Visitare Pompei in due giorni: cosa fare e cosa vedere

Visitare Pompei in due giorni: cosa fare e cosa vedere

Grazie alla sinergia tra Pompei DMC tour operator incoming ed eventi e l’Associazione italiana travel blogger abbiamo potuto trascorrere due giorni intensi e molto piacevoli a Pompei, la cittadina campana in provincia di Napoli conosciuta in tutto il mondo per il suo parco archeologico e per il Santuario dedicato alla Beata Vergine del Rosario.

Pompei ci ha accolto con gentilezza e cordialità, mostrandoci i suoi tesori e soprattutto aprendoci il suo cuore: abbiamo trovato una città efficiente, moderna e piena di brio, con la capacità di intercettare tendenze culturali e di promuovere eventi, con tanti ristoranti di qualità attorno cui ruota una movida serale vivace.

Sacro e profano a Pompei si mescolano in continuazione, sia perché l’estensione degli scavi archeologici è talmente ampia che questi spesso sconfinano e si mescolano alla Pompei più recente. La zona del parco archeologico confina con il sito del Santuario ed il suo fondatore, Bartolo Longo, riveste un ruolo letteralmente centrale nello sviluppo della città.

L’attuale Pompei probabilmente non sarebbe esistita senza l’intervento ispirato di Bartolo Longo, che seppe coniugare fede, accoglienza, visione sociale e volle fortemente la costruzione del Santuario, che abbe il ruolo di faro della fede e centro di devozione.

Visitare Pompei in due giorni: il campanile del Santuario all'imbrunire

Visitare Pompei in due giorni: il campanile del Santuario all’imbrunire

Il Santuario e il Parco Archeologico sono le ‘stelle‘ dell’offerta turistica di Pompei – e non potrebbe essere altrimenti – ma di occasioni e di luoghi per rendere ricco il soggiorno ce ne sono parecchie. E poi, nulla vieta di fare base a Pompei – città tranquilla, sicura e a misura di turista – per poi spostarsi con il treno o l’autobus a Napoli, a Ercolano, a Sorrento e perfino nella costiera amalfitana.

Oppure, per chi ha buone gambe e cerca una vacanza attiva, seguire uno dei tanti sentieri di trekking che attraversano il Parco Nazionale del Vesuvio, per itinerari all’insegna dell’archeologia, della natura, della geologia.

Pompei non è più – o non è solo – un meta ‘mordi e fuggi’ per gite giornaliere come poteva essere fino a qualche anno fa: è una città accogliente con una ampia offerta di strutture turistiche alberghiere.

Tanti gli hotel adatti a tutte le esigenze, tanti i B&B di qualità a gestione familiare in cui il l’ospite è coccolato ed accolto come un amico. E a Pompei non mancano perfino resort prestigiosi, dove il soggiorno si trasforma in un’esperienza indimenticabile.

Visitare Pompei in due giorni: una delle case riemerse dagli scavi di Pompei

Visitare Pompei in due giorni: una delle case riemerse dagli scavi di Pompei

Pompei città della fede: il Santuario della Beata Vergine del Rosario

Il Santuario viene consacrato nel 1891 mentre il Comune di Pompei viene costituito con legge speciale da Vittorio Emanuele III solo il 29 marzo 1928 (quindi ha meno di 100 anni!). La città di Pompei, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, è quindi una città ‘moderna’, che nasce solo a seguito della costruzione del Santuario  per volere dell’avvocato Bartolo Longo, di recente elevato agli onori degli altari come Beato.

Bartolo Longo è una figura importantissima per Pompei, è colui che ha letteralmente cambiato le sorti di questa località grazie alla sua fede ed alle tante opere di carità avviate grazie alle ingenti donazioni che venivano offerte alla Madonna. Ed è anche colui che ha saputo intuire il potenziale economico del circuito virtuoso di  opere di fede e di carità e che lo ha saputo ben utilizzare per dar vita a scuole, educandati, orfanotrofi.

Fu portatore di riscatto sociale per tante famiglie che abitavano in Valle di Pompei (così si chiamava la zona prima che venisse creato il Comune), in molto trovarono  lavoro nelle strutture nate a servizio del sito religioso nonché scuole valide per i propri figli.

