri borghi laziali bellissimi ed immutati nel tempo), sia molto amata dagli artisti.

Visitare Isola Farnese: cosa c’è da vedere

Isola Farnese si visita perché… è Isola Farnese! E’ il borgo stesso, nella sua interezza, nel suo essere realtà urbana preservata che è interessante, per questo suo essere avulso da ritmi e conservare forme antiche. Ad Isola Farnese non si va per fare i turisti in cerca di sensazioni forti, ma per immergersi nella sua atmosfera.

Certo, poi si può anche visitare la chiesa quattrocentesca di San Pancrazio, voluta dai signori della zona, gli Orsini e  che conserva affreschi ed opere d’arte liturgica notevoli, tra cui una tela con Madonna col bambino ed i santi Domenico e Caterina da Siena, attribuita al Cavalier d’Arpino. Peccato solo peccato per la porta d’ingresso, che ho trovato troppo moderna per una chiesa così antica.

Non so se è stato un caso oppure è la normalità, ma siamo riusciti ad entrare nel cortile del Castello: nasce come Palazzo Baronale (ecco il perché dei nomi della strade vicine) e la struttura del XIII secolo un tempo servita da ponte levatoio è non molto grande ma possente, di fianco ci sono edifici che forse un tempo ospitavano stalle, magazzini e abitazioni di servitori ed artigiani e quella che un tempo probabilmente era una torretta a guardia della vallata è stata trasformata in abitazione.

Visitare Isola Farnese è come vedere un angolo di Roma sparita

Visitare Isola Farnese è come vedere un angolo di Roma sparita

Dal cortile del Castello una scalinata piuttosto ripida, chiusa da un cancello, porta ai piani superiori. Affascinante immaginare come dovesse essere la vita all’interno del castello nei secoli scorsi, con il succedersi delle nobili famiglia, prima gli Orsini, quindi i Farnese, poi i Savoia e i Borbone-Napoli, infine i Ferraioli e Di Robilant.

Cosa abbiamo apprezzato tantissimo della nostra gita? A parte la sensazione di grande serenità, la gioia di  fare una micro passeggiata partendo dal cosiddetto Cascinone (un complesso di abitazioni storiche che si trova appena prima del parcheggio) fino ad imboccare il Vicolo Baronale per vedere in lontananza il paesaggio campestre e l’area archeologica di Veio. E ci è piaciuto sederci su una delle panchine di Piazza della Colonnetta (prende il nome da una colonna di marmo posta su un lato della piazza) per rubare qualche raggio di sole invernale, immersi nella tranquillità.

Un luogo tranquillo e apparentemente fuori dal tempo: non ci sono negozi (da quel che abbiamo visto, c’è solo un hotel-ristorante con piscina) ma in compenso c’è la scuola elementare, c’è il centro anziani, i furgoncini che vendono la frutta e la verdura si fermano quasi ‘a domicilio’ e non manca lo scaffale per lo scambio gratuito dei libri.

Tuttavia nel visitare Isola Farnese vi renderete conto che, a dispetto del nome,  non è isolata: in Piazza della Colonnetta ferma il bus n. 032, una linea circolare cadenzata (transita ogni 30 minuti, traffico sulla Cassia permettendo) che parte ed arriva alla stazione ferroviaria di La Storta, sulla linea Roma Ostiense-Viterbo.

Nei pressi di Isola Farnese è possibile visitare l’area archeologica di Veio, con il Santuario di Portonaccio, numerose tombe etrusche ed insediamenti. Prendendo via Riserva Campetti (è una traversa in discesa alla base del Castello di Isola Farnese, sulla destra della strada che collega alla Cassia) si arriva anche alla Cascata della Mola, ma questa visita abbiamo deciso di rinviarla alla primavera, quando si spera che la vicina area archeologica di Veio sarà di nuovo visitabile (era chiusa causa pandemia) e il risveglio vegetativo renderà tutto ancor più bello da vedere e fotografare.

Se poi volete leggere se una mini gita ad Isola Farnese si può fare anche con i bambini, vi invito a leggere il post su Isola Farnese sul blog Mondovagando.

Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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