Itinerario di viaggio in treno da Grosseto a Siena

Se siete alla ricerca di paesaggi toscani preservati, il turismo senza fretta e i viaggi in treno vi affascinano, allora dovete salire a bordo del treno che collega Grosseto con Siena. E’ una linea ferroviaria minore, a binario unico, lenta e davvero a misura d’uomo, dove  difficilmente la locomotiva raggiunge velocità elevate per via delle curve, delle stazioncine da plastico ferroviario da onorare e le diverse soste tecniche cadenzate che consentono lo scambio con il treno che arriva  dalla direzione opposta. Un viaggio in treno da Grosseto a Siena è quanto di più simile ai viaggi di una volta e il tragitto completo, da capoluogo a capoluogo, non vi prenderà più di un paio di ore.

Una linea ferroviaria a me cara, che ho percorso centinaia di volte fino alla stazione intermedia di Buonconvento, attraversando paesaggi dai colori incredibili, annusando gli odori delle campagne e della terra.

Per diverso tempo il treno è stato il mio miglior amico, lo scudiero fedele che dalla primavera all’autunno ogni fine settimana da Roma mi riportava a casa in Toscana. Una vita da quasi pendolare vissuta a bordo di Intercity, Espressi e treni Regionali, centinaia di chilometri percorsi seduta su poltrone di velluto un po’ stinto con la compagnia di un libro o delle chiacchiere.

Arrivavo a Grosseto in poco più di due ore e dopo la sosta obbligata per aspettare la coincidenza – un tempo variabile da pochi minuti ad un paio di ore, a seconda dell’orario – salivo sul trenino che mi avrebbe portato a Buonconvento attraversando le campagne rigogliose della Maremma per poi addentrasi nell’entroterra costeggiando paeselli medievali arroccati sulle colline. E ogni volta era felicità pura, non solo perché stavo tornando a casa dai miei genitori!

Talvolta tornavo la sera e il sole dava l’addio al giorno tuffandosi dietro colline punteggiate di cipressi, altre vedevo sbucare dal bosco una coppia di cerbiatti dal manto setoso, altre ancora erano i fagiani a salutare il treno dai campi di grano verdeggiante.

I treni che percorrono la linea ferroviaria sono tutti regionali (al più c’è un paio di regionali veloci), quelli che un tempo sugli orari ferroviari erano indicati come accelerati: ancora oggi ci sono corse che fermano a tutte o quasi le stazioni lungo la linea e se non  lo fanno è perché le stazioni non ci sono più (nel corso del post ne incontreremo diverse) oppure perché i piccoli borghi di cui le stazioni prendono il nome sono così distanti dalla ferrovia che nel tempo hanno perso di utilità.

 

Il viaggio in treno da Grosseto a Siena: l’itinerario

Da Montepescali a Monte Antico

Il viaggio in treno da Grosseto a Siena prende avvio dal capoluogo maremmano e dopo soli 12 chilometri effettua la prima fermata, alla stazione di Montepescali. In realtà la stazione si trova nella frazione di Braccagni (un piccolo centro abitato con pochi negozi a servizio delle campagne circostanti) perché il paese di Montepescali si trova arroccato sulla collina alle sue spalle. Per arrivarci, potete aspettare il bus della Tiemme oppure farvi una passeggiata di 2 chilometri: il paese è piccolino, un bar-ristorante e poco più, ma dal belvedere la vista sulla piana maremmana arriva fino a far intravedere Monte Argentario e il mare.

Pochi minuti di viaggio ed è già tempo della fermata successiva (ma non  tutti i treni vi sostano). Il treno sosta a Sticciano Scalo, una realtà urbana cresciuta attorno alla stazione che, come Braccagni, ha in gran parte assorbito gli abitanti e le attività del borgo medievale di Sticciano,  che si trova a 4 chilometri. Un paio di chiese romaniche interessanti, stradine strette dove a fatica (o per nulla) passano le auto ed alcuni bed & breakfast. Non c’è molto altro, tuttavia anche da qui la vista spazia lontana e si ha la percezione di una Maremma verde e ancora incontaminata, dove solo i cinghiali e gli animali del bosco osano addentrarsi.

Panorama di Roccastrada

Roccastrada – Photo Di LigaDue – Opera propria, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=19072719

Altra stazione dove sostano solo alcuni treni è quella di Roccastrada. Anche qui, la ferrovia è ben distante dal centro abitato (quasi 8 chilometri!) e il bel borgo si intravede prima di arrivare in stazione. Come tutti i paesi della zona, sorge nel medioevo attorno ai possedimenti della nobile famiglia Aldobrandeschi come borgo murato (parti delle mura sono ancora visibili) e successivamente fu centro minerario: nei dintorni si trovavano miniere di rame ed argento. Possiede numerosi gli edifici sacri, ha un bel teatro costruito nell’800 ed è il centro di riferimento commerciale per i piccoli borghi della zona. Non mancano ristoranti e possibilità di pernottamento, sia in B&B che agriturismo.

