Visitare il Muse di Trento: il museo delle scienze più visitato d’Italia

Perché visitare il Muse di Trento?

C’è un Museo, in Italia, che ha fatto della divulgazione partecipata la sua missione, e che è all’avanguardia nell’affrontare temi come sostenibilità, ecologia, riqualificazione urbana.

Il MUSE di Trento è, a mio parere, uno dei musei scientifici più interessanti che si possano visitare, con un’offerta espositiva e didattica che nella sua ampiezza riesce a trovare mezzi di comunicazione adeguati ai bambini, agli adulti, agli esperti ed ai profani.

Visitare il Museo Muse di Trento: gli animali dei boschi

Visitare il Museo Muse di Trento: gli animali dei boschi

Il Muse di Trento si trova in una posizione abbastanza decentrata rispetto al bellissimo centro storico della città, stretto tra la ferrovia e l’Adige e inserito nella parte nord del nuovo quartiere delle Albere.

E’ parte di un ampio progetto di riqualificazione cittadina – come anche lo stesso Museo Muse – del famoso architetto Renzo Piano, che si è trovato a dover reinventare, ricostruire e far rinascere uno spazio cittadino prima occupato dalla fabbrica Michelin.

Abbiamo avuto la possibilità di visitare il Museo Muse di Trento in occasione dell’Assemblea dell’Associazione italiana travel blogger – AITB, che si è appunto tenuta nella città tridentina grazie alla collaborazione con l’Istituto di Tutela della Grappa Trentina e il Consorzio Vini del Trentino, che ci hanno fatto conoscere le eccellenze vitivinicole provinciali e il frutto della distillazione delle uve locali oltre a svelarci una Trento meno nota.

Il Muse di Trento: natura e società

Il Museo Muse di Trento possiede una particolarità davvero unica: è un luogo aperto e connesso con la città, grazie alla possibilità aperta a tutti di accedere all’ampio foyer dove si trovano la biglietteria, la caffetteria e il bookshop. Inoltre, proprio accanto alla struttura museale, passa la pista ciclabile che sfiora la zona degli orti del Muse e prosegue verso l’Università e la stazione ferroviaria.

Anche se non siete particolarmente esperti di scienze ambientali, una visita al Muse riuscirà a coinvolgervi e ad entusiasmarvi, perché la narrazione ha un livello davvero comprensibile e le esposizioni sono allestite con uno stile contemporaneo.

Il filo sottile che lega ogni esposizione del Muse è la conoscenza dell’ambiente alpino e l’impatto – fin troppo spesso negativo – che l’uomo ha sull’ecosistema naturale. E incredibilmente, ogni visitatore del Muse, qualunque sia la sua età, riesce a trovare la dimensione più congeniale e a diventare protagonista di un percorso che si costruisce sala dopo sala.

Visitare il Museo Muse di Trento: "The Big Void"

Visitare il Museo Muse di Trento: “The Big Void”

Impossibile non restare a bocca aperta davanti alla ‘cascata‘ di animali tassidermizzati (aquile, cervi,  stambecchi, volpi, ecc.) che riempiono il Big Void  – il grande spazio centrale che raccorda tutti i piani del Museo – oppure davanti agli scheletri di dinosauro ed alle mille esperienza attive che si possono provare (e non serve essere necessariamente bambini per provarle!).

Il Muse di Trento è una delle istituzioni museali più visitate d’Italia ed è stato inaugurato il 22 luglio 2013: quest’anno, per festeggiare i 10 anni di attività, sono stati organizzati numerosi eventi, incontri e momenti culturali.

La struttura architettonica del Muse di Trento

L’edificio del Muse ha un particolare e caratteristico profilo a punte sfalsate, che richiamano il profilo delle montagne che circondano Trento.

Accanto all’avveniristico edificio, davvero a pochi passi, c’è poi Palazzo delle Albere, già dimora del Principe Vescovo Cristoforo Madruzzo (lo stesso che aveva fatto costruire Villa Madruzzo) ed ora utilizzato come sede per esposizioni che interconnettono e aprono il dialogo tra natura, scienza, discipline umanistiche e società.

