Un energetico inferno dantesco

Sabato mattina, le spiagge di Follonica sono giustamente invase da chi può godere del mare solo per una giornata, troppe le sdraio che si affollano attorno agli ombrelloni, per di più tanto caldo umido; insomma, la giornata perfetta per scappare dalla folla e scoprire territori antichi, un po’ selvaggi e nello stesso tempo tanto attuali! Oggi la meta sono i freschi boschi dell’entroterra, supereremo Massa Marittima e dopo circa 30 chilometri potremo visitare la più famosa “fabbrica” toscana di energia rinnovabile: Larderello ed i suoi soffioni boraciferi. Fino a non molto tempo fa ero convinta che per produrre energia geotermica fosse sufficiente incanalare il vapore in tubi: sì, magari fosse così semplice!
A  Larderello c’è una vera e propria città costruita attorno ai soffioni (più esattamente: sopra), che dalle profondità del terreno sprigionano vapori caldissimi, ricchi di sostanze chimiche come il boro. L’ingegno umano è riuscito a rendere abitabile – ed estremamente produttiva – una vallata che per molti non era altro che l’ingresso dell’inferno (e chissà che Dante non abbia preso spunto da questi luoghi per la sua Divina Commedia).
La prima impressione è un senso di estraneità: vedere da lontano le enormi turbine grigie che si elevano nella campagna, circondate da interminabili tubature metalliche che attraversano i campi ed i boschi, è entrare in un mondo a parte, dove il silenzio è interrotto dal rumore del vapore e ogni tanto si superano fenditure del terreno da cui fuoriescono piccole fumarole dispettose. L’intraprendenza dell’uomo ha saputo utilizzare con saggezza la natura, e grazie alle intuizioni illuminate del Conte Francesco Giacomo de Larderel, nell’ottocento ha avuto origine la prima grande industria geotermica della Toscana. Consapevole che solo con il benessere sociale si sarebbero raggiunti obiettivi di produzione eccellenti, de Larderel aveva costruito per gli operai che lavoravano agli impianti di estrazione del boro un avanzato villaggio-fabbrica  dotato di scuole, spacci alimentari, farmacia, chiesa, teatro, centri di aggregazione, scuole di musica, dove potevano vivere dignitosamente con le loro famiglie.
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Oggigiorno è l’ENEL che prosegue l’attività di produzione dell’energia geotermica ed ha da poco inaugurato a Larderello un bellissimo museo multimediale, per di più gratuito, dove è possibile, con l’aiuto di filmati, mostre e descrizioni, scoprire il mondo dell’energia prodotta dal vapore e fare davvero un “viaggio al centro della terra”.
La geotermia toscana ha origini ottocentesche e all’inizio nasce solo come “prodotto di scarto” dell’industria di estrazione del boro, composto chimico usatissimo in mille produzioni. Solo nel novecento prenderà il sopravvento la produzione elettrica, con la costruzione delle grandi turbine in cemento armato che ancora caratterizzano il paesaggio della Val di Cecina. L’energia geotermica, che ha il suo cuore pulsante a Larderello, è presente anche in altri paesi vicini, ed a circa 12 km, a Sasso Pisano, è possibile osservare alcune emergenze geotermiche che fuoriescono dal terreno: sono le putizze e le fumarole. E’ davvero impressionante vedere il ribollire del fango incandescente, i piccoli geyser che si alzano, essere circondati dall’odore acre dello zolfo, camminare sul terreno brullo e arido, ma ancor più incredibile è vedere i tetti delle case, le grondaie e perfino le recinzioni di legno anneriti dall’aria acida e corrosiva.
A Monterotondo (20 Km circa da Larderello) è invece interessante scoprire, dopo una tranquilla passeggiata (magari da fare all’alba o poco prima del tramonto) il Parco delle Biancane, un percorso di visita attrezzato a cura dell’Enel, che si dipana lungo le emergenze endogene: vapori che sfuggono dal terreno bianco e sassoso, le antiche fonti di acqua calda, la visione di un paesaggio davvero lunare. Nel parco, oltre a pannelli esplicativi, c’è anche un punto informazioni, dove chiedere indicazioni e magari prendere materiale per la visita.
Al termine di questo itinerario istruttivo “al centro dell’energia”, l’ora di pranzo ormai giunta ci consiglia di fare una sosta per un panino e sulla strada di rientro a Pian dei Mucini poco prima di Massa Marittima, ci imbattiamo nell’Osteria “Il Cinquino”, che dal 1963 offre ristoro ai viandanti. Non solo panini e bevande, anche servizio di cucina con pesce fresco e cacciagione: noi con 40€ in due abbiamo assaggiato una sublime pasta con cozze fresche e carnose, condita con sugo leggero, saporito e ben mantecato, completando poi il pranzo con un grande tagliere di affettati misti oltre ad acqua, vino e caffè.
Informazioni utili:
Museo della Geotermia
Piazza Leopolda – Localita’ Larderello
56045, Pomarance (PI) tel. 0588 67724
Il Cinquino
Via Pian dei Mucini, 2
Borgata Ghirlanda Massa Marittima (Gr)
(è proprio sulla rotonda da cui si diramano le strade che portano a Larderello, Prata e Massa Marittima)
Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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