A pochi minuti da Roccastrada, il treno ferma regolarmente alla stazione di Civitella Paganico, a servizio del comune di Paganico e di quello di Civitella Marittima, distanti l’una dall’altro 8 chilometri. Anche questa è una stazione isolata ma non troppo: Paganico, il borgo più vicino e più grande sebbene sia una frazione di Civitella Marittima, è solo ad un chilometro; racchiuso da mura e con due porte agli estremi della via principale, conserva il cassero di stile senese, il Palazzo Pretorio e portici. Interessante la  chiesa di San Michele Arcangelo con affreschi del Trecento.  Ah, a proposito: nonostante il nome, Civitella Marittima non è sul mare ma in mezzo ai boschi.

Il viaggio in treno continua alla volta di Monte Antico. Qui di interessante non c’è moltissimo da vedere – una stazione ferroviaria, un piccolo nucleo di case con chiesa, scuola ed un ex ambulatorio, un circolo ricreativo, poderi ed agriturismi – tuttavia in termini ferroviari questa stazione fino a qualche decennio fa è stato un punto di interscambio molto importante tra la ferrovia Grosseto-Siena e la ferrovia che portava ad Asciano passando per le pendici del Monte Amiata, i territori del Brunello e la Val d’Orcia. Quest’ultimo tronco è stato soppresso perché scarsamente frequentato e solo di tanto in tanto i binari vengono percorsi da antiche locomotrici – anche a vapore – per i percorsi del Treno Natura.

La stazione ferroviaria di Roccastrada

La stazione di Roccastrada. Di LigaDue – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=50331663

Da Monte Antico a Buonconvento

L’itinerario ferroviario lascia la provincia di Grosseto e si addentra nella provincia di Siena, attraversando boschi e campi coltivati a vigna: è  questo il tratto dove si trovano alcune stazioni soppresse o abbandonate. Non è difficile capire il perché: la zona isolata, piuttosto selvaggia, unico punto di riferimento il il fiume Ombrone che accompagna la linea dei binari e assai scarsa è la presenza umana, anche oggi che i poderi sono tornati a nuova vita per produrre dell’eccellente vino Brunello (alcune delle etichette migliori provengono proprio da questa zona).

La prima stazione – in realtà era poco più di una fermata – che non esiste più è Camigliano-Pian delle Vigne. Nei miei ricordi coincideva con la presenza di una puzzolentissima porcilaia proprio accanto ai binari del treno. Ogni volta che si fermava non vedevo l’ora di sentire il fischio che annunciava il via. Tra l’altro, era una fermata dove salivano o scendevano al massimo due-tre passeggeri, forse operai che andavano a lavorare nei poderi circostanti.

L’altra stazione che non esiste più era Salceta e si trovava nel punto più selvaggio del percorso – dove davvero non c’è altro che bosco – un edificio isolato immerso tra gli alberi ed i cespugli che nei miei ricordi di bambina (erano gli anni ’70, se non ricordo male) la sera veniva illuminato ancora con le lampade a gas o con i generatori perché non vi arrivavano i fili della corrente elettrica. Mi son chiesta come fosse organizzata la vita del capostazione e della sua famiglia, in una situazione così fuori dal tempo! La fermata fu soppressa perché inutilizzata a seguito dello spopolamento delle campagne, gli edifici ferroviari andarono ben presto in rovina e furono demoliti. Ora la natura ha di nuovo inghiottito quel poco che rimaneva ed è difficile – se non impossibile – localizzare dove si trovava Salceta.

Bisogna ora che faccia una parentesi storica: il tratto che da Monte Antico arriva alla stazione di Murlo non è altro che il tracciato della vecchia linea ferroviaria costruita nel 1877 a servizio delle miniere di lignite che vennero aperte (e poi richiuse, perché non rendevano). Oggi solo alcune corse fermano alla stazione di Murlo ed anche qui il paese da cui prende il nome la stazione si trova distante, oltre 9 chilometri di strada in mezzo al bosco. No, non ci sono mezzi pubblici che collegano la stazione di Murlo con l’abitato principale per cui se volete visitare i dintorni (e ne vale la pena, leggete più avanti) non vi resta che fare una lunga camminata oppure portarvi dietro le mountain bike (su alcuni treni della linea Grosseto – Siena si possono caricare a bordo le biciclette). Dal bosco si passa agli spazi ampi destinati a coltura, in un susseguirsi di curve, poderi, cipressi.

Il Castello di Murlo

Il Castello di Murlo – Di LigaDue – Opera propria, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=37016625

Murlo è in realtà un comune con più frazioni diffuse su un territorio comunale molto ampio, le più note sono il Castello, Vescovado di Murlo,  Casciano di Murlo, La Befa (dove appunto c’è la stazione), le Miniere di Murlo (l’agglomerato di case che ospitava i minatori della miniera di lignite), Montepescini. Murlo è  famosa per essere un territorio etrusco: sono state rinvenute tombe  ed insediamenti nelle località Poggio Civitate e Poggio Aguzzo e presso il Castello si può visitare il Museo Etrusco Antiquarium di Poggio Civitate. Una curiosità: grazie al suo isolamento e alle scarse contaminazioni genetiche provenienti dall’esterno, gli abitanti di Murlo negli anni ’80 furono oggetto di una ricerca dell’Università di Torino che indagò sulla presenza di tracce dei loro progenitori etruschi nel loro DNA .

