Il Memoriale di Caen e lo sbarco in Normandia

Il Memoriale di Caen, un museo che è anche luogo della memoria

Non dimentichiamo mai questa data, 6 giugno 1944. E’ la data in cui le truppe alleate, in un’operazione senza pari nella storia, sono sbarcate sulle coste della Normandia, in un tratto di Francia battuto dal vento freddo del’Atlantico ed in un territorio in cui i maquisard e la resistenza avevano creato un sistema di comunicazione e di opposizione, con una rete impalpabile ma efficace di sabotaggi contro gli oppressori nazisti. Il 6 giugno 1944 è iniziata la reale disfatta della Germania nazista nell’Europa occidentale, anche se sarà necessario ancora tempo – e dolore, vittime e distruzione – perché tutta l’Europa sia completamente libera.

L’Europa deve moltissimo ai tanti giovani fanti inglesi, americani, canadesi che approdarono (e fin troppo spesso trovarono la morte ) sulle spiagge tra Ouistreham e St-Marie-Eglise e in un viaggio in Normandia – per quanto turistico e con poco tempo a disposizione – è impensabile non dedicare del tempo per visitare i luoghi dello sbarco.

L'esterno del Memoriale di Caen

Le bandiere delle Nazioni alleate che hanno liberato l’Europa sventolano fuori dal Memoriale di Caen

Tuttavia, ancor prima di visitare le spiagge dello sbarco (poi denominate con i nomi in codice con cui erano note alle truppe alleate – Sword, Juno, Gold, Omaha, Utah) è fondamentale fare una sosta a Caen per visitare il Memoriale, un luogo della memoria, un museo, un monolite in cui giace la nostra storia di europei, ed al tempo stesso un monito per le generazioni future.

Il Memoriale di Caen è uno di quei luoghi che ti entrano dentro facendo lacrimare occhi e cuore e non ti abbandonano più: ti costringono a guardare in faccia la storia recente, i suoi orrori (e sì, anche gli errori) e a percorrere un itinerario nel buio dell’umanità che va ben oltre la cronologia degli eventi. Ed è incredibile come vi siano rappresentati i vincitori tanto quanto i vinti.

La macchina per crittografia Enigma

La macchina Enigma permise agli alleati di decrittare i dispacci nazisti

Per quanto mi riguarda, per poter scrivere di questo luogo di memoria è stato necessario mettere in mezzo spazio e tempo, sospendere il giudizio ed ora, a distanza di alcuni mesi, posso affermare con sicurezza che visitare il Memoriale di Caen mi ha aiutato a mettere in fila eventi e avvenimenti sociali, a comprendere meglio il concatenarsi di vicende di cui avevo letto sui libri di storia. E sì, anche a versare diverse lacrime, perché è impossibile non commuoversi davanti alle foto, ai filmati, agli oggetti, ai vestiti in mostra.

Perché la storia è fatta di uomini e di donne, non solo di date o di cronologie. E il Memoriale – pur essendo una istituzione voluta da chi la Guerra l’ha vinta (è stato inaugurato nel 1988 dal Presidente della Repubblica Francese François Mitterrand), con i suoi oggetti, documenti, riproduzioni multimediali rende incredibilmente concreta una vicenda storica che corre sempre il rischio – anche a causa del gran numero di film e romanzi che vi sono stati ambientati – di trasformarsi in leggenda.

Visitare il Memoriale di Caen: come è strutturata la visita

Visto dall’esterno, il Memoriale di Caen appare come un enorme parallelepipedo giallino, più simile ad un capannone industriale che ad un museo. Sul piazzale antistante sventolano le bandiere dei Paesi che hanno partecipato allo sbarco in Normandia o che hanno contribuito alla liberazione ed una scritta corre lungo la facciata:

La douleur m’a brisée, la fraternité m’a relevée, de ma blessure a jailli un fleuve de liberté

(Il dolore mi ha sbriciolato,  la fraternità mi ha sollevato, dalla mia ferita è scaturito un fiume di libertà)

Sobrio  esattamente come ci si aspetta da un luogo di memoria tragica, eppure una volta varcato l’ingresso il Memoriale non appare come un luogo di dolore, semmai di conoscenza. Il racconto degli avvenimenti parte da prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, ci accompagna a conoscere i fremiti di un’Europa uscita frammentata ed indebolita dalla Prima Guerra Mondiale e che consente alle ideologie totalizzanti di trovare spazio e seguaci, espandendosi in Italia, in Germania, in Spagna.

Le divise indossate nei campi di concentramento

La divisa a strisce che veniva indossata dagli internati nei campi di concentramento

Una volta acquistato il biglietto di ingresso (ma potete comprarlo anche on-line), tramite una grande scala elicoidale si accede al piano inferiore mentre sulle pareti scorrono foto di repertorio e dati sull’espansione del nazismo. Quasi a voler sottolineare il passaggio in un ‘non luogo’, si attraversa una sala buia su cui vengono proiettate immagini di guerra e da qui inizia il percorso di visita vero e proprio.

Leggi razziali: la stella gialla e gli obblighi imposti agli ebrei

La stella gialla imposta ai cittadini di religione ebraica nei luoghi occupati dal nazismo

Il percorso di visita

Sei le macro sezioni (con relative sottosezioni) che costituiscono l’itinerario: nel settore dedicato alla seconda guerra mondiale, dopo l’introduzione alla situazione mondiale prima del 1945, si affronta il dramma della guerra, il crollo dell’economia, l’invasione della Polonia e poi le pagine nere dell’Olocausto e del genocidio degli ebrei. Una pagina triste, quella del collaborazionismo della Francia di Vichy, è ugualmente mostrata.

