L’odore di olio fritto è il mio incubo!

Possibile che ci siano ancora ristoratori che non hanno interesse a creare nel loro locale un ambiente accogliente, che non si pongono nei panni del cliente che vuole appagare l’appetito e al contempo cerca un’esperienza gastronomica in cui ogni dettaglio è parte dell’insieme? Possibile che ci siano ristoratori che curano con attenzione maniacale la carta del menù o la cantina dei vini, hanno una sala ben allestita, con un arredo gradevole e un giardino esterno pieno di angolini che sembrano dire “fotografami, fotografami!” e non pongono attenzione agli odori, ai profumi, agli olezzi che – spesso sgradevoli, talvolta nauseabondi – arrivano in sala dritti dritti dalla cucina? L’esperienza gastronomica coinvolge tutti i sensi e non è (più) sufficiente solo un cuoco che sappia il fatto suo e utilizzi ingredienti di qualità, serve anche un occhio, un orecchio e un naso attento ad individuare gli elementi ‘di disturbo’ da eliminare quanto prima. Come, ad esempio, il terribile odore di olio fritto che ho trovato in un ristorante!

Era tanto tempo che non entravo in un ristorante per avere, immediatamente dopo, voglia di scappare: mi è successo di recente in un ristorante in provincia di Roma, nei pressi della via Aurelia poco prima di arrivare a Ladispoli, non a causa dell’atmosfera truculenta o sudicia (assolutamente no!) ma per via del terribile odore di olio fritto che aleggiava ovunque! Il ristorante da cui volevo scappare a causa dell’odore di olio fritto non è un ‘localetto‘, i suoi prezzi non sono super economici, il menù è interessante e curato e lo chef è uno che conosce il fatto suo. Insomma, potrebbe essere uno di quei ristoranti da annotare nell’agenda tra gli indirizzi preferiti o che potrei condividere qui sul blog (no, non vi farò il nome perché questo dell’odore sgradevole è probabilmente un ‘mio’ problema specifico, il menù è interessante e in fondo ci ho mangiato pure con soddisfazione).

Nell’unica sala da pranzo, su cui si aprono le porte della cucina parzialmente a vista (comunque chiusa da un vetro) l’aria è invasa dall’odore di cucinato. Fin da quando si apre la porta di ingresso del ristorante, si capisce che ci deve essere un problema serio nell’areazione del locale e nell’aspirazione dei fumi della cucina. E finché si tratta di soffritti, di odore di arrosto o di ragù, pazienza. Ma se è tempo di carciofi (è il prodotto tipico della zona, i carciofi di Ladispoli e di Cerveteri  sono considerati dai romani un prodotto squisito), che trovano ‘la morte loro’ tagliati a spicchi, passati nella farina, pucciati nell’uovo sbattuto e quindi fritti in grandi padelle che trasudano olio, l’odore persistente diventa una vera tragedia, almeno per me!

Io con l’odore di olio fritto non vado d’accordo per nulla, non lo sopporto, mi fa proprio star male! L’odore, badate bene, perché se si tratta di mangiare alimenti fritti, non ho problemi (purché vengano preparati lontano da me). E quindi non mi tiro indietro se si tratta di assaggiare pesce fritto, carciofi fritti, patate fritte, frittelle, bomboloni con la crema o uno dei mitici filetti di baccalà che vengono venduti a Roma in una botteghina storica nei paraggi di via dei Giubbonari (conosciuto da tutti come il “filettaro”, come lui non c’è nessuno!). E’ l’odore, il composto aromatico dell’olio fritto che mi disgusta. A casa mia non esiste che si frigga. Mi spiace, soprattutto per Francesco, ma proprio non sopporto l’odore untuoso e invadente che una sola frittura è capace di generale. Mi manca l’aria. Sto male.

Le uniche volte che ho fritto a casa si contano sulle dita di una mano (ogni volta mi sono abbigliata come se mi aspettasse una missione di decontaminazione nucleare, con impermeabile di plastica usa e getta, cuffia da bagno sui capelli, mascherina chirurgica e occhiali da saldatore. Non contenta di ciò, ho sempre dovuto lavare casa da cima a fondo, inclusi pensili della cucina, le tende, le coperte, gli asciugamani e ogni qualsivoglia oggetto entrato in contatto, sia pure minimo, con l’odore di olio fritto. Mi spiace, non ci posso fare nulla, proprio non lo sopporto da sempre e non trovo sollievo nemmeno se metto in funzione tutti i trucchi conosciuti, come far bollire in un pentolino di acqua una stecca di cannella, aprire l’aspiratore al massimo o spruzzare a più non posso gli spray specifici antiodore! Pure con la friggitrice elettrica ho problemi, tant’è che le ultime volte l’ho usata direttamente in balcone!

Non ho idea se possa esistere un’allergia olfattiva, ma nel caso affermativo io di sicuro ne soffro in modo violento e la causa è l’odore di olio fritto (e la faccenda non cambia se si tratta di olio di semi o di olio di oliva!).

Anzi, se qualcuno sa da cosa può dipendere questa intolleranza, mi illumini!

pan-with-olive-oil-ready-to-cooking-picjumbo-com

Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

0 Comments

No comments!

There are no comments yet, but you can be first to comment this article.

Leave reply

<