E già, perché dopo la disastrosa eruzione del Vesuvio del 79 d.C., in questo territorio – chiamato Valle di Pompei – non c’erano altro che campagne e qualche insediamento di poveri agricoltori. Un territorio sostanzialmente sgarrupato e di poco valore, per dirla tutta, dove la miseria trovava terreno fertile.

Con la costruzione del Santuario cambia tutto: il luogo di fede diventa testimonianza delle tante grazie ricevute per intercessione della Madonna. E le centinaia di migliaia di pellegrini che lo visitano hanno la necessità di dormire, di ristorarsi, di acquistare oggetti di devozione che testimonino la loro visita a Pompei.

Oggi la città di Pompei è estesa ben oltre l’iniziale nucleo abitativo, che ha il suo fulcro in piazza Bartolo Longo, una grande piazza quadrata su cui si affaccia da un lato il Santuario e dall’altro il Municipio. A Pompei, ancor più che in altre città,  sacro e profano sono sempre interconnessi e sono parte di una stessa storia.

La vicenda umana di Bartolo Longo

Interessante, piena di luci e di ombre, la vicenda terrena di Bartolo Longo. Nato a Latiano (BR) nel 1841 da una agiata famiglia borghese (il padre era medico) ebbe una educazione approfondita presso i Padri Scolopi. Trasferitosi a Napoli per frequentare la facoltà di giurisprudenza, divenne un convinto anticlericale e si avvicinò alle filosofie spiritistiche sataniste.

A seguito di una forte crisi esistenziale e depressiva che gli fece rivedere le sue convinzioni, il giovane Bartolo entrò in contatto con uomini pii e con religiosi; infine entrò nel Terzo Ordine Domenicano, dove divenne un fervente devoto alla Madonna ed alla recita del Rosario. Sebbene si fosse laureato nel 1864, non esercitò mai la professione di avvocato ma indirizzò tutte le sue attività in favore dei più bisognosi.

Visitare Pompei in due giorni: la Vergine del Rosario sull'altare maggiore del Santuario

Visitare Pompei in due giorni: la Vergine del Rosario sull’altare maggiore del Santuario

Sempre a Napoli, tramite Caterina Volpicelli (fondatrice delle Ancelle del Sacro Cuore e canonizzata nel 2009 da Papa Benedetto XVI)  conobbe Marianna Farnararo, ventisettenne vedova del conte  De Fusco e  già madre di 5 bambini. Una donna pia, devota e dedita alle opere di carità.

Bartolo Longo divenne ben presto l’amministratore – factotum delle proprietà della contessa e nel 1885  – anche per mettere a tacere maldicenze che inevitabilmente la loro frequentazione sollevava – su impulso di Papa Leone XIII decisero di sposarsi con un matrimonio bianco e senza effetti civili.

La contessa aveva diversi possedimenti terrieri nella zona di Valle di Pompei e spesso Bartolo Longo vi si recava per gestire i rapporti con i contadini e gli affittuari. E’ proprio in occasione di una di queste visite, mentre passeggiava per i campi, che l’uomo udì una voce che gli intimava di ‘propagare il rosario‘ per essere salvo. Da qui, da questa rivelazione, inizia la fervente attività che lo portò a costruire il Santuario della Beata Vergine del Rosario dove  c’era solo la  piccola chiesa di campagna dedicata al Santissimo Salvatore.

Qualche dato sul Santuario di Pompei:

  • Il Santuario oggi è una Basilica Pontificia.
  • L’edificio è stato costruito in più tempi. La Chiesa oggi può ospitare fino a 6.000 fedeli.
  • Il Santuario di Pompei accoglie ogni anno oltre 4 milioni di pellegrini.
  • E’ uno dei siti di devozione mariana più importanti d’Italia.
  • L’8 maggio e la prima domenica di ottobre viene recitata dai devoti, in contemporanea ed ovunque essi siano, la Suppplica alla Madonna di Pompei.
  • Il campanile è una costruzione successiva al Santuario (è stato inaugurato nel 1925) ed è alto 80 metri oltre alla croce posta sulla sommità di 7 metri. Dalla sommità – ci si arriva con l’ascensore – la vista è eccezionale, nelle giornate nitide si riescono a vedere perfino le isole del golfo di Napoli e gli Appennini
  • Le campane in bronzo sono opera della Fonderia Marinelli di Agnone, che per realizzarle utilizzò 100 quintali di ferro recuperato da cannoni di guerra, 50 quintali di rame e 30 quintali di stagno.
Scavi di Pompei