Emotivamente forti le ricostruzioni delle città distrutte dai bombardamenti e l’omaggio all’assedio di Stalingrado mentre sono interessanti le raccolte di manifesti d’epoca, mezzi di propaganda che screditavano il nemico e promuovevano il sostegno alle truppe.

La II^ guerra mondiale e le macerie delle città

ricostruzione dei luoghi d’Europa bombardati

Il settore dedicato allo sbarco in Normandia – prologo ad una ritrovata libertà –  rende innanzitutto omaggio ai caduti civili e militari: la Normandia ha pagato un tributo altissimo di vite umane, ben 20.000 normanni morirono per gli effetti dei bombardamenti e delle ritorsioni, quasi un terzo di tutti i civili morti in Francia durante la Seconda Guerra Mondiale e sulla stessa Caen vennero sganciate 25.000 tonnellate di ordigni e l’80% della città fu rasa al suolo.

Negli spazi del Memoriale dedicati al DDay,  sono esposti oggetti, materiali civili e militari, ricostruzioni tridimensionali e documenti di un evento bellico che sulla carta sarebbe dovuto esaurirsi in poche settimane e che invece proseguì per mesi, fino al 12 settembre 1944, quando venne espugnata a caro prezzo Le Havre: la città venne completamente rasa al suolo. Tramite plastici e mappe viene anche ricostruita puntualmente la sequenza di eventi e di sbarchi. Utilissimo per avere un quadro completo degli eventi.

Il fotografo e i manifesti della II^ guerra mondiale

una ricca esposizione di manifesti e materiali arricchisce il Memoriale di Caen

Il Memoriale di Caen – e questa mi è sembrata davvero un’ottima scelta – non si limita a narrare le vicende della Seconda Guerra Mondiale ma prosegue nella sua analisi anche nei tempi a noi più vicini: la guerra dopo la guerra, così si potrebbe chiamare il settore dedicato alla ripartizione del potere e della sfera di influenza tra Est ed Ovest,  tra Stati Uniti e Russia ed alla conseguente Guerra Fredda. Molto interessante il patrimonio documentale e la ricostruzione di ambienti domestici occidentali e russi degli anni’50.

Proseguendo la visita, si accede ad una sala multimediale in cui viene proiettato il filmato (circa 19 minuti) “L’Europa, la nostra storia”, con il quale viene tratteggiata le radici comuni alla base della nascita dell’idea di Europa unita. Il filmato è incluso nel biglietto di ingresso e le proiezioni ci sono ogni 30 minuti.

Il bunker utilizzato dal comando nazista durante lo sbarco in Normandia

Il bunker utilizzato dal comando nazista per dirigere le operazioni di difesa durante lo sbarco in Normandia

Uscendo fuori dal Memoriale e scendendo una scala (c’è anche l’ascensore) si giunge al bunker del comando strategico tedesco: un ambiente  sotterraneo, scavato nella roccia, che serviva da base per il generale Wilhelm Richter e le sue truppe. Nel bunker si poteva dormire, lavorare, resistere per lungo tempo grazie alle scorte di viveri, armi e munizioni ed alla presenza di generatori elettrici.

Per ritrovare il respiro dopo aver camminato con l’orrore accanto, vi suggerisco di fare una passeggiata nel Giardino del Ricordo: in realtà si tratta di più giardini, ciascuno curato ed allestito da una delle Nazioni alleate che hanno partecipato allo sbarco in Normandia (Gran Bretagna, USA, ecc.).

Appello alla lotta rivolto a tutti i parigini

Appello alla lotta rivolto a tutti i parigini

Uscendo dal Memoriale, fermatevi ad osservare la scultura in bronzo Non Violence o The Knotted Gun, di Carl Frederik Reuterswärdof. E’ un’opera famosa, sicuramente l’avete già vista in altri contesti (nel mondo ce ne sono 31 copie d’autore, una è anche alle Nazioni Unite): una pistola con la canna annodata, simbolo stesso di ripudio della guerra. E speriamo che davvero quella pistola resti annodata ancora a lungo, molto a lungo.

Maggiori informazioni

  • Il Memoriale di Caen si trova in Esplanade Général Eisenhower, nella prima periferia della città
  • Per gli orari di apertura precisi è bene consultare il sito, in linea di massima variano in base al periodo dell’anno tra le 9.00 e le 9.3o (apertura) e le 17.00 e le 19.00 (chiusura)
  • Il biglietto standard costa 19,80€, sono tuttavia previste diverse riduzioni
  • Oltre all’esposizione permanente, presso il Memoriale di Caen vengono organizzate mostre monografiche e temporanee (biglietto extra) così come vengono promossi eventi dedicati agli studenti, che possono utilizzare anche spazi dedicati.
  • Per visitare il Memoriale calcolate almeno tre d’ore se volete fare una visita veloce, in realtà ci si potrebbe stare un giorno intero (c’è anche un bar ed un ristorante, oltre ad un bookshop particolarmente fornito).
  • C’è un grande parcheggio gratuito non custodito.
Durante la II^ guerra mondiale, la propaganda alleata aiutava a mantenere alto l'umore e a promuovere la speranza

manifesti e materiali storici al Memoriale di Caen

Link utili per approfondire

Un'opera pop per dire no alla guerra: la pistola annodata di Carl Frederik Reuterswärdof

La pistola annodata, opera di Carl Frederik Reuterswärdof esposta all’esterno del Memoriale di Caen

Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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