Andiamo a visitare Corinaldo borgo fortificato dei ‘matti’

Visitare Corinaldo, il borgo più bello d’Italia

Per molti le Marche in estate significano attività balneari. Dalla Riserva naturale regionale di Sentina fino a Gabicce Mare è un rincorrersi di spiagge di sabbia e di sasso, cittadine sul mare, possibilità di praticare sport acquatici o incantarsi davanti ad albe infuocate. Insomma, l’ideale per le vacanze attive o rilassanti, dove ciascuno trova il suo ambiente più congeniale. Noi invece abbiamo preferito dedicarci ai borghi minori dell’entroterra marchigiano e nonostante tre giorni siano davvero un tempo minimo per poter avere un assaggio di Marche, siamo riusciti a godere della bellezza di alcune località e borghi tra i più belli del territorio. Dopo avervi raccontato la visita al Tempietto del Valadier, un esempio di architettura neoclassica quasi sospesa tra le pareti rocciose vicino alle Grotte di Frasassi, oggi vi portiamo con noi a circa 20 chilometri da Ancona per visitare Corinaldo, uno dei borghi più belli d’Italia (e non solo di nome).

Corinaldo è il medioevo fatto perfezione: il nucleo storico del paese, che conta su meno di cinquemila abitanti, è racchiuso da quasi un chilometro di mura in ottimo stato di conservazione, costruite con i tipici mattoni rossi marchigiani e nell’insieme appare come un castello arroccato sulla collina in cui i torrioni, i contrafforti, le porte di accesso fortificate e i baluardi di guardia indicano il suo passato di borgo fortificato. Lavorò alla progettazione dell’impianto di difesa anche il senese Francesco di Giorgio Martini, pittore, scultore, architetto ed artista eclettico  ben introdotto alla Corte del Duca di Urbino ed artefice di numerose rocche e castelli difensivi oltre che di una vasta produzione di dipinti e sculture.

Visitare Corinaldo, il suo centro storico, è un piacere che si rinnova ad ogni scalinata, vicolo, piazzetta, facciata di palazzo nobile. Ordinato, pulitissimo, facile da girare, non è molto grande ma è davvero ricco di punti di interesse, insomma è la meta perfetta se per un giorno ci si vuole allontanare dalle spiagge.

Corinaldo è famoso ai più per la sua bellissima Piaggia, ovvero la lunga scalinata di 109 gradini che sale ripida dalla Porta di Santa Maria del Mercato fino alla via del Corso e, proseguendo più avanti, arriva fino al Santuario dedicato a Santa Maria Goretti, la giovanissima Santa corinaldese morta nelle pianure pontine dove i genitori, per sfuggire alla miseria, si erano trasferiti alla fine del XIX secolo.

Sulla Scala della Piaggia, da un lato, c’è un bel pozzo in mattoni, con tanto di trave e carrucola per appenderci il secchio: è il famoso “pozzo della polenta“, che da il nome ad una festa popolare in costume cinquecentesco che rievoca la vittoria di Corinaldo sul Duca di Urbino, Francesco Maria della Rovere. Normalmente si tiene a metà luglio (la “Contesa del Pozzo della Polenta”), con tanto di sbandieratori, figuranti,  cortei, festeggiamenti e un Palio che individua il vincitore tra i rioni di Corinaldo, ma nel 2020 per via del Covid è saltata.

La leggenda del pozzo della polenta

Durante la festa viene anche rievocata la vicenda che da il nome al pozzo. Non conoscete la storia? Cerco di essere brevissima: un mugnaio che doveva consegnare un sacco di farina in uno dei palazzi del centro storico, affaticato dalla lunga salita della Piaggia, decise di fermarsi a riposare qualche minuto e senza pesarci troppo appoggiò il sacco di farina sul bordo del pozzo. Inavvertitamente il sacco cadde dentro il pozzo e subito il mugnaio cercò di recuperarlo ma oramai la farina si era bagnata ed era diventata… una polenta!

La scala della Piaggia è piuttosto ripida ma è molto piacevole salire i suoi scalini perché si ha una visione inconsueta del borgo di Corinaldo, che si scopre pieno di piante e di fiori, perfetto nelle sue linee medievali immutate nel tempo.

Cosa vedere a Corinaldo

Alcuni tratti di mura hanno camminamenti che si possono percorrere e da cui si ha una bella vista sulle campagne e sulle colline ondulate del circondario; lungo le mura si trovano alcuni locali adibiti a museo diffuso, con la riproduzione delle stanze utilizzate dai soldati e  la casa piccolissima (una sola stanza!)mdi una delle più vecchie abitanti di Corinaldo, non mancano slarghi e piazzette dove sostare e fermarsi a fare qualche foto.