Scavi di Pompei

Gli scavi archeologici di Pompei

Per visitare gli scavi di Pompei con l’attenzione che meritano non sono certo sufficienti poche ore (il sito archeologico è molto vasto e ancora oggi non tutti gli edifici sono stati riportati alla luce). Tuttavia se vi affidate ad una guida esperta potete riuscire a sintetizzare in un paio di ore la visita ai siti più importanti o interessanti. Potrete anche arricchire la vostra conoscenza storica con elementi curiosi, interessanti o sorprendenti che renderanno l’antica Pompei ben più vicina a noi di quanto si possa immaginare.

La nostra guida speciale, che ci ha accompagnato in una lunga passeggiata lungo le vie in basolato fiancheggiate da domus più o meno ricche, è stata Felicia D’Amora (qui trovate il suo profilo Instagram). Guida turistica abilitata della Regione Campania, laureata in Conservazione dei Beni Culturali con indirizzo storico-artistico nonché restauratrice ed organizzatrice di eventi culturali. E con una capacità divulgativa e di trasmissione del sapere eccellente.

Il Foro di Pompei

Il Foro di Pompei

Con lei, abbiamo intrapreso un piacevolissimo viaggio nella storia di questa città unica al mondo, dove ogni elemento, colonna, muro o affresco sono realmente originali. Immaginate una città grande e vibrante di attività commerciali che improvvisamente si spegne: tutto resta silenzioso, nascosto, cristallizzato per secoli per poi tornare pian piano alla luce.

Considerata l’estensione del sito archeologico e del numero non esiguo dei partecipanti alla visita (tanti bambini!) abbiamo apprezzato molto la possibilità di utilizzare le guide auricolari Audiotours System in modo da poter essere sempre connessi con le spiegazioni di Felicia.

Grazie alle campagne di scavo l’antica Pompei è tornata nuovamente a vivere, le sue strade sono tornate a riempirsi di uomini, donne e bambini interessati a conoscere come si viveva in una città romana, a scoprire i pregi, le abitudini e sì, perfino i difetti dei suoi abitanti, per tanti versi così simili a noi.

La ‘riscoperta’ di Pompei

La città di Pompei nel 79 d.C fu sepolta – insieme ad Ercolano, Stabia ed Oplontis – da metri di ceneri e lapilli durante la disastrosa eruzione del Vesuvio; dimenticata nel tempo, la sua rovina è stata anche la sua salvezza perché il materiale piroclastico solidificato l’ha preservata nel tempo. La riscoperta di Pompei ebbe luogo casualmente nel 1748 durante i lavori per la costruzione di un acquedotto voluto fa re Carlo III di Borbone che portarono alla scoperta alcuni resti e affreschi.

Questi ritrovamenti attirarono l’attenzione degli studiosi dell’epoca (e a numerosi tombaroli, purtroppo) aprendo la strada a indagini più approfondite. L’avvio degli scavi sistematici avvenne sotto la direzione dell’archeologo militare Roque Joaquín de Alcubierre nel 1748 ma è solo con le campagne di scavo condotte da Giuseppe Fiorelli (direttore degli scavi di Pompei dal 1860 al 1875), che furono utilizzate tecniche più avanzate.

Fiorelli introdusse la tecnica della colatura di gesso nelle cavità lasciate dalle vittime dell’eruzione, permettendo di ottenere calchi delle forme umane e animali. Questo metodo ha consentito di creare dettagliate riproduzioni delle vittime, preservando la loro posa al momento della morte.

Da allora, gli scavi di Pompei sono continuati in modo sistematico, portando alla luce gran parte della città antica ed oggi Pompei è uno dei siti archeologici più importanti e visitati al mondo, offrendo preziose informazioni sulla vita quotidiana nell’antica Roma.

Le abitazioni portate alla luce hanno restituito suppellettili legate alla vita quotidiana, affreschi e scritte ‘politiche’ (le campagne elettorali esistevano già 2000 nni fa!), superbe ville con giardini e peristili, botteghe, tabernae e termophili (esercizi cmmerciali simili alle attuali rosticcerie) con i banconi di mescita e di conservazione dei cibi caldi  ben conservati. Visitare gliscavi di Pompei è come fare un viaggio nella nostra storia.

