Cosa si mangia da Akira Osteria Giapponese: una Izakaya al Prenestino

La maggior parte dei ristoranti che propongono sushi e cucina giapponese a Roma sono spesso gestiti da cinesi. Nulla di male, ma è come se i ristoranti di cucina italiana fossero condotti da spagnoli. In linea di massima, sono entrambe cucine orientali (o nel mio esempio, mediterranee), tuttavia la vera cucina giapponese ha caratteristiche proprie che solo cuochi nipponici riescono a tradurre in piatti e ricette di squisita bontà.

Utilizzando un sostanzioso sconto promosso dall’App di prenotazioni The Fork, insieme a Francesco siamo andati a provare il menù di Akira Osteria Giapponese, un ristorante da poco inaugurato  a poca distanza da casa che propone cucina realmente Jap.

Più che una cena, la nostra è stata una festa, un ritorno lieto ad una cucina apprezzata e a sapori tanto amati. In quattro viaggi in Giappone abbiamo avuto la possibilità di provare le diverse realtà gastronomiche del Paese e, fatemelo dire, ogni cucina giapponese è indimenticabile. Da quella che può definirsi “cucina di strada” alle ben più raffinate cucine che si ispirano alla cucina kaiseki,  parte di un più complesso rito di ricerca della perfezione, dell’equilibrio, dell’armonia.

Il ristorante è uno dei numerosi dei ristoranti Akira, locali  aperti da Akira Yoshida, imprenditore giapponese originario della prefettura di Hyōgo, arrivato in Italia nel 2004 come giocatore professionista di calcio a 5. I ristoranti Akira sono specializzati in ramen (vengono preparati con diversi brodi, di carne o vegetale) ed al momento sono aperti a Roma, a Fiumicino e a Torino.

L’Osteria si trova in uno dei tanti quartieri romani appena fuori dal centro storico, ben collegato con i tram 5 e 14 (capolinea Stazione Termini) e 19 (capolinea Piazza Risorgimento, San Pietro) e non troppo lontano dal Pigneto ed alla sua movida notturna, dai suoi ristoranti etnici o che rielaborano i piatti della tradizione.

Un’Osteria o un’Izakaya?

Akira Osteria Giapponese si presenta all’interno come una Izakaya, ovvero come una trattoria tipica giapponese, con tavolini e sedie piuttosto spartani, il bancone a vista dove si prepara il sushi, lanterne colorate e stuoie di paglia.

Una Izakaya è un ristorante ‘alla buona’, dove si va a trascorrere una serata tra amici, in famiglia. Dove ci si ferma per uno spuntino ed una birra in compagnia prima di rientrare a casa dal lavoro. Spesso sono un punto di ritrovo di anziani giapponesi, impegnati in interminabili (ed incomprensibili) discussioni.

Anche il nuovo locale di Akira è così, un po’ ruspante nell’ambiente ma rigorosissimo nella scelta degli ingredienti e nelle proposte culinarie. Certo, strizza l’occhio ai ragazzi, tant’è che non manca nemmeno la citazione ai cartoons giapponesi, con un buffo Doraemon che sbuca dall’ascensore che collega i due piani.

Il ristorante ha un paio di angolini riservati dove possono trovare spazio gruppi di amici e sotto i tavoli troverete – utilissimi – i cesti per riporre soprabiti e borse, esattamente come accade nelle Izakaye e nei ristoranti in Giappone.

Anche solo questo, mi ha fatto tornare una nostalgia grandissima di Tokyo, di Sapporo, di Nagano. Riusciremo a tornare in Giappone per la quinta volta? Chissà, nel frattempo ci siamo goduti la buona cucina di Akira Osteria Giapponese!

Una volta accomodati al tavolo, abbiamo trovato un cartoncino con QRCode: il tempo di scansionarlo e abbiamo potuto iniziare a leggere il menù, per decidere cosa ordinare. Il ‘piatto forte’, la specialità, è sicuramente il ramen: ce ne sono una decina di varianti (o forse più).