La struttura è un rincorrersi di pieni e vuoti, linee e angoli ed utilizza copiosamente il vetro e l’acciaio, materiali che rendono il complesso museale visivamente leggero anche se le sue dimensioni non sono esattamente light: 130 metri per 35 ed un corpo che si sviluppa in 2 livelli interrati (per lo più dedicati ai servizi) e 5 fuori terra (uffici, sale espositive, ecc.). 

Visitare il Museo Muse di Trento: la foresta tropicale

Visitare il Museo Muse di Trento: la foresta tropicale

I numeri del Muse sono davvero importanti: si sviluppa su un totale di 12.600 mq di superfici nette, di cui le mostre permanenti occupano 3.700 mq e ben 600 sono dedicati alla serra tropicale. Inoltre, 800 mq. sono utilizzati dai laboratori di ricerca (davvero belli perché si possono vedere gli esperti al lavoro!), senza contare gli spazi esterni (biotopo di 600 mq e 2.000 mq di orti).

Lungo il perimetro dell’edificio, una grande vasca con acqua fa sì che il museo sembri quasi galleggiare e la presenza di viali alberati, piantumazioni e la bellissima area degli Orti del Muse lo circonda di spazi verdi, mentre i grandi pannelli fotovoltaici installati sul tetto ed il recupero delle acque meteoriche sottolineano la scelta totalmente green della struttura museale.

“L’acqua rappresenta, così come il legno, il potere della natura di rigenerarsi (…). L’acqua svolge più funzioni: quella ludica e ricreativa, ma anche quella tecnologica, con vasche a pelo libero che accumulano riserve idriche da utilizzare per l’irrigazione o l’antincendio, fino a quello culturale, con percorsi di studio legati al MUSE. (Renzo Piano)”

Come è organizzato il percorso museale del Muse di Trento?

Il Museo vero e proprio – a cui si accede attraverso la biglietteria – è suddiviso in 5 piani (di cui uno interrato): il quinto piano, l’ultimo, è uno spazio terrazzato con vista sulle vicine montagne, che in questo modo appaiono quasi collegate con la struttura museale.

Scendendo di un livello, al quarto piano, prende avvio il percorso di conoscenza e di approfondimento: il visitatore si trova catapultato sulla cima di una montagna, con tanto di ghiacciaio (ghiaccio vero!) e animali che usualmente vivono nell’habitat rappresentato.

Questo piano è importante perché aiuta a comprendere il dramma dello scioglimento dei ghiacciai e le conseguenze ambientali del cambiamento climatico.

Uno spazio è dedicato anche ai grandi alpinisti ed esploratori ed una piccola esposizione mostra le vecchie attrezzature utilizzati per affrontare le neve ed i ghiacciai (sci di legno, ramponi, corde e piccozze, ecc.).

Il terzo piano è dedicato al Labirinto della biodiversità alpina, con immagini, fotografie e animali conservati con la tassidermia; c’è anche una sezione che affronta la biodiversità e gli adattamenti mimetici messi in atto dalle specie animali che vivono sulle montagne. Non manca uno spazio ludico per i bambini, con giochi didattici che insegnano ai più piccoli a riconoscere i diversi animali.

Il secondo piano affronta i temi della geologia e del sottosuolo delle Dolomiti e una bella sezione raccoglie i minerali sia locali che di tutto il mondo, con tanto di indicazioni di utilizzo. Particolarmente interessante lo spazio dedicati alla protezione civile ed ai disastri ambientali.

Continuando a scendere, al primo piano il visitatore fa un balzo nel passato fino ad incontrare gli uomini preistorici e scoprire il loro insediamento nelle Alpi.

Incredibili quanto a realismo i modelli di uomini primitivi che si incontrano nel percorso espositivo, a forma di chiocciola: alcuni sono talmente ben riprodotti da sembrare vivi! Sempre al primo piano vi è una sezione specifica sulla sostenibilità e sull’impatto dell’uomo sull’ecosistema alpino nonché si possono osservare i ricercatori all’opera nei laboratori di ricerca.

Al piano terra, che coincide con l’ingresso e la zona della biglietteria, vi è un ampio spazio dedicato alle attività interattive (con giochi, piccoli esperimenti, dimostrazioni) ed una sezione (il Maxi Ooh!) dedicata ai bambini fino ai 5 anni di età.