Città portuale e mercantile (il mare era più vicino rispetto alla linea di costa attuale), Pompei era a tutti gli effetti una città di commercianti borghesi, che mettevano a disposizione dei marinai e dei viaggiatori che vi facevano tappa tutto ciò che poteva loro occorrere, dalle taberne dove bere vino ai lupanari dove saziare altri tipi di appetito.

Visitando Pompei non vi dovete scandalizzate se nel percorso osserverete numerosi falli (di tutte le dimensioni!), dipinti a tema erotico o statue di Priapo (famoso per il suo notevole attributo): non solo erano immagini apotropaiche e portatrici di fortuna ma al momento in cui Pompei è stata sepolta  la sessualità non aveva ancora incontrato in modo importante il senso del peccato (e la pudicizia) cristiana.

L'Anfiteatro

L’Anfiteatro

Cosa vedere nel sito archeologico di Pompei: gli imperdibili

Prima ancora di iniziare a visitare gli scavi, recuperate una mappa del sito archeologico: l’estensione è talmente vasta (è una vera e propria città!) che il rischio di perdersi non è così remoto. Sul sito ufficiale degli scavi di Pompei potete scaricare gratuitamente sia la mappa generale che una versione per bambini ‘animata’ da Geronimo Stilton, personaggio ‘topesco’  protagonista di tanti libri e racconti. Inoltre, trovate anche una guida per approfondire i luoghi della visita.

Cosa vedere, in particolare, negli scavi di Pompei?

Impossibile visitare tutto il sito archeologico in una sola giornata, men che meno in poche ore. Di sicuro merita una visita il Foro (il centro amministrativo e sociale della città); i due teatri (il grande ed il piccolo);  l’anfiteatro, dove si esibivano i gladiatori e che poteva ospitare fino a 20.000 spettatori. Imperdibili le domus (vi suggerisco in particolare la casa dei Vettii, con affreschi, portico e giardino interno) e poi le botteghe: panifici, fulloniche (oggi le chiameremmo tinto-lavanderie), i thermopolia (le ‘rosticcerie’ del tempo, dove mangiare pietanze calde e bere vino).

Affreschi - Afrodite

Affreschi – Afrodite

Qualche dato e informazioni utili sul sito archeologico di Pompei:

  • il sito archeologico di Pompei è il terzo sito museale italiano (davanti solo il Pantheon ed Colosseo con il Foro Romano);
  • dal 1997 gli scavi di Pompei sono Patrimonio dell’Umanità Unesco;
  • vi consigliamo caldamente di avvalervi di una visita guidata per esplorare il sito archeologico: renderà l’esperienza più interessante e ricca di informazioni;
  • fondamentale indossare scarpe comode (camminare sul basolato è molto scomodo ed i ‘marciapiedi’ sono stretti ed in genere molto affollati;
  • portate con voi acqua (anche se ci sono fontanelle) e in estate è tassativo indossare cappello ed occhiali sa sole per resistere alla canicola;
  • se potete, acquistate il biglietto di accesso in anticipo, on line (il biglietto base, senza la visita alle ville suburbane, costa 18€). I biglietti ridotti e quelli gratuiti si possono acquistare solo di persona alla biglietteria del Parco Archeologico, dove verrà verificato il possesso dei requisiti;
  • la prima domenica del mese il sito è ad accesso gratuito in quanto parte del patrimonio statale (potrebbe essere incredibimente affollato);
  • è vietato fumare all’interno del sito archeologico (c’è però una zona dedicata presso la Casina dell’Aquila e presso le toilettes – ce ne sono diverse all’interno del sito)

Un fine settimana a Pompei: cosa vedere, fare, assaggiare 

Credo di fare cosa utile a chi legge condividendo il programma del nostro fine settimana a Pompei: leggendolo, sarà chiaro come Pompei non è solo scavi e Santuario ma ha, anzi, un’offerta ricca e varia che abbraccia interessi diversi.

Giorno 1 (venerdì) – Andiamo a visitare Pompei!