Alcuni ramen utilizzano come base il brodo di maiale tonkotsu, nello stile di Fukuoka, altri sono vegetariani oppure con il brodo di pollo. C’è anche il ramen da mangiare freddo come fosse un’insalata di pasta e quello (Tsukemen) che si prepara al momento con gli ingredienti che vengono messi a disposizione  (noodle già lessati, verdure, spezie più o meno piccanti, brodo caldissimo dove immergere la pasta).

Ciò che li accomuna, è la lunghissima cottura (il brodo viene fatto cuocere fino a 12 ore affinché il sapore sia ricco e corposo), la pasta fresca  rigorosamente preparata in casa e l’utilizzo di prodotti di qualità.

Il Ramen che viene proposto da Akira Osteria Giapponese (e negli altri locali di Akira) è la versione Iekei, nata a Yokoama nel 974 – il ramen nasce in Cina ed arriva in Giappone, dove viene perfezionato,  dopo la seconda guerra mondiale – ed è considerato il più famoso nella città.

Una adeguata scelta di antipasti (ravioli gyoza, fagioli edamame, alghe condite gomawakame, ma non solo), il riso con il curry, i buns al vapore farciti ed immancabili i dolcetti giapponesi, tra cui i dorayachi (pancakes ripieni di marmellata di fagioli rossi), mochi (dolcetti un po’ appiccicosi a base di riso), dolci con il matcha.

Per accompagnare il pasto, si può scegliere tra birra giapponese (Asahi e Kirin) e vino italiano. Non manca il saké e gli alcolici a base di frutta.

Il ramen di Akira Osteria Giapponese

Il ramen di Akira Osteria Giapponese

Cosa abbiamo provato da Akira Osteria Giapponese?

Cosa abbiamo scelto? Abbiamo iniziato la cena con un antipasto assortito, in modo da assaggiare un po’ di tutto: ottimi i Gyoza  di carne (in questo caso, in una particolare versione fritta), stuzzicante Takoyaki (*) ed equilibrato il tris con uova Ajitama (uova sode marinate nella soia e condite con peperoncino), insalata di alghe e bocconcini di pollo teryaki.

Il piatto principale è stato il ramen (come poteva essere altrimenti?) e se io ho scelto un classico Ramen Black Shoyu – noodles in brodo di maiale, carne di maiale, salsa shoyu, spinaci e alga nori, Francesco ha preferito ordinare il ‘top di gamma’ del menù, ovvero il Ramen De Luxe.

E’ una zuppa ricchissima con noodles in brodo di maiale, carne di maiale, porro, uovo sodo, mais, fili di peperoncino, salsa shoyu, spinaci e alga nori. Esattamente come accade in Giappone, se dovesse avanzare del brodo si può chiedere con pochi euro il Kaedama, ovvero di fare il bis di pasta.

Per concludere, ho voluto assaggiare il tiramisù al matcha, ma non mi è piaciuto moltissimo perché troppo ‘europeizzato’: quello che si può assaggiare in Giappone ha il gusto amarogno del matcha molto più spiccato. Per chiudere la serata jap, un brindisi con un bicchiere di shuoko alle prugne.

Grazie allo sconto del 50% legato alla promozione Festival The Fork (su tutto tranne le bevande), il conto è rimasto al di sotto dei 50€ in due. Per la qualità delle proposte, la gentilezza dell’accoglienza e le suggestioni nipponiche, Akira Osteria Giapponese ha superato la prova e di sicuro torneremo ad assaggiare i suoi ramen!

Informazioni utili:

  • Akira Osteria Giapponese – Via Prenestina 232 – 00176 Roma
  • link al sito generale dei ristornati Akira: https://ramenbarakira.com/
L'ingresso di Akira Osteria Giapponese

L’ingresso di Akira Osteria Giapponese

(*) Takoyaki: tipica pietanza giapponese che prevede palline di polpo pastellate e fritte, servite con katsuobushi (pesce essiccato grattugiato sottilissimo), maionese e salsa Otafuku.

Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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