Al piano interrato, invece, si può ripercorrere le tappe della vita sul nostro pianeta e l’origine del sistema solare. Non mancano nemmeno i dinosauri, che vissero nell’epoca Mesozoica: sono esposte ricostruzioni a misura naturale ed è quasi inutile sottolineare che questa zona è particolarmente amata dai bambini!

Nella zona centrale del piano interrato, dedicata all’era Cenozoica,  è stata collocato lo scheletro di una balenottera che introduce al cammino evolutivo dei mammiferi terresti e marini.

In una zona un po’ discosta dalle esposizioni preistoriche, si trova la ricostruzione di un ambiente tropicale, una vera e propria serra, con tanto di cascata ed uccelli tropicali,  ispirata alla foresta pluviale dei Monti Udzungwa, in Tanzania, dove il Muse ha un centro di ricerca per il monitoraggio ecologico.

Gli Orti del Muse: un giardino agricolo a due passi dal centro di Trento

Una volta terminata la visita del Muse, uscite fuori dal complesso, nel grande spazio verde che guarda verso lo Stadio di calcio di Trento. In uno spazio tutto sommato ristretto, è stato ricostruito un orto di montagna, con tanto di erbe aromatiche e medicinali, ortaggi, legumi e frutti di bosco. E tanti fiori, che ai primi di giugno, quando abbiamo visitato il Museo, erano nel loro massimo splendore.
Completano l’orto una tipica fontana alpina, scavata in un tronco e un piccola area di sosta con un gazebo su cui crescono i cosiddetti “vitigni resistenti”, in collaborazione con la Cantina Endrizzi di San Michele all’Adige, che rappresentano il futuro della viticultura trentina declinata nell’ottica della sostenibilità ambientale.
I vitigni resistenti sono ottenuti per ibridazione e sono resistenti alle principali malattie fungine della vite, evitando così i necessari trattamenti chimici, comunque dannosi per l’ambiente. In Trentino vengono coltivati soprattutto 5 vitigni resistenti: Bronner, Johanniter, Muscaris, Solaris e Souvigner Gris. Sempre all’esterno, ma di fianco al Palazzo delle Albere, si trova il piccolo laghetto-biotopo del Muse.

Maggiori informazioni per visitare il Museo Muse di Trento

  • Link al sito ufficiale del Museo: Museo Muse di Trento
  • La missione del Muse: il Muse  è un museo tagliato a misura dei bambini e dei ragazzi senza per questo dimenticare gli adulti: ogni tema viene declinato in livelli di comprensione diversi, tanto che se per un bambino la visita al Muse può essere parte di un bellissimo gioco di scoperta della natura, per i suoi genitori diviene motivo di riflessione sullo stato dell’ambiente, sui rischi di depauperamento della natura, sulle azioni da mettere in campo per un futuro sostenibile
  • Accessibilità: il Muse è una struttura senza barriere architettoniche: tutti i diversi livelli sono connessi tramite ascensori o rampe.

  • Come arrivare al Muse: è possibile arrivare al Museo Muse di Trento con i mezzi pubblici: non lontano, su via Giuseppe Giusti,  fermano i bus 2, 4, 12, 13 e 14. Accanto al Muse c’è una pista ciclabile. Non ci sono molti parcheggi per cui è bene lasciare l’auto
  • Orari del Muse: il museo è aperto dal martedì alla domenica dalle 10 alle 18.oo (sabato e festivi la chiusura è alle 19).
  • Costo del biglietto del Muse: a luglio 2023 l’ingresso al Muse costa 10€, ridotto 8€
  • Mostre del Muse: fino al 5.11.2023 si può visitare Wild City, ovvero come le piante e gli animali affrontano l’urbanizzazione. Davvero interessante per comprendere il motivo per cui cinghiali, gabbiani, corvi e volpi sono sempre più visibili nelle città.
  • Fanno parte del Muse, come sedi distaccate, anche il Museo delle palafitte del Lago di Ledro, il Giardino botanico alpino e la Terrazza delle Stelle sul monte Bondone, il Museo geologico delle Dolomiti a Predazzo.

      

Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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