Come arrivare a Pompei in auto ed in treno

La città di Pompei è ottimamente collegata tramite ferrovia e autostrada. Per chi vuole arrivare a Pompei in treno, a Pompei ci sono addirittura tre stazioni ferroviarie, due in centro città ed una a servizio della zona del Parco Archeologico. Da Napoli, i treni impiegano tra i 30 ed i 40 minuti di viaggio. Ricapitolando, le stazioni di Pompei sono:

  • Stazione Pompei (in città, sulla linea ferroviaria Napoli – Salerno);
  • Stazione Pompei Santuario (sempre in città, vi fermano i treni della linea Circumvesuviana Napoli – Sorrento);
  • Stazione Pompei Scavi (a pochi metri dall’ingresso Porta Marina del Parco Archeologico, vi fermano i treni della linea Circumvesuviana Napoli – Poggiomarino).

Per chi invece arriva in auto, Pompei è ottimamente servita dall’Autostrada A3 (Napoli – Salerno), con due caselli: Pompei Ovest (più vicina agli scavi) e Pompei Est (più vicina al Santuario). Per parcheggiare l’auto (nel caso il vostro hotel non avesse il parking privato) potete utilizzare il grande parcheggio del Santuario: ha un costo irrisorio (2€ al giorno) ed è aperto dalle 6.30 del mattino fino alle 20.30 la sera. E la sera, quando tanti turisti ‘mordi e fuggi‘ lasciano la città, non è impossibile trovare un parcheggio nelle vie meno centrali.

Dove pernottare a Pompei

Il nostro ‘soggiorno pompeiano’ ha preso avvio il venerdì nel tardo pomeriggio: siamo arrivati a Pompei da Roma in auto (circa tre ore di viaggio, ma nell’hinterland di Napoli abbiamo trovato parecchio traffico) e ci siamo immediatamente diretti all’Hotel Giovanna, discreto albergo 3 stelle con un ampio parco e, soprattutto, un comodissimo parcheggio privato.

L’hotel ha in corso lavori di ammodernamento e la stanza superior dove abbiamo alloggiato, all’ultimo piano, era stata rinnovata. Tra i vantaggi: il centro di Pompei si raggiunge in 10-15 minuti di passeggiata tranquilla ed è in una posizione molto comoda per chi arriva dall’autostrada.

Pompei ha un’ampia offerta turistica: se vi rivolgerete a Rosaria di Pompei DMC riuscirà a trovare l’hotel o il B&B più in linea alle vostre esigenze, con la certezza di essere accolti sempre con cordialità.

Il primo incontro con Pompei e la cena al Mercato Pompeiano – pizzeria

Dopo una passeggiata lungo le vie centrali di Pompei, ci siamo fermati per un aperitivo con vista in Piazza Bartolo Longo: vedere il sole che tramonta e le luci che pian piano illuminano il campanile, è davvero suggestivo! Per rendere ancor più indimenticabile il nostro ‘primo appuntamento’ con Pompei, la sera abbbiamo assaggiato presso Mercato Pompeiano – la Pizzeria gustosi antipasti (crocché di patate gialle e di patate rosse farciti, polpettine, pizzette fritte) e pizze innovative con una lievitazione perfetta.

Il plus? Poter osservare il maestro pizzaiolo che le prepara ‘a vista’ nel forno a legna. Mercato Pompeiano – la Pizzeria  è un locale moderno, curato, che nasce dalla passione e l’entusiasmo per la buona tavola di tre amici (Carlo, Gaspare e Giovanni). E’ un vero e proprio progetto gastronomico in cui la ricerca dei prodotti locali e Made in Italy di alta qualità è una vera e propria missione. Un’ampia parete del locale è attrezzato come una dispensa, con prodotti che si possono acquistare.

Appartiene sempre alla medesima proprietà anche il dirimpettaio Osteria Pompeiana – Ristorante, che declina con forme e sostanze diverse la medesima mission (ve ne parlerò più avanti!).

Giorno 2 (sabato) – Alla scoperta di Pompei tra fede, arte e degustazioni

Il primo impegno della giornata ci ha visto coinvolti nell’assemblea degli associati AITB che, grazie alla disponibilità del sindaco Carmine Lo Sapio, si è svolta nella Sala Consiliare del Comune di Pompei. Il Comune di Pompei ha sede all’interno di Palazzo de Fusco, già residenza familiare della Contessa Marianna Farnarano vedova de Fusco e quindi moglie di Bartolo Longo.