A noi è piaciuta molto la Torre dello Sperone (il punto più alto delle mura di Corinaldo, 18 metri), il Palazzo del Comune (un bel palazzo neoclassico con facciata in mattoni scandita da archi, che si trova a sinistra alla fine della salita della Piaggia ed ospita anche la Sala del Costume e delle tradizioni popolari, con tutte le monture indossate dai figuranti in occasione della Contesa del Pozzo della Polenta, realizzate con l’ausilio di artigiani locali), l’ex convento degli Agostiniani (edificio de XVII secolo, ora albergo). Da vedere anche le altre porte cittadine ancora ben conservate: Porta di San Giovanni e Porta Nova. Immancabile è la visita alla Casa di Scuretto, una casa-non casa, in pratica solo una facciata con quattro finestre che chiude lo spazio tra due abitazioni.

La storia della casa di Scuretto

Come, non conoscete la vicenda di Scuretto e della sua casa? Eppure sono in tanti i turisti che scelgono di visitare Corinaldo quasi esclusivamente per vedere la Piaggia e questo insolito edificio, legato ad una stramberia che è a metà tra storia e pettegolezzo: il calzolaio Gaetano, conosciuto con il soprannome di Scuretto, era un gagliardo bevitore, talmente tanto amante del buon vino rosso (lo ‘scuretto’) da riuscire a dilapidare il patrimonio che il figlio emigrato in America gli inviava regolarmente affinché potesse far costruire una casa, dove tornare una volta arricchito.

Non avendo mai avuto notizie sull’avanzamento dei lavori, il figlio chiede al padre di inviargli una foto della casa in costruzione. Per trarsi d’impaccio, e non avendo più denaro che aveva dilapidato nelle osterie,  il buon Scuretto pensò bene di far costruire una facciata con tanto di finestre e numero civico e dell’uso del denaro, davanti a cui si fece fotografare. Il figlio, una volta vista la foto e mangiata la foglia, non inviò più nemmeno un centesimo al padre. Oggi la ‘casa di Scuretto’ è una delle attrazioni di Corinaldo e punto instagrammabile per eccellenza.

La Corinaldo di Santa Maria Goretti

Oltre al Santuario a lei dedicato, dove si trovano reliquie della Santa, la tomba della madre e del suo assalitore (perdonato dalla santa-bambina mentre era moribonda) poco prima di arrivare da Ancona a Corinaldo si incontra la frazione Pregiana dove c’è la casa natale della Santa. E’ una casa umile, contadina, dove sono esposte alcune suppellettili appartenute alla famiglia Goretti. Corinaldo è gemellato  con la città laziale di Nettuno, dove si trova un altro famoso Santuario dedicato a Maria Goretti.

A proposito, sapete che Corinaldo è anche conosciuto come ‘la città dei matti’? Ma qui  il termine ‘matto’ è in senso del tutto positivo, perché sono i corinaldesi con grande capacità di ingegno, creatività, astuzia nel volgere a proprio favore situazioni e avvenimenti. E c’è anche un ‘passaporto da folle’ che si può ottenere durante la Festa dei Folli che si tiene in primavera.

Un suggerimento di gusto

Nelle Marche la tradizione gastronomica è legata alla terra ed all’agricoltura, il che significa che formaggi ed insaccati sono squisiti. Abbiamo pranzato a Corinaldo con un ricchissimo tagliere all’Osteria de Scuretto – pochi tavoli, buona cucina, bella cantina e prodotti di alta qualità, quasi tutti di produzione locale. A favore la qualità, la gentilezza, il costo e, non ultima, la scrupolosa adozione di misure anti-Covid con richiami agli avventori indisciplinati.

       

Nel tagliere erano presenti prosciutto locale, salame pregiato, il mitico ciauscolo marchigiano, la lonza, due diversi tipi di formaggi accompagnati da confettura di visciole e uva fresca, la pancetta e la saporitissima crescia marchigiana, una sorta di piadina arricchita di uova, latte e strutto e stesa a sfoglie, in modo da garantire la croccantezza.

Informazioni utili:

  • Informazioni turistiche: https://www.corinaldoturismo.it/
  • Da Ancona sono circa 50 km., da Senigallia 20 km.
  • Ci sono diversi parcheggi attorno alle mura, nel centro storico le macchine non sono ammesse

Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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