Tra Murlo e la successiva stazione ferroviaria di Buonconvento il riassetto ferroviario ha fatto un’altra vittima illustre, la stazione di Bibbiano, non più in uso. Ora per arrivare a Bibbiano e ammirare dall’esterno i suoi castelli (Castel Rosi, il Castello di Bibbiano, La Torre) dovete arrivare fino a Buonconvento e da lì andare a piedi (sono circa 3 km. e mezzo, l’ultimo tratto c’è una salita con 20% di pendenza).

Il tracciato dei binari costeggia ora il fiume Ombrone, che viene scavalcato sotto le alture di Montalcino. Inutile dirvi che già a quest punto del viaggio entravo in fibrillazione e anche se mancavano ancora alcuni chilometri, io mi sentivo già a casa, pronta a riabbracciare i miei cari.

La stazione ferroviaria di Buonconvento, a differenza di tante che abbiamo incontrato lungo il percorso, è dentro il paese e ciò rende da sempre Buonconvento il punto di riferimento per gli escursionisti ed i turisti che lo usano come base per poi sposarsi a visitare altre località. Alla stazione di Buonconvento fermano infatti i bus che portano a Montalcino, a San Quirico d’Orcia, a Bagno Vignoni e proseguono poi fino ad Abbadia San Salvatore, sul Monte Amiata. Non vi racconto nulla di Buonconvento, ve ne ho parlato più volte anche qui nel blog (vi è sufficiente digitare ‘Buonconvento’ nel campo “Cerca sul blog”), tuttavia se volete avere un’idea, seppur essenziale, di cosa vedere a Buonconvento in una visita veloce vi consiglio di leggere questo post:

Buonconvento in tre ore e venti minuti

Da Buonconvento a Siena

Da Buonconvento a Siena il treno si trasforma quasi in una metropolitana campagnola: i paesi ed i piccoli borghi si susseguono uno dopo l’altro. Ancor prima di arrivare alla stazione di Monteroni d’Arbia  la cittadina è preannunciata dalla sua zona industriale ed artigianale. Anche a Monteroni d’Arbia la stazione si trova in centro e raggiungere la via principale è un attimo.

Da Monteroni si può raggiungere a piedi (è una bella passeggiata, ma fattibile) oppure con l’autobus urbano 02 (che prosegue fino a Siena), la Grancia di Cuna, esempio di fattoria fortificata che faceva parte dei possedimenti dell’Ospedale Santa Maria della Scala di Siena. Di possedimenti in zona l’Ospedale in realtà ne aveva parecchi, spesso destinati ad ospizio per i pellegrini. Gli edifici ancora esistenti li riconoscete perché hanno – quasi sempre sulla facciata principale – lo stemma di una scala rastremata verso l’alto. Un tempo il treno fermava anche a Cuna, ma anche questa fermata – a seguito dello sviluppo del trasporto privato e pubblico su gomma – è stata soppressa.

Nella frazione Ponte a Tressa fermano solo poche corse del treno Grosseto-Siena (e del Siena Grosseto, ovviamente): un pugno di case di impianto medievale srotolate lungo la vecchia strada Cassia che pian piano hanno attratto altre abitazioni e numerosi senesi in cerca di tranquillità e case a costi più abbordabili.

La sagoma turrita di Siena pian piano si avvicina ed anche il nostro viaggio in treno da Grosseto a Siena si appresta a terminare. Mancano pochi chilometri, piccole frazioni da attraversare (Isola d’Arbia, Abbadia) e il treno costeggia strade trafficate, centri commerciali, condomini di dimensioni rispettabili prima di approdare alla stazione di Siena, così particolare nella sue linee razionaliste-futuriste volute dal progettista Angiolo Mazzoni

Qualche informazione sulla tratta ferroviaria Grosseto- Siena (e viceversa)

  • Sulla linea ferroviaria Grosseto-Siena sono impiegati esclusivamente convogli diesel perché non è elettrificata.
  • E’ una linea scarsamente frequentata, ad eccezione del lunedì e del venerdì quando trasporta pendolari e studenti fuori sede. Una corsa o due proseguono da Siena direttamente fino a Firenze.
  • Talvolta – negli orari meno frequentati – il convoglio è formato da una sola vettura.
  • Fino agli anni ’80 erano in servizio su questa linea le mitiche Littorine, dalla bella estetica arrotondata, che viaggiavano sole o accoppiate.
  • Alcuni convogli sono attrezzati per il trasporto passeggeri su sedia a rotelle.
  • In alcuni orari è consentito trasportare biciclette.
  • Il costo di un viaggio in treno da Grosseto a Siena oscilla tra i 5.10€ e i 10.10€ (in base ad orario, ecc.)
  • Dal lunedì al venerdì sono previste 9 coppie di corse giornaliere (vedere orario ferroviario su Trenitalia)
Treni pendolari

foto di Maksym Kozlenko – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=62068244

Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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