La visita al Santuario

L’appuntamento successivo era sul sagrato del Santuario della Beata Vergine del Rosario, dove abbiamo incontrato Gianpaolo di Paola, guida volontaria dell’Associazione senza fini di lucro “Pompei Tourist Tutors” che da anni accolgono ed accompagnano i pellegrini in visite guidate all’interno degli spazi sacri, narrandone le vicende, la storia, i tesori artistici custoditi.

Dopo aver visitato la Chiesa e ammirato gli affreschi ed il venerato quadro della Vergine assisa in trono tra San Domenico e Santa Caterina da Siena,  siamo entrati nella sala dove riposano i resti del Beato Longo.

Interessante anche la Sala del Tesoro con arredi sacri preziosi e l’enorme collezione di ex-voto per grazia ricevuta: fotografie, lettere, i classici cuori in argento, oggetti, vestitini di bimbi, immagini sacre, perfino tanti diplomi di laurea mostrano quanto sia forte la devozione popolare per la Madonna di Pompei.

Il tour si è concluso nella sala con la ricostruzione fedele della camera da letto di Bartolo Longo: un lettuccio di ferro privo di qualsiasi elemento decorativo, un comodino, un baule ed un inginocchiatoio sono le suppellettili essenziali che hanno accompagnato gli ultimi giorni del fondatore del Santuario di Pompei.

Il pranzo al Mercato Pompeiano ristorante

Il Mercato Pompeiano  – Ristorante è stato il nostro riparo sicuro dopo un terribile acquazzone che ci ha costretto all’acquisto imprevisto di ombrelli e poncho antipioggia. Come il ‘fratello’ Mercato Pompeiano  – Pizzeria, questo ristorante propone un menù curato che affonda a piene mani nelle eccellenze gastronomiche italiane, internazionali e soprattutto locali.

Se si mangia bene? Sì, molto, e non solo per gli squisiti antipasti, i primi saporiti e la carne eccezionale: è un locale che consigliamo caldamente per qualità, servizio e cantina (i prezzi sono nella media di quelli praticati da un buon ristorante). Per saperne di più sui due ‘Mercati Pompeiani’, vi invito a leggere il ben più dettagliato articolo – recesione.

Mentre noi eravamo al Mercato Pompeiano, altri colleghi travel blogger hanno provato il menù del Ristorante Varnelli: per saperne di più, vi invito a leggere la recensione del ristorante Varnelli pubblicata sul sito Mondovagandosenzameta: Lucia è una vera esperta di buon cibo e a quanto pare questo ristorante – pizzeria di Pompei ha superato ogni sua positiva aspettativa!

Il Vesuvio visto da Pompei

Il Vesuvio visto da Pompei

Wine tasting tra le vigne di Pompei al Winery Resort Bosco de’ Medici

Dopo una breve pausa, con il supporto del servizio navetta Prestige Cars Pompei, ci siamo spostati nella prima periferia di Pompei per visitare il Winery Resort “Bosco de’ Medici”, una bella struttura immerda tra le vigne che propone un ottimo ristorante, un resort con SPA, maneggio per equitazione.

A Bosco de’ Medici (il nome si riallaccia alla fiorentina famiglia de’ Medici, che possedeva terreni agricoli in queste zone) si producono vini di qualità che beneficiano del terreno vulcanico. Il fiore all’occhiello della produzione è il vino Dressel 19.2, prodotto con il vitigno Caprettone fatto affinare nelle anfore, che ha ricevuto i 3 calici di Gambero Rosso.

La tenuta ha un’estensione non eccessivamente grande (otto ettari, divisi in piccole particelle, spesso si tratta di vigne abbandonate riportate alla produzione) e si è scelto di produrre vini autoctoni del territorio (Aglianico, Falanghina, Piedirosso)

A Bosco de’ Medici abbiamo seguito un percorso bucolico-educativo tra le vigne, abbiamo visitato i paddock dove vengono alloggiati magnifici cavalli (molto sono di proprietà privata, a ‘pensione’) e abbiamo partecipato ad una degustazione verticale di vini con l’assistenza di un sommelier. Inutile dire che accanto al vino c’erano assaggini e salumi squisiti, talmento tanto buoni che nonostante avessimo mangiato più che bene a pranzo non siamo riusciti a dire di no a qualche assaggino.

Pompei e la street-art

Rientrati nel centro di Pompei, abbiamo subio partecipato  ad un mini tour urbano alla scoperta della street art che affresca gli edifici di Pompei insieme a Nello Petrucci, realizzati nell’ambito delle diverse edizioni del Pompei Street Festival.  E’ un festival internazionale di arte urbana nonché evento di arte, musica, cinema, fotografia ed arti performative che vi svolge a giugno, creato con il fine di “connettere le persone” e rigenerare il contesto urbano dove si svolge.

Le edizioni del festival si sono svolte nel 2021, 2022 e 2023 con la partecipazioni di street-artist internazionali, che hanno lasciato traccia colorata del loro passaggio sui muri dei palazzi, arricchendo ogni volta la ‘collezione’ della città.

Ogni singola opera di street art meriterebbe di essere approfondita e l’itinerario è ricco di suggestioni e per questo motivo vi rimando al sito ufficiale del festival, su cui trovate le sezioni delle diverse edizioni.

Ma, inutile girarci attorno, il murale più fotografato è quello di Maxi Bagnasco, che ritrae un giovane Diego Armando Maradona (siamo in provincia di Napoli eh, e Maradona è quasi una religione!).

Tutti ad assaggiare il Panis Pompeii!

La tappa successiva è stata il Forno di Carmelo Esposito, maestro panificatore che dopo ricerche e studi è riuscito a mettere a punto la ricetta per replicare il Panis Pompei, lievitato di forma rotonda, diviso in spicchi e con un ‘sigillo’ centrale che nell’antica Pompei indicava il forno di produzione: l’impasto prevede l’utilizzo di farine da grani antichi impastate a lungo con mosto di vino rosso e latte di capra, a cui vengono poi aggiunti miele, fichi, noci, anice. E la cottura avviene nel forno a legna.

La particolarità di questo pane – non dolce e nemmeno salato – è il suo profumo tanto simile alle cose buone di una volta nonché la sua lunga durata senza necessità di additivi (qualità che deriva dall’utilizzo di materie prime scelte). Il costo del Panis Pompeii non è economico: un pane costa 18€, ma li vale tutti! Il forno Carmelo Esposito di trova in Via Lepanto 144.

Il pane ed i prodotti da forno erano un vero ‘business’ nell’antica Pompei: durante gli scavi sono stati ritrivati oltre 34 pamifici.

Carmelo Esposito, mastro fornaio. IL Panis Pompeii si compra nel suo forno

Carmelo Esposito, mastro fornaio. IL Panis Pompeii si compra nel suo forno

Se vai a Pompei, fai come i pompeiani: il ristorante Caupona

La sera siamo stati invitati a partecipare ad una cena davvero speciale presso il ristorante Caupona: l’ambiente si ispira ad una osteria dell’antica Pompei (una ‘Caupona’, appunto) ed anche le pietanze servite sono tratte da ricette antiche, in cui il farro, l’orzo, la ricotta di pecora, i legumi sono gli ingredienti di base per pietanze squisite.

In più, i clienti del Ristorante Caupona possono vestirsi come gli antichi romani, con tuniche e mantelli color carminio: un locale divertente dove trascorrere una bella serata, anche con i bambini! Per saperne di più, vi invito a leggere la recensione del ristorante Caupona sul sito Turista di Mestiere.

Giorno 3 (domenica): la visita al Parco Archeologico

La mattina di domenica è stata totalmente dedicata alla visita degli Sscavi di Pompei: poco meno di tre ore per avere un’idea di come fosse la città prima dell’eruzione del Vesuvio. E va detto che senza la nostra guida forse saremmo riusciti a visitare, nel medesimo tempo, meno della metà di quanto abbiamo visto. Su cosa vedere o cime gestire la visita agli scavi di Pompei, vi rimando a quanto già condiviso poco sopra.

Al termine della visita ci aspettava la vista a 360° su Pompei dal Campanile del Santuario: se volete sono 360 gradini per arrivare fino in cima altrimenti… c’è un comodo ascensore che con solo 2€ vi porta fino alla piattaforma panoramica! Noi purtroppo non siamo riusciti ad andare perché siamo dovuti scappare (letteralmente) a casa per una piccola emergenza familiare e così facendo ci siamo persi anche il brunch- aperitivo da Kimiya Taste Hub (in Via Carlo Alberto 65), un cocktail bar a pochi passi dalla piazza principale di Pompei dove spesso viene suonata musica dal vivo ed il caffè con dolci nel bar storico di Pmpei (Bar del Santuario, proprio davanti al campanile).

Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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